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Cile : La compagna Gabriela Curilem ritorna dalla latitanza

Nelle prime ore della mattina del 19 Novembre, la compagna Gabriela Curilem è riapparsa nelle strade mettendo fine al suo periodo di latitanza di 2 anni e 3 mesi. Ricordiamo che Gabriela è ricercata a seguito del “caso Bombas”, per la precisione dal 14 Agosto 2010 – il giorno in cui sono avvenuti gli arresti, mentre il caso è stato chiuso il 1° Giugno di quest’anno, il giorno in cui i 5 compagni sono stati assolti. In questo caso, Gabriela era accusata di avere presuntamente finanziato l’associazione illecita che avrebbe fabbricato e fatto esplodere le bombe. Lo stesso 14 Agosto 2010, Gabriela non si trovava al CSO Sacco e Vanzetti (centro auto-organizzato che è stato perquisito dalle unità anti-terrorismo), dove vivevano gli altri co-imputati. Nella mattina del 19 Novembre Gabriela è apparsa di fronte al sistema giudiziario cileno ed è stata sottoposta all’obbligo di firma alle autorità (non sappiamo se settimanale o mensile) ed è ora di nuovo per le strade.

Salutiamo la compagna Gabriela che dopo aver burlato per più di 2 anni gli apparati di sicurezza del Potere, torna a ritrovare la sua famiglia e compagnx. Salutiamo la sua forza e coraggio, poiché nonostante la sua difficile situazione non ha mai smesso di apportare le sue riflessioni. Ci rallegriamo che quella gabbia che tenevano preparata per la compagna continui ad essere vuota.

Il 19 Novembre la compagna Gabriela Curilem decide di porre fine ai suoi 2 anni e più di clandestinità presentandosi di fronte al Tribunale per un ordine di detenzione che aveva per effetto della legge anti-terrorista, per il cosiddetto “Caso Bombas”, in cui la si accusava di essere parte di una Associazione Illecita Terrorista e finanziatrice della stessa.

Dopo essere rimasta in attesa circa 6 ore all’interno del Tribunale, finalmente alle 14.30 si è realizzata l’attesa udienza contro la compagna. Di tutti i querelanti presenti nella causa è accorso solo il Pubblico Ministero rappresentato dal mercenario al soldo di Victor Nuñez, membro della Procura Sud, che ha portato avanti tutta l’inchiesta e il processo per il “Caso Bombas”.
Il procuratore che per due anni ha cercato quanta più stampa e teleschermi per condannare i 14 compagnx, questa volta ha solo segnalato brevemente che non intendeva perseverare contro la compagna poiché non aveva precedenti. Infine è stata chiusa la causa contro la compagna, lasciandola senza misure cautelari.

È rimasta pendente un’altra causa giudiziaria contro Gabriela, che ha coinvolto altri compagni del C.S.O. Sacco e Vanzetti per un’aggressione a un membro della Polizia di Investigazioni per aver resistito alla perquisizione dell’11 Dicembre 2009, tuttavia questa si presenta come una causa minore paragonata ai deliri terroristi della Procura.

Saluti e affetto alla compagna Gabriela che finalmente può incontrarsi con i suoi cari dopo un’assenza forzata di più di 2 anni per le macchinazioni del Potere!

A seguire uno scritto di Gabriela prima dell’udienza.

Agitando le ali oltre il Caso Bombas.
Una missiva di persistenza e una chiamata a continuare a combattere.

Sono passati più di due anni da quando si iniziò la caccia a un gruppo specifico di persone, cercando di colpire e terrorizzare un ambiente multiforme di compagnx antiautoritarx e anarchicx.

L’operazione, capeggiata da un pubblico ministero drogato delle luci dello spettacolo, è riuscito nel suo giorno di successo a detenere 14 persone di diverse correnti e circuiti, con perquisizioni riprese dalle televisioni.

Iniziava quindi la messa a processo di un caso che portava anni di investigazione alle spalle, senza essere riuscito ad apportare risultati sulla collocazione di congegni esplosivi e con l’interrogativo aperto su chi fossero gli autori.

Evidentemente il nuovo scenario giudiziario era brulicante di arroganza, frasi ridondanti, organigrammi, presunti posti di Potere e centinaia di volumi investigativi che pretendevano seppellire i compagnx sotto il peso asfissiante delle condanne.

Ma non tutto uscì come era previsto. L’arroganza poliziesca non riuscì a chiudere il cerchio su tuttx, in quella mattina del 14 Agosto 2010. A me non mi presero, né nei giorni prima della formalizzazione delle accuse né nelle settimane che seguirono, né nei mesi e anni in cui è durato questo processo decadente, pieno di menzogne e infamie.

Paradossalmente si dimostra in questo modo che il Potere non è mai così potente e onnipresente come si auto-proclama. Rimangono sempre delle crepe per le quali attraversare lo scenario già disposto, dobbiamo trovarle, crearle, ma il nostro sforzo deve puntare in questo senso. Continue reading Cile : La compagna Gabriela Curilem ritorna dalla latitanza

Santiago, Cile: Convalidata la sentenza di primo grado contro Luciano Pitronello

Poco dopo le 12:00 del LunedÌ 19 Novembre la Corte d’Appello di Santiago ha respinto il ricorso di annullamento del processo contro Luciano Pitronello, che era stato depositato dalla parte accusatoria presso la Procura con l’intenzione di processare di nuovo il compagno, ottenendo una condanna basata sulla legge antiterrorismo. Le manipolazioni del procuratore non sono passate, così rimane in vigore il verdetto di primo grado, secondo il quale la pena inflitta è quella di 6 anni in libertà vigilata. Ciò significa che il compagno rimarrà fuori dal carcere, ma sotto la supervisione di un ufficiale giudiziario, che controllerà periodicamente il corso del suo “reinserimento sociale”, garantendo il rispetto delle condizioni previste dalla condanna, ossia che il compagno Tortuga non commetterà alcun reato punibile.

fonte

$ile: Propaganda sui muri di Santiago

Da Santiago, con un sacco di amore, inviamo queste immagini di propaganda che sono stati fatte in diversi luoghi a Santiago questo mese (6-10 Agosto).

