Tag Archives: 11 giugno

[Oaxaca] Miguel Peralta : Dichiarazione solidale con i/le prigionier* anarchic* di lunga durata

11 juin : Giornata internazionale di solidarietà con tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga durata

Dichiarazione solidale di Miguel Peralta Betanzos (Prigioniero dell’Assemblea Comunitaria di Eloxochitlán di Flores Magón, Oaxaca, Messico)

Saluti a tutt* i/le compas che permettono di trasmettere queste parole sincere.

Non è per niente facile accennare a queste due parole, LUNGA PENA, quando sappiamo già che i loro sistemi di giustizia e penitenziario non servono a nulla; il sistema giudiziario e le persone pericolose che nascondono il viso dietro la bilancia, avidi di carne da rinchiudere, prendono tempo e fabbricano espedienti polverosi per la giustizia, basandosi ogni volta su criteri personali, morali e su comando, per condannare i/le compagn* che sono in lotta contro l’ordine costituito.

Allo stesso modo, è abbastanza complicato assimilare il tempo quando ci si trova in isolamento, e non possiamo soltanto smettere di vivere guardando i giorni, i mesi, gli anni scorrere sul calendario, e sopportare l’umiliazione, combattere le paure generate dalla prigione, le malattie che contraiamo col passare dei giorni, e cercare alternative, improvvisare la resistenza per non ritrovarsi a farsi mettere«i piedi in testa» tutti i giorni, anche questo è un compito difficile.

La risposta a quello che ci viene imposto potrebbe essere una maggiore resistenza, una lunga lotta, anche se a volte non abbiamo più forze. Credo che il nostro spirito resisterà e resterà combattivo, comme battono i nostri cuori rabbiosi, desiderosi di camminare, liberi! Un giorno riusciremo a strappar loro le notti e giorni che ci hanno rubato, compañer@s.

I/Le prigionier* in strada!
Abbasso i muri di tutte le prigioni!

San Juan Bautista Cuicatlan, Oaxaca

Traduzione dell’Audio di Miguel, qui in spagnolo.

Miguel Ángel Peralta Betanzos è un giovane indigeno mazateco, anarchico e membro dell’Assemblea Comunitaria di Eloxochitlán di Flores Magón, Oaxaca. Giovedì 30 aprile 2015, verso le 17h30, Miguel Ángel Peralta Betanzos è stato arrestato nel centro di Messico.

Eloxochitlán di Flores Magón è la culla dell’anarchico messicano Ricardo Flores Magón. Si tratta di un comune di circa cinquemila abitanti che si trova nella regione chiamata Cañada, nello stato d’Oaxaca. Come i due terzi dei comuni dello stato d’Oaxaca, è gestita dal sistemi di usi e costumi o sistema normativo delle comunità indigene. A differenza di altri comuni dello stato d’Oaxaca, a Eloxochitlán anche le donne partecipano al processo decisionale.

[Appello internazionale] 11 Giugno – Giornata internazionale di solidarietà con Marius Mason e tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga durata

Negli anni, la giornata dell’11 giugno in solidarietà a Marius Mason e tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga durata ha sostenuto e messo in luce decine di prigionier*. Più di recente abbiamo cercato di includere più prigionier* all’esterno degli Stati Uniti per evitare di cadere nella facilità dell’americanocentrismo e per rappresentare più fedelmente la ricchezza delle lotte anarchiche e anti-autoritarie attraverso il globo. (Maggiori informazioni sul sito june11.org)

A partire da questa osservazione chiediamo quindi aiuto per tradurre e diffondere questo breve messaggio. Sappiamo che ci sono molt* prigionier* le cui storie non sono arrivate fino a noi, o con cui è stato difficile stabilire un contatto. Anche se June 11th è focalizzato sui/lle prigionier* anarchic* e di lunga durata, non si tratta di requisiti rigidi. Ci preme sostenere prigionier* anti-autoritar* di tipo e di lotte diverse. June 11th vuole che i nomi dei/lle compagn* rinchius* da diversi anni restino sulle labbra di tutt*, molto tempo dopo che alcuni di questi sono passati nel dimenticatoio a causa delle nuove lotte, le nuove emergenze e e sempre altr* amic* pres* di mira dallo stato.

Di solito usiamo come riferimento i 10 anni di pena, ma attualmente sosteniamo alcun* prigionier* condannati a 6 o 7 anni. Non facciamo questa distinzione per sminuire l’esperienza dei/lle compagn* che vengono portat* via dalle loro comunità e torturat* per un numero inferiore di anni, ma come una sorta di ammissione del fatto che dobbiamo fare di più per sostenere ed essere solidal* con chi viene rinchiuso per diversi cicli di lotta.

