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Salonicco, Grecia: Dichiarazione da parte del collettivo Libertatia dopo l’attacco fascista

Salonicco: Dichiarazione da parte del collettivo Libertatia dopo l’attacco fascista

Domenica 21 gennaio, verso le 13:30 e prima della marcia nazionalista per la Macedonia, dei gruppi fascisti che vi partecipavano hanno attaccato alcuni spazi occupati. Hanno attaccato in primo luogo il centro sociale libero Scholeio, e dopo esserne stati respinti si sono diretti al nostro squat danneggiando la facciata dell’edificio e il cancello. I danni sono stati riparati dai membri del nostro collettivo, che più tardi hanno partecipato alla manifestazione antinazionalista a Kamara.

Circa 2 ore dopo, un gruppo di 60-70 fascisti hanno attaccato di nuovo il nostro squat con molotov e fumogeni e appiccando un incendio all’edificio. In quel momento non c’era nessuno all’interno. Durante l’attacco era presente la polizia di stato, che non è intervenuta e ha offerto protezione ai fascisti, mentre una camionetta di celerini era parcheggiata non lontano. Il vicinato ha reagito veementement, urlando contro i fascisti, che hanno reagito a loro volta con insulti e lanci di fumogeni. Quando i fascisti hanno cercato di tornare allo Scholeio, la polizia ha mantenuto lo stesso atteggiamento: hanno offerto copertura e isolato i/le compagn* all’interno.

Che sia chiaro: gli attacchi e l’incendio non sarebbero stati possibili senza la copertura della marcia per la Macedonia. Erano qui per quello ed è alla marcia che sono tornati. Tutti i gruppi neonazisti avevano fatto appello alla partecipazione alla marcia, ma la cosa sembrava non interessare a nessuno, ed è stata concessa loro la legittimazione sociale e lo spazio publico per esprimersi e agire.

Siamo ben consapevoli del fatto che in altre circostanze tutto questo non sarebbe stato possibile, che ciascuno rifletta sulla propria posizione rispetto al fascismo. Queste azioni di gruppi parastatali rafforzano la repressione di stato contro chi lotta e resiste per un mondo migliore. Che ciascuno valuti chi trae beneficio dall’incendio di un edificio con più di un secolo di storia e che era stato abbandonato da decenni. Un edificio che noi, da anarchic*, comunisté* libertar* e rivoluzionar*, abbiamo deciso di occupare e preservare, da un lato per rispondere alla necessità d’alloggi per proletar*, migrant* e persone attaccate da stato e capitalismo, e dall’altro per creare uno spazio di politico radicale e promuovere una nuova cultura libertaria. Dev’essere chiaro che questi attacchi costituiscono un atto criminale che avrebbero potuto avere un esito tragico, in caso ci fossero state delle vittime.

Questi attacchi non fermeranno la nostra lotta contro lo stato, il capitale e il fascismo. Nessun attacco ci spaventerà e non faremo ai/lle fascist* alcun favore, ma rafforzeremo le nostre coscienze e continueremo a lottare con tenacia per i nostri valori, per una società d’uguaglianza e libertà.

GLI ATTACCHI FASCISTI NON RESTERANNO SENZA RISPOSTA
COSTRUIAMO BARRICATE CONTRO LA MINACCIA FASCISTA
PER L’ANARCHIA E IL COMUNISMO LIBERTARIO

[J11] Salonicco, Grecia: Rivendicazione della collocazione di un ordigno esplosivo

Concepiamo gli spazi anarchici e antiautoritari come strutture in cui organizzare lotte e vivere collettivamente dei momenti al di fuori delle relazioni autoritarie che lo Stato e il capitalismo vorrebbero imporci quotidianamente.

Ultimamente lo Stato ha condotto diversi attacchi contro squat e ritrovi ad Atene, Salonicco, Agrinio e Larissa.

In risposta a questi attacchi, nella notte dall’11 al 12 giugno 2017, abbiamo piazzato un ordigno incendiario in un furgone che appartiene all’azienda AKTOR in via Makedonikis Amynis a Salonicco.

Sappiamo che quest’azienda costruisce le strutture del nemico, come la mino di Skouries nella penisola calcidica, che distrugge la terra a beneficio dei capitalisti, o del metrò di Salonicco, concepita per sostenere e rafforzare il flusso di capitale.

Abbiamo scelto l’11 giugno, giornata internazionale di solidarietà con i/le prigionier* anarchic* che affrontano delle lunghe pene, per esprimere la nostra solidarietà a tutt* i/le compagn* prigionier* in tutto il mondo.

Fuoco a tutte le prigioni.
Morte allo Stato e al Capitale.

Azione diretta per l’anarchia

in inglese

Salonicco, Grecia: Chiesa attaccata in solidarietà con Mónica e Francisco

Nelle prime ore dell’8 dicembre 2016 abbiamo deciso di attaccare la chiesa del Profeta Elia in via Olympiados a Salonicco, appiccando fuoco all’entrata e all’interno. Si tratta di un gesto solidale con Mónica Caballero e Francisco Solar, prigionier* anarchic* accusat* di un attacco esplosivo alla cattedrale El Pilar di Saragozza il 2 ottobre 2013. In quel periodo la chiesa cattolica spagnola è stata colpita da una serie di attacchi a causa della volontà di limitare l’accesso all’aborto.

Tutte le religioni sono nostre nemiche. Mantengono lo status quo, pacificando la società con norme che più tardi diventano leggi. Fonda il suo potere sulle speranze di chi crede in una futura vita nell’aldilà, soffocando ogni desiderio di ribellione nel presente, nel qui e ora. Giustifica la guerra sulla base di differenze culturali che la religione stessa ha creato.

E questo è anche il ruolo della chiesa nella realtà contemporanea della Grecia, e oltre. Il suo onnipotente ruolo politico viene esercitato attraverso la retorica fascista, patriotica, xenofoba, sempre in tandem e in relazione diretta con politici, sbirri, giudici e giornalisti.

Allo stesso tempo è risaputo che la chiesa cerca continuamente di ampliare la propria egemonia e la sua immensa fortuna, che si basa sul possesso di enormi distese di terra, di edifici etc. Con l’idea di ottenere profitti grazie alla speculazione, allestisce una facciata caritatevole che non ha niente a che vedere con la realtà.

