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Grecia: Lambros-Viktoras Maziotis Roupas affidato ai familiari

Striscione esposto dallo squat anarchico Utopia A.D. a Komotini, nel nord della Grecia: “Prigioniero a sei anni; l’odio cresce; feccia sbirri–giudici–media, assassini”

Oggi domenica 8 gennaio 2017, dopo un nuovo ordine del pubblico ministero, la nonna materna ha ottenuto la custodia temporanea di Lambros-Viktoras Maziotis Roupas, e la prigionia nel reparto psichiatrico (!) dell’ospedale pediatrico di Atene è infine terminata. Il bambino di 6 anni ha lasciato l’ospedale accompagnato dai parenti di primo grado.

Nel frattempo ci sono state proteste dei e delle detenut* nella prigione maschile e in quella femminile di Koridallos, nella prigione femminile di Elaionas a Tebe, e nella prigione di Trikala.

I membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostantina Athanasopoulou hanno interrotto lo sciopero della fame e della sete.

La corte prenderà una decisione sulla custodia definitiva del bambino entro sei mesi.

in inglese, portoghese

Atene, Grecia: Tre prigionier* di Lotta Rivoluzionaria in sciopero della fame e della sete – Lambros-Viktoras Maziotis Roupas rapito

Nelle prime ore del 5 gennaio 2017, due membri di Lotta Rivoluzionaria, la compagna Pola Roupa, latitante, e l’anarchica Konstantina Athanasopoulou sono state arrestate in uno dei quartieri della zona sud di Atene. La polizia anti-terrorismo ha assaltato il nascondiglio in cui si trovavano Pola e suo figlio di 6 anni, mentre Konstantina è stata arrestata in una casa vicina.

Separato da sua madre con la forza, Lambros-Viktoras Maziotis Roupas — figlio dei membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis e Pola Roupa — viene tenuto prigioniero in un ospedale pediatrico e sorvegliato dalla polizia (!), senza aver diritto di vedere i parenti più stretti e nemmeno il rappresentante legale dei genitori.

Le autorità greche, e in particolare il pubblico ministero minorile, la s.ra Nikolou, continuano a rifiutare di affidare il bambino ai parenti di primo grado di Pola Roupa.

In risposta a questo, tre membri di Lotta Rivoluzionaria — il prigioniero anarchico Nikos Maziotis, la compagna Pola Roupa, ricatturata, e la nuova arrestata Konstantina Athanasopoulou — hanno intrapreso uno sciopero della fame e della sete a partire dal 5 gennaio stesso, richiedendo che il bambino di sei anni venga immediatamente affidato alla zia e alla nonna (da parte di madre).

In una lettera aperta, Nikos Maziotis dichiara, tra le altre cose: “Nostro figlio è il figlio di due rivoluzionari, ed è fiero dei suoi genitori. Non cederemo ad alcun ricatto. Difenderemo le nostre scelte con la nostra stessa vita”.

Il 6 gennaio, durante il trasferimento delle due donne alla corte di Evelpidon, Pola ha gridato: “I vermi tengono prigioniero mio figlio a Paidon (ospedale pediatrico di Atene), sorvegliato da poliziotti armati; a sei anni è un prigioniero di guerra” e: “Lunga vita alla Rivoluzione!”. Inoltre Pola ha dichiarato: “Sono una rivoluzionaria, e non ho niente di cui scusarmi.”

Qui sotto la dichiarazione di Konstantina:
“Sono anarchica, membro dell’organizzazione rivoluzionaria armata Lotta Rivoluzionaria (Epanastatikos Agonas). Gli unici terroristi sono lo Stato e il Capitale. Rifiuto di mangiare e bere qualsiasi cosa finché il figlio dei miei compagni Pola Roupa e Nikos Maziotis non verrà consegnato ai parenti.
Konstantina Athanasopoulou”

Dentro, prigionier* anarchic* e altr* detenut* in ali diverse, maschili e femminili, della prigione di Koridallos hanno organizzato una protesta unitaria rifiutando di rientrare in cella, per esigere la fine della prigionia di Lambros-Viktoras in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria attualmente in sciopero della fame e della sete.

