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[]17-23 aprile] Appello internazionale ad azioni decentralizzate in solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen

Amiamo la libertà, odiamo lo stato!

Una compagna di Amsterdam è stata arrestata nel 2015 e accusata di una rapina compiuta ad Aachen nel 2013. Dopo qualche mese di prigione e diverse settimane di processo è stata prosciolta e liberata. Ci aspettiamo che l’ufficio del pubblico ministero ad Aachen faccia appello contro la sentenza.

Nell’aprile e nel giugno 2016 due compagne di Barcellona vennero arrestate e incarcerate dallo stato spagnolo, dopodiché sono state estradate in Germania dove sono rimaste in preventiva. Sono accusate di un’altra rapina, sempre ad Aachen. Non solo le due compagne sono ancora in prigione, ma da gennaio sono sotto processo. La fine del processo è provvisoriamente programmata per il 22 maggio 2017 nella città di Aachen.

Non ci sorprende che chi lotta e si batte contro la miseria di questo sistema oppressivo venga perseguitato, punito e attaccato. Non ci interessa parlare di innocenza o colpevolezza, è il linguaggio dei nostri nemici. Ci rifiutiamo di attenerci a una logica che divide gli individui rendendone più facile l’arresto, sostenendo così l’industria carcerale. Condividiamo con le compagne l’odio per un sistema giudiziario che perpetua la divisione tra chi viene catalogato come ‘buon cittadino’ e chi merita di essere punito. Odiamo tutte le infrastrutture repressive di ogni stato come odiamo i legami che hanno con la chiesa, con la sua ancor più antica tradizione di oppressione. Per noi la chiesa è un’altra parte dell’impalcatura dello stato, entrambi direttamente collegati con le banche e la perpetuazione del controllo di cui facciamo esperienza ogni giorno. La logica e le regole imposte da queste istituzioni sono ciò che le nostre compagne sono accusate di aver sfidato.

Questo processo dimostra i passi da gigante che vengono compiuti verso lo sviluppo della repressione nella nostra vita di tutti i giorni. Nuove tecnologie, lo sviluppo di nuove tecniche per ottenere il DNA, analisi biometriche, telecamere… tutti dispositivi utilizzati per studiare, analizzare e controllare; formano una struttura che costituisce parte del nemico contro cui ci posizioniamo e che vogliamo distruggere. La coordinazione tra polizia, giudici e investigatori di diversi stati è una vecchia strategia che viene rispolverata in Europa e altrove e che conduce più rapidamente e in maniera ovvia verso un capitalismo più ‘puro’ e più sottile ma allo stesso tempo più feroce.

Con le vene cariche di rabbia, forza e coraggio, ci riprendiamo gli spazi nelle strade, usciamo rafforzati dagli attacchi repressivi. Siamo al fianco delle compagne imprigionate per mostrare loro, attraverso la nostra solidarietà, la passione nel distruggere un sistema che non vogliamo e di cui non abbiamo bisogno, e che continueremo a combattere qualunque sia l’esito di questo processo.

È un appello internazionale in solidarietà con le compagne accusate di rapina ad Aachen, è un appello a rinforzare i legami tra ribelli e oppress* di ogni parte del mondo, in ogni angolo. Usiamo i nostri strumenti per sabotare, attaccare e distruggere le strutture del potere, usiamo la nostra immaginazione per continuare a mostrare il nostro odio, e utilizziamo la nostra passione per continuare a camminare, per continuare a combattere. Lanciamo un appello per la settimana dal 17 al 23 aprile!

Niente finisce, la lotta continua! Finché tutt* non saranno liber*!
Solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen. Libere, liber* tutt*!
Per la rivolta, per l’anarchia!

Per informazioni e aggiornamenti: solidariteit.noblogs.org
solidaritatrebel.noblogs.org

Febbraio 2017, da qualche parte nel mondo.

in portoghese, spagnolo

Finlandia: Azione di solidarietà per l’11 Giugno a Pyhäjoki

Gli attivisti che lottano contro il progetto di impianto nucleare della Fennovoima hanno espresso i loro calorosi saluti ai/lle prigionier* anarchic* ed ecologist* durante la giornata d’azione internazionale dell’11 Giugno.

Non siete soli. Non vi dimentichiamo.

La passione per la libertà è più forte di ogni prigione!

Cile: Contro la società carceraria, né silenzio, né dimenticanza, solo lotta

10-20 aprile. Giornate di solidarietà con i/le prigionierx della guerra sociale nelle carceri cilene.

Appello:

* A tuttx i/le nostrx fratelli/sorelle, compagn*, familiari e amori.

* Alle complicità multiformi del mondo intero che attaccano il presente di sfruttamento e povertà, di dominazione, di capitale e di morte.

* A tuttx i/le prigionierx sovversivx, autonomi, libertari/e, rivoluzionari/e, anti-autoritari/e che non negano i loro legami né le loro convinzioni e resistono quotidianamente e degnamente, non solo con le parole ma anche con azioni concrete.

“Chi ha paura della libertà sente l’orgoglio di essere schiavo”
–M. Bakunin

La lotta contro il potere della dominazione e tutti gli apparati simbolici, soggettivi, tangibili e di valori che lo sostentano e sostengono richiede innanzitutto quella decisione individuale, radicale e irremovibile di portare la tensione in tutti gli spazi della vita, rendendo quest’ultima un continuo percorso di liberazione. È chiaro che arrivare a questa convinzione, decisione, scelta implica un processo che ognuno vive in maniera unica e irripetibile a seconda del contesto e le circostanze nelle quali abbiamo aperto gli occhi per lottare. camminare verso l’emancipazione come principio guida per la distruzione della società di classe non è un processo immediato, né in solitario, anche se può essere individuale, grazie all’incontro delle idee costruiamo legami che ci rendono fratelli nella pratica, producendo punti di affinità, incluso con menti coscienti che non conosciamo direttamente ma coi quali intraprendiamo un percorso comune.

Ma quando lo spettacolo sociale della non-vita che chiamano democrazia ti offre la sua indignata possibilità di partecipazione cittadina attraverso tutti i suoi apparati di controllo, quello che in fondo cerca è di annullare fin nel più profondo di ogni coscienza la possibilità, certa, di ribellione. Allora, di fronte ai molteplici formati dell’ideologia dello Stato-prigione-capitale, opporre la resistenza offensiva delle nostre convinzioni significa scavalcare ogni margine, muraglia o frontiera in cui vorrebbero farci vivere l’accettazione cieca dei suoi marci rapporti di potere, della loro morale nauseabonda, della loro politica e la loro visione del mondo.

Allo stato attuale delle cose, resistere offensivamente implica chiaramente passare dalla parola all’azione, dalla mera dichiarazione alla lotta ribelle contro l’ordine esistente, dalla semplice critica priva di contenuto alla proliferazione dell’antagonismo in vista della rivolta.