“Nessuno potrà mai essere dimenticato, dalle nostre città imprigionate noi, i compagni che siamo fuori dalle prigioni della tortura e dell’isolamento, saremmo ovunque, lottando, attaccando e distruggendo ogni simbolo del Capitale che vuole opprimerci. Le nostre armi, la solidarietà e la memoria sono già caricate ed è il momento per essere sparate”.

Ai nostri compagni rapiti in questa guerra nel territorio $ileno: Carla, Ivan, Freddy, Marcelo, Juan e Luciano, e al caduto, Mauricio Morales, compagno presente, e a tutti i compagni che lottano in questa guerra in tutto il mondo. Forza e resistenza solidale con il popolo Mapuche!

Compagni, non siete soli. Ci sono molti, per questo i nostri nemici ci chiamano ratti, ed è per questo ci siamo ovunque, nessuno potrà mai fermarci, dovranno morire prima, solo allora ci fermiamo.

Salute e lunga vita alla rivolta!

Lo Stato terrorista: persegue, imprigiona e uccide. [Illeggibile]. La libertà di tutti i prigionieri politici!

Tortuga su per la strada

La battaglia dei Mapuche non si fermerà dalle vostre pallottole, né dalle vostre barre o dalle vostre intrusioni

Libertà ai prigionieri

La solidarietà è un’arma. Ora, Freddy, Marcelo e Juan sono perseguitati. Domani potresti essere te! Libertà ai prigionieri del “Caso Sicurezza”. Finchè la miseria esiste, ci sarà la ribellione!

La solidarietà smette di essere una parola quando arriva alle azzimi ribelli. Solidarietà con Luciano [Illeggibile]

Oggi, noi streghe andiamo a caccia! Il cacciatore sarà cacciato! Rompere le ruote. Luciano su per la strada!

Solidarietà attiva con tutti i prigionieri politici dello Stato Capitalista. [Illeggibile] Libertà a tutti i prigionieri in Cile a in tutto il mondo

Tortuga su per la strada

Fuoco alla prigione. Adrian* su per la strada

Libertà a Tortuga

Luciano su per la strada

Mauricio Morales, te vivi nella rivolta. Mauricio Morales, compagno anarchico morto nella notte del 22 Maggio 2009 dopo l’esplosione dell’ordigno che portava alla zona della Scuola dei carcerieri e dei torturatori della Gendarmeria (guardie carcerarie in Cile). Tre anni dopo la tua morte, ci uniamo alle idee che portavi quella notte, le idee della libertà contro tutti i tipi d’autorità. Perché hai brandito nella tua vita molte forme di lotta contro il potere (biblioteche, laboratori, forum e l’azione diretta), ti ricordiamo tenendo il passo con quella lotta anti-autoritaria. Con Punky Mauri e tutti i compagni caduti nel combattimento contro l’autorità. Manteniamo la fiamma della rivolta viva!

La solidarietà tra gli anarchici non è solo una parola scritta.

Luciano Pitronello, ti vogliamo libero e selvaggio. Libertà ai prigionieri politici del mondo

* Adrián Díaz Cayuqueo è un compagno arrestato a $ile il 28 Giugno dopo le rivolte studentesche del Marzo. Quel giorno, un camion della Gendarmeria ha attraversato la zona dei disordini e nella confusione si è schiantato contro un palo della luce. Alcuni manifestanti incappucciati hanno visto i carcerieri ed hanno attaccato coloro che hanno lasciato il camion, poi 2 molotov sono state lanciate contro il camion, senza fare grossi danni. Adrián è ora in detenzione preventiva (80 giorni fino al processo), dopo essere stato accusato di “possesso di dispositivo di carico incendiario” e “incendio doloso”, accusato di gettare le molotov che hanno toccato la ruota posteriore.

Italia – Operazione Ardire: Comunicato di Stefano Fosco dal carcere di Pisa

LIBERI TUTTI

Un brigante in gabbia

Con il fraterno appoggio solidale dei compagni e delle compagne della “Cassa antirep. delle Alpi occidentali”, comunico quanto segue:

Il 13 giugno 2012 sono stato tratto in arresto a Pisa, assieme alla mia compagna Elisa, all’interno dell’“Operazione Ardire” della procura di Perugia. I carabinieri del ROS hanno sfondato la porta e mi hanno condotto in caserma, in cui sono stato schedato e sottoposto al prelievo del dna e dove ho subito una pesante provocazione. In seguito sono stato ristretto presso il carcere Don Bosco di Pisa.

Il 16 giugno sono stato interrogato dal gip, ma – ovviamente – mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. Il passo successivo a livello legale sarà il tribunale del riesame.

Per ragioni che spiegherò a breve, sono stato impossibilitato ad accedere a qualsiasi canale informativo e pertanto ho una visione piuttosto ristretta di quel che è accaduto. Ad esempio, non conosco chi siano gli indagati, oltre a noi dieci tratti in arresto, e nemmeno conosco dove siano state effettuate le 40 perquisizioni.

L’ordinanza di custodia cautelare nei miei confronti è di oltre 200 pagine, e in essa le accuse che mi vengono imputate sono piuttosto pesanti: ideologo ed esecutore materiale di una serie infinita di azioni dirette, oltre a coordinamento e propaganda di campagne solidali con i prigionieri anarchici di tutto il mondo. Ma, nel merito delle accuse ritornerò in futuro dopo una attenta analisi delle carte processuali.

Anticipo solo che lo schema seguito dagli investigatori sembra ripercorrere in pieno i tanti teoremi accusatori degli anni Settanta e Ottanta. La differenza fondamentale è che stavolta al centro dell’attenzione c’è il blog anarchico “Culmine”. Su questo punto, ovvero sulla presunta libertà di contro-informare ai tempi di internet, sarà doverosa una riflessione all’interno del movimento anarchico internazionale.

Essendo imputato di 270 bis e 280 sono stato classificato in A.S.2, ovvero devo scontare la carcerazione preventiva in un regime di Alta sorveglianza. Ma il carcere di Pisa, in cui mi trovo, non ha sezioni per l’A.S. ed è così che non ho socialità e faccio l’aria da solo in una sorta di isolamento informale!