Se conosci dei/lle prigionier* che rientrano in questo profilo e che vorresti venissero inclus* nella giornata dell’11 giugno contattaci.
Quando è possibile, aspiriamo ad avere un dialogo con chi è solidale per informarci in modo più approfondito su come possiamo sostenerl* e conservare la loro voce nelle nostre attività.

Aiutaci a tradurre e diffondere questo messaggio il più ampiamente possibile. Aspettiamo tue notizie:  june11th@riseup.net

Vostro Comitato June 11th in lotta

in portoghese

[J11] Komotini, Grecia: Solidarietà con i/le prigionier* anarchic* di lunga data – “Sean Swain è stato qui”

Lunedì 12 giugno all’ex facoltà di legge di Komotini abbiamo appeso uno striscione come piccolo segno di solidarietà con tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga data. Non dimentichiamo il compagno Sean Swain.

– Squat anarchico Utopia A.D.

in inglese, greco, portoghese

[J11] Exarchia, Atene: Striscione esposto in solidarietà con Michael Kimble, prigioniero anarchico negli U$A

Domenica 11 giugno 2017, giornata internazionale in sostegno agli/lle prigionier* anarchic* di lunga data, abbiamo esposto uno striscione allo squat Themistokleous 58 in solidarietà col compagno Michael Kimble, incarcerato nella prigione di Holman, in Alabama.

Michael Kimble è un anarchico gay nero che sconta un ergastolo per aver fatto fuori un razzista omofobo bianco. Benché sia tenuto prigioniero da tre decenni, Michael continua a resistere all’imprigionamento quotidiano con tutti i mezzi necessari, e predica la rottura violenta con tutti i Poteri.

Con questo striscione gli rimandiamo un po’ della forza che ci trasmette ogni volta che leggiamo uno dei suoi testi incendiari. Resisti, compagno: le tue idee e la tua determinazione riecheggiano dall’altro lato dell’oceano.

NESSUNA TREGUA CON LA SOCIETÀ-PRIGIONE!

Chaoten

in greco, inglese, portoghese, tedesco

[J11] Salonicco, Grecia: Rivendicazione della collocazione di un ordigno esplosivo

Concepiamo gli spazi anarchici e antiautoritari come strutture in cui organizzare lotte e vivere collettivamente dei momenti al di fuori delle relazioni autoritarie che lo Stato e il capitalismo vorrebbero imporci quotidianamente.

Ultimamente lo Stato ha condotto diversi attacchi contro squat e ritrovi ad Atene, Salonicco, Agrinio e Larissa.

In risposta a questi attacchi, nella notte dall’11 al 12 giugno 2017, abbiamo piazzato un ordigno incendiario in un furgone che appartiene all’azienda AKTOR in via Makedonikis Amynis a Salonicco.

Sappiamo che quest’azienda costruisce le strutture del nemico, come la mino di Skouries nella penisola calcidica, che distrugge la terra a beneficio dei capitalisti, o del metrò di Salonicco, concepita per sostenere e rafforzare il flusso di capitale.

Abbiamo scelto l’11 giugno, giornata internazionale di solidarietà con i/le prigionier* anarchic* che affrontano delle lunghe pene, per esprimere la nostra solidarietà a tutt* i/le compagn* prigionier* in tutto il mondo.

Fuoco a tutte le prigioni.
Morte allo Stato e al Capitale.

Azione diretta per l’anarchia

in inglese

Torino, 11 giugno: Udienza preliminare del processo contro Silvia, Billy, Costa ed incontro

Testo sull’ incontro:

IN DIFESA DELLA TERRA

L’11 giugno ricorre la giornata internazionale di solidarietà a Marius Mason ed a tutti i prigionieri anarchici di lunga data, una giornata in più per dedicare loro il nostro tempo, pensieri, per continuare la lotta insieme a loro.

La giornata di quest’anno è intitolata “Transizione: la lotta non è finita” (è possibile leggere qui in italiano l’appello completo), tra le altre ragioni, anche per sostenere Eric McDavid liberato a gennaio dopo 9 anni di prigionia e la transizione di genere di Marius.

A Torino, nella stessa giornata, si svolgerà l’udienza preliminare per Silvia, Costa e Billy, di nuovo sotto processo per gli stessi fatti per cui in Svizzera hanno già scontato anni di carcere: l’accusa di tentativo di sabotaggio del centro di ricerca IBM sulle nanotecnologie a Zurigo.

