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[Italia]: Solidarietà ad Alfredo Cospito in sciopero della fame da Vetriolo

Il 3 maggio l’anarchico Alfredo Cospito – prigioniero in regime di AS2 nel carcere di Ferrara per la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Adinolfi, e di recente destinatario di un altro mandato di arresto per l’operazione “Scripta manent” – ha iniziato uno sciopero della fame della durata di dieci giorni contro la censura che gli blocca la maggior parte della corrispondenza in entrata e in uscita. Alfredo chiede ai compagni e alle compagne di spedire libri, riviste, lettere e materiale cartaceo in quantità, per sostenere il suo sciopero della fame e infrangere l’isolamento dettato dalla censura carceraria.

Il PM Sparagna di Torino impone la censura per i compagni e le compagne imprigionati/e per l’operazione “Scripta manent”. Negli ultimi mesi la censura è divenuta più stringente e molta parte della corrispondenza viene sistematicamente censurata e bloccata; libri, giornali e spedizioni di ogni tipologia quasi mai giungono a destinazione. La censura ha colpito anche uno scritto che lo scorso dicembre Alfredo ci aveva spedito per essere pubblicato su Vetriolo.

Così come in gennaio uno scritto è stato sequestrato ad Anna, per un’altra pubblicazione. Parallelamente nessuna copia del nostro giornale è giunta ad Alfredo e agli altri prigionieri: sequestrato dalle guardie, o spesso semplicemente scomparso.

È chiaro che se l’isolamento nei confronti dei compagni e delle compagne viene intensificato e reso così pressante è anche, e soprattutto, grazie alla censura e al blocco della corrispondenza. È chiaro che per il potere non è tollerabile che i compagni e le compagne possano continuare a contribuire al dibattito tra i refrattari e i nemici dell’autorità. Se il misero lavoro di spionaggio e la censura vengono sistematicamente intensificati è perché il potere suppone e immagina di poter annientare e ammutolire gli anarchici e le anarchiche nelle sue prigioni.

Bisogna fare dunque una breve analisi di questo odioso strumento del dominio. Il visto di censura è una disposizione, ordinata dal PM, che prevede che ogni lettera, in entrata e in uscita, venga letta dal secondino incaricato per questo infame lavoro, scannerizzata e inviata alla Procura. I frutti più succulenti di questo spionaggio dovrebbero poi venire utilizzati nel processo. Un ulteriore incremento di questo strumento è il blocco della corrispondenza: in questo caso il secondino, evidentemente seguendo linee guida indicate dalla magistratura, decide che non solo quella determinata lettera – come tutte le altre – verrà fotocopiata e spedita copia in Procura, ma bensì che essa non può entrare affatto nelle mani del destinatario. Il salto qualitativo applicato nei confronti dei compagni e delle compagne arrestate lo scorso settembre nell’operazione “Scripta manent” è l’utilizzo sistematico di questo blocco. Negli ultimi mesi si è andati verso una progressiva intensificazione dei blocchi della corrispondenza, deteriorando ogni comunicazione e impedendo ormai ai prigionieri di ricevere qualunque tipo di pubblicazione rivoluzionaria.

Una dinamica obbiettiva che, senza vittimismo, va osservata e denunciata. Così come non possiamo non osservare che tale intensificazione non riguarda solo un singolo carcere (quindi le
paranoie securitarie di quel singolo secondino o di quella singola direzione penitenziaria): è evidente che c’è una regia da parte della Procura di Torino. I solidali devono dire chiaramente e coraggiosamente che la responsabilità di questo comportamento liberticida è del dottor Sparagna.

Sparagna non è il solito PM da barzelletta delle numerose inchieste anti-anarchiche. È un “eroe” dell’antimafia. Un gran pezzo di Stato, apprezzato dalla buona borghesia, come testimonia la solidarietà espressa dall’associazione Libera nei suoi confronti, che arrivò persino a paragonare gli anarchici alla ‘ndrangheta. Come il dominio scelga i personaggi a cui affidare le proprie operazioni repressive, per le loro capacità o per le suggestioni simboliche che portano seco, è un altro elemento non trascurabile per una analisi e una pratica rivoluzionaria di solidarietà.

Nella consapevolezza che – nell’immediato, non in un radioso futuro – è la solidarietà nell’azione rivoluzionaria a poter spezzare questo isolamento e a poter distruggere le galere, esprimiamo la nostra solidarietà ad Alfredo in sciopero della fame e agli anarchici e alle anarchiche prigionieri/e.

Le compagne e i compagni della redazione del giornale anarchico Vetriolo

un testo di solidarietà in portoghese qui

Genova : Non un passo indietro! Sull’indagine e la perquisizione dei ROS

Ribellarsi è giusto!
sconvolgere Milano
a volte è un gesto un pò più umano
ribellarsi è giusto!
chi è schiavo chi è banale
può chiamarti criminale
ribellarsi è giusto!
se sei senza un programma
forse finirai in un dramma
però è giusto!
spezzare le catene
dal sudore delle schiene
dal rumore di sirene
ribellarsi è giusto!”
Assemblea musicale teatrale
Genova 1977

R97
NON UN PASSO INDIETRO

Giovedì 30 Aprile la cassazione ha confermato le condanne per Nicola e Alfredo riducendo la pena di qualche mese. Niente di nuovo quindi sotto il cielo, ma come sarebbe potuto essere altrimenti visto che la forca della magistratura è sempre pronta a colpire chi reagisce. Non si possono mica condannare da soli quando le leggi, che con molta efficienza fanno rispettare, condannano centinaia e centinaia di immigrati a morire tra i flutti del mare o quando le loro leggi permettono che i lavoratori siano sfruttati da qualche padrone in giacca e cravatta, fino a morire sul posto di lavoro.
Ma possono condannare, inquisire, indagare, imprigionare, torturare nel nome delle leggi e di chi le redige.

Ancora una volta, in questo caso attraverso lo spauracchio dell’Isis, lo Stato promuove il suo ennesimo tentativo di circoscrivere e, quindi, annichilire tutte le pratiche e i comportamenti di critica reale con la fulminea approvazione di un nuovo decreto anti-terrorismo.
Estendendo in maniera quasi capillare la possibilità di attribuire la finalità di terrorismo (art.270 c.p.) a modi e contesti dell’agire e tramutando in reati penali tutte le forme di solidarietà e supporto (dirette o indirette) a chi viene accusato e/o condannato come terrorista, lo Stato ribadisce con prepotenza uno dei ricatti cardini dell’ordinamento democratico: il dissenso è consentito a patto che sia innocuo, inefficace, disponibile a rimanere nei ranghi del controllo ed eventualmente ad essere recuperato/assorbito politicamente, culturalmente, socialmente e/o economicamente.

Si noti come lo stesso meccanismo viene utilizzato riguardo alla questione immigrazione. La campagna mediatica di terrore (con l’insinuazione del sospetto della presenza sui barconi di assassini sanguinari infiltrati tra i disperati) altro non serve che a far passare nella paura e indifferenza generale le affermazioni più reazionarie e i conseguenti provvedimenti  per il  progressivo rafforzamento delle frontiere di quella gigantesca lobby economica e finanziaria che è la cosiddetta Fortezza Europa.
Per far sì che ciò che avviene già al suo interno possa perpetuarsi, indisturbatamente e senza conseguenze, in maniera ancora più brutale e indiscriminata all’esterno dei suoi confini: il costante depredamento dei territori naturali, l’avvelenamento e la schiavizzazione di intere popolazioni.
Il periodo storico che stiamo vivendo al centro degli infiniti occhi che ci osservano e ci spiano non ci permette di prenderci tante soddisfazioni; tutto diventa difficile, ma sappiamo che con l’intelligenza e la fantasia togliersi qualche sassolino dalle scarpe è ancora possibile, come è possibile per esempio portare solidarietà a coloro che vengono arrestati per essersi opposti al dominio e aver ostacolato i suoi piani mortiferi, coloro ai quali la magistratura vorrebbe appiccicare l’etichetta di terroristi.
Sempre più dobbiamo lottare contro lo Stato, perchè è compito dei rivoluzionari combatterlo (agli intelletuali lasciamo il privilegio di discuterlo e basta), senza attendere il momento più propizio e, soprattutto, senza fare distinzioni tra buoni e cattivi.