È molto probabile che mi trasferiranno in un carcere che abbia delle sezioni i A.S.

I tanti compagni che mi conoscono da decenni sanno quanto sia importante per me il contatto con gli anarchici e le anarchiche. Se in questi giorni non avete avuto mie notizie, nemmeno un saluto, è perché sono stato impossibilitato a farlo.

In pratica, dal giorno del mio arresto fino al 22 giugno, giorno in cui mi è stata notificata la censura della corrispondenza, non ho ricevuto nulla, ma proprio nulla da parte dei compagni, nonostante i siano stati spediti telegrammi, cartoline, lettere solidali. Nel frattempo avevo scritto 13 lettere, utilizzando i pochi indirizzi memorizzati, e non ho idea se tali missive siano mai state recapitate. Pertanto, in dieci giorni di prigionia ho subito il blocco e sequestro totale di tutta corrispondenza, in entrata e in uscita. Non ho idea di quanto legale sia tale trattamento e, da anarchico, non mi interessa impugnarlo. Ci tengo solo a far conoscere questo pericoloso precedente negativo con un anarchico. Tratto in arresto e “desaparecido” dallo Stato italiano per dieci giorni, senza neanche poter ricevere telegrammi solidali. Per carità, nessun vittimismo, solo una constatazione di quel che il sistema si prepara a fare contro noi anarchici.

Il giorno stesso dei nostri arresti è intervenuta anche il ministro degli interni, stesso copione già visto con l’arresto dei compas cileni coinvolti nel caso “Bombas”, dei compagni greci della “Cospirazione delle cellule di fuoco”, degli arrestati in Bolivia. Anche su questo, ovvero sulla internazionale della repressione anti-anarchica, bisognerà riflettere.

Oltre alla censura della corrispondenza, ho il divieto di incontro e di corrispondenza con la mia compagna Elisa, rinchiusa nel femminile del carcere di Pisa.

Fino ad oggi, per i motivi sopra esposti, non mi è stato possibile contattare i miei coimputati/e, dei quali non avevo nemmeno il recapito. Annuncio che, appena dopo il riesame, inizierò a preparare la mia difesa tecnica con la quale smentirò, punto per punto, le tante menzogne diffuse in questi giorni. I compagni anarchici che mi conoscono da decenni sanno bene che non sono così sprovveduto, come vorrebbero far credere. Questo è il mio quinto 270 bis, in precedenza sono stato assolto o archiviato prima del processo per analoghe associazioni sovversive da parte delle Procure di Genova, Lecce, Torino e Firenze.

Da individualista quale sono, ho sempre trovato affascinante il percorso dell’antigiuridismo anarchico, e sulle mie spalle di pregiudicato ho una condanna per “Oltraggio all’onore e al prestigio del corpo giudiziario”, ma credo che tale percorso abbia dei limiti, soprattutto quando ci si trova dinanzi a un teorema accusatorio pieno di menzogne, manipolazioni e clamorosi errori di traduzione.

Per preparare la mia difesa tecnica – si badi bene, senza accettare nessun interrogatorio da parte della giustizia – ho bisogno di un grande aiuto da parte del movimento anarchico, italiano e non solo. In pratica, devo ricostruire con documenti, comunicati, articoli e libri la storia dell’anarchismo d’azione degli ultimi decenni. Di volta in volta segnalerò i materiali dei quali avrò bisogno. Ovviamente mi auguro che qualche compagno smanettone salvi tutto il data-base di Culmine, con una particolare attenzione alla cronologia dei post pubblicati. Più copie saranno salvate e meglio sarà. (Occhio, quando consultate Culmine evitate di fare commenti a voce alta, potreste essere arrestati all’istante!)

Tutti noi anarchici sappiamo che un giorno o l’altro potremmo finire dietro le sbarre, ma quel che colpisce in questo caso è il feroce accanimento nei confronti di due carissimi amici e compagni: Marco e Gabriel che, per ragioni diverse, erano prossimi a una decisiva svolta della loro lunghissima situazione detentiva. Colpisce soprattutto quel che si dice contro Marco e penso sia urgente che il movimento anarchico internazionale si ponga l’obiettivo di valutare come sostenerlo in maniera efficace.

Non ho idea se mi verrà recapitata tutta la corrispondenza.

Io risponderò a tutte le lettere e cartoline che riceverò. Per via della censura, vi consiglio di inviarmi in maniera separata materiale scritto in italiano da quello scritto in altre lingue (spagnolo e inglese).

Invio un forte abbraccio ai compagni e alle compagne che mi/ci hanno espresso la propria solidarietà, come il corteo spontaneo di Trento, quello di Perugia o il manifesto di Pisa.

Un abbraccio carico di cariño al Tortuga!

Un caro saluto ribelle dal brigante in gabbia

Stefano Gabriele Fosco
C.c. di Pisa, via Don Bosco 43, IT-56127 Pisa
24 giugno 2012

Atene: Lettera dell’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos su un’ulteriore tentativo d’accusa riguardo i 250 attacchi delle CCF

Recentemente una nuova azione penale è stata lanciata dagli esperti in appelli ed interrogazioni Mokkas e Baltas riguardante i 250 attacchi delle CCF, percui nessuna accusa era ancora stata presentata finora.

Queste azioni sono indubbiamente una grande parte della storia della nuova guerriglia urbana. Tra il 2008 e il 2011 l’organizzazione rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco attuò e vinse la scommessa della rottura rivoluzionaria con l’esistente, colpendo con intensità crescente, ritmata e ampia. Le CCF hanno dimostrato che duri colpi nel campo nemico possono essere inferti con l’intervento politico di poche ma determinate persone. Danni materiali, accompagnati da attacchi alla prevalente percezione della necessità dell’esistenza dell’autorità, destruttura la società del Potere e del suo regolare funzionamento.

Ogni esplosione insieme ad ogni rivendicazione portavano avanti la frammentazione dell’ordine sociale ed acceleravano il processo per la costruzione dei nuovi rapporti anarchici.

I compagni, che hanno cercato la costante realizzazione di se stessi, erano uniti dall’evoluzione continua della creazione di un’infrastruttura illegale, incessantemente incitando l’idea della guerra decadente, chiamando nuovi compagni a partecipare.