Per finire, ha un’influenza sociale e culturale enorme, ed è un pilastro del sistema patriarcale. Promuove (all’esterno e all’interno) l’eteronormatività, l’omofobia, e la cultura dello stupro. La sua posizione sul ruolo delle donne, la sessualità o l’aborto è indicativa della sua posizione su tutte queste questioni.

Solidarietà con gli/le anarchic* tenut* prigionier* nelle prigioni.

–Anarchic*

Grecia: Solidarietà dello squat Themistokleous 58 con la lotta nelle prigioni statunitensi

581-544x408fuckmc1-544x36358squat-544x408Dall’ala 58 della prigione all’aperto chiamata Atene mandiamo i nostri più calorosi saluti ai/lle ribelli delle prigioni U.$.A. e a tutt* coloro che agiscono in solidarietà con loro in tutto il mondo. Comprendiamo la vostra lotta per mettere fine alla schiavitù carceraria come un appello a mettere fine alla società carceraria nel suo complesso. Comprendiamo l’incarcerazione di massa dietro a tonnellate di cemento e acciaio come una riflessione sulla società di massa che ci ammanetta tutt* e come una conseguenza inevitabile del regno tecno-industriale che determina quotidianamente le nostre vite in tutti i modi possibili.

Sappiamo che i contesti possono essere diversi a seconda del posto e che a volte ci si perde nella parzialità delle nostre piccole o grandi lotte contro questa o quella espressione di dominazione e Potere.

Nonostante questo, crediamo che sia un’ottima opportunità per costruire la tanto necessaria intersezionalità, per alimentarla con una percezione senza confini della lotta per l’auto-determinazione e la liberazione totale dalle gerarchie e le autorità che ci incatenano tutt*.

Rendiamo onore a tutti i metodi di lotta utilizzati finora contro il sistema assassino del complesso carceral-industriale degli U.$.A., e siamo felici di sapere che almeno un secondino ha avuto quello che meritava. Mentre sbarre di acciaio e mura di pietra possono contenere fisicamente chi è in prigione, le recenti rivolte in tutti gli U.$.A. hanno dimostrato che non possono estirpare lo spirito combattivo degli/lle innumerevoli ribelli.

Come piccolo segno della nostra solidarietà, l’11 settembre abbiamo esposto uno striscione a Kamara, nel centro di Salonicco, che dice “Vittoria allo sciopero dei/lle prigionier* negli U.$.A. // Fuoco alla società carceraria” e il 20 settembre abbiamo partecipato con la Cellula di solidarietà dell’ABC e altr* compagn* a un blocco di due ore del McDonald’s del quartiere ateniese di Ilion, con uno striscione che diceva “Solidarietà con la rivolta delle prigioni U.$.A.”. Dopo il blocco abbiamo esposto lo striscione al 58 di Exarchia, dove è visto tutti i giorni da centinaia di passanti.

Finché lo sciopero continuerà, continueranno anche le nostre azioni. Tanto che le prigioni esisteranno, lotteremo per distruggerle.

Squat Themistokleous 58, Exarchia, Atene
th58@riseup.net

in inglese, greco

Grecia: Aggiornamenti sui compagni Kostas Sakkas e Marios Seisidis, recentemente arrestati

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Forza ai compagni Sakkas e Seisidis – Niente è finito – La lotta per la rivoluzione e l’Anarchia continua (manifesto dello squat Terra Incognita a Salonicco, Grecia)

Il 17 agosto 2016 Kostas Sakkas e Marios Seisidis sono comparsi in aula ad Atene per quel che riguarda le circostanze del loro arresto a Sparta (4 agosto).

Durante il processo, protrattosi diverse ore, c’è stata una presenza costante di compagn* in solidarietà con Marios Seisidis e Kostas Sakkas, che hanno dichiarato alla corte di essere anarchici e hanno spiegato le ragioni della loro latitanza. Hanno entrambi negato le accuse ed esposto le menzogne dei testimoni dell’accusa (3 sbirri). L’accusa ha dichiarato che, basandosi semplicemente sulle opinioni dei due accusati, le prove di un atto punibile sono sufficienti. Marios Seisidis è stato condannato a 32 mesi di prigione per aver utilizzato una carta d’identità falsa e delle false targhe d’immatricolazione, aver rubato una macchina e resistenza a pubblico ufficiale; Kostas Sakkas è stato condannato a 33 mesi per lo stesso reato, e ha ricevuto una multa di 200 euro per infrazione stradale.

Atualmente Kostas Sakkas si trova nella prigione di Koridallos (Atene) e Marios Seisidis è rinchiuso nella prigione di Malandrino (Focide).

in inglese

Berlino: Pietre a profittatore delle galere e ufficio SPD

spdBerlino, 15 agosto 2016

Così inizia la nostra settimana. E così dovrebbe iniziare ogni giorno per gli approfittatori e i responsabili del sistema delle galere…

Stamani abbiamo visitato il servizio TV Jürgen Krüger e l’ufficio SPD di Björn Eggert nella Oranienstrasse a Kreuzberg e spaccato le relative finestre.

Servizio TV Krüger detiene da più di 30 anni il monopolio sul controllo degli apparecchi elettronici dex prigionierx di Berlino. Manco, per esempio, una radio gli scappa senza che sia controllato fino in fondo. Così si vuole impedire che entrino delle mercanzie di contrabbando oppure apparecchi manipolati all’interno delle mura. Per lx prigionierx questa stazione intermedia del loro hardware di svago e d’informazione significa anzitutto un notevole aumento della spesa. Così l’impresa profitta direttamente della vessazione dex prigionierx.

Inoltre degli apparecchi sono anche già stati danneggiati o rotti da Krüger. Inoltre, Krüger s’incarica dell’analisi tecnica dei telefonini sequestrati nelle galere e fornisce i dati decifrati alle autorità. Già varie volte la ditta è stata beccata ma questo non riusciva ad impedirle di continuare con la sfruttamento perverso della repressione contro lx prigionierx…

Direttamente presso Krüger si trova l’ufficio di Björn Eggert (SPD) che si nasconde in una sede dell’Assistenza a chi lavora (AWO). La AWO a Berlino gestisce vari punti di raccolta per profughx. Per esempio il rifugio, ora chiuso, a Spandau. Anche se AWO in pubblico perora la sistemazioni piccole e decentrali, la realtà delle case gestite da AWO è tutt’altra. Inoltre AWO partecipa alla grande agli affari con le espulsioni. Il loro “aiuto al ritorno” è solo un grazioso sinonimo per la parola espulsione.