In questo modo noi che cerchiamo di riprendere in mano le nostre vite spezzando le catene che ci opprimono stiamo stati esposti allo scacco matto repressivo e mortifero dello stato. La legge del potere, sempre disposta a difendere la dominazione, viene ben oliata per condannare e castigare chi si ribella. Approfondire la conseguente coerenza fra teoria e pratica ci ha fatto passare per gli angoli più bui dell’architettura poliziesca-penitenziaria dello Stato-Capitalista. Non siamo stati né i primi né i soli, e non saremo gli ultimi… Eppure, nella particolarità presente dell’attuale universo di prigionieri in guerra si esprimono diverse esperienze di resistenza alla detenzione dalla fine degli anni 80 nelle demenziali prigioni di alta e massima sicurezza in Cile, Perù, Brasile e Argentina fra gli anni 90 ed oggi. Attraverso processi giuridico-politici modellati e falsificati in funzione degli interessi contro-insurrezionalisti… La tortura e la repressione diretta hanno fatto una costante della criminalizzazione di famiglie e affetti dei diversi ambienti, cosa che invece di spaventarci, ha rafforzato quella forza vitale che ci ha fatto insistere e continuare in quanto individui al di là delle etichette caricaturali divenute da parte dell’eterna diffamazione giornalistico-poliziesca, e incluso il settarismo di sinistra e anarchico che non fa che scomporre, dividere e frazionare i continui tentativi di allargare la frangia insorta su cui si fondono esperienze diverse che promuovono l’autonomia, l’azione diretta, il mutuo sostegno, l’affinità e l’orizzontalità nella lotta per la liberazione totale.

La realtà dei prigionieri in guerra nelle carceri cilene non può essere distorta. Nel giorno dopo giorno c’è lotta, non c’è silenzio, e ancor meno oblio. Diverse generazioni di sovversivi che si incontrano con sguardi simili in questo presente di lotta. Ed è per questo che, contribuendo alla rottura della frammentazione degli spazi affini e vicini ad ogni prigionierx, vogliamo provocare passi d’avvicinamento concreto attorno a punti comuni minimi in seno a uno scenario profondamente sfavorevole, ma che non sarà mai un ostacolo per contribuire individualmente alla collettivizzazione della lotta a tutti i livelli della realtà. In questo contesto, lanciamo un aperto appello a estendere tutte le iniziative possibili di lotta contro tutte le espressioni della società carceraria. Chiamiamo a mobilizzare la fantasia, la volontà e la voglia, fra il 10 e il 20 aprile.

Salutiamo le lotte dignitose che nel presente si sono moltiplicate nelle prigioni greche, capitoli che dalla vicina distanza accompagniamo con sincero affetto.

Salutiamo anche il Messico Nero, che si alza e cresce nella lotta anti-autoritaria, ai/le compagnx in prigione che attraverso i loro scritti e le loro lotte sono sempre nei nostri cuori.

Salutiamo i/le prigionierx anarchici/che nelle prigioni italiane, ai nostri fratelli e sorelle Francisco e Mónica in Spagna e ai compagni arrestati durante la cosiddetta operazione Pandora.

Salutiamo la dignitosa resistenza di Mauricio Hernández nonostante il regime di punizione demenziale cui è sottoposto da 13 anni nelle prigioni brasiliane.

Salutiamo i prigionieri autonomi mapuce e la loro lotta ancestrale per la libera determinazione.

Salutiamo Juan Flores et Nataly Casanova, processati con la macabra legge antiterrorista, della democrazia che tutto  lo permette… A Diego Ríos, arrestato di recente.

Abbracciamo tuttx i/le prigionierx dignitosx in tutte le Gabbie del Pianeta, i/le fuggitivx, i/le nostrx mortx.

Con speciale affetto eterno a Eduardo e Rafael Vergara, a Paulina Aguirre, a Norma Vergara, a Johny Cariqueo, Zoé Aveilla, Lambros Foundas, Mauricio Morales, Sebastián Overluij e Sergio Terenzi…

GIOVENTÙ COMBATTENTE: INSURREZIONE PERMANENTE

FINCHÉ ESISTERÀ MISERIA, CI SARÀ RIBELLIONE

CONTRO TUTTE LE AUTORITÀ GUERRA SOCIALE

SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE E RIVOLUZIONARIA PER LA DEMOLIZIONE DELLE PRIGIONI

-Tamara Farías Vergara
-Alejandro Astorga Valdés
-Carlos Gutierrez Quiduleo
-Juan Aliste Vega
-Freddy Fuentevilla Saa
-Hans Niemeyer Salinas
-Marcelo Villarroel Sepúlveda
-Alfredo Canales Moreno

1 Aprile 2015: Chiamata alla solidarietà rivoluzionaria con i prigionieri in sciopero della fame in Grecia

A tutt’oggi i compagni anarchici imprigionati e membri del DAK (Rete dei Combattenti Imprigionati) Antonis Stamboulos, Tasos Theofilou, Giorgos Karagianidis, Dimitris Politis, Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Andreas-Dimitris Bourzoukos, Grigoris Sarafoudis e Yannis Michailidis, i membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis e Kostas Gournas, il membro della 17 Novembre (17N) Dimitris Koufontinas, alcuni prigionieri politici turchi nonché i prigionieri Giorgos Sofianidis e Mohamed-Said Elchibah ci troviamo in sciopero della fame, combattendo contro lo stato d’eccezione repressivo e legislativo che è stato implementato da parte dello Stato greco a partire dall’anno 2000.

A partire dal 2 Marzo 2015, ed insieme ai compagni ed alle compagne che si trovano fuori le mura del carcere, abbiamo iniziato una lotta per l’abolizione delle carceri di massima sicurezza di tipo C, per l’abolizione della legge antiterrorista, della legge sul cappuccio, per un cambiamento fondamentale del processo di presa ed analisi delle tracce di DNA e per il rilascio del membro della 17N Savvas Xiros, che è gravemente malato.

La nostra lotta per la soddisfazione di queste richieste è una lotta contro il nucleo centrale dello stato d’emergenza. E’ una lotta contro il nucleo centrale del nuovo totalitarismo, che è stato applicato da 15 anni sia da parte dello Stato greco, che da tutti gli altri Stati a livello globale.

Dal momento che riconosciamo come il punto focale dei disegni del dominio trascenda gli stretti confini geografici degli Stati, chiamiamo tutti i compagni e le compagne a dare supporto alla nostra lotta.

Chiamiamo tutti i compagni e le compagne ad agire in solidarietà il 1 Aprile, mandando un segnale di unità rivoluzionaria.

Vittoria per la lotta di coloro che stanno portando avanti lo sciopero della fame

Immediata accetazione di tutte le richieste

Per la distruzione dello Stato e del Capitale

DAK: Rete dei Combattenti Imprigionati

Grecia: Poche parole legate alla chiamata ad una settimana di azioni in solidarietà con i prigionieri anarchici

Ogni Società che voi costruirete avrà i suoi margini e sui margini di ogni Società si aggireranno i vagabondi eroici e scapigliati, dai pensieri vergini e selvaggi che solo sanno vivere preparando sempre nuove e formidabili esplosioni ribelli!
Renzo Novatore

Scriviamo questo testo per tutti gli anarchici e i ribelli, dentro e fuori le mura del carcere in tutto il mondo, in risposta alla chiamata internazionale ad una settimana di azioni per i prigionieri anarchici (23-30 agosto). Una coordinazione di azioni di questo tipo è necessaria, soprattutto a livello internazionale, dato che sollecita indivudui e collettivi ad agire nel modo che sentono, e ad esprimere e diffondere la guerra di liberazione anarchica. Comunque sia, non dovremmo dipendere solo da queste chiamate per far sentire le nostre voci e mostrare le nostre azioni. Perciò, dando per scontato che siamo una guerra infuriata, e avendo scelto questa posizione, ci confrontiamo con un nemico che possiede ogni mezzo per batterci in qualsiasi momento dell’attacco. Eserciti, sbirri, tecnologie di controllo, sorveglianza avanzata, stoccaggio del dna e impronte digitali, i media, e molte altre istituzioni e menti costituiscono il dominio verso il quale noi siamo ostili. In questa guerra, l’unica certezza è che avremo prigionieri, o anche vittime, e ciò è il punto sul quale la verifica della stessa battaglia mente.