La solidarietà e, perchè no, la complicità ai compagni e compagne nelle galere si da perchè è giusto così. Si scrive un volantino, si fa un’azione, in ogni caso si fa sentire a chi è limitato dalle quattro mura di una cella che la lotta non è mai vana.
Per questo decreti legge o altre strategie finalizzate ad indebolire le lotte non fermeranno mai la vicinanza tra chi sta dentro e chi sta fuori.
Perciò i tentativi di creare terrore tra le fila di chi lotta contro lo Stato (qualsiasi sia la maschera con cui cerca di insinuarsi tra le nostre vite) indagando i compagni per istigazione a delinquere non farà altro che rafforzare la solidarietà tra di noi.

Il p.m. Federico Manotti ha indagato un compagno genovese, appunto, per istigazione a delinquere al fine di commettere atti terroristici in riferimento ad un suo comunicato comparso su internet  in cui criticava duramente chi in precedenza, con lo scritto diffuso in rete “I puntini sulle i”, aveva preso le distanze dall’attentato, avvenuto nel maggio 2012 ai danni di Roberto Adinolfi (Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare) colpito alle gambe dai già citati Nicola e Alfredo, azione che rivendicarono durante la prima udienza del processo.

Noi dobbiamo dare una brutta notizia a Manotti… Chi nel 2012 non esitò a ribadire la necessità dell’attacco all’esistente e a portare la propria solidarietà a Nicola e Alfredo, non farà un passo indietro.

Sempre più consapevoli di quanto le logiche dei distinguo, le pubbliche prese di distanza, le dissociazioni e le delazioni a mezzo web siano contrarie alla nostra etica, al di là delle motivazioni personali di chi le produce. Finita la canea mediatica, l’unico vero beneficiario di queste pratiche risulta essere il potere e il suo apparato repressivo nel rafforzamento delle politiche di recupero del conflitto e nell’isolamento dei sovversivi. Oltre a riempire i taccuini dei pennivendoli per comporre qualche squallido e ridicolo “quadretto di famiglia”.

Ribadiamo che la solidarietà è il sentimento più profondo e, al tempo stesso, uno strumento imprescindibile di ogni percorso di lotta e per questo non deve mai rinunciare alle sue componenti conflittuali: l’attacco e il sabotaggio.
Ogni tentativo di intimorirci con indagini architettate ad hoc, insieme ai ROS, è del tutto vana.

LA RASSEGNAZIONE E’ MORTE!
LA RIVOLTA E’ VITA!

compagni e compagne solidali che si incontrano al Mainasso

[Grecia/Italia] Intervista CCF/Alfredo Cospito

Dalle carceri greche all’AS2 di Ferrara: Quattro parole in “ libertà”.

Intervista delle Ccf a me medesimo.

Prima di rispondere alle vostre domande voglio sottolineare che quel che dirò è la mia verità. Uno tra i tanti punti di vista, sensibilità e sfumature individuali all’interno di quel crogiolo di pensiero ed azione che va sotto il nome di Fai-Fri. Federazione informale che, rifiutando qualsiasi tentazione egemonica, rappresenta uno strumento, un metodo di una delle componenti dell’anarchismo d’azione. Anarchismo d’azione che solo quando si fa informale, non costringendosi in strutture organizzative(specifiche, formali, di sintesi)quando non è all’assillante ricerca di consenso (quindi rifiuta la politica)si può riconoscere in un più largo caotico universo che va sotto il nome di “internazionale nera”. Per capirci meglio la Fai-Fri è una metodologia d’azione che solo una parte delle sorelle e fratelli dell’internazionale nera praticano, non un’organizzazione né tanto meno una semplice firma collettiva, ma uno strumento che tende all’efficienza, che ha come obiettivo quello di rafforzare i nuclei e i singoli compagni/e d’azione attraverso un patto di mutuo appoggio su tre punti – solidarietà rivoluzionaria, campagne rivoluzionarie, comunicazione tra gruppi/singoli:

’’SOLIDARIETÀ RIVOLUZIONARIA. Ogni gruppo d’azione della Fai si impegna a dare la propria solidarietà rivoluzionaria ad eventuali compagni arrestati o latitanti. La solidarietà si concretizzerà soprattutto attraverso l’azione armata, attacco a strutture e uomini responsabili della detenzione del compagno. Non sussiste l’eventualità di mancata solidarietà perché verrebbero meno i principi su cui il vivere e il sentire anarchico si basano. Per appoggio nella repressione non si intende ovviamente quello di carattere di assistenza tecnico/legale: la società borghese offre sufficienti avvocati, assistenti sociali o preti, perché i rivoluzionari possano occuparsi d’altro.

CAMPAGNE RIVOLUZIONARIE. Ogni gruppo o singolo una volta iniziata una campagna di lotta attraverso azione e conseguente comunicato verrà seguito dagli altri gruppi/singoli della Federazione Anarchica Informale secondo i propri tempi e modalità. Ogni singolo/ gruppo può lanciare una campagna di lotta su obiettivi particolari semplicemente “promuovendo” il progetto attraverso una o più azioni accompagnate dalla firma del singolo gruppo d’azione a cui si aggiunge il richiamo della Federazione nella sigla. Se una campagna non viene condivisa, se ritenuto necessario, la critica si concretizzerà attraverso le azioni/comunicati che contribuiranno a correggerne il tiro o a metterla in discussione.

COMUNICAZIONE TRA GRUPPI/SINGOLI. I gruppi d’azione della Federazione Anarchica Informale non sono tenuti a conoscersi tra di loro, non sussiste la necessità ove altrimenti si rischierebbe di offrire il fianco alla repressione, a leaderismi dei singoli ed alla burocratizzazione. La comunicazione tra gruppi/singoli avviene essenzialmente attraverso le azioni stesse e attraverso i canali informativi di movimento senza la necessità di conoscenza reciproca (tratto dalla rivendicazione dell’attentato a Prodi, all’epoca presidente della Commissione Europea, 21 dicembre 2003, tratto da Il dito e la luna, pag. 15-16).