La SPD per ora è occupata con la sua campagna elettorale. I partiti tentano costantemente di superarsi con la loro politica acociale e i discorsi sull’indentità. Che non possiamo aspettarci nulla da nessun partito è più che ben noto.

Naturalmente seguiamo anche la lotta dex nostri amicx in Grecia, le loro azioni contro Syriza nel contesto degli attacchi agli squat a Thessaloniki ci sono piaciute. Rivedendo il NO Border Camp si deve però poter porre la questione: non sarebbe stato meglio cogliere l’occasione per creare un putiferio nel centro città?

La nostra azione contro il politico SPD Björn Eggert s’inserisce dunque anche in questa lotta.

Con la nostra azione minima, per la quale dovevamo anche spegnere una telecamera di sorveglianza, inviamo un segno di solidarietà ai prigionieri Aaron e Balu nella galera di Moabit che in rappresentanza della resistenza contro gli investitori e l’attacco alla Rigaer94 vi sono in detenzione preventiva, ai prigionieri Marios Seisidis e Kostas Sakkas che purtroppo poco tempo fa sono caduti nelle mani del nemico, alla compa Lisa che poco tempo fa fu espulsa dallo Stato della tortura Spagnolo alla procura di Aachen e alle otto persone di Basilea che sono in detenzione preventiva per la presunta partecipazione a un meraviglioso Smash Mob avvenuto il 24 giugno.

Continuando le nostre lotte come nella Rigaer con sempre più determinazione, pratichiamo la solidarietà con lx nostrx prigionierx nelle galere del sistema. Gli scontri attorno alla Rigaer94 e tutto il quartiere popolare Nord hanno mostrato che possiamo aspettarci i più grandi successi da un rifiuto coerente di ogni offerta di trattative e dal contrasto militante alla città capitalista.

Dovremmo tenerlo a mente quando ci prepariamo agli imminenti sgomberi del M99 e della Oblauer Schule a Kreuzberg.

Dobbiamo distruggere questo Stato. Quel che è necessario deve essere fatto. Senza scuse alcune quando si tratta di orientare tutto il nostro agire in questa direzione.

Per questo, dopo di che la risonanza agli appelli internazionali come per il Dicembre Nero o per il Luglio Nero ha provato che il riferimento affine tra le tendenze anarchiche in Europa funziona, proponiamo anche di fare un disastro del G20 nel mese di luglio 2017 ad Amburgo e di iniziare ora una relativa campagna militante.

Anarchicx

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesci mc, CH

Heraklion, Creta: Solidarietà incendiaria con gli squat

burnurlocalchurchNelle prime ore del 1° agosto 2016 abbiamo piazzato un ordigno incendiario davanti alla chiesa di Aghios Dimitrios nella città di Heraklion, Creta. Abbiamo effettuato quest’azione come risposta alle recenti operazioni della Chiesa spa, in cooperazione con le forze di polizia e del pubblico ministero, nella città di Salonicco, in cui degli squat sono stati sgomberati e uno di questi demolito. Considerate questo gesto come un contributo all’appello per un Luglio Nero da parte dei/lle compagn* del Rigaer94 in Germania.

“Il 22 maggio 2009, Mauricio Morales è stato ucciso mentre trasportava una bomba destinata alla scuola di Gendarmeria del Cile [NdT: Si tratta di una scuola per secondini]. Mauricio partecipava alla biblioteca-squat Sacco e Vanzetti, mettendo in pratica l’incontro fra azione pubblica e illegale. Squatter e attentatore, non faceva discriminazione fra le strategie di azione e non cadde nella trappola delle isole di pseudo-libertà. (Cospirazione delle Cellule di Fuoco/FAI-IRF, Cellula Guerriglia Urbana)

Solidarietà con gli squat
Solidarietà con i/le compagn* incarcerat* in tutta la Terra

Contro chiunque ferisca la libertà
Questo mondo non sarà rovesciato ma distrutto

PS. Giovedì 4 agosto la Biblioteca Kaos a Porto Alegre, Brasile, è minacciata di sgombero. I/Le compagn* non lasceranno lo squat e lo difenderanno. Auguriamo loro di tutto cuore forza e mandiamo un abbraccio amichevole e complice.

in inglese, portoghese

Salonicco, Grecia: Solidarietà con le anarchiche accusate per le rapine ad Aachen

kamara-544x408stencil-544x408postering-544x408flyers-544x408poster-544x408A Salonicco, Grecia, sono stati distribuiti poster e volantini con un appello alla solidarietà con le compagne anarchiche accusate in due casi di rapina in Germania.

Degli stencil sono stati dipinti in tutta la città, e a Kamara è stato appeso uno striscione che dice: ‘Solidarietà con le compagne anarchiche in carcere accusate di rapina in Germania’. Il testo del volantino che è stato distribuito in greco e inglese lo trovate su Athens IMC & Indymedia.nl.

[Nota di Contra Info:] Ricordiamo che il 15 luglio la compagna detenuta in preventiva ad Amsterdam è stata rilasciata in attesa della decisione riguardo l’estradizione; rimane comunque sottoposta a misure cautelari. L’udienza per l’estradizione è stata fissata per il 1° settembre. Aggiornamenti via Solidariteit.noblogs.org

in inglese

Salonicco, Grecia: Attacco molotov contro la squadra antisommossa MAT fuori dall’ambasciata turca

Ricevuto il 20 dicembre:

Nelle prime ore di domenica mattina, le MAT sono state attaccate da un gruppo di 70 incappucciat* che venivano dall’università. Sono state tirate cinquanta molotov contro la postazione fissa fuori dall’ambasciata turca in Agiou Dimitriou, dando fuoco all’intera strada e ai poliziotti che sono stati colti di sorpresa.

Negli ultimi giorni la stessa postazione era già stata attaccata due volte, provocando gravi ferite ai poliziotti, comprese delle ustioni da molotov.

PER I/LE PRIGIONIER* & DICEMBRE NERO!