Quello della repressione da parte del nemico è un aspetto inevitabile e da affrontare nella lotta per la liberazione della terra, umana ed animale, perché combattiamo contro quello stesso mondo che devasta e sfrutta il vivente e che segrega ed ingabbia chi si rivolta contro chi intende imporre questa dominante come unica possibilità esistente. E vogliamo colpire il sistema tecno-industriale dove più puo’ nuocere.

Per discutere di questi e di altri aspetti delle lotte anarchiche ecologiste radicali, giovedì 11 dalle h 20,30 presso la sede di Radio Blackout sarà proiettato il documentario, sottotitolato in italiano, “If a tree falls”, la storia di una cellula dell’ELF negli Stati Uniti, paese che, dopo aver indicato nei massimi nemici della propria sicurezza l’Islam, ha promulgato leggi speciali anche per chi ha lottato per la liberazione animale e della terra, declinando in ecoterrorismo e garantendo così sicurezza alle lobbies della devastazione del pianeta.

A seguire dibattito con Billy, Costa e Silvia.

http://www.resistenzealnanomondo.org
http://silviabillycostaliberi.noblogs.org
http://june11.org
until all are free

11 Giugno 2015: TRANSIZIONE – La lotta non è finita…

urlL’ultimo anno è stato pieno di cambiamenti e transizioni per i/le nostr* compagn* incarcerat* e per chi è impegnato nella lotta oltre le mura. Ora, nel pieno dell’agonia della primavera, ci sentiamo obbligat* a festeggiare queste transizioni e queste vittorie, mentre tutto intorno a noi sbocciano nuova vita e nuova energia. Non ci capita spesso l’occasione di mescolare davvero festeggiamenti e lotta – ma adesso è uno di quei momenti!

L’8 gennaio di quest’anno la corte del Distretto Orientale di California ha ordinato il rilascio di Eric McDavid. Il compagno Marius si è pubblicamente dichiarato uomo e ha cominciato a cercare i fondi per la sua transizione fisica. Crediamo che entrambe le transizioni siano da festeggiare e che siano una ragione per continuare la lotta. È con questo spirito che vi portiamo i nostri pensieri sull’11 Giugno 2015.

Per prima cosa, un po’ di pulizie: abbiamo un nuovo indirizzo mail: june11th chiocciola riseup punto net! Se avete inviato qualcosa al vecchio indirizzo, ci sono forti probabilità che non l’abbiamo ricevuto. Ci piacerebbe che ci fossero numerose traduzioni di questo appello e degli altri materiali di  supporto (grazie mille a ContraInfo e agli/lle altr* per il loro aiuto con le traduzioni in questi anni)! Per favore mandate le informazioni sugli eventi che avete in programma quest’anno per l’11 Giugno, poster, zine, e tutti i resoconti a june11th chiocciola riseup punto net. Non vediamo l’ora di avere vostre notizie e posteremo gli appuntamenti su June11.org non appena li riceveremo. Ogni anno ci sono eventi in nuove città, e speriamo che incoraggerete amic* e compagn* in lungo e in largo a unirsi a noi quest’anno.

Questo giorno è una giornata annuale di solidarietà con i/le prigionier* anarchic* di lunga data, inclusi Marius Mason ed Eric McDavid. Chiamando a questa giornata, il nostro obiettivo è di approfondire il sostegno in corso per i/le compagn* che affrontano lunghe sentenze. Sono loro, in particolare, che rischiano di essere dimenticat* in un modello di aiuto ai prigionieri basato sulla reazione a ondate contro la repressione di stato e altre emergenze. Siamo impegnati nel costruire un modello di solidarietà che sia a lungo termine da un lato e allo stesso tempo flessibile per rispondere ai nuovi sviluppi. È vitale costruire costantemente nuovi legami di solidarietà tra prigionieri e tra le lotte, piuttosto che ricadere nella rete statica di legami e contatti personali.

L’11 Giugno, all’origine una giornata di solidarietà per gli/le eco-prigionier*, resta ancorato in un progetto di difesa ambientale e lotta contro una società basata sullo sfruttamento e la restrizione. Man mano che l’attenzione si è spostata sulla solidarietà con Marius ed Eric, due prigionieri anarco-ecologisti che scontavano una condanna di circa 20 anni, la gente ha espresso la loro solidarietà attraverso serate dedicate alla scrittura di lettere, raccolte di fondi, eventi educativi, manifestazioni e attacchi. Nessun vero sforzo per aiutare i prigionieri può basarsi semplicemente sul sostegno passivo : deve anche includere l’impegno di continuare le lotte prima e dopo la loro incarcerazione. Potete trovare ulteriori spiegazioni sul contesto e la strategia dell’11 Giugno qui.