Questo patto di mutuo appoggio di fatto scavalca l’assemblea, i suoi leaders, gli specialisti della parola, della politica ed i meccanismi autoritari che si innescano anche in ambiti anarchici quando l’assemblea diventa organo decisionale. Quello che l’internazionale nera nei prossimi anni dovrebbe fare è riannodare quel “filo nero” che si era spezzato da tempo. Un filo che lega l’anarchismo di ieri che praticava la “propaganda del fatto”, figlia del Congresso Internazionale di Londra del 1881, all’anarchia d’azione di oggi, informale, anti-organizzatrice, nichilista, anti-civilizzatrice, antisociale. Nicola ed io, unici componenti del “nucleo Olga”, non conosciamo di persona gli altri fratelli e sorelle della Fai, conoscerli vorrebbe dire vederli rinchiusi tra le quattro mura di una cella. Ci siamo convinti dell’utilità della Fai-Fri grazie alle parole(rivendicazioni)ed alle azioni dei fratelli e sorelle che ci hanno preceduti. Le loro parole sempre confermate dall’azione ci hanno regalato l’indispensabile costanza senza la quale un qualsiasi progetto si riduce, nell’era del virtuale in inutili, sterili parole al vento. Avevamo bisogno di una bussola per orientarci, uno strumento per riconoscere e smascherare coloro che dell’anarchia hanno fatto una palestra per parolai, un filtro per distinguere le parole vuote da quelle portatrici di realtà. Abbiamo trovato in questa “nuova anarchia”, nelle sue rivendicazioni e nelle conseguenti campagne rivoluzionarie, una prospettiva di attacco reale che amplifica le nostre potenzialità distruttive, salvaguarda la nostra autonomia di individui ribelli ed anarchici e ci da la possibilità di collaborare, di colpire insieme, senza conoscerci direttamente. Nessun tipo di coordinamento può essere incluso nella nostra progettualità. Il “coordinamento” presupporrebbe necessariamente la conoscenza, l’organizzarsi tra le sorelle e fratelli dei diversi nuclei. Tale coordinamento ucciderebbe l’autonomia di ogni gruppo e singolo/a. Il gruppo più “efficiente“, più preparato, più coraggioso, più carismatico inevitabilmente avrebbe il sopravvento riproducendo gli stessi meccanismi deleteri dell’assemblea, alla lunga si ripresenterebbero leaders, ideologhi, capi carismatici, si andrebbe verso l’organizzazione: la morte stessa della libertà. Qualcuno potrebbe contestare che anche in un gruppo di affinità, in un nucleo Fai potrebbe annidarsi un leader carismatico, un “capo”. Nel nostro caso il danno però verrebbe limitato perché tra i nuclei non vi è conoscenza diretta. La cancrena non potrebbe estendersi. Il nostro essere anti-organizzatorici preserva da questo rischio. Per questo motivo bisogna affidarsi alle “campagne rivoluzionarie” che escludono la conoscenza tra i gruppi e singoli/e uccidendo così qualunque barlume d’organizzazione. Mai bisogna confondere le campagne con il coordinamento, questa è l’informalità, questa è l’essenza, secondo me, della nostra progettualità operativa. Sia chiaro che quando parlo di gruppo di affinità o nucleo d’azione posso far riferimento ad un solo individuo od a un gruppo di affinità numeroso. Non bisogna farne una questione di numeri. E’ chiaro che la singola azione viene pianificata tra i vari componenti del gruppo, in quel caso non si può parlare di coordinamento, mai tale pianificazione deve estendersi agli altri gruppi Fai-Fri. Al di fuori del proprio gruppo bisogna “limitarsi” a comunicare unicamente attraverso le “campagne rivoluzionarie” e le conseguenti azioni. La nostra conoscenza della Fai-Fri deve sempre rimanere parzialissima, limitata ai nostri affini. Della Fai-Fri dobbiamo conoscere solo le zampate, i graffi, le ferite apportate al potere. Mortale sarebbe creare qualcosa di monolitico o strutturato, ognuno di noi deve evitare equivoci o fascinazioni egemoniche. L’organizzazione limiterebbe enormemente le nostre prospettive, invertendo il processo dal qualitativo al quantitativo. Nell’azione di uno la volontà di un altro si rafforza dando ispirazione. Le campagne si diffondono a macchia di leopardo. Mille teste contro il potere infuriano, impossibile mozzarle tutte. Sono proprio queste azioni accompagnate dalle parole(rivendicazioni)a permetterci a colpo sicuro di escludere i teorici puri amanti della parola, dandoci la possibilità di rapportarci unicamente con chi vive nel mondo reale, sporcandosi le mani, rischiando sulla propria pelle. Quelle parole sono le uniche che contano veramente, le uniche che ci permettono di crescere, di evolverci. Le campagne rivoluzionarie sono lo strumento più efficace per incidere, fare male dove più nuoce. Dandoci la possibilità di diffonderci nel mondo come un virus portatore di rivolta e anarchia.

CCF: Per conoscerci dicci qualcosa sulla tua situazione attuale.

Alfredo: C’è poco da dire siamo stati arrestati per la gambizzazione di Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Per inesperienza abbiamo fatto degli errori che ci sono costati l’arresto: non abbiamo coperto la targa della moto che abbiamo usato per l’azione, l’abbiamo parcheggiata troppo vicino al posto del’agguato e, soprattutto non ci siamo accorti di una telecamera di un bar, gravissimo errore che oggi stiamo pagando. Abbiamo rivendicato la nostra azione come nucleo “Olga Fai-Fri”. Io sono stato condannato a 10 anni e 8 mesi, Nicola a 9 anni e quattro mesi. Nei prossimi mesi avremo un’ulteriore processo per associazione sovversiva. Questa è più o meno la nostra attuale situazione processuale.

CCF: I prigionieri anarchici e la prigione. Come sono le vostre condizioni nelle sezioni speciali, come si comportano i carcerieri e come sono i vostri rapporti con gli altri prigionieri?

Alfredo: In Italia attraverso i circuiti di Alta Sicurezza, che comportano molte restrizioni, lo stato democratico ci vuole isolare, relegandoci in sezioni completamente separate dal contesto generale del carcere. Impossibile qualunque contatto con gli altri carcerati, non abbiamo la possibilità di andare all’aperto, solo due ore in un piccolo cortile di cemento. La censura per me e Nicola è sempre stata rinnovata, quindi con ritardo e difficoltà riceviamo posta e giornali, le cose particolarmente interessanti per noi ci vengono sequestrate in entrata ed uscita. In questo momento siamo rinchiusi in una AS2, alta sorveglianza specifica per i prigionieri anarchici. Il “rapporto” tra noi ed i carcerieri è di indifferenza reciproca e naturale ostilità. Cos’altro dire, dal mio punto di vista le proteste “civili” fuori e dentro il carcere sono inutili, la “vivibilità” dentro è semplicemente una questione di rapporti di forza. Dal carcere bisogna uscire, tocca a chi sta dentro farsene capace… Continue reading [Grecia/Italia] Intervista CCF/Alfredo Cospito

Genova: Riconfermate le condanne per Alfredo Cospito e Nicola Gai

Genova 11 luglio – La corte d’ appello ha riconfermato integralmente la condanne di primo grado in rito abbreviato per l’il ferimento all’AD di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi: 10 anni e 8 mesi ad Alfredo e 9 anni e 4 mesi a Nicola. In primo grado i compagni avevano rivendicato in aula l’azione e la loro appartenenza, come unici componenti del nucleo Olga Fai/Fri. In appello hanno rifiutato di assistere alla farsa processuale in videoconferenza.

Italia: Aggiornamenti sulla censura in AS2 del carcere di Ferrara

28 gennaio 2014 – Continuano la censura ed il sequestro arbitrario di corrispondenza e stampa anarchica, in entrata ed in uscita, dalla sezione di Alta Sorveglianza di Ferrara: lettere e aggiornamenti informativi stampati dai siti e blog di movimento consegnati con settimane di ritardo, stampa anarchica di lingua inglese trattenuta e sequestrata da due mesi, corrispondenza con alcuni compagni in carcere all’estero bloccata e sequestrata dalla censura.

Va ricordato che nella sezione AS2 ferrarese sono rinchiusi unicamente tre anarchici [Adriano Antonacci, Nicola Gai e Alfredo Cospito] e che non hanno alcuna possibilità di contatto con il resto dei prigionieri, tutto questo concorre ad ostacolare se non impedire di fatto qualsiasi intervento attivo nelle discussioni fuori, visto che le notizie arrivano tardi e con il contagocce.

Alfredo in particolare chiede di far presente la situazione (l’ultimo episodio –di cui ha ricevuto notizia la scorsa settimana dall’amministrazione penitenziaria– è il sequestro di una sua lettera/intervista indirizzata ai compagni in carcere in Grecia delle CCF, bloccata due mesi fa e mai uscita dalle mura del carcere) e ribadisce solidarietà e vicinanza ai quanti continuano ad agire, in Italia ed all’estero, ai compagni prigionieri ed in particolare alla compagna Tamara Sol Vergara, sequestrata dallo stato cileno per aver attaccato un guardiano del BancoEstado, in solidarietà a Sebastian Oversluij, anarchico ucciso durante un esproprio.