LA REPRESSIONE NON CI FARÀ TACERE, LA GUERRA CONTINUA…

in inglese

Salonicco: Sabotati dei bancomat in solidarietà con Evi Statiri

Il 14 settembre 2015 Evi Statiri ha cominciato uno sciopero della fame contro la paura e l’ingiustizia, esigendo la fine della sua incarcerazione vendicativa. Il governo di Syriza, in un altro tentativo di calmare la situazione, ha scarcerato Evi imponendole dure misure cautelari:

Divieto di uscire dal territorio dello Stato greco, obbligo di presentarsi al commissariato del quartiere 3 volte al mese, divieto di incontrare o comunicare con gli/le imputat* dello stesso caso, compreso col suo compagno, Gerasimos Tsakalos, residenza obbligatoria nella sua casa nel quartiere di Gyzi, e limite di circolazione di un chilometro intorno al proprio domicilio.

Nessuno può giocare con le vite dei/lle nostr* compagn* e le loro famiglie. Le pratiche vendicative degli apparati statali nei confronti dei/lle guerriglier* urban* prigionier* non resteranno senza risposta.

Come risposta minima alle misure cautelari imposte a Evi Statiri, martedì 6 ottobre abbiamo attaccato e distrutto i due bancomat situati davanti all’Università di Macedonia.

SOSPENSIONE IMMEDIATA DELLE MISURE RESTRITTIVE CONTRO EVI STATIRI

SOLIDARIETÀ E FORZA AI/LLE COMPAGN* PRIGIONIER* E LE LORO FAMIGLIE

Solidar*

in spagnolo, portoghese

Salonicco: Attacchi alle sedi di Syriza in solidarietà con Evi Statiri

Alla mezzanotte di  mercoledì 14 ottobre 2015 abbiamo attaccato la sede di Syriza nel quartiere di Neapoli, e abbiamo vandalizzato con della vernice l’entrata della sede centrale dello stesso partito in piazza Aristotelous, in segno di solidarietà con Evi Statiri e in risposta all’imposizione delle misure cautelari che hanno accompagnato la sua scarcerazione.

Nessuno può giocare con le vite dei/lle nostr* compagn*.

SOSPENSIONE IMMEDIATA DELLE MISURE CAUTELARI CONTRO EVI STATIRI

SOLIDARIETÀ CON I/LE COMPAGN* PRIGIONIER*

Solidar*

in spagnolo, portoghese

Grecia, Salonicco: espropriazione in un supermercato

thessalonikiVinciamo la paura. Prendiamo le redini delle nostre vite.

Da anni ormai sperimentiamo un quotidiano dominato sempre di più dalla miseria e l’estremo sfruttamento. A causa della nostra impotenza a sovvenire alle nostre necessità, una conclusione intemporale diventa evidente: la nostra vita non è determinata da noi stess*, ma dalle regole del mercato e della produzione di profitto dei padroni greci e stranieri. Da anni vediamo come il sistema ha sferrato un attacco frontale per proteggere i propri interessi. La polizia si è trasformata in esercito di occupazione delle città, mentre la paura e il terrore si sono trasformati nella propaganda principale dei mezzi di comunicazione di massa. Sotto un regime di minaccia permanente, i padroni invitano alla tregua e alla passività, che sia per mezzo di decisioni prestabilite, o con metodi più sporchi che ci offrono l’illusione di poter scegliere, come per esempio col referendum.

Vinciamo l’inerzia e la paura, al di là dei dilemmi del Potere.

Non deleghiamo la soluzione dei nostri problemi a chi li crea.

Noi oppress* dobbiamo prendere in mano le redini delle nostre vite.

Davanti al dilemma del memorandum dei creditori o quello di SYRIZA, rispondiamo con l’auto-organizzazione e la rottura, sia con i patroni stranieri, sia con i padroni greci e i suoi eserciti.

Davanti alla legalità degli sfruttatori che ci mantengono schiav*, rispondiamo con l’AZIONE DIRETTA degli/lle oppress* e l’auto-organizzazione delle vite e della lotta.

Rifiuto di obbedire agli ordini dei padroni.

Rifiuto di pagare (biglietti, fatture, debiti alle banche, tasse).

Creazione di strutture per soddisfare collettivamente le nostre necessità (occupazioni, cucine collettive).

Solidarietà tra gli/le oppress* e creazione di comunità.

Recuperiamo ai padroni tutto quello che abbiamo prodotto con sudore e sangue.

Espropriazione della ricchezza accumulata.

Armare le nostre comunità per organizzare l’autodifesa e l’attacco contro i nostri oppressori.

Sabato 11 luglio un gruppo di compagn* ha espropriato un negozio della catena di supermercati Afroditi nella circoscrizione di Martiou, nella parte est di Salonicco. I prodotti di prima necessità (olio, pasta, verdura) espropriati sono stati in seguito distribuiti nel mercato popolare vicino. La gente ha reagito positivamente, prendendo i prodotti e applaudendo l’azione.

in spagnolo

Salonicco, Grecia: Manifesto dell’Assemblea anarchica contro le condizioni speciali di detenzione e l’istituzione carceraria

FINO ALLA DISTRUZIONE DELL’ULTIMA PRIGIONE.

FERMIAMO LE CONDIZIONI DI DETENZIONE SPECIALE.

Dopo l’ esplosione della crisi del sistema nel 2008 e il crollo della prosperità fittizia, lo stato e il capitale si riprendono tutto quello che con sangue e lotte era stato conquistato. Senza la maschera della previdenza sociale, impoverimento (“immiserabilimento”) e repressione sono le uniche cose che lo stato ha da offrire agli oppressi e alle oppresse. Mentre parte della società sceglie di resistere con differenti mezzi (scioperi, cortei, sabotaggi, lotta armata), lo stato intensifica la repressione e rafforza (arrichisce) il suo arsenale legale avendo da affrontare un maggior numero di potenziali nemici interni. In questo contesto è passata la terza modifica della legge antiterrorismo, in base alla quale si leggittima l’annientamento di coloro che scelgono la lotta armata, spianando allo stesso tempo la strada per la criminalizzazione di ogni forma di lotta.

Sulla stessa lunghezza d’onda è stata impostata la ristrutturazione del sistema penitenziario, allo scopo di terrorizzare ulteriormente i combattenti all’interno e all’esterno delle mura carcerarie e di annientarli ulteriormente a livello fisico e psicologico.

In base a questa nuova legge iniziano a funzionare le carceri di tipo “Gamma”, nelle quali è prevista la detenzione dei carcerati indisciplinati che non si adeguano alla miserabile realtà delle carceri (ammutinamento, rivolta, tentata evasione) o di quelli che l’istituzione penitenziaria ritiene pericolosi per il suo normale funzionamento. Inoltre tutti quelli che sono accusati di associazione a delinquere o di partecipazione ad attività rivoluzionarie armate sulla base della legge atiterrorismo.