All’esterno, compagn* di diverse città in tutta la Grecia hanno effettuato varie azioni in sostegno ai/lle rivoluzionar* anarchic*, chiedendo che ai parenti di primo grado di Pola Roupa vengano immediatamente garantiti il diritto di visita e la custodia del minorenne.

Forza a Konstantina Athanasopoulou, Pola Roupa e Nikos Maziotis, membri orgogliosi di Lotta Rivoluzionaria.

Lotta Rivoluzionaria non deporrà le armi e non si arrenderà ai/lle nemic* della libertà.

in inglese, tedesco, portoghese

Grecia: Sull’arresto del compagno Antonis Stamboulos

Mercoledì 1° ottobre a Vyronas, quartiere di Atene, è stato arrestato il compagno anarchico Antonis Stamboulos. La polizia ha fatto irruzione in un garage – a loro dire un covo – e poi a casa dei suoi genitori a Maroussi, sua sorella a Thissio e in una casa a Kypseli affittata con un altro nome. In tutte le case non hanno trovato niente. Dicono che al momento dell’arresto Antonis Stamboulos aveva uno zaino all’interno del quale c’era un’agenda in cui, sempre a loro dire, c’era la mappa e il piano per un attacco a Marinakis (presidente dell’Olympiakos e ricco imprenditore). Su questo fatto i media hanno creato il solito spauracchio del terrorismo. Consensualmente il PM e procuratore hanno deciso il suo arresto. Il compagno si è rifiutato di parlare e, come ha detto l’avvocato, probabilmente lo farà quando avrà a disposizione tutti i documenti che lo riguardano e, nello specifico, di cosa esattamente è accusato dal momento che nell’accusa in realtà non compaiono neanche le cose menzionate dai media. Ad Antonis Stamboulos è stata formalizzata l’accusa di partecipazione a un’organizzazione terroristica e, secondo i documenti del caso redatti dall’antiterrorismo, figurerebbe come un membro di Lotta Rivoluzionaria (in stretto rapporto con Nikos Maziotis). Domenica 5 ottobre, giorno della convalida dell’arresto, anarchici e antiautoritari si sono radunati fuori dal tribunale. Inoltre, alcuni compagni hanno fatto due volantinaggi, uno a Vyronas dove è stato arrestato, e uno a Marousi fuori dalla casa dei genitori per rompere il clima di terrorismo creato dalla polizia e dai media.

Di seguito pubblichiamo il primo comunicato del compagno, che dal 6 ottobre ha iniziato uno sciopero della fame e della sete per protestare contro il suo trasferimento nel carcere di Larissa. Il 11 ottobre Antonis Stamboulos ha sospeso lo sciopero.

Sono stato arrestato il 1° ottobre, incappucciato e portato in una stanza per gli interrogatori dell’unità antiterrorismo. Dalle 5 del pomeriggio all’1 di notte, un gruppo di sbirri incappucciati – mentre ero ammanettato dietro la schiena – hanno preso con la forza campioni del mio DNA, le mie impronte digitali e (hanno provato) a farmi delle foto, mentre venivo deriso, soffocato, picchiato e minacciato di essere sottoposto a elettroshock, con la speranza che ciò mi avrebbe fatto collaborare. All’una di note ho visto per la prima volta gli sbirri senza cappuccino, che mi hanno comunicato di essere accusato di terrorismo. Fino alle 5 e mezza della mattina sono rimasto in una cella di un metro per tre, sempre ammanettato dietro la schiena. Il giorno dopo hanno provato a fotografarmi di nuovo.

Da parte mia non ho toccato né cibo né acqua dal primo momento e ho chiesto di vedere un avvocato. Dopo 24 ore di detenzione mi hanno permesso di nominare un avvocato e ho deciso di incontrarla solo per pochi minuti prima di essere portato dal pubblico ministero.