Per scrivere ai compagni …
Alfredo Cospito – Nicola Gai
C.C. Ferrara, Via Arginone 327, 44122 Ferrara (Italia)

Più d’informazione : nidieunimaitres@gmail.com

Stati Uniti d’America: Una visione del futuro – Dove tutti i Roberto Adinolfi camminano con le stampelle

Tornando al Maggio 2012, Roberto Adinolfi era a capo di Ansaldo Nucleare, che costruisce centrali nucleari in tutta l’Europa, inclusa una a Kroko, Slovenia, e Cernadova, Romania. Adinolfi ha potere, soldi, prestigio e influenza. Per lui, le sofferenze e le morti a Fukushima, Giappone, non sono state neanche lontanamente vicine quanto l’ufficio con il climatizzatore o la sua lussuosa casa a Genova o i suoi abiti costosi.

Alcune volte, devi rompere qualche uovo per fare una frittata. E inoltre, ancora nessuna delle sue trappole mortali si è sciolta.

Ancora. Parola chiave. Ancora.

Roberto Adinolfi col suo potere, denaro, prestigio e influenza non ha neanche notato il mezzo che lo seguiva davanti casa. Ha creduto con arroganza che avrebbe fatto un’intera carriera guadagnando denaro a palate facendo rotolare il dado radioattivo e scommettendo milioni di vite altrui, e che mai avrebbe dovuto rispondere a nessuno, in ogni caso.

Cosi la mattina del 7 Maggio, Adinolfi è uscito dalla sua lussuosa abitazione a Genova e si è diretto verso il suo ampio ufficio con l’aria condizionata – quando un proiettile anarchico lo ha azzoppato. Ha perso sangue ed ha urlato.

Il suo vestito costoso si era rovinato.

Alfredo Cospito e Nicola Gai si sono assunti questo servizio pubblico umanitario di consegnare un chiaro messaggio ad Adinolfi da parte di milioni di future vittime del suo olocausto nucleare. Non hanno ricevuto premi o encomi, ma rispettivamente 10 anni e 8 mesi e 9 anni e 4 mesi.

Risulta chiaro che il governo italiano reputa più importante il vestito macchiato di Adinolfi rispetto alle milioni di vite che tremano all’ombra dell’incubo nucleare. Data la lunga esperienza di delusi gerarchi, questo probabilmente non suonerà strano.

I comunicati ispiranti e decisi di Alfredo Cospito e di Nicola Gai si trovano, in inglese, su Act For Freedom Now.

Il 30 Ottobre, quando Cospito ha cercato di leggere il proprio comunicato in aula, i giudici lo hanno interrotto e poi mediante l’intervento della polizia hanno espulso i due anarchici dall’aula.

Vedendo tutti i resoconti, l’indirizzo di casa dei giudici è ancora sconosciuto. Il giudice non sembra camminare con una stampella.

I pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz, che hanno arringato a lungo e ottenuto un milione di euro come danni (da pagare senza dubbio per il vestito di Adinolfi) camminano con spensieratezza e passo simmetrico. Questi funzionari chiaramente non hanno ancora ricevuto un proiettile nelle ginocchia.

Ancora. Parola chiave. Ancora.

Oltre alla reale, penetrante, ferita giustizia che è piuttosto ovvia, c’è anche una sorta di giustizia poetica in tutto ciò. Non solo il povero e l’impotente che si svegliano spaventati ogni giorno – non più. Cosi come la gente che teme di sentire la sirena dalla vicina centrale, i funzionari in Italia adesso trattengono il respiro quando escono dalle loro case e si dirigono a commettere la loro quota giornaliera di atrocità mondane.

Quando le auto gli sgommano vicino, loro si pisciano un po addosso, e accelerano, rovesciando il caffè. In quel momento di panico e terrore, intravedono un frammento del futuro, una visione, dove i dirigenti aziendali e i legislatori, banchieri e magnati del petrolio, vertici militari e capi di stato, zoppicano su e giu per i marciapiedi appoggiandosi ai bastoni o incespicando con le stampelle, sorridono e annuiscono gli uni con gli altri mentre passano, ma con sorrisi terribili e occhi spiritati.

Credo che questo momento gli sembri molto reale, e rabbrividiscono quando contemplano tutti questi spari ben mirati, espressamente non letali … perché i tiratori li vogliono vivi.

Se li uccidi, non capiranno nulla.

Ci sono parcheggi in tutti il mondo, dove tanti miseri e infami Adinolfi passano per andare a casa dopo una giornata di lavoro passata ad uccidere il futuro. Parlano ai loro cellulari con le loro mogli mentre mandano messaggi alle amanti e pianificano le fosse comuni che orchestreranno l’indomani.

Non fanno mai caso alle auto alle loro spalle. Non sospendono mai nulla.

Quanti Alfredo Cospito e Nicola Gai potrebbero esserci?

Quanti davvero.

Sean Swain 243205
Ohio State Penitentiary
878 Coitsville-Hubbard Road
Youngstown, Ohio 44505, USA

fonte

Bath, Regno Unito: Cellula ELF/FAI rivendica attacco ad una concessionaria

8 Gennaio:

Dispositivo incendiario a tempo lasciato nella concessionaria auto Kia, Lower Bristol Road, Bath. Danni alla facciata dell’edificio. Un 4×4 nuovo di pacca e tre auto incenerite. Un attacco diretto alle industrie sfruttatrici che traggono profitto dalla devastazione del nostro mondo, creando anche gli status symbols per i nostri nemici di classe. Questa sezione del Fronte di Liberazione della Terra e della Federazione Anarchica Informale ha questi tra gli obiettivi.

Con l’omicidio poliziesco di Mark Duggan che ha dato l’inizio alle sommosse del 2011, è sempre un buon momento riaccendere le strade.

Sfortunatamente per il nemico, il 32enne arrestato per l’azione non ha relazioni col nostro gruppo.

Solidarietà attiva con:

– gli inizi della nuova lotta contro i cantieri stradali nel regno unito (tracce della quale abbiamo visto a Come Haven), soprattutto con chi non sceglierà la prossima volta il percorso di liberali e pacifisti

– con l’anarchico Marco Camenisch (in sciopero della fame e rifiuto del lavoro dal 30 Dicembre) e ai prigionieri anarchici informali Alfredo Cospito e Nicola Gai in Italia

– a Henry Zagarrundo (che riconosciamo tramite i suoi scritti come spirito libero) bersaglio della giustizia boliviana, a quelli in fuga, e agli anarchici e agli indigeni che lottano contro il progetto dell’autostrada

Resistenza Perenne ELF-FAI

Bristol  Toluca – Jakarta – Mosca – Buenos Aires – Melbourne – continuate ad alimentare l’incendio

fonti : actforfreedomnow, 325

Buenos Aires: Rivendicato incendio di due auto della polizia

quemalosLavoratori armati, pronti ad uccidere, guardiani della legge e dell’ordine, servi del potere, assassini prezzolati. Si tratta della polizia federale argentina. Una guerra psicologica che fa parte della guerra sociale che combattiamo contro ogni forma di autorità, ma non è l’unica che scegliamo di propagare, visto che la nostra guerra è fisica: ovvero il nostro attacco diretto contro gli oppressori e i loro beni. Per noi non è abbastanza sapere che il nemico è conscio di poter essere attaccato; ci sentiamo completi sapendo che esso viene davvero attaccato. Anche se il nostro interesse è psicologico, crediamo che esso venga nutrito direttamente da una realtà fisica che si concretizza nell’attacco, come abbiamo già detto in precedenza.