In piena campagna elettorale, il partito Nea Dimokratìa prima dello scioglimento del governo e volendo conquistare l’elettorato della destra più conservatrice promuovendo il dogma Legge e Ordine, inaugura le prigioni di tipo Gamma trasferendoci i primi prigionieri politici, che sono stati condannati per lotta rivoluzionaria armata e alcuni prigionieri che hanno lunghe pene da scontare. I trasferimenti-sequestro sono avvenuti in un clima di terrore con l’impiego di violenze e minacce e da come si deduce non saranno gli ultimi.

In un regime sociale in cui vengono precettati gli scioperanti, vengono attaccati i cortei, la repressione si espande in ogni frangente delle nostre vite, in contemporanea alla povertà, il razzismo e la paura abbiamo il dovere di organizzarci dal basso in una lotta per distruggere il crescente totalitarismo statale. Un fronte di lotta che annullerà pragmaticamente le sadiche condizioni di detenzione speciale, le quali si compiono come incoronamento dell’onnipotenza statale. Antistituzionalmente, antigerarchicamente, non solo senza collaborazioni con i partiti, i media, gli enti… bensì contro. Dobbiamo lottare per la distruzione delle prigioni e del sistema che le crea.

LOTTA CONTRO STATO E CAPITALE.

Assemblea Anarchica Contro le Condizioni Speciali di Detenzione e l’Istituzione Carceraria (Salonicco).

fonte: athens.indymedia.org

Grecia: Altre azioni di sostegno a Nikos Maziotis da Salonicco

photo2 photo1Altri due striscioni nella città di Salonicco in solidarietà con il compagno prigioniero Nikos Maziotis. Uno è stato appeso sul ponte pedonale di fronte all’hotel Macedonia Pallas e recita quanto segue: “Solidarietà con Nikos Maziotis”. Il secondo è stato appeso in piazza Navarinou e arreca scritto: “Sbirri, giornalisti, delatori e infiltrati il sangue versato dai rivoluzionari innaffia l’albero in cui noi li appenderemo”.

Forza e solidarietà con Nikos Maziotis e i rivoluzionari in clandestinità.

Salonicco, Grecia: Barricate di fuoco in solidarietà con la lotta dei prigionieri

Nei prossimi giorni lo Stato tenterà di approvare una legge per attuare nuove condizioni speciali di detenzione, le prigioni di tipo C.

Questo disegno di legge contiene una serie di riforme volte a rafforzare il controllo e la repressione sui prigionieri “pericolosi”.

La lotta contro l’imposizione di nuove condizioni di vita è iniziata, sia dentro che fuori le mura.

Da lunedì 23 giugno migliaia di prigionieri in diverse carceri greche hanno iniziato uno sciopero della fame di massa, chiedendo l’abolizione di questo nuovo disegno di legge.

Questa lotta si porta avanti, come dovrebbe, attraverso azioni di solidarietà multiforme.

Questo momento storico non deve trovarci impreparati, ma convinti e pronti alla lotta sia contro questo disegno di legge, in particolare, sia anche contro le condizioni di reclusione e di repressione che  finora abbiamo tollerato. Noi ci poniamo contro lo Stato e il Capitale, affianco dei prigionieri in lotta.

Come parte di questa lotta, mercoledì 25 giugno, durante la notte, due gruppi di compagni si sono incamminati coordinatamente per le strade di Olympiados e Grigoriou Lampraki, per innalzare barricate e bloccare il traffico, versando benzina su dei pneumatici e contenitori e dando loro fuoco.

Ci vediamo per le strade, fino alla completa distruzione delle carceri.

Solidarietà con i prigionieri in lotta.

Anarchici

Grecia: Comunicato sulle recenti perquisizioni ad Atene e Salonicco

Di seguito un comunicato fatto dall’Assemblea degli anarchici per l’unione delle lotte nella società-galera (“Sasta”), a Salonicco, riguardo alle recenti perquisizioni domiciliari nel contesto dell’”operazione tenaglia” antiterrorista condotta dalla polizia greca a danno di individualità anarchiche/antiautoritarie dal 21 Gennaio 2014.

Ultimamente, nelle città di Salonicco e Atene, gli agenti dell’antiterrorismo e della sicurezza statale hanno perquisito le case di combattenti e dimore dei loro amici, in base al pretesto di aver ricevuto “anonime denunce” riguardo ad armi ed esplosivi, mentre poi dichiarano -alla televisione- che questa operazione è legata alla fuga di Christodoulos Xiros (membro dell’organizzazione rivoluzionaria “17 Novembre” recentemente evaso grazie a un permesso). Queste perquisizioni tendono ad essere solo un altro fenomeno ordinario; solo nell’ultimo mese, 60 perquisizioni domiciliari, con la polizia greca che fa spettacolo… Agenti incappucciati occupano i nostri spazi personali, disturbano i nostri quartieri, e arrestano i nostri compagni, realizzando una “super operazione” antiterrorista come già altre volte in passato…

Questa operazione non può essere vista solo come un’azione rivolta al movimento anarchico. Siamo stati testimoni di mosse simili un anno fa, anche su larga scala, con le perquisizioni agli abitanti della penisola di Halkidiki (nord della Grecia), che resistevano contro la miniera d’oro. Inoltre, l’obiettivo dello stato era colpire il contesto sociale e interrompere la lotta.

Questa specifica pratica può essere vista solo come dimostrazione di forza del potere che mira a intimidire e terrorizzare chi resiste; chi è contro il potere, chi non accetta di far parte del regime schiavista che le autorità vogliono imporci. Una pratica affine al resto dei piani repressivi dello stato: creare prigioni di massima sicurezza per i rivoluzionari, vietare i permessi carcerari e rafforzare le conseguenze legali per i combattenti, conducendo guerre chimiche durante i cortei, effettuando pogrom contro migranti, sgomberando squat ecc.

Questa “spettacolare” operazione repressiva è un attacco -stavolta contro gli anarchici- che mira ad essere un esempio contro chi resiste allo stato e ai suoi meccanismi, ma anche un avvertimento per chiunque voglia opporsi alle sue regole.

In un tempo dove la nostra vita quotidiana è strangolata dai doveri di lavoro, scuola e università, addossati negli autobus, in corda presso i supermercati, e sottomessi ai “desideri” dei dominatori, non possiamo chiudere gli occhi.