Per me, la guerriglia urbana è un mezzo per promuovere la rivoluzione anarchica intesa come qui ed ora. Essa rifiuta automaticamente tutti gli inibitori della non-violenza e getta la trappola del riformismo nella spazzatura.

La coscienza mette da parte la paura della prigione o della morte. Le possibilità per l’auto-evoluzione tendono all’infinito.

Così, nel contesto delle attività del progetto rivoluzionario delle CCF, ho messo me stesso proprio accanto ad esso.

La mia volontà per l’azione diretta mi ha spinto a stare vicino a queste persone, di fatto sostenendo la loro attività rivoluzionaria. Dopo tutto, abbiamo inciso e continuo a ritagliare un percorso rivoluzionario con i compagni, membri delle CCF.

Quindi, proprio perchè ho anche difeso le mie scelte in modo coerente e rimango un’anarchico rivoluzionario in opposizione con la società del Potere, l’autorità mi chiama per scusarmi (insieme agli altri), nel tentativo di soffocare tutto ciò che potrebbe rappresentare una minaccia.

Con questi procedimenti penali, lo Stato ancora una volta cerca di punire in modo esemplare chi ha osato opporsi al suo apparato. Ma la distruzione delle illusioni sulla libertà in questa società e l’emergere del totalitarismo quando il Potere è minacciato, sono sempre obiettivi auspicabili dei rivoluzionari.

Lunga vita al diffuso progetto rivoluzionario anarchico

della Federazione Anarchica Informale/Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Fronte Rivoluzionario Internazionale

Forza al compagno Luciano “Tortuga” Pitronello

Theofilos Mavropoulos

1° braccio delle prigioni di Koridallos

Lublino, Polonia: Azione diretta in solidarietà con i prigionieri politici di tutto il mondo

Negli ultimi giorni di Marzo 2012, abbiamo attaccato con della vernice 3 Bancomat, appartenenti a banche diverse. Il crescente clima di repressione di Stato deve incontrare una nostra maggiore risposta. Un’attacco senza compromessi verso Il Capitale, che portandoci via le ultime conquiste sociali, non può rimanere senza risposta.

La violenza è parte integrante della nostra vita, nascosta dietro una maschera di astratte relazioni sociali; spinti nei ghetti della povertà, riempiendo le celle delle prigioni, vivendo nei quartieri poveri del “terzo mondo”. Non abbiamo illusioni al riguardo. Verremo dalle tenebre della notte e attaccheremo gli obiettivi statali e capitalisti, ogni volta più violentemente e con la forte convinzione della giustezza delle nostre azioni.

Rivolgiamo le nostre parole anche verso coloro che hanno posizioni moderate, che cercano di censurare concetti di lotta diversi. I nostri sogni rimangono illegali, NOI rimaniamo illegali. Non c’è posto per noi nella macchina capitalista. Non ci riconosciamo in nessuna miserabile manifestazione. Non facciamo progetti politici a lungo termine. Non chiediamo ai capi ed ai governanti dei piccoli compromessi. Vogliamo un’immediato cambio, guardando verso il successivo, creando cellule in grado di fornire una risposta adeguata alle nostre umiliazioni quotidiane.

Dedichiamo quest’azione simbolica ai combattenti sotto processo di Lotta Rivoluzionaria e della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Al compagno Tortuga che rimane imprigionato nelle segrete dello Stato Cileno. A Eat e Billy, prigionieri dello Stato Indonesiano. A Stella Antoniou che sta affrontando problemi di salute, e a tutti i prigionieri politici di tutto il mondo.

Onore al compagno Lambros Foundas, ucciso dai proiettili dei poliziotti.

Night Aurora

In Polacco

Buenos Aires, Argentina: Striscione di solidarieta’ per il compagno Luciano Pitronello

“Abbiamo esposto questo striscione su un lato di un ponte trafficato come nostro modesto contributo per la fiamma di solidarieta’ che non potra’ mai essere estinta; Tortuga, ti vogliamo libero per le strade, cospirando, come spetta a noi selvaggi.”

Sullo striscione si legge :

IN GUERRA CONTRO IL SISTEMA DOMINANTE – TORTUGA TORNA NELLE STRADE!

Fonte / Qui aggiornamenti sul caso Tortuga

Cile: Attacco incendiario contro una filiale del Banco del Cile, a Chillán

Comunicato:

La scorsa notte del 20 marzo, data dell’udienza contro il nostro fratello Luciano Pitronello, ci siamo recati con odio e rabbia ad una filiale del Banco de Chile, in Avenida Collin (Chillán), carichi di materiale infiammabile. Sono stati sufficienti due minuti affinché il nostro fuoco anarchico e selvaggio illuminasse la notte.

Le perdite economiche sono state certamente milionarie, proprio adesso i ridicoli poliziotti stanno pateticamente cercando delle tracce, ma noi da molto vicino sorridiamo su quanto facilmente il nostro fuoco distrugga il simbolo della dominazione, dello sfruttamento, della miseria e della disuguaglianza nel mondo.

Che quest’azione sia una minaccia ed un avvertimento per i tanti attacchi che restano da fare. Il nostro fuoco continuerà ad espandersi contro qualsiasi struttura che dia vita a questo sistema autoritario ed oppressore. Non ci fermeremo nel veder ardere qualsiasi individuo che faccia sfoggio della schifosa autorità o qualsiasi sbirro, che sia carabinero o poliziotto. Se qualcuno morirà, sarà uno di voi. Sappiate bene che quest’attacco è anche in vendetta degli assassinii nel carcere san Miguel e nel carcere dell’Honduras.

Dedichiamo quest’attacco a Freddy, Marcelo e Juan, prigionieri per il Caso Security, ma in particolare a Luciano, che oggi è oggetto di vendetta da parte dello Stato, dei suoi sbirri e dei suoi obbedienti cittadini. Solo con l’azione rivoluzionaria ti tireremo fuori, Tortuga!!

A MOLTIPLICARE GLI ATTACCHI CONTRO IL CAPITALE!!
CONTRO QUALSIASI AUTORITA’!!
VIVA L’ANARCHIA!!