Domenica 24 Novembre 2013, tra l’1.30 e le 2 di notte, abbiamo attaccato con dispositivi incendiari due pattuglie della polizia federale argentina: una del 41° distretto e l’altra del 27°.

Forza al compagno Ilya Romanov, imprigionato in Russia dopo essere rimasto ferito a causa del dispositivo esplosivo che stava preparando per attaccare la polizia.

Solidarietà ai compagni Francisco Solar e Monica Caballero, in custodia cautelare in Spagna, accusati dell’azione esplosiva alla basilica del Pilar a Saragozza.

Saluti e complicità, pieni d’amore e anarchia, ai compagni Alfredo Cospito e Nicola Gai, prigionieri in Italia e fieri membri della cellula Olga FAI/FRI

Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale

Italia: Sentenza nei confronti di Alfredo Cospito e Nicola Gai

prison-gateGenova, 12 novembre 2013

È stata emessa stamattina la sentenza nei confronti di Nicola Gai ed Alfredo Cospito, primo grado in rito abbreviato, per il ferimento Adinolfi, da loro rivendicato in aula nella scorsa udienza del 30 ottobre, i compagni non hanno partecipato a quest’udienza. Queste le condanne:

– 10 anni ed 8 mesi ad Alfredo
– 9 anni e 4 mesi a Nicola

Per attentato con finalità di terrorismo, art. 280, con reato ostativo (impossibilità di avere accesso a benefici, domiciliari, semilibertà, ecc. viste riconosciute le finalità di terrorismo). La valutazione del risarcimento richiesto dalle parti civili (Stato Italiano, Ansaldo Nucleare ed Adinolfi stesso) è stata rimandata ad una eventuale causa civile. La gup Giacalone si è dimostrata completamente asservita alle tesi della procura secondo cui sussistono le finalita di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico visto che, nella persona di Adinolfi, amministratore delegato Ansaldo Nucleare, è stata colpita la Finmeccanica, azienda di stato, con interessi mondiali nella produzione di sistemi di controllo e difesa.

Nella certezza di dove realmente alberghino i reali produttori di terrore indiscriminato e morte, un forte abbraccio solidale a Nicola, ad Alfredo, a quanti non si piegano alle logiche del terrore proprie del dominio.

per scrivere ai compagni
Nicola Gai 
Alfredo Cospito
C.C.Ferrara Via Arginone 327. 44122 Ferrara

più d’informazione: nidieunimaitres@gmail.com

Genova: Resoconto udienza processo contro Alfredo e Nicola

3bol
Poiché la società ha distrutto tutta avventura possible, la sola possibile avventura è distruggere la società FAI/FRI

30 ottobre

Tribunale di Genova blindato, ingresso ‘’preferenziale’’ sul retro per accedere direttamente all’ aula Coco, non più di 24 per volta, secondo la capienza massima dell’ aula scelta per ordine della Procura, per motivi di ordine pubblico. L’ accesso dei solidali, in un ‘aula già colma di pennivendoli e sbirri in borghese, è ulteriormente rallentato dai controlli: perquisizioni, metal detector, fotocopia dei documenti. La maggior parte dei solidali, 200 secondo i media di regime, rimane all’ esterno dell’ aula, di fronte alle guardie in tenuta antisommossa.

Alfredo e Nicola- portati in mattinata direttamente dal carcere di Ferrara- vengono fatti sedere nelle prime fila, non nella gabbia perché troppo vicini al pubblico, all’ ingresso del giudice si rifiutano di alzarsi, appena la gup Annalisa Giacalone inizia a parlare, Alfredo la interrompe affermando di non riconoscere quel tribunale e di aver intenzione di leggere un documento, senza aspettare i tempi ed i riti processuali. Inizia a leggere tra le urla di incitamento dei solidali e le lamentele della Giacalone. Dopo pochi minuti viene allontanato, con Nicola, a forza, dall’ aula: i compagni lanciano gli scritti nelle loro mani contro il giudice tra le urla dei solidali che, non appena Nicola ed Alfredo escono abbandonano a loro volta l’ aula.

Un corteo spontaneo abbandona il tribunale ed occupa un’ aula universitaria, più tardi verrà affisso nel centro di Genova uno striscione ‘’Solidali con Nicola ed Alfredo, Finmeccanica fabbrica morte’’. Nel frattempo vengono resi pubblici gli scritti di Nicola ed Alfredo in cui rivendicano, con orgoglio ed ironia, di essere gli autori del gesto e la loro identità di anarchici, sottolineano le responsabilità mortifere di Ansaldo e Finmeccanica, rendono pubbliche le modalità dell’ azione e l’ urlo di Adinolfi al momento del ferimento “…so chi vi manda…”, più tardi i media di regime ricameranno su queste affermazioni.

Il pm Silvio Franz ed il procuratore aggiunto Nicola Piacente chiedono, subordinati al rito abbreviato, 12 anni per Alfredo, 10 per Nicola (richieste iniziali di 18 e 15 anni ), in base all’ accusa di 280 bis, il ministero dell’ interno costituitosi parte civile (Gianmario Rocchittta, avvocato dello stato) un milione di euro di risarcimento. La prossima e conclusiva udienza, con le repliche e la sentenza, si terrà il 12 novembre, i compagni hanno già fatto sapere di non aver intenzione di presenziarvi.

più d’informazione: nidieunimaitres@gmail.com

Genova: Aggiornamento sull processo a Nicola Gai ed Alfredo Cospito

nucleo olga(1)Nella mattinata di oggi, 30 Ottobre 2013, si è aperto al tribunale di Genova il processo a carico dei compagni anarchici Alfredo Cospito e Nicola Gai, accusati di aver gambizzato l’ad di Finmeccanica Roberto Adinolfi. Azione rivendicata dal Nucleo Olga FAI/FRI.

Più di duecento compagni solidali si sono presentati all’appuntamento, diverse decine hanno anche presenziato in aula. Tribunale e zone adiacenti massicciamente militarizzate (chiuse al traffico le vie d’accesso), con grandi dispiegamento di polizia (circa un centinaio di agenti, molti in tenuta antisommossa) e rigorose misure di sicurezza. La Questura, infatti, non ha perso tempo a parlare di “serio rischio per l’ordine pubblico”.

L’arrivo di Alfredo e Nicola è stato salutato dalle urla e dagli applausi dei compagni all’interno dell’aula. Alfredo, prendendo la parola incurante della volontà della corte, ha iniziato a leggere il proprio contributo. Lette appena poche righe, è avvenuto il suo prevedibile allontanamento coatto dall’aula, disposto dal giudice e contestato sonoramente dai presenti. Nicola, di conseguenza, poco dopo ha lasciato l’aula.

I giudici hanno pertanto messo agli atti, e successivamente letto, i contributi dei due compagni, i quali hanno rivendicato l’azione e ne hanno spiegato i motivi, oltre che la ricostruzione, all’interno dei loro testi.

Dopo l’allontanamento di Alfredo e Nicola, molti compagni si sono diretti verso l’aula magna dell’università sita in Via delle Fontane, per poi occuparla poco dopo.

Le richieste di condanne da parte dell’accusa sono di 12 anni per Alfredo e 10 per Nicola.

Il processo riprenderà il 12 Novembre 2013, e ci sarà la sentenza!

Solidarietà ai compagni Alfredo e Nicola!
Fuori tutti dalle galere, dentro nessuno solo macerie!
Per l’Anarchia!