In un tempo dove la nostra vita quotidiana è consumare paura dai telegiornali delle 20, nutrendosi di pubblicità e psicofarmaci, socializzando sui social media online, e confinati in gabbie di cemento, considerarsi liberi è allarmante. E ugualmente preoccupa adattarsi alle catene che indossiamo e restare passivi, inguiando le percezioni della purezza sociale che ci forniscono senza neanche masticarle.

Nel nostro tempo, dove il volto della democrazia è più chiaro che mai, anche al necessità della lotta contro la democrazia diventa chiara. La necessità di agire e organizzarci, stando lontani da mediazioni e gerarchie, al fine di creare strutture di resistenza, comunità di autorganizzazione e solidarietà in ogni quartiere, posto di lavoro, scuola e università, in ogni carcere. Non possiamo lasciare che poliziotti, fascisti, giornaliste, spie e ogni sorta di lacché faccia il proprio lavoro senza problemi.

Dobbiamo ritornare, in ogni modo possibile, la violenza che loro impongono ogni giorno alle nostre vite.

Non dobbiamo permettere che chi ci mangia sia completamente sazio.

SOLIDARIETÀ – AUTORGANIZZAZIONE – ANARCHIA

Salonicco: Comunicato dello squat anarchico Nadir sull’ultima ondata repressiva

ass

“Se il nemico ci sta comtattendo, è bene. Perché dimostra che tra noi ed esso abbiamo tracciato un netto confine. Se il nostro nemico attivamente ci contrasta e ci descrive con parole infamanti, ancora meglio. Perché ciò vuol dire, che non solo abbiamo tracciato un preciso confine tra noi ed esso, ma anche che il nostro agire ha avuto grandi successi.”

Mao Tse Tung

A metà Gennaio, in preda al panico lo Stato ha iniziato l’operazione “tenaglia”. Perquisendo le abitazioni di anarchici, partecipanti del movimento radicale anarchico, lo stato ancora una volta ha trovato l’occasione per colpire lo squat anarchico Nadir e chi lo supporta. Più di dieci perquisizioni in case di compagni da vari tipi agenti (antiterrorismo, opke, agenzia per la sicurezza) hanno avunto luogo. I pretesti per esse sono state chiamate, fatte presuntamente da spie ignote o no, che hanno descritto le case dei nostri compagni come presunti depositi di armi, esplosivi e covi del guerrigliero urbano Christodoulos Xiros. Prelevati da tribunali e università, minacciando le loro famiglie, tramite indagini, interrogatori e minacce da parte di uomini incappucciati, trasferimenti spettacolari fatti da agenti pesantemente armati in tribunale. Ovviamente, colpire i nostri compagni ha a che fare con la nostra attività politica anarco-nichilista, illegalista, la solidarietà ai guerriglieri urbani e ai militanti antifascisti. Inoltre, dal giorno della fuga di Christodoulos Xiros, i media hanno creato sospetti e cospirazioni unendo lotte legali e illegali. Non ci sono mezze verità nei media. Solo totali bugie dello Stato. I poliziotti, ancora una volta, non hanno evitato di deridere il nostro compagno e membro dell’assemblea dello squat anarchico Nadir Spyros Mandylas, prigioniero da 7 mesi, accusato di aver preso parte al Progetto Fenice. Per noi, la repressione è una forte pioggia che cade su una montagna. La pioggia porterà via tutto il marcio, lasciando incolume la montagna. Noi non vacilleremo e la nostra lotta non finirà.

“La verità è fatta di consapevolezza.

… Ricostruirò l’Uomo che sono.”

Antonin Artaud

Qualche parole riguardo alla tensione anti-guerrigliera e all’attacco contro la Nuova Anarchia.

Negli ultimi anni, il sistema ha scelto di attaccare il movimento anarchico concentrandosi sull’anarchismo insurrezionalista. Usando come pretesto il fatto che Christodoulos Xiros è evaso, le tensioni pubbliche e armate del movimento radicale sono di nuovo presentate come una minaccia per i progetti anarchici pubblici. Alcuni parlano nuovamente dell’aumento della repressione, dando la colpa all’anarchismo insurrezionalista e alla teoria pratica. Noi gli rispondiamo che non c’è alcuna possibilità per lo stato di raggiungere una tregua con quelli che hanno rinunciato alla lotta armata. Al contrario, lo stato considera ciò come una debolezza e il suo attacco diventa più violento. In guerra, per ogni passo che fai indietro, il nemico ne fa due avanti. È chiaro che la guerriglia urbana è una
minaccia per lo stato e mette in discussione la sua rivendicazione di onnipotenza. Dissentiamo totalmente con la rinuncia della lotta armata e con le dichiarazioni di fedeltà e pentimento. Sappiamo che tali tattiche penalizzano l’interezza del movimento e l’indivisibilità di teoria e azione. Per noi, la nostra solidarietà non è negoziabile.

Per quanto riguarda lo squat anarchico Nadir, il suo diventare un obiettivo ha diversi destinatari. Essi sono quei compagni che con dignità stanno dalla parte dei nostri impenitenti compagni prigionieri e che non rinunciano alla lotta armata o fanno dichiarazioni di fedeltà al regime. Quelli che con furia e consapevoloezza lottano contro il proprio tempo.

FORZA AGLI INSUBORDINATI LAVORATORI DEL NEGATIVO

BUONA FORTUNA E FORZA AL GUERRIGLIERO URBANO CHRISTODOULOS XIROS

LIBERTÀ PER IL NOSTRO COMPAGNO/MEMBRO DELL’ASSEMBLEA DELLO SQUAT ANARCHICO NADIR SPYROS MANDYLAS

FORZA AL COMPAGNO ANDREAS TSAVDARIDIS (MEMBRO DELLA FAI/FRI)

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ANARCHICI PRIGIONIERI DI GUERRA E I GUERRIGLIERI IMPENITENTI DEL MONDO

LUNGA VITA ALL’INTERNAZIONALE NERA

E ripartiamo di nuovo, stavolta fino alla fine.

Squat Anarchico Nadir

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Salonicco, Grecia: Aggiornamento sul compagno Babis Tsilianidis

gloom

Il 15 Gennaio 2014, durante una nuova udienza al tribunale di Salonicco, i giudici hanno esaminato la richiesta presentata da Babis Tsilianidis in merito alla sospensione della pena fino all’appello nel caso della rapina all’ospedale AHEPA. La richiesta è stata rifiutata. Il compagno è prigioniero nel 4° padiglione del carcere di Koridallos ad Atene.