L’anno scorso, mentre organizzavamo gli eventi dell’11 Giugno, ci siamo posti delle domande stimolanti sulla relazione tra le lotte orientate verso l’ecologia e le lotte anarchiche contro le prigioni. Per noi è chiaro che il mondo che ha bisogno di prigioni ha anche bisogno della distruzione dell’ambiente; in quanto anarchic*, disprezziamo entrambe le cose. Siamo rincuorat* dal crescente movimento contro le spiagge di catrame, gli oleodotti di GNL, la fratturazione idraulica e le miriadi di altri progetti distruttivi per l’ambiente. L’aumento delle eco-lotte in tutto il mondo è necessario ed emozionante. Sia Marius che Eric restano dediti a queste lotte, come noi rimaniamo dedit* a loro, a tutti gli/le eco-prigionier*, e alle lotte in cui tutt* sono – siamo – impegnat*. Ma quest’anno ci sono state offerte delle ragioni per festeggiare – e ne parleremo man mano.

Quest’anno Marius Mason ha condiviso pubblicamente il suo nuovo nome e l’uso del pronome che riflette meglio la sua identità di genere maschile. Per citare il suo avvocato, Moira Meltzer-Cohen che lo assiste negli aspetti legali della sua transizione, Marius è qualcuno “il cui coraggio e integrità sono ancor più sottolineati dal fatto che la sua liberazione e autonomia sono stati a lungo fortemente limitate.” Di fronte a un mondo che sottopone sistematicamente le persone trans a violenza, isolamento e insulti, speriamo che ognuno dimostri il proprio sostegno alla liberazione dei/lle trans sostenendo Marius e le numerose persone trans in prigione. Questa lotta dovrebbe estendersi al di là della semplice raccolta di fondi. I/Le prigionier* trans lottano non soltanto per le necessità materiali dell’esistenza, ma anche contro un sistema di dominazione che non si fermerà davanti a nulla per impedire loro di essere semplicemente chi sono. La nostra solidarietà dev’essere creativa e varia quanto le tattiche dello stato sono crudeli e oppressive.

L’8 gennaio di quest’anno, Eric McDavid è stato rilasciato dopo nove anni di prigione. Eric è tornato a casa da amic* e familiari dopo che una corte federale ha accettato la sua richiesta di habeas corpus, dichiarando che l’FBI aveva trattenuto delle prove durante la fase di raccolta di prove del suo caso. Per questo Eric ha potuto dichiararsi colpevole di un reato meno grave, che comportava una sentenza di massimo cinque anni – quattro anni meno del tempo che ha già passato in una prigione federale. L’incredibile determinazione di Eric e il sostegno formidabile della sua famiglia, degli/lle amic* e dei/lle compagn* hanno non solo contribuito al suo benessere emotivo e fisico dietro le sbarre ma anche alla sua liberazione. Il suo rilascio dopo nove anni è un cambiamento monumentale. Ora Eric è confrontato alla costruzione di una nuova vita dopo quasi un decennio di incarcerazione. Si tratta di una nuova fase di lotta, e ci impegniamo a continuare a essere solidali con lui nel post-liberazione.

Ci ritroviamo ad affrontare nuove questioni su come aiutare Eric durante questa transizione da un ambiente carcerario fortemente controllato a una vita di prigionia a cielo aperto (le condizioni che si sovrappongono tra la condizionale di Eric e la società di controllo in cui viviamo tutti). Nonostante non viva più in una gabbia di cemento e filo spinato, Eric si confronta ancora costantemente con l’apparato repressivo dello Stato. I suoi spostamenti sono limitati, le comunicazioni controllate, e il suo tempo passato in modi che non sono sempre di sua scelta. Tutto ciò limita la sua interazione con le comunità da cui è stato lontano a lungo, le comunità con cui desidera impegnarsi e di cui vuol far parte. Dobbiamo trovare il modo di ridurre l’impatto di queste restrizioni e di rendere possibile una transizione e un ritorno a casa il più accoglienti possibile. Siamo elettrizzati all’idea di affrontare queste questioni nove anni prima del previsto.

Il cuore degli eventi dell’11 Giugno di quest’anno continuerà a includere Eric per aiutarlo materialmente e emotivamente durante questa transizione e per mantenere il coinvolgimento politico relativo alla sua prigionia. Il caso di Eric rimane uno degli esempi più evidenti di come lo stato prenda di mira e ingabbi gli anarchici in questo paese. Ma dobbiamo anche ricordarci che il suo caso non è assolutamente un’eccezione. Le comunità musulmane sono le più colpite da questo genere di attacchi dell’FBI. Dovremmo sempre trovare dei modi per lavorare solidarmente. Il sostegno post-liberazione è una componente vitale della nostra lotta, e siamo ovviamente entusiasti oltre ogni dire di vedere di nuovo Eric camminare sulla Terra e parlare con gli/le amic* come e quando vuole, e a ogni passo affermiamo che vogliamo la distruzione di tutte le prigioni.