Viviamo in un periodo nel quale lo Stato Greco ha catturato decine di anarchici nelle se prigioni per i loro atti contro il dominio. La prigione non è riuscita e mai riuscità a schiacciare i principi, il temperamento e le lotte degli anarchici, e lo dimostra la loro quotidiana e dignitosa attitudine all’interno delle celle della democrazia ma anche le lotte che essi continuano dietro le sbarre. La distinzione tra “innocenza” e “colpa” è falsa e può applicarsi solo allìarsenale dello stato.

Nell’ambito della repressione generalizzata, la proposta di legge sulle prigioni di tipo C e le nuove condizioni di detenzione speciali è passata durante l’estate, seguendo gli standard Americani ed Europei per schiacciare la dignità dei prigionieri. Senza perdere un secondo, le autorità hanno già cominciato il primo trasferimento di carcerati dall’inferno di Domokos ad altre prigioni, svuotando la prigione di Domokos per trasformarla in una struttura di massima sicurezza, e i primi prigionieri ad esservi condotti saranno anarchici e lottatori della guerrilla urbana.

Più è intensa la stretta alla gola, più la loro democrazia e il loro sistema di correzione riproducono una morte in dosi.

Poliziotti, giudici, guardie carcerarie e la loro schiera, trogloditi in schiavitù per la loro democrazia, asserviti alla propria miseria, consumatori di beni inutili che la dominazione offre generosamente, stanno attraversando una morte quotidiana in termini di vita cancerosa. I detentori di posizioni di rilievo, che approfittano della loro autorità, stanno cercando di riformulare un regno minore di cittadini che sognano di grandezza proprio come loro. Essi forgiano la mente umana a diventare uno stampo adatto per la fusione dei valori e delle istituzioni artificiali, spingendo gli esseri umani all’apatia attraverso i media, le droghe, la cultura del consumo generalizzato, attraverso la religione e il patriottismo, tenendo l’individuo lontano dal pensare e all’agire a seconda dei suoi propri desideri. Annegato nell’inerzia, gli esseri umani scelgono di stupire se stessi, sottoporsi a schiavitù brutalizzanti dalla durata di 8 ore, si nutrono di nozioni artificiose, si aggrappano alle dipendenze del sistema, e all’essere schiavi di una vita predeterminata prima di una morte certa e innattiva.

I ribelli che non hanno orizzonte oltre le mura delle loro coercizioni sono introversi nella loro inesistenza. Vedere se stessi attraverso la prospettiva di coercizioni significa che si accetta la direzione impostata dal Potere, così accettando o semplicemente respingendolo. L’insurrezione deve mirare alla distruzione totale del Potere; niente meno che tutto è abbastanza per noi.

Il dominio finanzia la guerra su tutti i fronti, distruggendo non solo vite umane ma anche schiavizzando animali non-umani e la natura, per cui anche la nostra risposta deve avvenire su tutti i fronti con lo scopo di una liberazione totale. Battaglie parziali hanno la loro propria importanza; comunque, niente sarà libero finchè non saremo tutti liberi.

Gli anachici lottano fino alla distruzione dell’ultima prigione
Solidarietà con i prigionieri anarchici di tutto il mondo

Anarchici per la liberazione totale

Cile: In risposta alla chiamata internazionale per i prigionieri anarchici nel mondo

Settimana internazionale di solidarietà coi compagni in carcere.
Usciamo decisi e senza paura a divertirci spezzando i loro dogmi di tranquillità e legalità.
Con in testa la ribellione di José Huenante, ragazzo assassinato dalla democrazia.*
Polizia, guardie e tutte le autorità prenderanno fuoco grazie alla nostra calorosa gioia.
Propaga la rivolta.

Nella notte definitiva
al crepuscolo della routine
particelle indefinite cospirano nell’ombra antisociale.
Nello spettro del nulla
gemono i desideri
ululati di rabbia
grida di dimenticati
gli echi perduti ruggiscono.

Nella rovina di una cittadella di potere
macchine frenetiche, uno sciame di schiavi,
polveri per truccarsi e dispositivi di controllo.
Gli schizoidi ribelli, i barbari!
Noi neghiamo l’esistenza quotidiana: prigioni,
scuole, famiglie, manicomi, asili, psichiatri
e qualsiasi annullamento individuale.

Apriamo le ali per uscire da anfratti e grotte,
per biforcare il fuoco in ogni vicolo,
perimetri di sicurezze, e posti di dominio.

Che si sappia che noi ci spargiamo in ogni direzione,
atraverso tutti i punti.
Siamo particelle infinite che cercano l’esplosione.

Un piccolo contributo dal territorio chiamato Chile; Talca della regione del Maule.

Gruppo di affinità di cani, gatti e rane

L’azione è avvenuta giovedì 27 agosto; un posto di blocco in una delle arterie della città, alle otto di sera.
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* Mapuche di 16 anni, “scomparso” mentre era in custodia della polizia a Puerto Montt, sud del Cile.

[Italia] Appello alla solidarietà con Ilya Romanov, incarcerato in Russia

Dopo aver appreso l’iniziativa dei compagni del CSO VOX di Atene in solidarietà ad Ilya Romanov,* abbiamo voluto raccogliere l’appello di raccolta fondi per il compagno arrestato e la sua famiglia. Vorremmo, visti i molteplici impegni dei compagni e compagne, che ogni gruppo ed i singoli individui raccogliessero i soldi facendo “colletta”, oppure per chi riesce, organizzando iniziative in sostegno ad Ilya.

Varie realtà hanno già devoluto dei soldi a seconda delle loro possibilità, chiediamo ai compagni un altro sforzo.

La nostra intenzione è che anche dall’Italia arrivi un segnale di solidarietà internazionale ad un compagno presente nelle lotte da più di vent’anni con determinazione.

La solidarietà va portata avanti soprattutto continuando la lotta contro la guerra con le più svariate pratiche, ma anche raccogliendo fondi per un compagno ferito in azione.

Gli ultimi aggiornamenti arrivati da Mosca ci dicono che Ilya è in carcere e sta aspettando che gli fissino la data del processo; non si sanno ancora le accuse che pendono a suo carico, probabilmente il processo inizierà quest’estate. Ad Ilya fa molto male la mano ma sta bene di morale, la sua famiglia può fargli avere le medicine ma è in difficoltà nella raccolta dei soldi per la difesa legale.

Se qualcuno volesse scrivergli una lettera in inglese la spedisca a questo indirizzo e i compagni provvederanno a tradurla in russo: abc-msk(at)riseup.net

Ringraziamo in anticipo i compagni e le compagne che supporteranno questa causa.