Puoi leggere le dichiarazioni di Alfredo Cospito e Nicola Gai, quì e quì

Grecia: “Voglio compagni, non la massa”, testo solidale con Nicola Gai ed Alfredo Cospito

neofelis_nebulosa1In Italia, il 30 ottobre, c’è l’udienza contro i nostri due fratelli, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sull’accusa della gambizazzione al CEO di Ansaldo Nucleare. L’attacco è stato rivendicato dalla celulla Olga FAI/FRI

Conosco persone… persone taciturne e loquaci,
codarde e audaci, umili ed arroganti…

Persone che vivono ubbidientemente, come pecore ed altre
che si nascondono in modo sleale, come iene.

Conosco persone che sognano senza fantasia
ed altre che vivono senza sognare… persone i cui occhi
sono abituati a guardare in basso e le cui orecchie
sono solite ricevere ordini “svegliati”, “lavora”,
“paga”, “compra”, “credi”, “finisci”…

Persone parte di una folla solitaria, che pazientemente aspettano
sulla soglia della vita… un eterno domani,
giorni migliori, un futuro ottimistico, le risposte alle proprie preghiere…

Stanno aspettando di credere ad ogni potenziale salvatore
e ad ogni imbonitore di idee, che prometterà loro una vita migliore.

Ma chi aspetta di vivere un domani migliore,
oggi è già morto.

Conosco delle persone, ma solo alcune sono miei compagni.
Morte Lenta o Insurrezione qui e ora…

Ci sono due vie, che si dipanano davanti a noi.
Noi scegliamo di essere li, dove osano i coraggiosi.

L’aria è più fine e la folla, che si prostra davanti ai suoi falsi idoli,
non imbruttisce le nostre forme.

E’ piacevole guardare verso il basso dalla vetta della montagna dell’Unico
anche se la folla in segreto desidera che tu cada nel baratro
affinché essa non si vergogni della sua bassa statura.

Le nostre parole oggi incidono come una lama
e le nostre azioni bruciano i ponti con il passato…
Con tenacia e volontà, fino a quando uccideremo l’autorità.

Per Nicola e Alfredo.
Per gli Anarchici d’Azione.

I membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco:
Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, Christos Tsakalos,  Gerasimos Tsakalos, Olga Ekonomidou, Damiano Bolano, Panagiotis Argirou, Giorgos Polidoros, Theofilos Mavropoulos, Haris Hatzimichelakis
Il membro della FAI/FRI Andreas Tsavdaridis e l’anarconichilista Spyros Mandylas

traduzione dal inglese, originale in greco

Perugia: Inchiesta “Shadow”, chieste pene dai 4 ai 10 anni

In data 9/10/13, presso la corte d’assise di Perugia, la PM Manuela Comodi ha chiesto le seguenti condanne per i/le compagni/e accusati nel cosiddetto processo “Shadow”:

Sergio Maria Stefani – 10 anni e 1200 euro di multa
Alessandro Settepani – 8 anni
Alfredo Cospito, Anna Beniamino e Stefano dal Moro – 5 anni e 6 mesi
Maria Ludovica Maschietto – 4 anni

Il 16 Ottobre sono previste le repliche della difesa, mentre la sentenza è programmata per il 22 Ottobre.

Solidarietà a tutti i/le compagni/e accusati!

Carceri italiane: Censura nell’AS2 di Ferrara – Terza parte

Aggiornamenti I & II qui

Quelli che seguono sono i due scritti di Nicola Gai censurati e trattenuti dall’amministrazione penitenziaria, il secondo in particolare, è quello che ha provocato il procedimento per tentata istigazione a delinquere ai danni di Nicola, citando integralmente l’ineguagliabile prosa giudiziaria “per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a istigare appartenenti a organizzazioni anarchiche a compiere atti violenti con finalità di terrorismo in particolare”, utilizzando la corrispondenza di Sergio Stefani, anch’egli detenuto presso la casa circondariale di Ferrara, invitava a seguire l’esempio degli appartenenti alle Cellule di Fuoco Fai/Fri greche che nel giugno 2013 hanno “fatto saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene” e indicando come obiettivo il direttore della Casa Circondariale di Ferrara (“informiamoci su dove parcheggia il direttore e agiamo di conseguenza” ) – fatto non verificatosi in quanto la missiva era fatta oggetto di censura in Ferrara nel giugno 2013. In data 29 luglio è stata poi ufficialmente disposta la censura della corrispondenza di Sergio e Stefano.

Per informazioni ed aggiornamenti : nidieunimaitres@gmail.com

UN CONTRIBUTO PER L’ INCONTRO DEL 3 AGOSTO ALLA RIOTTOSA

Care compagne e cari compagni, ho saputo con piacere degli incontri che si stanno tenendo per organizzare una presenza solidale in occasione del nostro processo. Vi invio questo scritto, anche se non pensato specificatamente per tali riunioni, ma penso che possa dare degli ulteriori spunti per la discussione. Sia Alfredo che io abbiamo trovato molto interessante che il documento “A testa alta”, che introduce gli incontri, non sia strettamente incentrato sul nostro caso, ma “usi” questo specifico episodio repressivo per tornare a discutere di temi importanti, quali la solidarietà rivoluzionaria, l’azione anarchica, il rapporto con le lotte sociali, ecc., di cui, purtroppo, ultimamente si ragiona, o meglio, non si ragiona che per frasi fatte. Noi non possiamo che augurarci che tutte queste discussioni non perdano mai di vista l’ aspetto pratico della lotta anarchica, crediamo che tutti i ragionamenti debbano essere indirizzati a rendere più incisiva e concreta la nostra azione. In merito a quello di cui siamo accusati, il ferimento dell’ A.D.di Ansaldo Nucleare, ci pronunceremo più avanti quando inizierà il processo il 30 ottobre.

Forza compagni c’è un intero mondo da demolire! Viva la nuova anarchia!

Nicola Gai
23/07/2013 Ferrara


Ferrara, giugno 2013

SULLA LOTTA ANTICARCERARIA

Da qualche tempo è evidente come sia tornata alla ribalta la lotta anticarceraria, nuove figure di “ribelli sociali” vengono spinte sul palcoscenico dal movimento allora si ricomincia: manifestazioni, presidi e proposte di bollettini per dare spazio alle lamentazioni che vengono dalle segrete di stato. Niente di nuovo all’ orizzonte, ciclicamente la trottola, cui troppo sovente somiglia il nostro movimento, rimbalza su di un diverso aspetto di questo mondo di merda e si rimette a girare. L’ interesse dei compagni si ridesta, si dà vita ad assemblee in cui si sostiene che bisogna approfondire l’argomento, capire quello che succede nei luoghi di tortura…e qual’ è il risultato? Si decide di andare a volantinare ai familiari dei detenuti nei giorni di colloquio e si organizza un presidio che sicuramente sarà un successo, in quanto i prigionieri “risponderanno” numerosi ed entusiasti. A dir la verità ultimamente, si è aggiunto al solito copione un nuovo atto, a dir poco sconcertante : un presidio “determinato e comunicativo” sotto il ministero di Giustizia a Roma. Per quanto ci abbia pensato non sono riuscito a capire cosa ci facciano degli anarchici, incazzati per i pestaggi avvenuti nel carcere di Tolmezzo, sotto il ministero se non sono lì per dargli fuoco.