Federación Anarquista Informal/Célula Incendiaria Efraín Plaza Olmedo

traduzione: ParoleArmate

Berlino: Fuoco solidale con Luciano Pitronello

Quando parliamo di solidarietà, non possiamo ignorare il Cile. Anche se siamo lontani dalle battaglie che hanno luogo lì, ci troviamo nella stessa guerra contro gli stessi nemici, come i nostri compagni in Cile

La situazione lì, ci ha portato ad attaccare un obiettivo bancario, come ha fatto Tortuga, per la qualcosa sarà condotto in un tribunale.

Ieri notte, 19 marzo 2012, a Bützowstraße (nel quartiere di Prenzlauer Berg), nella città di Berlino, abbiamo distrutto con il fuoco un bancomat. Le azioni contro queste macchine sono aumentante negli ultimi anni, anche a Berlino: in diversi contesti, si identificano come un obiettivo adeguato e pertanto o vengono bruciati o sono presi a martellate.

Gli attacchi contro i bancomat vengono messi a tacere, proprio perché i potenti temono che questa forma d’azione si trasformi in uno sport popolare come l’incendio di auto.

Libertà per Tortuga!
Libertà per tutti i prigionieri!
Solidarietà con la lotta anarchica in Cile!

Cellula Internazionale di Incendiari

 Traduzione: ParoleArmate
Vedi anche: Dimostrazione di solidarietà per Luciano Pitronello e la lotta rivoluzionaria in Cile, Mercoledi, 21 Marzo, a Bristol (UK).

Atene: Rafforzare la reciproca solidarietà

Domenica, 11 marzo alcuni compagni provenienti da paesi diversi hanno preso parte all’assemblea aperta di Contra Info ad Atene. Così, il giorno seguente, siamo riusciti a portare a termine un’azione simbolica di solidarietà internazionale e di contro-informazione allo stesso tempo, attaccando striscioni riguardanti quattro importanti casi in diverse parti del centro di Atene.

Un piccolo striscione su cui si legge ‘Solidarietà internazionale tra gli oppressi’ è stato messo all’ingresso del Politecnico in Stournari Street. Inoltre, al Politecnico, sul lato di Via Patission, abbiamo posizionato uno striscione per il compagno Tortuga in vista del 20 marzo, giornata internazionale di azioni in solidarietà con Luciano Pitronello, che rischia di subire  15 anni di carcere da parte delle autorità di perseguimento penale dello Stato cileno, per aver collocato un’ordigno esplosivo in una filiale della Banca Santander il 1 ° giugno 2011, a Santiago. Sullo striscione si legge in spagnolo / greco: ‘Libertà per il compagno Tortuga! Solidarietà con gli ostaggi della guerra in Cile ‘.

In piazza Exarchia abbiamo messo uno striscione in memoria di Oury Jalloh, in tedesco / Greco: ‘Il caso Oury Jalloh: e’ stato un’omicidio! La memoria di Oury Jalloh è viva! Nessuna tolleranza per gli assassini di Stato. Solidarietà con i compagni in Germania. ‘Oury fu bruciato vivo all’interno di una stazione di polizia a Dessau, in Germania, il 7 gennaio 2005. Da allora in avanti, parenti, amici e sostenitori hanno portato il caso davanti ai giudici, chiedendo la punizione dei responsabili per l’omicidio del 36 enne profugo dalla Sierra Leone. Nei giorni scorsi, sotto il terrore della polizia, il caso è stato esaminato nel tribunale distrettuale di Magdeburgo.

In Via Patission, al di fuori dell’ Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE), uno striscione scritto in italiano / greco ‘NO TAV, NO STATO, NO CAPITALE – Solidarietà con Luca Abbà – Sabotaggio a tutte le linee ad alta velocità del sistema’ è stato appeso per l’attivista NO TAV italiano, che è ancora ricoverato in ospedale dopo essere stato ferito gravemente il 27 Febbraio, durante l’ennesima operazione repressiva in Val di Susa. Nonostante la mano assassina dello Stato e del Capitale, la protesta rimane viva; la lotta contro la linea dei treni ad alta velocità Torino-Lione continua dai primi anni ’90 ad oggi.

All’ingresso del Panteion (Università di Scienze Politiche e Sociali), situato sulla Syngrou Avenue, abbiamo messo uno striscione scritto in francese / Greco: ‘Solidarietà con Ivan, Bruno, Damien, Inès, Franck, Javier – Giù le mani dai nostri compagni in Francia ! ‘Questi sei anarchici sono perseguiti sotto la legge anti-terrorismo da quattro anni. In breve, tutti e sei sono nello stesso processo per essere giudicati secondo la legge anti terrorismo francese. Ivan, Bruno e Damien sono stati arrestati nel gennaio 2008 per il possesso di fumogeni mentre si dirigevano verso una protesta fuori dal centro di detenzione di Vincennes. Pochi giorni dopo, Inès e Franck sono stati arrestati in Vierzon per possesso di manuali per le tecniche di sabotaggio ed una mappa del carcere minorile. Le autorità hanno usato l’identificazione del DNA ed hanno affermato che il campione di DNA di Inès  combacia con una delle cinque tracce di DNA trovate sul sacchetto contenente le bottiglie con la benzina in un camion rimorchio della polizia, tra i due turni delle elezioni presidenziali nel 2007. Entrambe le indagini sono state ben presto unite in un unico caso, e i procuratori anti terrorismo hanno preso il sopravvento. Poi i poliziotti avrebbero scoperto il DNA di Damien su tale borsa. A seguito di questa pratica dei test del DNA, non passò molto tempo prima che il fratello di Inès , Javier, fosse  arrestato anche per il fatto del 2007. Inoltre, nel giugno 2010 Javier era stato incriminato per una serie di sabotaggi dei quadri elettrici delle stazioni di segnalazione della SNCF, incendi dolosi che avevano paralizzato parte del traffico ferroviario durante il movimento del ‘CPE’ nel 2006. Ancora una volta, il DNA di Javier fu’ trovato dalla polizia sulla scena di un tentativo di sabotaggio. Tutti e sei hanno fatto dai 5 ai 13 mesi di reclusione come detenuti in attesa di giudizio. Le accuse principali nei loro confronti sono: partecipazione ad un’organizzazione con il fine di preparare atti terroristici (per sei di essi), fabbricazione di esplosivi (per tre di loro), tentata distruzione di beni appartenenti ad altri (per tre di loro), possesso e trasporto di prodotti esplosivi o di incendio (per quattro di loro), ed il rifiuto a presentare campioni di DNA (per tre di essi). Il loro processo è previsto per il 14 maggio 2012, a Parigi – più informazioni in francese 1, 2, 3.