Anarchiche ed Anarchici di Trento e Rovereto

Per chi volesse contribuire alla raccolta fondi il versamento dei soldi è tramite carta Postepay ed il suo codice è: 4023-6005-5882-3706 / Intestata ha: Luigia Cecchin

* il testo distribuito durante l’evento svolto al Centro Sociale Occupato VOX, a Exarchia (Atene) il 15 novembre 2013 —in inglese qui

11 giugno 2014 – Giornata internazionale di solidarietà con Marie Mason, Eric McDavid e tuttx i/le prigionierx anarchichx di lunga data

L’11 giugno si sta rapidamente avvicinando. Come rivitalizzazione della giornata di supporto per i/le prigionierx ecologistx, la Giornata Internazionale di Solidarietà con Marie Mason, Eric McDavid e i/le Prigionierx Anarchichx di Lunga Data ha visto negli ultimi 3 anni un’enorme diffusione del supporto e dell’amore per Marie ed Eric in tutti gli angoli del mondo.

Significativamente, oltre al fiorire del supporto sia materiale che immateriale, abbiamo visto la proliferazione di azioni di solidarietà in molti diversi contesti, che ha diffuso lo spirito e i contributi alle nostre lotte di chi lo Stato ha cercato di far sparire. La solidarietà coordinata internazionale ha cominciato a diffondersi, con informazioni sui/le prigionierx anarchichx di lunga data ed ecologisti, superando molte barriere geografiche e linguistiche.

Questi sforzi hanno avuto effetti molto tangibili sulle vite di Marie ed Eric (e moltx altrx). Le iniziative benefit li hanno aiutati a rimanere fedeli ai loro valori vegan, le persone care sono state in grado di far loro visita regolarmente nonostante le lunghe distanze, nuove generazioni di persone radicali in tutto il mondo li hanno raggiunti con la solidarietà. Insomma, l’11 giugno è stato molto efficace nell’aiutare a mantenere Marie, Eric e moltx altrx prigionierx anarchichx ed ecologisti di lunga data nei nostri cuori e nelle nostre menti, e mantenerli vivi nelle nostre lotte.

Ma questo processo del ricordare – del “mantenere vivi” – è una cosa infida.

Le nostre lotte e i nostri movimenti sono spesso colpiti da una mancanza di memoria, e da una mancanza di comprensione e connessione con il passato come modo di informare le nostre azioni nel presente. Questo è sia una conseguenza dell’alienazione tecnologica della nostra epoca che una conseguenza della repressione strategica da parte delle forze dello stato. Lo stato, al presente, ha la capacità di rapire i/le nostrx compagnx e seppellirlx vivx, di forzarlx a languire tra cemento e freddo acciaio per decenni o per sempre. Sono strappatx via dalle nostre comunità, dalle nostre vite. E al loro posto rimane un vuoto doloroso.

Lo stato, da parte sua, sta banchettando sulla veridicità del vecchio detto “il tempo guarisce tutte le ferite”; sperando che questo vuoto si stringerà e che “dimenticheremo”. Se mantenutx prigionierx per abbastanza tempo, così pensa lo stato, le azioni dei/le nostrx coraggiosx compagnx svaniranno nell’oblio della storia e noi fuori rimarremo senza la loro presenza costruttiva e appassionata nelle nostre lotte. Dobbiamo combattere contro questa tendenza repressiva; non dobbiamo mai dimenticare.

Negli ultimi anni abbiamo visto un netto incremento nelle azioni di difesa ecologica e di liberazione animale in tutto il mondo. In questa resistenza sempre maggiore è importante che riconosciamo le azioni e le lotte del passato, dei/le compagnx che oggi dobbiamo purtroppo chiamare “prigionierx anarchichx di lunga data”. La continuazione delle loro lotte – ricordarli in maniera attiva – dev’essere mantenuta viva.

A questo scopo, per l’11 giugno di quest’anno vogliamo fare una chiamata specifica. Mentre negli scorsi anni possiamo aver enfatizzato alcuni aspetti del supporto per i/le prigionierx di lunga data (per es. supporto materiale, la costruzione di legami internazionali, ecc.), quest’anno vogliamo che sia esplicito.

Come gruppo che organizza l’11 giugno, abbiamo spesso usato il termine “ricordo attivo” per descrivere un processo che sentiamo sia cruciale nel fare supporto ai/le prigionierx di lunga data. Ovvero, siamo arrivatx a vedere la necessità di non portare semplicemente avanti una serie di nomi da “onorare e ricordare”, ma di lavorare verso una modalità di supporto che lega le nostre relazioni con i/le prigionierx anarchichx ed ecologisti di lunga data all’azione nelle nostre/loro lotte in corso.

Marie ed Eric, essendo al centro dei nostri sforzi organizzativi per l’11 giugno, sono entrambi vegani convinti imprigionati per aver agito in diretta opposizione alla distruzione della terra. In uno sforzo di “ricordarli attivamente” e di coinvolgerli nel presente connettendoli a una continuazione della loro lotta, stiamo incoraggiando le persone a legare le loro iniziative dell’11 giugno alle lotte in corso ecologiste e di liberazione animale.

Questa chiamata non è proscrittiva in nessun modo; leggete quello che volete in queste parole e mettetelo in azione come voi e il vostro gruppo credete sia meglio. Ma ricordate, quella che stiamo chiedendo non è un’espressione ritualistica di solidarietà, una festa una volta l’anno in cui, per solo un istante, richiamiamo alla mente quellx catturatx dallo Stato. Piuttosto, la nostra è una chiamata a vivere la storia dei/le nostrx compagnx imprigionatx, a prendere i loro nomi, le loro azioni, e le loro lotte e restituirli al mondo che li imprigiona. La nostra è una chiamata all’azione.

In solidarietà con Marie e Eric, con tuttx i/le prigionierx anarchichx di lunga data; in difesa della terra; finchè ogni gabbia non sarà vuota!

June11.org

Argentina: Allarme bomba per il volo 4648 della compagna LAN diretto a Santiago

Nel contesto delle giornate di agitazione e solidarietà con i compagni Marcelo Villarroel, Freddy Fuentevilla e Juan Aliste Vega, prigionieri in Cile dopo essere stati espulsi dal governo argentino, accusati di una rapina finita con la morte di un poliziotto, mercoledi 19 abbiamo diffuso un allarme bomba per il volo 4648 della compagna LAN diretto a Santiago (Cile).

Costringendo con questo gesto a paralizzare gli aeroporti di Ezeiza e Mendoza (con corrispettivo danno economico) e obbligando l’aereo ad un atterraggio d’emergenza.

In solidarietà anche con Carlos Quiduleo, Hans Niemeyer, Sol Vergara, Hermes González, Alfonso Alvial, e tutti i compagni sequestrati nelle carceri dall’altro lato della cordigliera. Le pressioni psicologiche contro il nemico sono un’arma storica dei rivoluzionari e noi non ci priviamo di usarla. Non ci sono scuse per non attivarsi e solidarizzare, con ogni mezzo.

Con il vivo ricordo del compagno Sebastián Oversluij.

Finché ci sarà miseria ci sarà ribellione!
La sovversione potrà anche interrompersi, ma nulla finisce!


fonte : contrainformate

Stato spagnolo: Se toccano uno/a – Su Monica e Francisco

Sono passati due mesi da quando cinque persone sono state arrestate ed isolate. Due di queste, Monica e Francisco, sono rinchiuse nel duro regime spagnolo FIES, e il resto è in libertà vigilata (sottoposti ad obblighi di firma settimanali presso il tribunale), in attesa del processo con le medesime accuse.