Ho condiviso questo con i compagni combattenti come una piccola esperienza di lotta.

Se l’atteggiamento dello stato nei nostri confronti è o non è tenero o duro – questo dipende sempre dalle circostanze – non può mai piegarci se siamo consapevoli della responsabilità che deriva dalla nostra posizione di anarchici nei momenti di avversità.

I tempi duri della lotta sono quelli che temprano la nostra coscienza con forza. In queste circostanze ciascuno di noi innalza gli ideali della società che stiamo lottando per costruire. Molto sangue è stato versato nella lotta per l’emancipazione dalla società classista, e tuttavia solo gli stupidi possono credere che piegheremo la testa di fronte agli abusi della polizia. Continuo ad essere contrario a fornire i miei dati personali agli scagnozzi dello stato per due ragioni. Il primo motivo è per coerenza ai mie valori, in quanto credo che ogni anarchico rivoluzionario non dovrebbe mai cedere di un centimetro al nemico di classe. In secondo luogo perchè sono consapevole della gravità del caso in cui sono implicato, quindi voglio proteggere i miei compagni e amici da i corvi che continuano a tenermi in prigione. Mentre i Clouseau di turno non erano in grado di scoprire il mio nome, non ero per niente disposto a darglielo. Nel momento in cui sto scrivendo, due giorni dopo l’arresto, la polizia mi ha “finalmente” identificato.

È chiaro che gli ufficiali della squadra antiterrorismo e specialmente i loro superiori politici speravano di fare uno scoop col mio arresto, perciò la fuga di notizie alla stampa che riguardava l’agenda contenente gli “orari precisi degli spostamenti”, gli obiettivi e cazzi vari. Ricamano la loro storia per rendere credibile il loro scenario; uno scenario in cui, alla fine, risultano sempre vincitori.

La polizia e i pubblici ministeri non hanno alcun diritto a sapere cosa ho fatto, chi sono e perché ero nel luogo dove sono stato preso; non è realmente la loro preoccupazione, ma la mia. Pertanto, non ho bisogno di difendermi di fronte ai guardiani della legalità borghese, ma solo di fronte al movimento rivoluzionario, i compagni e le persone che hanno scelto di non vivere come schiavi.

Credo che il primo comunicato con il mondo esterno sia necessario, dal momento che non mi illudo di non essere incarcerato preventivamente.

Per adesso, sono ancora nelle mani dei servi del capitale, ma il mio cuore batte ancora per la rivoluzione.

La lotta continua.
Lunga vita alla rivoluzione.
Lunga vita all’Anarchia.

Antonis Stamboulos (detenuto nella questura di Atene, 4 ottobre 2014)

Prigione di Koridallos, Atene: Testo collettivo sullo sciopero della fame e della sete di Dicembre 2013

Il seguente testo è una presentazione di ciò che è seguito dopo l’incidente e anche alcuni pensieri generali riguardo all’istituzione del carcere e a come ci rapportiamo ad esso in quanto anarchici. Il nostro desiderio era di farlo prima, ma il nostro trasferimento in un altro padiglione, il pestaggio di Yannis Naxakis da parte della CCF e altre questioni carcerarie lo hanno rallentato.

Il 13/12/2013 quando è stato chiuso il cortile abbiamo ridato alla guardia di persone Yannis Milonas una piccola parte della violenza che lui applica quotidianamente tenendo una chiave. Questa persona specifica aveva insistito col suo atteggiamento litigioso quando alcuni compagni lo avevano richiamato per dei commenti ironici fatti il giorno prima.

L’incidente è stato, per l’amministrazione, il motivo per rompere la nostra comunità che era diventata una spina costante per essa. In tempi recenti ci sono stati numerosi scontri che abbiamo cercato in vari modi e per motivi che riteniamo nodale per (sciopero della fame dei comunisti turchi, collocamento del filo spinato sopra i cortili) sabotare, in modo possibile, il funzionamento del carcere.