20 marzo – Giornata Internazionale di Azioni Solidali con Luciano Pitronello

MAI SCONFITTI/E, MAI PENTITI/E !

Il 1 giugno 2011, Luciano “Tortuga”, 23 anni, ha collocato una bomba nella filiale del Banco Standander a Santiago, Cile, prendendo parte all’attacco antiautoritario che da anni si sviluppa nell’attacco ai diretti simboli dello stato e del capitale, senza riconoscere capi o confini.

Il 20 marzo 2012, inizierà il processo al compagno, il quale rischia 15 anni di prigione, a causa della Legge Antiterrorismo.

Guerrieri e guerriere di tutto il mondo, non possiamo starcene in silenzio aspettando che giudichino nostro fratello. Distruggiamo la logica del capitale. Difendiamo il nostro compagno e la sua azione insorgente, con tutte le forme immaginabili di attacco. In guerra contro il potere…

NESSUN/A GUERRIERO/A E’ SOLO/A

Fonte: Culmine

Atene: Comunicato di solidarietà verso le CCF letto da Damiano Bolano in aula

La solidarietà anarchica non può essere piegata da kilometri di distanza e confini autoritari. Le nostre idee, valori e pratiche si uniscono sempre nel denominatore che abbiamo scelto come anarchici, il denominatore del cammino di attacco costante contro le strutture del dominio. Dominio che a livello europeo sta operando, opprimendo, imprigionando, uccidendo, rafforzando.

Esso è un ostacolo per i desideri di tutti quelli che si sentono ostili verso lo sfruttamento e l’oppressione esistente.

Da parte nostra ci siamo armati e organizzati contro la mostruosità della Democrazia (che mira a distruggere o assorbire il nostro odio per ogni relazione sociale che riproduce e ci sottomette ad ogni autorità).

La Federazione Anarchica Informale e il Fronte Rivoluzionario Internazionale sono uno dei modi di condurre la lotta che combattiamo tutti insieme e chiunque individualmente, seguendo un obiettivo, la distruzione totale della civilizzazione e dei valori di questo mondo marcio. In questa lotta stiamo con i compagni della cellula “Long Live Luciano Tortuga” della FAI/Indonesia. Continue reading Atene: Comunicato di solidarietà verso le CCF letto da Damiano Bolano in aula

Indonesia: “Negasi” solidale con Eat e Billy

Fratelli Eat e Billy

Da quattro mesi sono rinchiusi nelle prigioni gestite dallo Stato. Esse sono strumento della repressione che limita lo spazio fisico, ma siamo certi che nei loro cuori ci siano l’immaginazione, la passione e la vendetta.

Siamo anche pienamente convinti che ogni notte passata sotto la minaccia del terrore e dell’odio non ha smorzato la comunità e l’intero apparato di oppressione. Lasciate entrare il calore dell’amore che è passato attraverso il vento per portarvi le parole, che ci avete ispirato.

Qui, nel cuore dei perdenti che hanno troppa paura di rischiare è nato un fuoco sotterraneo che semina dissenso.

Vi diciamo ciò a voi, ragazzi nascosti, che correte in tutte le direzioni. Lasciatevi andare senza una bussola per raggiungere tutto ciò che è possibile. Agite in qualsiasi momento e rendete ciò come un inizio a tutte le vostre domande, ripensando a chi siamo veramente.

Ecco perché non è vergognoso dire che siete dei fratelli per noi anche se non ci siamo mai incontrati o abbiamo condiviso una sigaretta.

La condanna è sbagliata nelle sue concezioni. La repressione è diventata un ponte per ciascuno di noi per incontrare la libertà di scegliere la nostra strada.

Agire e avere il coraggio di prendere posizione in merito agli attacchi lanciati contro la proprietà statale ha aperto la strada al fatto che nessuno sia più obbediente e che si riabbracci la totalità della propria vita.

Solo in natura ogni individuo potrà avere uno spazio per se stesso per vedere cosa non potrebbe essere tangibile.

E’ vero che il fuoco acceso per causare danni materiale non è solo un semplice mezzo.

Esso invece aiuta anche i nostri occhi a vedere il buio e l’audacia del cuore. Ci hanno convinto che la paura è qualcosa che è naturale, ma non da adorare. La paura deve essere superata con attenzione riconoscendo che siamo dei vigliacchi troppo vincolati da tutti gli oggetti che ci circondano.

E’ vero che oggi avremmo preferito credere alle menzogne e allo sviluppo degli ordini che seppelliscono ogni preziosa parte di vita.

Sebbene, infatti, intorno a voi ci siano anche persone che condannano ciò che avete fatto. Alcune una volta pensavano che fossimo abbastanza coraggiosi, preferendo mantenere la sicurezza della propria vita. Molti vi accusano, non osando accusare se stessi di infedeltà alla schiavitù. Invidiano il coraggio e il calore del cuore che provengono dagli altri fratelli verso di voi. Sono gelosi per la loro incapacità di essere ribelli, anche solo in un angolo del cuore.

Ma noi li lasciamo li, facendoli affondare in un partito vuoto mentre noi condividiamo le storie tra compagni con tutti i limiti a cui siamo sollecitati.

Ora ognuno di noi si è impegnato ad essere più vigile. Più attento e sospettoso della vita che prima sembrava soddisfacente. Abbiamo deciso di fare  di tutto ciò che ci è intorno un’arma e agire come combattenti ribelli.

Promettiamo di non dimenticare la vostra reclusione e che avrete vendetta.