Molti compagni in giro ci hanno detto della apparente aura di segretezza che coprirebbe tutto ciò che riguarda l’attuale situazione dei/lle compagni/e e il caso e che dopo il circo mediatico che ha accompagnato gli arresti, qualcosa andava detto. La verità è che, come sappiamo già, contro i media e i loro rappresentanti, poco si può fare in termini di contropropaganda. Possiamo esporla, imparare come costruiscono le loro reti e vedere come lavorano a fianco con lo stato nel costruire un vuoto che cercano di riempire con il prossimo nemico interno: musulmani, indipendentisti, galiziani, animalisti accusati di aver aperto troppe gabbie, anarchici… Tutti questi riempiranno il vuoto lasciato dal ETA, un vuoto non solo nel senso di un nemico interno che nutre un enorme apparato burocratico, repressivo e giudiziario: il cosiddetto antiterrorismo; un’istituzione che si rifiuta di scomparire e che deve provare la propria necessaria esistenza ed efficienza… Un tale vuoto sarebbe notato nelle loro nuove celle che vanno riempite e sulle pagine dei giornali, qualcosa che potrebbe lasciar spazio ad altri problemi nelle teste dei lettori… Oggi poche preoccupazioni nascono dagli sfratti massicci, dal fatto che milioni di persone non arrivano alla fine del mese (neanche con la schiavitù salariale), che i politici continuano a riempirsi le tasche e ridere di noi. Ci sono dei fantasmi molto pericolosi, dicono, che dobbiamo davvero temere: immigrati, terroristi, ecc… Continue reading Stato spagnolo: Se toccano uno/a – Su Monica e Francisco

Stati Uniti d’America: Kevin Olliff condannato a 2 anni e mezzo

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Martedì, Kevin Olliff ha accettato di patteggiare la pena ed è stato condannato a 2 anni e mezzo. L’unica prova a sua carico è stata il possesso di strumenti che per l’accusa erano pronti per essere usati per “danneggiare” un allevamento di volpi.

Con i benefici per la pena scontata, e quelli relativi al Illinois, Kevin dovrebbe essere rilasciato tra 10 mesi.

Questa è una condanna significativamente più pesante rispetto a quella ricevuta dal coimputato Tyler Lang, che è uscito a Novembre. Si è detto che i trascorsi di Kevin con i suoi arresti per la militanza animalista lo abbiano reso un bersaglio per l’accusa, traducendosi con una condanna più lunga (Kevin ha scontato in California per delle accuse di “stalking” riguardo al suo ruolo nella vittoriosa compagna contro POM Wonderful).

La storia

Tyler Lang e Kevin Oliff sono due attivisti animalisti di Los Angeles che sono stati arrestati in Illinois in Agosto per “possesso di strumenti per vandalismo”. Dopo un primo momento dove si sono rifiutati di far effettuare la perquisizione dalla polizia, la loro automobile è stata comunque perquisita. Dentro, la polizia ha trovato cesoie, acido muriatico, maschere da sciatori, tronchesi, abbigliamento mimetico. Secondo l’accusa tali strumenti erano utili per colpire un vicino allevamento per pellicce.

Un caso che parte dal generico vandalismo e finisce nella liberazione animale

Questo caso ha avuto numerose svolte, incluso l’accusa che ha sostenuto di avere immagini di sorveglianza di un attacco ad un allevamento di visoni in Illinois avvenuto la notte prima del suo arresto (insieme a Tyler Lang).

Mentre è stato chiaro dall’inizio che l’accusa stava usando le loro storie di attivisti animalisti contro Tyler e Kevin, solo alla fine ciò è stato esplicito.

Prima, l’accusa ha detto di usare Morris, la liberazione di visoni in Illinois (avvenuta la notte prima dell’arresto) per costruire un caso circostanziale e sostenere che Kevin Olliff volesse usare gli strumenti trovati in auto per colpire un allevamento per pellicce.

Dopo, l’accusa ha citato uno specifico allevamento che credeva fosse l’obiettivo di Kevin e Tyler la notte del loro arresto.

Alla fine, il governo è stato esplicito: Hanno voluto processare Kevin e Tyler per l’aver cospirato in piena regola di attaccare un allevamento.

Governo alla disperata ricerca di un arresto

Negli ultimi 6 mesi del 2013 10 allevamenti sono stati attaccati e nessuno è stato arrestato. È chiaro che il governo ha avuto un particolare interesse per Kevin e Tyler in assenza di poter arrestare membri del ALF. Nonostante quasi tutti gli attacchi siano avvenuti dopo il loro arresto, il governo è sembrato voler rochestrare qualcosa di simbolico (arrestando
attivisti animalisti di notte nel Midwest) contro gli attuali successi del Fronte di Liberazione Animale.

Trasporto in carcere

Kevin è stato trasferito dal tribunale di Woodford quasi subito dopo la sentenza, e trasferito in una struttura a Joliet. Dovrebbe star li un mese, prima di essere portato in una vera prigione. Durante il prossimo mese, avrà limitazioni sulle telefonate, potrà ricevere (ma non inviare) mail. Il suo nuovo indirizzo verrà postato appena possibile.

Cosa si può fare

Questo risultato, anche se non ideale, non sarebbe stato possibile senza le manovre legali del team legale di Kevin, un gruppo di duramente impegniati avvocati attivisti da Chicago (ed un avvocato dal Woodford County). Il fondo di sostegno di Kevin è ancora in rosso dalle sconfinanti spese legali, e diverse migliaia di dollari sono ancora necessari per pagare gli avvocati. Considerate di organizzare una raccolta di fondi per Kevin, o donare direttamente alla sua difesa legale.

Per donazioni qui.

Controllate il sito del supporto Kevin & Tyler per aggiornamenti frequenti, per donare, e per tutte le ultime novità.

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Dal 16 al 22 di dicembre: Settimana di solidarietà internazionale con i/le 5 compagnx detenutx il 13 di novembre a Barcellona

soli5Il 13 novembre 2013 sono stati detenutx cinque compagnx anarchici/che a Barcellona, accusatx di appartenenza ad una “organizzazione terroristica” e di essere gli/le autorx del piazzamento del ordigno esplosivo nella Basilica del Pilar. Trasferitx nella Audienza Nazionale, 3 di loro sono statx rilasciatx con carichi 5 giorni più tardi, essendo gli/le altrx due compagnx incarcelatx. Tutti hanno le accusazioni di “appartenenza ad un’organizzazione terroristica”, ” distruzioni in grado di consumazione”, “distruzioni in grado di cospirazione”. I/le compagnx incarceratx, Francisco e Monica sono attualmente in regime FIES 2 nelle carceri di Madrid di Navalcarnero ed Estremera. Si trovano bene di coraggio e con grande forza.