La prima mossa dell’amministrazione è stata trasferire cinque di noi nelle celle punitive, due nel 4° padiglione, uno nel 5° e i tre rimasti nel 1°. Le prime ore sono state acute e abbiamo capito subito le intenzioni dell’amministrazione di romperci e indebolirci. I compagni che si sono trovati nelle anguste celle punitive del 3° padiglione, in celle dove neanche un cane starebbe, hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete per richiedere la riunione immediata della nostra comunità e cosi non c’è stato tempo per l’amministrazione di pianificare mosse successive.

La richiesta era di tornare tutti al 1° padiglione dato che li stavano la maggioranza dei compagni (oltre a quelli nelle celle punitive), le persone con cui abbiamo relazioni amichevoli e anche le nostre cose. Inoltre venne proposto il 1° padiglione per assicurarci contro un possibile nostro trasferimento in un padiglione di isolamento. La condizione complicata che si è creata ha mostrato che sarebbe stato più saggio non proporre questo padiglione specifico ma uno qualsiasi. Spiegheremo perché. Continue reading Prigione di Koridallos, Atene: Testo collettivo sullo sciopero della fame e della sete di Dicembre 2013

Prigioni greche: Compagni in sciopero della fame e della sete a Koridallos

Manifestazione anarchica davanti al carcere di Koridallos, nella notte del 14 Dicembre:

[vimeo]http://vimeo.com/81901456[/vimeo]

Il 13 Dicembre 2013, ad Atene, gli anarchici prigionieri Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Giannis Michailidis, Dimitris Politis and Giorgos Karagiannidis hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete dopo il loro trasferimento disciplinare per aver aggredito una guardia — la loro lettera aperta:

“Ieri, 12 Dicembre, mentre eravamo nelle nostre celle, il carceriere Giannis Mylonas ci ha parlato in modo arrogante. Oggi, quandogli abbiamo chiesto spiegazioni, ha continuato ad esserlo – pertanto si è preso una piccola parte della violenza che lui esercita giornalmente. L’amministrazione del carcere, volendo mettere alla prova i nostri limiti e la nostra resistenza, ha deciso di dividerci. Al momento, cinque di noi sono in isolamento nella sezione punitiva nel 3° braccio mentre i compagni Giannis Naxakis e Babis Tsilianidis sono stati portati al 4° braccio e il compagno Grigoris Sarafoudis al 5° (non in sezioni punitive).

Siamo decisi a difendere la nostra comunità ad ogni costo, e questa è il nostro pilastro principale in questo marcio mondo carcerario. Non svendiamo la nostra dignità davanti ad alcun servo codardo dell’ordine legale. Cosi da oggi, 13 Dicembre, iniziamo uno sciopero della fame e della sete richiedendo il nostro ritorno e quello dei nostri compagni al 1° braccio. I responsabili di ciò che potrebbe accadere da adesso sono le guardie Vasilis Lambrakis, Giannis Kontopoulos e Nikos Petropoulos; la direttrice Maria Stefi, il procuratore Troupi, e il capo dei servizi sociali Vasso Fragathoula, i quali formano il consiglio direttivo del carcere.

NESSUN PASSO INDIETRO

PS: Il nostro pensiero va ai combattenti prigionieri in sciopero della fame Spyros Stratoulis, Rami Sirianos, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou. Forza vagabondi, fino alla vittoria.

Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Giannis Michailidis, Dimitris Politis, Giorgos Karagiannidis”

Al momento (15/12/2013) cinque di loro sono in isolamento nella sezione punitiva del 3° braccio di Koridallos, mentre i compagni Babis Tsilianidis, Giannis Naxakis e Grigoris Sarafoudis sono ora in 4° braccio. Tutti e otto stavano prima al 1° braccio di Koridallos, insieme ad altri anarchici prigionieri. L’amministrazione del carcere sta cercando di spezzare la loro comunità.