Per quanto il carcere sia un problema permanente, le “mobilitazioni” contro di esso sono episodi che durano finché l’attenzione dei compagni non è richiamata da qualche altra “emergenza”. O finché l’oggetto delle nostre attenzioni (il ribelle sociale, il proletario recluso, ecc.) non cerca un interlocutore, più o meno istituzionale, che ritiene più adatto a soddisfare le sue necessità. Le mie considerazioni, ci tengo a chiarirlo non sono dettate da qualsivoglia astio personale o pretesa di particolare competenza del settore, ma dal semplice dato anagrafico : ho partecipato a diverse ondate di lotta anticarceraria, tutte nate con premesse simili e smorzatesi nello stesso modo. Mi ricordo molto bene la lotta degli ergastolani, anche in quel caso entusiasmo, assemblee, presidi, un bollettino anticarcerario, poi i protagonisti della protesta, spesso dipinti come ribelli indomiti, decidono di sospendere lo sciopero della fame ed i percorrere strade più istituzionali per risolvere il loro problema : fine di tutto e si riparte con un’altra lotta. Penso che sia necessario fermarsi a riflettere sul perché ciclicamente si ripresentino le stesse situazioni, sempre simili negli esiti. Perché non riusciamo a dare maggior continuità ed incisività al nostro agire? Sono certo che dobbiamo smetterla di farci trasportare dall’ emotività, dall’ emergenza del momento. Giochiamo troppo spesso in difesa, sembra quasi che il compito degli anarchici sia quello di risolvere i problemi dell’ ”oggetto” rivoluzionario di turno :carcerati, immigrati, sfruttati, ecc. Sono convinto che gli anarchici debbano “semplicemente” attaccare, ognuno con i propri metodi e tempi, cercando di vivere la [….], la gioia della distruzione senza cercare il “consenso” fra gli sfruttati di turno. A questo punto qualcuno potrebbe farmi notare che le mie sono enunciazioni di principio, da tutti condivisibili, ma praticamente cosa propongo di fare? Prendiamo spunto da quanto accade attorno a noi. Il carcere è una tale mostruosità che non abbiamo bisogno di conoscere ogni singolo sopruso che vi venga commesso per sapere che vada distrutto. Non impelaghiamoci in più o meno approfonditi studi sulle trasformazioni dell’ apparato carcerario, facciamo come i compagni greci della Cospirazione delle cellule di fuoco-Fai/Fri- Bande della Coscienza-Fai/Irf Cellula Sole-Baleno *: informiamoci su dove parcheggia il direttore ed agiamo di conseguenza. Imitiamo i compagni cileni della Cellula antiautoritaria insurrezionale -“Panagiotis Argirou”-Fai/Irf che il 12 maggio hanno colpito l’Associazione nazionale dei funzionari penitenziari a Santiago del Cile.Oppure prendiamo spunto dagli anonimi compagni che a Trento, alcuni mesi fa, hanno dato fuoco agli automezzi di una ditta che specula sul sopravvitto dei detenuti.

Se siamo tutti concordi che non ci sia niente di più bello che un carcere che bruci, armiamo i nostri desideri e diamoci da fare.

Nicola Gai

* Ai primi di giugno è stata fatta saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene. Tale azione è stata la prima del “Progetto Fenice”, è stata poi seguita dall’attacco contro l’auto di un secondino del carcere di Nafplio, sempre in Grecia, ad opera dei compagni della Cospirazione internazionale per la vendetta-Fai/Fri. Il progetto Fenice ha avuto un ulteriore seguito con due azioni, in Indonesia e, nuovamente in Grecia.

Italia: Aggiornamenti sul caso dei compagni incarcerati, Nicola Gai e Alfredo Cospito

Nell’udienza preliminare tenutasi stamattina 5 Luglio a Genova è stato richiesto e fissato in data 30 Ottobre 2013 il giudizio abbreviato in pubblica udienza per gli anarchici Nicola Gai ed Alfredo Cospito sotto processo per 280 bis, attentato con finalità di terrorismo, per il ferimento del’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, azione rivendicata dal Nucleo Olga Fai/Fri.

L’udienza del 30 Ottobre sarà quindi a porte aperte e si conferma quindi l’invito alla presenza solidale. Seguiranno a breve gli aggiornamenti su ulteriori date ed indirizzi di riferimento per organizzare la presenza ed i momenti di discussione, come già prospettato in precedenti incontri.

A testa alta.

per info ed aggiornamenti nidieunimaitres@gmail.com

Buenos Aires: Amici della Terra/FAI rivendica incendio di una volante

In questo mondo marcio ci sono molti difensori della legge e dell’ordine, e anche quelli con valori autoritari che ci ricordano la polizia che controlla le strade in cui giriamo. Continuando sul cammino insurrezionale accompagnati dagli/lle anarchici/che di prassi dell’Internazionale Nera, diamo un nuovo colpo alle forze di sicurezza che vegliano per mantenere la pace in questa società ipocrita che risponde allo stato argentino.

Nuovamente abbiamo attaccato a chi ci controlla giorno per giorno, ci arresta e uccide, come lo abbiamo fatto il 30 Dicembre quando abbiamo fatto detonare una bomba nella direzione generale del servizio penitenziario federale argentino, e tutte le volte che abbiamo distrutto i veicoli utilizzati della polizia, incendiando stavolta una volante della polizia federale argentina del commissariato 21 di Palermo, Buenos Aires, sabato 29 Giugno 2013 alle 4.

Ai/lle prigionieri/e della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Un saluto a Panagiotis Argirou e forza a Gerasimos Tsakalos.

Ai/lle prigionieri/e delle operazioni repressive statali contro gli anarchici in Italia.
A Nicola Gai e Alfredo Cospito.

Solidarietà con l’anarchico Kostas Sakkas in sciopero della fame dal 4 Giugno.

Un saluto complice alla Frazione Anticivilizzatrice del Fronte di Liberazione della Terra affine alla Federazione Anarchica Informale.

Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

PROGETTO FENICE
LIBERTÀ AGLI ANARCHICI DELLA PRASSI ITALIANI

i. Il ritorno della Cospirazione delle Cellule di Fuoco dalle ceneri

Solo nei momenti in cui la nostra tensione per la libertà si incontra con la prassi riusciamo realmente a vivere l’ anarchia, qui ed ora. Purtroppo il sogno che portiamo nel cuore è troppo grande per non rischiare di scontrarsi contro il mostruoso muro dell’autorità eretto a difesa di stato e capitale. Quando realmente mettiamo in gioco la nostra vita, inevitabilmente finiamo per scontrarci con la durezza insita nella lotta: la morte e il carcere.
Nicola Gai

La Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/IRF, in collaborazione con i compagni delle Bande di Coscienza, onorando la nostra vecchia e diacronica amicizia, abbiamo fatto saltare l’auto della direttrice delle carceri maschili di Koridallos, Maria Stefi, come segno di genuina solidarietà verso i nostri dieci imprigionati fratelli e sorella, Giorgos P., Olga, Gerasimos, Christos, Michalis, Giorgos, Haris, Teofilos, Panagiotis, Damiano, che hanno assunto la responsabilità per la loro partecipazione alla Cospirazione.

Dopo quasi due anni di silenzio nel territorio greco, la CCF ritorni. In fronte comune con le Bande di Coscienza, i nuclei della FAI (fronte antifascista, nucleo illeso di vendetta, Lupo Solitario, ecc) e la Setta dei Rivoluzionari, sosteniamo e rafforziamo la cospirazione internazionale della Federazione Anarchica Informale (FAI) – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI) .

La bomba piazzata nel veicolo della direttrice delle carceri maschili di Koridallos è la goccia prima della tempesta. Come è stato scritto, inoltre, nell’ultima rivendicazione della CCF contro il ministro della Giustizia… Continue reading Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

Indonesia: “Unità della Rabbia FAI-FRI-ICR” incendia 3 edifici di proprietà del Sindaco di Aceh Tamiang, Hamdan Sati

disobedient

Parliamo attraverso il fuoco. Per ricordare e mantenere sempre nelle nostre menti i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono sequestratx dallo stato e mantenuti dietro le sbarre. Per continuare la guerra di guerriglia urbana contro i nemici della libertà. Lasciamo che l’azione parli per noi.