L’intera  “operazione poliziale” è stata coinvolta in un elevato grado di sensazionalismo mediatico, la stampa ha insistito molto sulla pericolosità degli/le arrestatx ( pubblicando anche le loro fotografie nonostante sia vietato dal codice di deontologia giornalistica), come appartenentx ad un’organizzazione terrorista con un nome più lungo che quello di un film di Almodóvar e nella pericolosità e il carattere internazionale della stessa, povera imitatrice di Al- Qaeda. Chiaramente la stampa stava facendo pubblica ciò che gli agenti di polizia hanno detto a loro che dovevano pubblicare. Svolgendo il suo ruolo, cercavano di creare un clima di paura e allarma tra la popolazione le cui preoccupazioni non sono quelle della sorte di una chiesa o quelle di essere uccise in un attentato anarchico, ma quelle delle conseguenze quotidiane più crudeli della rapina capitalista e le aggressioni dello Stato.

Se un terrorista è colui che infunde terrore, i media non restano indietro di Al-Qaeda. Che dire davanti a questa situazione? Semplicemente che la tradizione anarchica sempre è stata fertile nei suoi attacchi e difese contro il potere, di parola e di azione, mediante gli esplosivi, sì, ma anche mediante gli scioperi, gli atenei o le pubblicazioni. Sempre ha voluto costruire un mondo senza governanti o governati, senza sfruttamento e oppressione, e quindi, sempre ha voluto distruggere questo mondo dell’autorità, la miseria e l’infamia, in quanto è totalmente incompatibile con la libertà.

Nonostante quello che dice lo Stato e la stampa, nonostante il connettivismo e la pacificazione sociale applicati mediante il civilismo e altre ignominie anestetiche per qui la popolazione lavore, consuma e rimane zitta, la lotta contro la Dominazione continua con i mezzi che siano necessari, che violenti o duri che potrebbero essere non gli arrivano nè alle suole delle scarpe all’ultraviolenza sistematica dello Stato e del capitalismo, che condannano allo sfruttamento, alla fame e alla morte a miliardi di persone.

Che dire della Chiesa cattolica? Responsabili di migliaia di morti, e d’indottrinare e terrorizzare fin dall’infanzia milioni di menti, di dettare le loro aberranti idee su millioni di corpi, di fare affari con la povertà e la sofferenza. Un’organizzazione gerarchica del terrore e della repressione come è la Chiesa (di qualsiasi tipo) non ci merita nessuna lastima quando è attaccata.

Che dire della monarchia? Parassita istituzione che vive, come la Chiesa, a nostre spese e che coesiona lo Stato e l’esercito, apparati di repressione e di autorità . Le sventure della casa reale non ci possono provocare nessuna lacrima.

Che dire delle banche, aziende, politici … ? La sua distruzione solo potremo riceverla con un sorriso di felicità. Ma mai è menzionata la ingiusta e crudele faccia intrinseca ai nostri nemici. Come non potrebbe essere altrimenti, l’ordine deve essere mantenuto e i fattori del disordine isolati e combattuti. Niente di più logico da parte dello Stato, del capitalismo ei suoi lacchè. ‘E  il loro dovere. Il nostro, nostro dovere auto-imposto è quello di sostenere ai/le nostrx compagnx e continuare lottando fino a quando non rimanga pietra su pietra nell’edificio dell’autorità, fino a quando non rimangano carceri in piedi, fino a quando non rimanga mai più nessuno che dica ad altri ciò che possono fare.

Tutta la solidarietà con i/le detenutx di Barcellona, così come a tuttx x compagnx  perseguitatx, incarcelatx, rappresagliatx di tutto il mondo.

Morte allo Stato e viva l’anarchia!

anarchici di Barcellona

Per scrivere al/la compagnx:

Mónica Andrea Caballero Sepúlveda
CP Madrid VII Estremera
Crta. M-241 km 5,750
28595 Madrid (spagna)

Francisco Javier Solar Dominguez
CP Madrid IV Navalcarnero
Crta N-V km 27,7
28600 Madrid (spagna)

in spagnolo

Montevideo, Uruguay: Protesta presso l’ambasciata di Spagna

escrache all’ambasciata spagnola
giovedì 5 dicembre 2013, alle 18h (concentrazione in rivera y soca)

libertà per mónica e francisco
in prigione preventiva dal 17 novembre

Atene: Striscione solidale con i/le 5 compagnx arrestatx a Barna il 13 novembre

Lunedì, 18 Novembre, alcunx membri di Contra Info hanno appeso uno striscione nella piazza Exarchia (Atene), in solidarietà con i/le cinque compagnx arrestatx il 13 Novembre a Barcellona, accusati con la legge antiterrorista per le azioni dirette rivendicate dal Comando Insurrezionale Mateo Morral.

I/le compagnx, dopo che sono statx spostatx da Barcellona a Madrid, hanno trascorso quattro giorni in isolamento, finché finalmente sono passatx a disposizione giudiziale il 17 Novembre. Dopodiché Rocío Yune, X.X. e Gerardo Formoso sono uscitx in libertà con carichi giudiziali e il ritiro dei passaporti, mentre si è dichiarata la custodia cautelare senza cauzione a Mónica Caballero e Francisco Solar.

Lo striscione recita: “Libertà per x 5 compagnx arrestatx il 13/11 a Barcellona. Solidarietà e azione oltre ogni frontiera”.

Dalla nostra trincea controinformativa, inviamo tutta la nostra forza ai/le 5 compagnx perseguitatx e facciamo un appello perché si moltiplichino i gesti di solidarietà di fatto. Davanti alla repressione poliziesca, interstatale e dei media, non siamo dispostx a fare nessun passo indietro.

Fuoco alle carceri ! Fuoco alle frontiere !

Stato Spagnolo: Aggiornamento sui compagni arrestati il 13 novembre 2013

In 17 Novembre, a seguito della decisione dell’Udienza Nazionale a Madrid, è stata disposta la custodia cautelare (molto probabilmente FIES) per Mónica Caballero e Francisco Solar. Mentre i compagni Gerardo Formoso, X.X e Rocío Yune sono stati scarcerati dopo 5 giorni di detenzione in isolamento, il passaporto gli è stato ritirato e rimangono con l’obbligo di firma periodica nei tribunali.

I reati per i quali sono stati accusati sono :
– appartenenza ad un’organizzazione terroristica,
– attentati terroristi (collocazione dell’artefatto a Saragozza),
– cospirazione per la commissione di attentati terroristi (presunti progetti per un attentato al monastero di Montserrat a Barcellona).

Ricordiamo che la compagna Mónica è vegana (rimanendo tale anche durante la sua carcerazione in Cile nel 2010) ed è un punto da tenere presente nella sua quotidianità, dovunque si trovi.

Compagn* non dimenticate e non lasciamoli soli!
Libertà per Monica e Francisco!

Aspettiamo maggiori informazioni.

Cile: Estendendo i legami solidali. Scritti di alcunx giudicatx per il Caso Bombas in solidarietà con Francisco Solar e Monica Caballero

guerra-a-la-calleIl 13 novembre, sono stati detenutx da parte delle forze repressive dello Stato spagnolo, i nostri compagni Monica Caballero e Francisco Solar, accusatx del attentato esplosivo alla Basilica del Pilar in Spagna.

Davanti a questa situazione si scatena un uragano di parole pompose tra persone di entrambi i governi [cileno e spagnolo], congratulazioni dei fiscali e riciclati ministri degli interni.