Capiamo che questa lettera non cambierà nulla. Oltre a ciò saremo orgogliosi di mostrare a tutti i nemici che voi due siete dei fratelli e non solo degli amici.

Siete dei combattenti e non dei criminali.

Le individualità di Negasi

fonte —trad. ParoleArmate

Indonesia: Aggiornamento sul processo a Eat e Billy

Secondo aggiornamento sul processo a Eat e Billy (7/2/12)

La seconda fase del processo ai due combattenti sociali Reyhard Rumbayan (Eat) e Billy Augustea si è tenuta il 7 Febbraio 2012. L’ordine del giorno dell’udienza svoltasi presso il tribunale di Lahore, Jogjakarta, ha previsto l’ascolto dei testimoni. E’ stata presentata una testimonianza schiacciante e sono stati mostrati i dispositivi usati dai compagni nel secondo attacco.L’udienza riprenderà domani 14 Febbraio 2012. L’ordine sarà lo stesso, ovvero l’ascolto dei testimoni oculari.Chiediamo solidarietà e ancora una volta l’invito a partecipare all’udienza di domani. Mostrando solidarietà ai due coraggiosi che hanno attaccato l’oppressore. Mostrando che non lasceremo soli i nostri fratelli.Lunga vita all’azione diretta!

Lunga vita alla resistenza!

Terzo Aggiornamento sul processo a Eat e Billy (14/2/12)

Reyhard Rumbayan (Eat) e Billy Augustan (Billy) sono tornati ieri (14 Febbraio 2012) in aula per la terza volta. Il programma iniziato con l’udienza del 7 Febbraio è proseguito con l’ascolto delle testimonianze. L’accusa ha detto che presenterà 30 testimoni per dimostrare al giudice che i due combattenti possono essere accusati di terrorismo.Il processo stesso ci sembra che sia incredibilmente chiaro una triste parodia dello stato. I due testimoni presentati nella seconda udienza avevano anche ammesso che la loro prova consisteva solo nell’aver visto Eat e Billy in un bar prima che avvenisse l’incendio. E i due testimoni, che sono i proprietari del bar, davanti ai giudici, hanno dichiarato che che non avevano sentito la conversazione la notte prima che avvenisse l’attacco.Un’altra peculiarità è anche la prova che le istituzioni stanno cercando di intrappolare i nostri fratelli. Uno degli altri testimoni ha detto di non aver visto Eat sul posto quando il bancomat della Bri Bank è stato incendiato. E’ piuttosto certo che l’accusa – come strumento della repressione statale – sia incapace di produrre testimoni per provare che questi due combattenti sono coinvolto in una rete di terrorismo internazionale.Un altro brutto scenario per i due fratelli-combattenti è la creazione di un secondo processo separato. Per cercare di farli testimoniare a scapito dell’altro. Entrambi i compagni continuano a ricevere l’intimidazione e il terrore degli interroganti, oltre al fatto che sono in bracci della prigione dove le condizioni sono misere. La polizia ha inoltre deliberatamente interrotto i tentativi di comunicazione con alcuni compagni dei combattenti, quelli che seguono gli sviluppi di questo caso e sono più vicini.La lunghezza dello sviluppo del processo è anche una tattica usata dallo stato per sottoporre i compagni Eat e Billy a sfinimento psicologico. Lo stato sta deliberatamente facendo un secondo processo come strumento di terrore contro il dissenso crescente.Ma noi siamo molto sicuri che i due fratelli non si arrenderanno e non soccomberanno alle forze del capitale e dello stato. Crediamo inoltre che l’imprigionamento che li affligge non smorzerà l’espressione di rabbia contro la tirannia.

Lunga vita all’azione!
Libertù per Eat e Billy!
Fuoco a tutte le prigioni!

PS : Entrambi i compagni (Eat e Billy) chiedono supporto psicologico sotto forma di donazione di libri. Se qualcuno ha letto un libro tipo romanzo e vuole esprimere solidarietà, può contattarci via mail (negasidaurulang (at) gmail.com) per concordare l’eventuale invio della corrispondenza.

fonti: 1, 2trad. ParoleArmate

Santiago, Cile: Revocati gli arresti domiciliari a Tortuga

17 Febbraio 2012

La seconda corte d’Appello di Santiago ha revocato gli arresti domiciliari al compagno Luciano Pitronello, siccome viene considerato “un pericolo per la società”. Inoltre, i giudici d’appello hanno stabilito che abbia presumibilmente una possibilità di fuga a causa della doppia cittadinanza (cilena-italiana) ed ottenere un passaporto valido, un motivo in più è stato il suo “buono stato di salute” (!), che non giustificherebbe i suoi arresti domiciliari. Questo colpo di stato giuridico si è basato anche sulla recente lettera di Tortuga “lettera ai cuori indomabili“, in tal modo perseguendo il prigioniero politico insurrezionale si dà risposta alla nostra irriducibile solidarietà.

Giù le vostre zampe dai nostri compagni!
Libertà ora a tutti i prigionieri di guerra!

più informazioni su war on society

Cile: Tortuga ai domiciliari

Riportiamo gli ultimi sviluppi riguardo al compagno Luciano Pitronello, il compagno lascerà stasera il carcere di Santiago 1 per essere trasferito a casa di sua madre dove sconterà i domiciliari stabiliti nel corso dell’udienza che si è svolta oggi (13 febbraio) intorno alle ore 15. Mentre lasciavano la prigione, Luciano e sua madre sono stati seguiti dalla stampa borghese; la persecuzione è continuata fino a quando non sono arrivati nel parcheggio della casa.

Gli sono stati dati i domiciliari dopo che la difesa di Luciano l’aveva richiesta cosicché il compagno potesse continuare il suo trattamento medico, e perché il periodo di “detenzione preventiva” di 75 giorni ordinato il 22 novembre 2011 era finito. Nonostante le buone notizie, bisogna prenderla cautamente, dal momento che la Procura potrebbe appellarsi contro la decisione degli arresti domiciliari a causa della – secondo loro – “permanente possibilità di fuga che esiste”.

Tortuga sarà costantemente sorvegliato dalla polizia, con quattro controlli al mattino e quattro alla sera, e con la decisione degli orari di controllo a disposizione dei lacchè.