Solidarietà con l’anarchico Babis Tsilianidis
Solidarietà con quelli che lottano, si rivoltano e si scontrano.

in inglese

Salonicco, Grecia: Rivendicazione di responsabilità per l’incendio di una banca

Il 29/11 è cominciato il processo degli anarchici G.Michailidis, D.Politis, N.Romanos, A.D.Mpourzoukos, A.Ntalios e F.Charisis-Poulos per la doppia rapina al Velventòs di Kozani. Poche ore dopo l’inizio del processo, abbiamo posizionato un ordigno incendiario in una filiale della Banca del Pireo sulla Via Andreas Papandreou, alla zona di Neapolis a Salonicco, come un piccolo segno di solidarietà con i nostri compagni.

Le banche, come pilastri del capitalismo, costituivano e continueranno a costituire un bersaglio di espropriazione e di distruzione da parte degli uomini combattenti. Per resistere alla brutalità e al totalitarismo, per costruire una società libera di uguaglianza e di libertà.

Solidarietà ai compagni anarchici processati per la doppia rapina a Velventòs.

Non dimentichiamo i nostri compagni G.Naxakis e G.Sarafoudis che sono stati arrestati a N.Philadelfeia.

Immediato rilascio del compagno Sp.Stratoulis dalle accuse che gli negano il diritto al concesso di licenza temporanea dal carcere e si trova in sciopero della fame dal 11/11. Solidarietà al Rami Syrianos, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou che si trovano in sciopero della fame in solidarietà con Sp.Stratoulis.

PER L’ANARCHIA E IL COMUNISMO

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Prigioni greche: Sciopero della fame del prigionero anarchico Rami Syrianos, in solidarietà con lo scioperante della fame Spyros Stratoulis, detenuto a Larissa

L’11 novembre 2013 il fratello Spyros Stratoulis ha iniziato uno sciopero della fame chiedendo la fine delle sue accuse riguardanti il caso “organizzazione criminale squat di Salonicco”.

A questo punto potrei scrivere chi è Spyros, parlare delle sue lotte quotidiane in venti anni di carcere, del suo spirito indomabile, della sua integrità e umanità nonostante tutte le brutalità delle celle democratiche, ma tutto ciò catturerebbe solo un frammento dei motivi per i quali definisco questo umano come compagno e fratello. Per essere capaci di trasmettere l’essenza, dovrei trovare le parole che concretamente possono esprimere il periodo lungo più di un anno che abbiamo passato insieme nel carcere di Larissa; parole che possono illustrare l’esperienza densa di essere a contatto con un altro essere umano per 24 ore al giorno; condividere ogni momento, gioia, dolore, difficoltà, speranza; pensieri, idee, sogni. Dovrei trovare le parole che esprimono in modo conciso il significato unico di riuscire, anche nel particolare spazio e tempo della prigione, a dire: Io non sono solo.

Spyros ha iniziato lo sciopero giorno 11 Novembre. Oggi, giorno 21 Novembre, è il decimo giorno della sua lotta.

Da oggi, inizio lo sciopero come atto solidale con Spyros; come atto che riflette nient’altro che la sua umanità merita, e si collega alle esperienze che abbiamo vissuto e che condividiamo ancora adesso anche se rinchiusi in posti diversi.

Solidarietà è chiamare compagno un altro umano, volendo dire con ciò: insieme nei momenti favorevoli, nelle lotte, nei momenti duri, fino alla fine.

Fratello, tieni i momenti buoni, il coraggio, e continua ad avanzare…

Fino alla vittoria.

Rami Syrianos
Prigione di Domokos

Grecia: Testo di Kostas Gournas, membro prigioniero di Lotta Rivoluzionaria

SOLIDARIETÀ A SPYROS STRATOULIS

Certe volte è sufficiente guardare qualcuno negli occhi per vedere se si è “sicuri”. Soprattutto in prigione dove gli sguardi limpidi sono pochi.

Spyros Stratoulis è l’incarnazione della passione per la libertà. È in sciopero della fame dal 11 novembre 2013 perché dopo 21 anni di carcere, gli hanno tolto il beneficio dei giorni di permesso ottenuti solo un anno fa, a causa di costruite accuse che lo implicherebbero con un caso riguardante gli squat a Salonicco.

Spyros fino ad ora è stato obiettivo delle autorità a causa della sua attitudine combattiva in carcere. Questo metodo mostra l’aspetto vendicativo dell’autorità che vuole imprigionarlo a vita.

Non lasciamo il combattente Spyros Stratoulis ostaggio nelle mani dei meccanismi giudiziari-polizieschi.

Kostas Gournas
Prigione di Koridallos

Grecia: Lettera di Chrisovalantis Pouziaritis, ex prigioniero, in vista del suo processo d’appello

Il mio nome è Chrisovalantis Pouziaritis, e sono uno degli arrestati del 6 Dicembre 2009, il primo anniversario dell’omicidio di Alexis Grigoropoulos.

Sono stato catturato mentre camminavo fuori dal campus dell’università di Salonicco. Anche se non avevo nulla di incriminante con me (zaino, cappuccio, ecc), due squadre di antisommossa hanno iniziato a picchiarmi. Appena si sono sfogati, sono stato trasferito alla caserma di Salonicco, dove sono stato accusato tramite le risapute tattiche della polizia greca – ricordiamo tutte le accuse fabbricate come “shampoo trasformati in molotov” (caso di Marios Zervas), gli “studente in pigiama” (detenuti dopo che la polizia gli aveva dato uno zaino pieno di molotov), il sospettato preso in custodia solo perché aveva delle “scarpe verdi”, o il “caso giardiniere” (quando i poliziotti hanno picchiato Avgoustinos Dimitrou per poi dire che era caduto su una bancarella di fiori)…

Dopo la polizia, è arrivata la giustizia greca. Nel mio processo sono stato condannato a 9 anni e 3 mesi, i giudici hanno detto che i miei testimoni erano inaffidabili rispetto ai poliziotti che hanno costruito false prove contro di me, e mi hanno additato come il “capo degli anarchici”!

Sono rimasto in carcere per più di 18 mesi, fino a quando la sospensione della pena è stata accettata, e quindi sono stato rilasciato con misure restrittive nell’estate 2011.