Monica e Francisco sono stati detenutx nel mese di agosto 2010 nel cosiddetto Caso Bombas. entrambi affrontato con dignità e ribellione il processo nella sua contra, più di 9 mesi di prigione in regimi di alta e massima sicurezza, si rifiutarono del ricatto del fiscale, portarono avanti con il resto dei/le compagnx imputatx uno sciopero della fame di più di 65 giorni e affrontarono uno dei processi più lunghi , uscendo assolti e con le convinzioni intatte.

Il supporto della polizia e mediatico dell’accusazione che oggi affrontano x compagnx è sustentato sul processo giuridico del Caso Bombas, razzia scatenata contro gli spazi, ambienti e individualità anarchiche.

Ora i potenti cercano di riesumare il cadavere del Caso bombas, minacciando di aprire nuovi procedimenti contro di noi, davanti a questo siamo chiarx: rifiutiamo l’accusa, ma non negiamo chi siamo, le nostre idee, le nostre relazioni, il nostro passato, presente e futuro di lotta.

Non è esistita nè esiste nessuna associazione terrorista anarchica, non esistono leader informali, centri di potere o il finanziamento terrorista. Questi deliri investigativi solo cercano di incasellarci in logiche organizzative che nella pratica neghiamo. Disprezziamo i metodi del potere e davanti a questo, lo Stato ci identifica come x sospettatx di sempre e gli eternx colpevolx.

Al di là dei giri dei giudici, ministri degli interni, fiscali e giornalisti, restiamo fermi nella convinzione che il processo giudiziario avviato nel 2010 è stato una infamità che cercò di illegalizzare le relazioni di amicizia, perseguito spazi, scrisse posizione di vita e passati e presenti di lotta.

La complicità dello Stato spagnolo con il governo cileno rivela il volto terrorista di qualsiasi struttura di potere che mantiene la sua dominazione sulla base della sorveglianza e la paura.

Faciamo un forte appello alla solidarietà con Monica e Francisco, in quanto compagnx anarchicx, più in là di ogni parere giuridico come pure esprimiamo la nostra solidarietà con il resto dei/le rapitx per gli Stati di tutto il mondo.

Nonostante le distanze geografiche che ci separano oggi, ci mantiene unitx la convinzione di lottare contro il potere. È necessario avicinare realtà e sviluppare la solidarietà per rompere l’isolamento e la paura.

Monica e Francesco sono i/le nostrx compagnx e gli difenderemo delle campagne mediatiche e di polizia condotte da entrambi gli stati.

Perché tutti gli stati sono terroristi e tutte le carceri, centri di sterminio.

Solidarietà rivoluzionaria oltre ogni frontiera.

Alcuni Processatx per il Caso Bombas
13 Novembre 2013

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No MAT, Spagna: Comunicato di una compagna detenuta il 16 settembre

IMG_1928Repressione quotidiana nel contesto della lotta contro la M.A.T.

Sono stata fermata dalla polizia sul sentiero che porta al benzinaio. Tutto e cominciato come quello che penso dovesse essere un controllo di documenti aleatorio, che mi ha portado ad essere detenuta con false accuse da parte della polizia, a passare una notte in custodia e a dover affrontare un processo. Il fatto che io non fossi di queste parti ha giocato un ruolo decisivo nello svolgimento del conflitto, che e degenerato fino a comportamenti fascisti e a violenze da parte della polizia.

Posso solo presumere che la ragione che si cela dietro questa repressione e quella di dividerci e di fare in modo che la protesta resti una questione “locale”. Ma non e locale, e una lotta globale che riguarda tutte e tutti, e che non dovrebbe essere combattuta solo da un piccolo gruppo di persone che si sentono responsabili, ma da tuttx quellx che hanno una coscienza sociale e ambientale.

La risposta a questa massiccia intimidazione da parte della polizia non dovrebbe essere una retrocessioneun’organizzazione e un supporto ancora più forti ad ogni livello possibile.

Grazie per tutto il supporto e la solidarietà che mi avete dato, io sono ancora presa bene.

I fatti:

Il 16.09.2013 verso le 7 del pomeriggio stavo camminando lungo il sentiero che dalla Masia Occupata porta al benzinaio, per comprare qualcosa da bere. Sul sentiero c’era un posto di blocco dei Mossos (polizia catalana) che mi hanno chiesto i documenti. Gli ho dato il mio passaporto e loro mi hanno detto di mettere tutte le mie cose di fronte alla macchina, dopodichè l’unica poliziotta ha voluto perquisirmi. Io ho chiesto il perche e loro mi hanno risposto: “Perche siamo la polizia!”. Io ho ribattuto che questa non era una buona ragione. Loro mi hanno perquisita e mi hanno chiesto cosa ci facessi li, cosa ho risposto: “Vi ho dato il mio passaporto ma non rispondere alle vostre domande.” Da questo momento hanno cominciato a diventare molto agressivi. A un certo punto uno sbirro ha detto: “Prendi le tue cose e vai via!”

Ho sentito che non volevano lasciarmi andare ma che erano costretti a farlo. Cosa ho detto ironicamente:”Oh grazie, siete cosa gentili!” A quel punto uno di loro mi ha sputato in faccia e io gli ho risputato. Immediatamente mi ha colpita alla testa, sono caduta e tre sbirri si sono seduti sulla mia schiena, mi hanno ammanettata, colpita e lo sbirro che mi aveva sputato  mi ha detto:”Adesso si che capisci catalano!” e mi hanno postata in questura. Ho detto ad un’agente che si occupava della buracrazia, che il suo collega mi aveva colpito e che volevo il suo numero di identificazione, ma mi ha ignorata. Dopo mi hanno chiusa in cella senza dirmi cosa stesse succedendo. Il giorno successivo hanno preso le mie impronte digitali, le impronte delle mani, mi hanno fatto delle foto, mi hanno fatto delle domande a cui ho rifiutato di rispondere. Verso mezzogiorno mi hanno portata in tribunale dove, seguendo le istruzioni dell’avvocato d’ufficio, ho risposto alle domande del giudice. Sono stata liberata dopo il processo, apparentemente gli sbirri hanno dichiarato che ero stata io a provocarli e colpirli, ecc.. Subito dopo mi sono messa in contatto con l’avvocato No Mat, che si occuperà del mio caso in futuro.

Info ed aggiornamenti: Torres más altas han caído

Resistenza al Pacific Northwest Grand Jury: Supporto a Steve, che si trova in fuga

28 Settembre 2013 – Un aggiornamento sulla situazione di Steve

Ci rattrista di annunciare che l’indagine della grande giuria ha ricevuto una proroga di sei mesi e molto probabilmente si concluderà il 4 Marzo del 2014. Nel corso degli ultimi sei mesi ci sono state poche notizie sullo stato attuale o sulla portata delle indagini e sulla successiva repressione . L’unica novità è quella che è già stata detta, la grande giuria continuerà.

Steve sta ancora lottando contro la giuria. Si sta adeguando alla vita in una nuova città, circondato da buoni amici che sono fonte sia d’ispirazione e di supporto. Tuttavia, la scorsa settimana, Steve ha sperimentato molteplici istanze di molestie da parte della polizia; molestie di grado superiore da quelle sperimentate finora.