Salutiamo con un abbraccio forte il compagno che stavolta starà lontano dalle mani sporche e servili dei carcerieri dell’istituzione torturatrice della “Gendarmeria”.

Forza Tortuga e un altro passo avanti!

fonte —trad. ParoleArmate

Indonesia: Altro aggiornamento sul processo a Eat e Billy

L’attacco politico della Cellula Long Live Luciano Tortuga – FAI Sezione Indonesiana contro un bancomat della BRI bank situato in Affandi street, Mrican Caturtunggal, Depok in Sleman Regency, ha affrontato la prima udienza il 31 Gennaio 2012. I due combattenti sociali, Billy Augustan (Billy) e Reyhard Rumbayan (Eat), hanno rivendicato l’attacco, e sono stati accusati di molteplici reati dagli accusatori nella prima udienza al tribunale di Sleman.

Gli avvocati dei combattenti sociali sono due: Andi Suryo Awalludin e Hillarius NG Merro non hanno scelto di non fare obiezione ai giudici. Davanti al giudice capo, Mulyanto, i tre accusatori: Wiwik Triatmini, Wahyu Handoko e Tri Widi hanno letto alternativamente le accuse. In questo caso, due combattenti sociali (Eat e Billy) sono accusati degli stessi reati ma con ruoli diversi.

Le accuse: Continue reading Indonesia: Altro aggiornamento sul processo a Eat e Billy

Indonesia: Sulla situazione processuale di Eat e Billy, compagni prigionieri membri della FAI Indonesiana

Aggiornamento sul processo a Eat e Billy

Corte dei due combattenti di Yogyakarta

Due combattenti della zona di Jogja (Eat e Billy) detenuti dal 7 ottobre 2011, sono ora stati trasferiti al tribunale della prigione e affronteranno il loro primo processo oggi, 30 gennaio 2012. Il processo continuerà l’1 febbraio 2012.

Dalle informazioni ottenute, entrambi saranno processati separatamente. Non sappiamo ancora il perché, ma da analisi interne possiamo concludere che ciò venga fatto per far scontrare i due combattenti fra di loro, in merito ad un incriminarsi reciproco. Questa condizione mostra chiaramente come lo stato tramite la polizia e i militari operi solamente tramite il terrore e la paura. Questo processo sarà aperto. L’ubicazione dell’udienza ancora non è certa. Ma per trovare un posto credibile, crediamo che la State High Court a Sleman (Yogyakarta) sia probabile.

Facciamo un appello solidale con i combattenti di Jogja, in modo che i compagni possano venire e presenziare all’udienza. La presenza, oltre che un supporto tangibile, è anche parte del tentativo di mostrare alle autorità che mai ci affideremo alla loro giustizia.

Lunga vita ai due combattenti di Jogja – Lunga vita alla solidarietà

fonti: negasi, 325

Dall’Indonesia al Cile…

7 ottobre 2011 – Due anarchici vengono arrestati e imprigionati a Yogyakarta, Indonesia, dopo l’esplosione di un dispositivo incendiario ai danni di un bancomat di una filiale BRI bank. L’azione viene rivendicata tramite un documento scritto che la polizia trova in possesso degli anarchici. Continue reading Indonesia: Sulla situazione processuale di Eat e Billy, compagni prigionieri membri della FAI Indonesiana

Atene: Solidarietà incendiaria con Panagiotis “Takis” Masouras, Konstantina “Nina” Karakatsani, Stella Antoniou e Luciano Pitronello “Tortuga”

Rivendicazione di attacchi incendiari contro concessionarie e il Ministero della Cultura
“Da un certo punto in poi non c’è più ritorno. È questo il punto da raggiungere.”
—Franz Kafka

L’apparentemente invisibile
Stiamo attraversando un periodo di “profonda” crisi economica; un’altra crisi artificiale, secondo un piano conosciuto e molto utilizzato. Già da molti anni, attraverso “crisi” simili, si mette alla prova e allo stesso tempo, sfortunatamente, testa la durabilità del sistema capitalista. Un esperimento organizzato per pochi, dove le cavie sono, di solito, i cittadini sottomessi, senza volontà propria. Persone che appoggiano e elogiano con (e a volte senza) passione il loro diritto a scegliere coloro che li impoveriranno e li inganneranno per i prossimi quattro anni. Ma questo “bellissimo” flusso del capitalismo viene essenzialmente distrutto giorno dopo giorno, visto che la società sta iniziando a capire che al capitalismo non servono correzioni, ma distruzione. Il distante, ma ancora tangibile sogno di una “vita ideale”, soprattutto di costante e inutile consumismo, è iniziato a crollare per gran parte della società. In effetti, quelli che una volta tenevano la bocca chiusa, a causa del sogno, adesso sono gradualmente contaminati dal benefico virus della reazione. La gente si radicalizza, come mostra la storia, in periodi di crisi sistemiche.

L’esistente
Ma la favola da qualche parte ha una fine, e noi torniamo alla realtà più selvaggia e brutale. Continue reading Atene: Solidarietà incendiaria con Panagiotis “Takis” Masouras, Konstantina “Nina” Karakatsani, Stella Antoniou e Luciano Pitronello “Tortuga”

Tebe, Grecia: Azione in solidarietà con il compagno Tortuga

Morte allo Stato-Solidarietà con gli insorti in Cile

Nel pomeriggio di Venerdì 23 settembre, abbiamo scritto slogan sui muri nel centro della città di Tebe, in Beozia, in solidarietà con gli insorti in Cile e in particolare per il compagno Luciano Pitronello, Tortuga (‘Tartaruga’). È l’atto minimo di solidarietà verso tutti coloro che lottano per la libertà e l’anarchia nei territori dello Stato Cileno.

I teppisti che lavorano per la giunta democratica dovrebbero essere prudenti. Siamo pazzi e determinati.

Gli insorti non hanno patria!
Morte allo Stato e al Capitale!
SOLIDARIETÀ PER L’ ANARCHICO LUCIANO PITRONELLO

Anarchici di Tebe

Libertà per l'anarchico Luciano Pitronello
Gli insorti non hanno patria
Morte allo Stato