Il 31 Marzo abbiamo incendiato 3 edifici di proprietà del Sindaco di Aceh Tamiang, Hadman Sati. Questa è la nostra prima azione realizzata ad Aceh, una regione in cui i fondamentalisti religiosi in passato hanno gettato 64 punks in un campo di riabilitazione e li hanno resi “normali”. Ma vogliamo chiarire che non siamo di Aceh. Non abbiamo cittadinanza perchè siamo senza confini. Siamo gli arrabbiati che accendono il fuoco della libertà.

Solidarietà ai/le membri imprigionatx della CCF e Th. Mavropoulos, Camenisch, da Silva e i/le compagnx italianx arrestati nelle operazioni Ardire, Thor e Mangiafuoco, e a Cospito e Gai. Mandiamo anche il nostro fuoco ai 4 compagni di Kozani recentemente arrestati.

La guerra continua.

Unità della Rabbia
ICR/FAI/FRI

fonte

Grecia, FAI/FRI: Cellula “Lupo Solitario” incendia un bancomat

Traduzione in inglese dei membri imprigionatx della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Quello che non può essere rubato
verrà bruciato…

La cellula “Lupo Solitario” della Federazione Anarchica Informale (FAI-FRI) rivendica la responsabilità per l’esplosione di un bancomat della Emporiki Bank a Galata Trizinias, alle 4.00 di mattina del martedì 4 marzo.

Lo scopo dell’attacco era di espropriare il bancomat per il rafforzamento della nuova guerriglia urbana anarchica e delle cellule di azione diretta. L’esplosione del bancomat è avvenuta con il metodo di Plofkraak (usando un cilindro LPG che fa defluire il gas nella cassaforte e prende fuoco-esplode attraverso l’uso di una batteria che attiva la lampadina di accensione). Ma questa volta la fortuna era dal lato del nemico. L’esplosione è avvenuta come avevamo calcolato, ma questo bancomat aveva un sistema di protezione speciale (materiale isolante che ricopre l’interno della cassaforte, che assorbe una parte dell’esplosione). Per cui il bancomat è esploso, ma non siamo riusciti ad arrivare alla cassaforte. Quindi abbiamo versato benzina su quello che restava e lo abbiamo lasciato al fuoco della distruzione. Da questo momento in poi, quello che non può essere rubato, verrà bruciato… Continue reading Grecia, FAI/FRI: Cellula “Lupo Solitario” incendia un bancomat

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la sede dell’azienda di corrieri “swift-mail” dalla Cellula Indenne di Vendetta-FAI/FRI

PERCHÉ NULLA È FINITO…

Il 10 Marzo abbiamo fatto l’ovvio. Abbiamo trasformato in azione le nostre promesse di vendetta. Abbiamo piazzato un ordigno esplosivo all’ingresso degli uffici dell’azienda di servizi di posta-rapida tramite corriere “swift-mail” a Pagrati. Le ragioni per il nostro attacco sono semplici e chiari.

Fotini Reklitou, che è la moglie del proprietario di quest’azienda e lavora in questo ufficio, il 1º Novembre 2010 con la curiosità poliziesca e piccolo-borghese che la possedeva ha aperto un pacco che avevano lasciato i nostri compagni lì per essere inviato all’ambasciata del Messico. La sua curiosità ha portato al suo ferimento. In seguito, come una autentica infame ha allertato i sbirri rilasciando una descrizione dettagliata su chi abbia lasciato il pacco e dove sia diretto. A causa di questa infame si sono mobilitati decine di poliziotti che hanno bloccato la zona ed hanno circondato i nostri compagni portando al risultato del loro arresto.

Da quel giorno Reklitou appartiene alla lista nera della nuova guerriglia urbana anarchica. La nostra dignità noi ci lascia mai di dimenticare gli infami. Che possa capire questo soggetto che questo era solo un messaggio. Un messaggio con ricevitore tutti i testimoni dell’accusa dei processi della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che alzeranno il dito e “riconosceranno” i “colpevoli”. Che non dimenticano che almeno i vecchi infami indossavano dei cappucci mentre ora abbiamo i nomi e gli indirizzi.

Non è passato molto tempo da quanto altri compagni hanno picchiato un’altro testimone d’accusa del processo precedente contro la CCF. Stiamo parlando per il pestaggio dello sbirro tossico dipendente di pillole dell’anti-terrorismo, Mourdoukouta, a Kallithea. Inoltre circa un mese e mezzo fa, è stato distrutto il caffè bar ad Exarchia, “To Kafetì”, proprietà di un altro ruffiano che aveva fatto causa e chiedeva anche un risarcimento da un compagno prigioniero della Cospirazione.

Ogni riconoscimento ed ogni testimonianza non sarà dimenticata.

Cerchiamo di essere chiari… Gli infami, poliziotti, giudici e carcerieri che hanno fatto male o hanno offeso i nostri compagni devono sapere che non saranno dimenticati indipendentemente da quanto tempo possa passare. Qualche notte riceveranno la nostra, indesiderabile per loro, visita con proiettili, bombe, con pugni di ferro…

Negli ultimi mesi c’è uno sforzo da parte dei poliziotti e dei media per combattere la nuova guerriglia urbana anarchica. In occasione a diversi arresti, parlano dello smantellamento della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Che diventi questo attacco un’altra confutazione nelle loro stime. Come è stato detto, la cospirazione non è semplicemente un’organizzazione ma un’idea, e le idee non possono essere né smantellate, né arrestate.

Cellule intatte continueranno ad agire ed attaccare contro il sistema marcio e la società dei sottomessi che lo sostiene.

La Cospirazione delle Cellule di Fuoco è l’Idra di Lerna della nuova versione anarco-nichilista. Per tutte le cellule che saranno perse in battaglia, appariranno sempre delle nuove che rafforzeranno la rete della Federazione Anarchica Informale (FAI) – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI) e continueranno con passione maggiore la gioia dell’attacco e della distruzione.

Perché siamo nati per combattere. Null’altro ci rende più vivi da questa vita dell’illegalità che abbiamo scelto.

La guerra è in corso ed è il momento per ognuno di scegliere campo.

Dedichiamo la nostra azione con tutto il cuore ai fratelli carcerati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, a Panagiotis (buon recupero compagno) a Gerasimos, a Giorgos, a Haris, a Christos, a Michalis, a Giorgos, ad Damianos, ad Olga e all’anarchico rivoluzionario Teofilos. Fino a quando ci incontreremo di nuovo fratelli.

A tutte le cellule della Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) in Grecia, nel mondo e soprattutto ai nostri fratelli in Indonesia. Saluti nichilisti fratelli…

Ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Russia, Bielorussia, Messico e nei Paesi Bassi.

Agli anarchici della prassi Alfredo e Nicola (accusati per la cellula OLGA-FAI) e ai fratelli e sorelle italiani che sono detenuti nelle carceri italiane.

Infine, con grande apprezzamento e rispetto ai fratelli e sorelle conosciute e sconosciute qui fuori, ai lupi solitari che provano che l’anarchico non è indicato dal numero di libri che ha imparato come pappagallo, ma dalla coerenza delle parole e delle sue azioni. Siamo stancati dagli “anarchici” che sono pieni di parole e da azione nulla. Agisci o stai zitto…

Con rapine, attacchi incendiari, esecuzioni, bombe, attacchi agli fascisti e poliziotti, ci troverete di fronte a voi…

“Dobbiamo entrare in battaglia solo quando non abbiamo più nulla da sperare, siccome dalla sua natura il risultato di una battaglia è incerto, ma dal momento che la decisione è stata presa, dobbiamo vincere o morire” – Napoleone Bonaparte, Manuale del capo.

CREIAMO E ORGANIZZIAMO 10, 100, 100 CELLULE DI COSPIRAZIONE…

VIVA LA FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE (FAI / FRI)

Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale.
Cellula Indenne di Vendetta.