Circa due settimane fa, all’una della notte, mentre stava camminando verso il negozio d’angolo, Steve è stato avvicinato da due agenti di polizia locale che gridando il suo nome lo hanno gettato alla loro macchina e sul sedile posteriore. Dopo alcuni minuti di domande e insulti, in cui Steve rimase in silenzio, la vettura ha guidato Steve fuori dal parcheggio. L’episodio è durato un’ora, mentre i due poliziotti hanno continuato a insultare e molestare Steve. Continue reading Resistenza al Pacific Northwest Grand Jury: Supporto a Steve, che si trova in fuga

Besancon, Francia: Azioni in solidarietà con Sonja Suder

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Nella notte tra il 14 e 15 Settembre 2013, l’agenzia interinale Randstad, situata all’inizio di Carnot Avenue nella città di Besancon, ha subito il danneggiamento di una delle sue vetrine.

Ciò è stato fatto all’interno della campagna internazionale per il rilascio di Sonja Suder, imprigionata da due anni in un braccio di alta sicurezza del carcere di Preungesheim a Francoforte, accusata di vari
attacchi negli anni ’70.

Qualche notte fa, “Libertà per Sonja Suder” è stato scritto sul muro di un settore vicino, e la filiale del Credito Agricolo davanti al cimitero di Chaprais è stata attaccata con dei sassi, danneggiando la facciata.

Per Sonja e tutti quelli che si rifiutano di sottomettersi al Dominio!

Un nottambulo indesiderato

Helsinki, Finlandia: Striscione di solidarietà per Sonja Suder

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Libertà per Sonja

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Il 14 Settembre abbiamo organizzato una attività di supporto per Sonja, la quale è imprigionata in Germania, come contributo al richiamo di solidarietà per questo giorno. Abbiamo appeso uno striscione con la richiesta del suo rilascio davanti al Goethe-Institut nel centro della città di Helsinki (Finlandia), e distribuito volantini a circa 200 persone per informare circa la sua situazione.

Solidarietà, felicità e libertà per Sonja!

Isola di Lesbos, Grecia: Striscione anarchico per la liberazione di Sonja Suder

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Sullo striscione si legge: “Gli Stati sono gli unici terroristi. Rilascio del 80enne Sonja Suder”

Il 14 Settembre, nel contesto della solidarietà internazionale e della lotta anti-statale/dissidente che non conosce confini, abbiamo risposto al richiamo della liberazione di Sonja Suder. Così abbiamo fatto un piccolo intervento nella sede universitaria (ex ATEbank) nella città di Mytilini, dispiegando il nostro striscione sulla facciata come minimo segno di solidarietà. Abbiamo voluto ricordare che qualsiasi repressione dello Stato e qualsiasi macchinazione del regime contro il movimento anarchico-antiautoritario, in ogni parte della Terra, ci riguarda tutti, sempre e ovunque. Per di più, la lotta per la vita e la libertà non conosce (e non dovrebbe conoscere) alcun confine.

Nemmeno un passo indietro. Di fronte al terrorismo di Stato, costruiamo tumuli contro qualunque cosa ci vuole schiavi o tenta di commercializzare la nostra vita e infrangere i nostri sogni. Non ci arrenderemo senza combattere.

Fino alla notte in cui l’ultima frontiera e l’ultima prigione crollerà. Fino al giorno in cui nessuno dominerà e nessuno sarà dominato. E non fate l’errore di dire che siamo in pochi, perché non lo siamo; ma anche se eravamo… siamo sicuramente decisi. Stiamo arrivando…

Organizzazione Informale Anarchica- Cellula di Lesbos

Cile: Aggiornamento sulla situazione di Hans Niemeyer

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È stata finalmente fissata per giorno 25 Settembre 2013 alle ore 13 l’udienza dove la corte suprema deciderà in merito alla revisione del processo che è finito con la condanna di 5 anni e 300 giorni per il compagno Hans Niemeyer.

Il ricorso presentato dalla difesa, dato che la procura è d’accordo con la condanna data al compagno per collocazione di artefatto esplosivo. Secondo la difesa, la condanna non ha motivato perché il beneficio della “libertà vigilata” non è stato concesso al contrario di altri casi riguardanti dei compagni, inoltre i giudici hanno dato credito alle testimonianza di agenti di polizia che non avevano testimoniato in precedenza.

Solidarietà ai/lle prigonieri/e della guerra sociale!
Solidarietà con Hans Niemeyer!

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Bolivia: Aggiornamento sulla situazione di Henry

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Il giorno 4 Settembre 2013 era in programma un’udienza del caso nel quale è coinvolto il compagno Henry.

L’udienza era stata sollecitata dal procuratore, e aveva l’obiettivo di risolvere un incidente per giustificare il pieno svolgimento delle indagini e che per questo il caso non può chiudersi. L’udienza è stata sospesa per l’assenza di tre dei cinque imputati, erano presenti solo Henry e un altro imputato.

Questa udienza è stata la seconda ad essere sospesa. La prima era stata sospesa ad Agosto per l’assenza del procuratore e la mancata notifica agli imputati che pertanto erano assenti.

L’udienza, con lo stesso fine, è stata stabilita per il 25 Settembre.

Come Solidaridad Negra inviamo un abbraccio solidale a Henry che nuovamente si ritrova vittima di questi meccanismi e ritardi amministrativi, cosi come a tutti/e i/le guerrieri/e che in varie parti del mondo restano dignitosi in situazioni simili o peggiori. Forza a tutti/e.

Fino alla liberazione totale, contro ogni gabbia!
Continua a ruggire Henry!

Solidaridad Negra

Prigioni greche: L’anarchico Babis Tsilianidis ha richiesto l’interruzione della sua carcerazione

babis

L’anarchico rivoluzionario, Babis Tsilianidis, è imprigionato dal Gennaio 2011, e attualmente è detenuto nel carcere di Koridallos, ad Atene. Egli ha affrontato una serie di procedimenti giudiziari, in ognuno dei quali si è rifiutato di partecipare. Il compagno ha ricevuto pene sospese a questi processi, e questo fatto sarebbe stato sufficiente per il suo immediato rilascio dalla prigione, se non fosse per un ultimo processo in corso contro di lui in relazione ad una rapina armata al reparto di contabilità dell’ospedale AHEPA a Salonicco. Le “prove” della polizia che hanno portato la sua terza carcerazione prima del processo consecutivo sono basate esclusivamente sul DNA.

Questo processo, infine, abbia avuto luogo il 22 Gennaio 2013. Babis Tsilianidis è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse, e condannato a 10 anni e 4 mesi senza condizionale. Questo caso specifico ha portato alla prima condanna di un prigioniero politico in Grecia sulla base di un pezzo di prove circostanziali da sole, cioè, l’unica prova incriminante presentata dal pubblico ministero non era altra che una traccia del profilo genetico del convenuto “abbinata” ad un campione di DNA tratto da un fazzoletto che era stato trovato da qualche parte vicino alla scena della rapina.

Il 18 Settembre 2013, un consiglio giudiziario a Salonicco esaminerà la richiesta del compagno per una interruzione della carcerazione.

Sosteniamo gli anarchici e i rivoluzionari in cattività con ogni mezzo necessario. Non cediamo neanche un centimetro dei nostri spazi vitali alla repressione. Organizziamo sempre le nostre vite e le nostre lotte in modo anarchico, e verso l’anarchia, per smantellare la macchina sociale.

ulteriori riferimenti in greco / inglese e video di solidarietà

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