Le pratiche di una solidarietà in corso non dovrebbero servire soltanto come un’abitudine culturale rassicurante: le nostre azioni contengono il potenziale per delle conseguenze – positive e negative – materiali reali per i/le nostr* compagn* incarcerat*. Praticando la solidarietà con i compagn* in prigione e i/le loro car*, il nostro obiettivo va al di là del semplice sostegno; miriamo a costruire uno slancio sociale contro un intero sistema di dominazione e distruzione ambientale. Queste relazioni aumentano il significato di ogni nostro gesto di solidarietà, rendendoli strumenti più potenti a nome di chi è dentro, ma accrescendo anche il rischio che questi gesti siano mal valutati o imprecisi: come sempre, bisogna fare uso di attenzione e analisi acuta quando si prepara un piano.

Questa riflessione si applica all’intera varietà di progetti di sostegno, inclusa la raccolta di fondi. Eppure speriamo che anche la raccolta di fondi possa creare degli spazi per la discussione e la lotta. Una preoccupazione comune tra i/le compagn* che affrontano lunghe sentenze è sapere se ci saranno ancora progetti sovversivi e discussioni in corso quando usciranno. Sta a tutti noi fare in modo che ce ne siano, e che questi progetti e conversazioni siano più forti, più ricchi e più vitali. E sono le nostre lettere ai/lle prigionier* che assicurano una connessione continua con questo processo.

Un elemento preciso è lo sviluppo della nostra capacità di sostegno ai prigionieri. Negli ultimi anni ci sono state vittorie e contrattempi quando gli/le anarchic* e altr* prigionier* ribell* hanno intrapreso delle lotte contro le loro condizioni, incluso scioperi della fame e del lavoro. Lo sciopero della fame di Nikos Romanos e la solidarietà rivoluzionaria che l’ha accompagnato ci hanno ricordato la possibilità sovversiva delle lotte coordinate oltre le mura. Ma mentre i prigionieri anarchici come Sean Swain nell’Ohio o Michael Kimble in Alabama, conducono sempre più spesso battaglie simili in Nord-America, al movimento sono spesso mancati i legami o la forza per offrire una solidarietà significativa. Non è una critica alla dedizione del gruppo di sostegno che lavorava con i/le prigionier* ribell*, ma è diretto al resto di noi, e indica l’importanza della generalizzazione di forme attive di solidarietà con i/le prigionier*.

Un aspetto importante del progetto a lungo termine di solidarietà ai/lle prigionier* è mantenere le vecchie relazioni mentre se ne costruiscono di nuove con altr* prigionier* in lotta. Amelie e Fallon, due compagne rilasciate di recente hanno bene incluso quest’idea nella lettera aperta dello scorso febbraio : //en-contrainfo.espiv.net/2015/02/17/mexican-prisons-open-letter-of
Generalizzare la solidarietà significa evadere dallo spazio della ristretta “scena attivista” per permettere che si creino nuovi sorprendenti contatti. Parte del nostro progetto di quest’anno è costruire rapporti di solidarietà più forti con i/le prigionier* trans in lotta, proporre sostegno personale e politico immediato, e prepararsi a offrire un aiuto più significativo nelle lotte future per la sicurezza, ormoni/altre risorse mediche, e dignità.
http://supportmariusmason.org/2014/07/07/free-marius-jacob-mason

Ci ispiriamo a Chelsea Manning, che ha ottenuto accesso agli ormoni nonostante delle condizioni fortemente contrarie, fatto che indica in maniera incontrovertibile la possibilità di vittorie future per altr* prigionier* trans.

Continueremo ad adattarci ai continui cambiamenti di contesto provocati dalle vittorie ottenute da* compagn* in carcere – come la liberazione di Eric, il coming out di Marius, la conquista di “spazio per respirare” di Nikos Romanos e proprio negli ultimi giorni, il sorprendente ritorno a casa di Amelie, Carlos, e Fallon — e dalle trasformazioni continue del macchinario repressivo. Queste transizioni segnano lo sviluppo del progetto e in ogni caso non un punto fermo.

“La lotta non è finita … assume nuove forme. Qualunque sia il suo volto, qualunque sia il suo nome, è sempre guerra.”

Grazie a tutti per la solidarietà dimostrata l’11 Giugno o qualunque altro giorno. Significa tutto.