Chi ha visto di persona la violenza di questi meccanismi, chi ha sperimentato la crudeltà del carcere, chi resiste contro l’arbitrarietà giudiziaria e il suo orrore è chi può capirmi e stare dalla mia parte. Li ringrazio in anticipo.

Chrisovalantis Pouziaritis

Il processo d’appello sarà il 18 ottobre 2013, alle 9, presso il tribunale di Salonicco.

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Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

4 Settembre 2013

“Alcuni senza pensarci seguono i percorsi imparati una volta per tutte, verso il loro lavoro e la loro casa, verso il loro futuro prevedibile. Per loro il dovere è già diventato una abitudine, e l’abitudine un dovere. Essi non vedono la carenza della loro città. Ritengono che la carenza delle proprie vite sia naturale. Noi vogliamo rompere questo condizionamento, (…) alla ricerca di nuove passioni.”
Guy Debord

Una breve cronaca del mio arresto

Nella notte di Giovedi 11 Luglio 2013, gli agenti dell’unità antiterrorismo hanno fatto nuovamente irruzione nello squat anarchico Nadir, a Salonicco. Sono stato arrestato e subito trasferito agli uffici dell’antiterrorismo ad Atene dove mi è stato detto che, tre ore prima del mio arresto, era stato catturato fuori dalla sua abitazione nel quartiere di Stavroupoli a Salonicco il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Mi è stato chiesto di dare le impronte, un campione di DNA e le foto ma mi sono rifiutato, cosi le hanno avuto con la forza. Poco dopo, mi hanno notificato l’accusa in merito al Progetto Fenice (azioni #1#2#3#4). Mi sono rifiutato di firmare qualunque cosa o di dire nulla. Sei giorni dopo, ho potuto comunicare con Andreas, che mi ha raccontato le stesse cose che erano successe a me. In più, la polizia ha annunciato che i dieci membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono accusati come istigatori del Progetto Fenice.

Operazione “Gioia Armata”

Dal trasferimento ad Atene fino alle prime ore del giorno dopo, gli agenti hanno perquisito il Nadir… Hanno confiscato i server dello squat, tra le altre cose. Comunque, si sono concentrati sulla libreria, dove hanno “scoperto” il testo “La gioia armata” con una pistola raffigurata in copertina (edizione in greco di La gioia armata di Alfredo M. Bonanno stampata dallo squat Nadir in Giugno 2013, i cui ricavati erano benefit per gli anarchici prigionieri). Cosi c’è stata una grande perquisizione, nella libreria e nel resto dello squat. Hanno preso impronte, cicche di sigarette per il dna, bottiglie di birra vuote e altri piccoli oggetti dalla libreria, nel tentativo di cercare la stessa pistola raffigurata sulla copertina del libro…

“Sorveglianza discreta”

Il Progetto Fenice è iniziato il 7 Giugno 2013. È stato un appello della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Bande di Coscienza/Nucleo Sole–Baleno/FAI-FRI per l’intensificazione dell’azione guerrigliera urbana. Da quel giorno fino al 12 Luglio (giorno della mia formale accusa), varie cellule della rete FAI-FRI hanno rivendicato attacchi.

In questo stesso periodo, sono stato sorvegliato dagli agenti dell’antiterrorismo. Questa infame “sorveglianza discreta” dell’antiterorrismo era tutto tranne che segreta. Ben prima del mio arresto, gli agenti avevano “avvertito” i miei compagni del Nadir che “la polizia era sulle loro tracce”, “ditelo a Spyros”, eccetera. Come dato di fatto, durante una sorveglianza “discreta” nella centrale strada Aghiou Dimitrou a Salonicco, gli agenti hanno bloccato più di cinque veicoli per farmi sapere che avevano scoperto “cosa volevo fare”, insinuando cose e mostrando quanto volevano mettermi fuori gioco. Questo è stato dimostrato anche da un altro evento. A metà Giugno sono andato ad Atene per far visita al membro della CCF Christos Tsakalos nella prigione di Koridallos. Il ministero della giustizia è intervenuto e mi ha vietato la visita, con una decisione dell’ultimo minuto. Da quel momento la sorveglianza è stata ancora più stretta, e spesso ho notato agenti in borghese proprio fuori dal Nadir.

Sto dando rilievo a questi eventi per dimostrare che per una persona che agisce pubblicamente (in quel periodo uscivo spesso per attacchinaggi, ho parlato a presentazioni librarie, e altro) ed è monitorata cosi da vicino (come gli stessi agenti hanno ammesso) sarebbe quasi impossibile prendere parte a quattro attacchi esplosivi. Sia la pista accusatoria che il senso comune implicano che ciò non può accadere. Inoltre, il giorno dell’invio del pacco incendiario a Chorianopoulos (1 Luglio 2013) io ero ad Atene per il colloquio a Koridallos. Il fatto che la mia custodia preventiva sia stata decisa senza lo straccio di una prova non mi sorprende, né dovrebbe sorprendere qualcun altro. Lo stato riconosce una guerra tra due parti e agisce di conseguenza, e noi dobbiamo essere consapevoli che esso conduce la guerra senza alcuna moralità. È l’altro lato che deve ancora capirlo. Io non voglio che il mio caso venga presentato come è stato fatto con altri, con prigionieri etichettati come “combattenti innocenti”. Mi riferisco ovviamente ai casi nei quali il cosiddetto movimento fa qualunque cosa necessaria per il rilascio di un compagno innocente, tralasciando chi ha rivendicato le proprie azioni ed è ostaggio dello stato. Continue reading Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

Salonicco, Grecia: Aggiornamento sugli arrestati dell’occupazione Orfanotrofio

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Domenica mattina, 29 Settembre c’è stato un raduno di solidarietà nelle corti di Salonicco, dove i 30 arrestati dal tentativo della rioccupazione dell’occupazione Orfanotrofio sono stati portati davanti al procuratore. Sono stati accusati di disturbo della quiete domestica, e di occupazione abusiva di spazio pubblico (quest’ultima accusa si basa su un decreto reale).

Tutti i compagni sono stati rilasciati. Il loro processo è stato fissato per il 16 Dicembre 2013.

Raduno di solidarietà con i compagni perseguiti dell’occupazione Delta,
Mercoledì 2 Ottobre 2013 alle ore 9:00, nelle corti di Salonicco

Manifestazione in solidarietà con le occupazioni, Sabato 5 Ottobre 2013, alle 12:00, Kamara, Salonicco

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