Inoltre, il 14 Dicembre 2013, Babis Tsilianidis ha iniziato uno sciopero della fame e della sete. Il 15 Dicembre, anche Grigoris Sarafoudis è entrato in sciopero della fame e della sete.

I sette anarchici in sciopero richiedono il loro ritorno e quello dell’altro compagno al 1° braccio del carcere maschile di Koridallos, e mandano un segnale alla lotta in corso degli scioperanti Spyros Stratoulis (al carcere di Larissa), Rami Syrianos (a Domokos), Ergün Mustafa (a Malandrino) e Michalis Ramadanoglou (a Grevena).

FORZA A TUTTI I COMBATTENTI PRIGIONIERI!

Aspettiamo maggiori informazioni.

Atene: il prigioniero Panagiotis Avdikos è ora in sciopero della fame e della sete

Mobilitazione alla prigione di Koridallos – Aggiornamento sulla
sua condizione di salute

Il 3 dicembre, come pianificato, si è tenuto un raduno fuori dalla prigione di Koridallos in solidarietà con Panagiotis. Il posto sembrava una zona di guerra, dal momento che c’erano agenti di polizia dappertutto, diversi ufficiali, un autobus dell’unità di polizia, motociclisti della DIAS e blocchi di polizia in ogni vicolo. Pertanto, alcune delle persone venute alla manifestazione di solidarietà sono state minacciate di arresto, quando uno degli agenti ha trovato che l’occhiata di uno dei compagni presenti fosse troppo provocativa… Le persone radunate sono arrivate di fronte al così chiamato ospedale della prigione di Koridallos, dando il loro supporto alla giusta battaglia di Panagiotis.

La risposta dei detenuti all’interno del carcere maschile è stata immediata e dinamica. Il compagno in sciopero della fame ha parlato con I dimostranti al telefono e ha dichiarato di essere determinato a continuare la lotta finchè giustizia non sarà fatta.

Successivamente I dimostranti si sono spostati di fronte alla prigione femminile per esprimere la loro solidarietà con le detenute, in particolare con la compagna anarchica Stella Antoniou.

Per quel che riguarda la condizione di Panagiotis, la sua salute ha già subito danni irreparabili. Quando il procuratore ha minacciato di sottoporlo con la forza alla flebo, lui ha risposto che intensificherà il passo entrando in sciopero della sete.

Il giorno prima della protesta, le autorità della prigione avevano cercato di trasferire Panagiotis dall’ospedale alla cella, e hanno inoltre diffuso la notizia che presumibilmente Panagiotis ha cessato lo sciopero della fame. Dopo che lo scioperante della fame ha contattato il suo gruppo di solidarietà, I compagni si sono lamentati con il direttore dell’ospedale, sostenendo che qualora accadesse qualcosa al prigioniero, che è in realtà sotto la carcerazione preventiva, la responsabilità ricadrà su di loro. Il direttore dell’ospedale ha così provato a spostare la responsabilità sul dottore in carica (che dopotutto è un SS). Tuttavia, il pericoloso trasferimento è stato con successo evitato.

Dal 5 dicembre Panagiotis è entrato anche in sciopero della sete. Lui crede che molto presto cadrà in coma, considerando quelle che sono fino ad oggi le sue forze fisiche. Inoltre Panagiotis pensa che la sua incarcerazione è del tutto ingiusta ed arbitraria e che la “giustizia” greca e il sistema carcerario mostrano un palese disprezzo per le vite delle persone.

Indirizzo:
Panagiotis Avdikos
Aghios Pavlos ospedale per prigionieri
Koridallos prigione
(Via) Terma Nikiforidi
CP 18122, Atene, Attica, Grecia

Libertà immediata per Panagiotis Avdikos!
La solidarietà è la nostra arma!

dal collettivo Antistrofi Metrisi di Corinth

http://www.youtube.com/watch?v=WZvOXfGjSjw