Basilea, Svizzera: Manifestazione contro Frontex e attacco all’ufficio del pubblico ministero

Il 22 maggio, circa 200-250 persone sono scese in strada a Basilea per una manifestazione contro Frontex e il programma europeo sull’immigrazione in occasione delle giornate di azione internazionale contro il decimo anniversario di Frontex.

La manifestazione si è recata davanti al centro di detenzione “Bässlergut”, dove un’imponente unità di poliziotti antisommossa ha impedito alla gente di avvicinarsi al recinto della prigione. Sono stati pronunciati slogan e discorsi contro le frontiere e le prigioni e in solidarietà con le persone rinchiuse. La reazione dei/lle prigionier* è stata rumorosa e potente, con slogan contro la polizia e colpi sulle sbarre di ferro, per esempio.

Più tardi nella serata un più nutrito gruppo di persone ha attaccato il “Waaghof” con pietre e vernice. Nell’edificio sono situati l’ufficio del pubblico ministero e una cella per i/le detenut* in attesa di giudizio, come anche alcune unità di polizia.

Fuoco alle prigioni!
Abbasso tutte le frontiere!

in inglese

Udine: Di che colore è la tua bandiera quando brucia?

Venerdì 8 maggio a Udine sono state perquisite tre abitazioni con il pretesto di un tricolore bruciato da mani fortunatamente ignote il 24 aprile.

Come spesso accade il mostro da sbattere in prima pagina sono stati gli anarchici.

Molte anime belle si sono precipitate a condannare l’episodio poiché in quei giorni l’italica bandiera assurge a feticcio per celebrare una liberazione tradita, chiedendo punizioni celeri e l’immancabile incremento di sorveglianza e telecamere. A loro rispondiamo con il motto di molti che misero a rischio o persero la vita durante la resistenza: “Non per la patria, ma per la Libertà”.

Detto questo, appare chiaro l’intento intimidatorio dell’operazione, sia per il dispiegamento di forze (in un caso in 10 per un’abitazione), sia per l’arroganza con cui si sono comportati (che per altro constatiamo senza troppo stupore).

L’occasione è servita per appropriarsi di computer, telefoni, volantini, opuscoli, manifesti… e fare le solite domande inopportune per sapere qualcosa in più sulle nostre vite.

Nell’esprimere la nostra solidarietà e vicinanza ai compagni perquisiti, ribadiamo che non ci faremo intimidire poiché chi agisce in nome dello Stato e della Patria ben poco può ottenere reprimendo chi vive per la Libertà.

“in the white flames of burning flags we found a world worth dying for”
– tra le bianche fiamme delle bandiere che ardono abbiamo trovato un mondo per cui vale la pena morire –
(Rise Against)

Anarchiche, anarchici e solidali di Udine e del Friuli

Milano: Presidio 27 maggio in solidarietà a Francesco, Lucio e Graziano

Mercoledì 27 maggio 2015 verrà emessa la sentenza per Francesco, Lucio e Graziano, accusati di “danneggiamento a mezzo di incendio, violenza contro pubblico ufficiale, detenzione e trasporto di armi da guerra”.

Quale che sia il verdetto della corte abbiamo deciso di tornare nel quartiere Prealpi Mercoledì alle 19, dove due di loro vivono, per ribadire ancora una volta che la loro repressione non ci fermerà.

Italia: Sugli ultimi sgomberi e arresti a Milano

un breve scritto sui fatti di venerdì 15 maggio a Milano:

A Quarto Oggiaro story

Il commissariato di Quarto Oggiaro ha dichiarato guerra agli anarchici!

Quale novità, degli sbirri che cercano di farcela pagare!

Ma partiamo dal principio.

Poco prima del 1° maggio sono iniziate le perquisizioni. Fatte con il solito stile arrogante della sbirraglia: cariche nel mercato, decine e decine di celerini che si divertono coi loro bei manganelli, digos che filma per fare il suo bottino di denunce. Una compagna arrestata per resistenza e lesioni. Nulla di nuovo insomma.

Il 12 maggio, le cose iniziano a farsi più “strane”: una pattuglia di 8 loschi individui in borghese rientra in una delle case già perquisite, in un momento in cui in casa non c’è nessuno, per effettuare una nuova perquisizione. Alcuni compagni intervengono prontamente per capire cosa stia succedendo. Come risposta,  vari insulti e affermazioni molto raffinate del tipo: “siamo polizia, facciamo quel cazzo che ci pare”, ma a quanto pare è bastata la semplice minaccia di chiamare l’avvocato per farli fuggire con fare spaesato. Chi erano costoro? La digos spesso non brilla per intelligenza, ma di sicuro non è così maldestra.

Il dubbio svanisce la mattina del 15 maggio: altro sgombero, di certo non inaspettato, di due appartamenti di una compagna e di un compagno in gestione ad MM. È il secondo sgombero di questo tipo in poco più di un mese, il copione è quindi già noto. Presenza massiccia di celere, in quantità tale da rendere impossibile un qualsiasi intervento diretto dei e delle solidali volto a impedire lo sgombero. Si decide di rimanere per tutelare il compagno e la compagna sotto sgombero e per cercare di difendere almeno le loro cose. Qualcosa non quadra, tante facce nuove, tanti sbirri in borghese, anzi tantissimi, quasi quanto i celerini. Poche le facce tristemente note, qualche digos qua e là, qualche altro funzionario e una manciata di stronzi che purtroppo ci siamo abituati a vedere spesso cercare di intralciare le nostre strade. Un attimo di tensione: si cercano di riprendere alcuni scatoloni di un compagno appena sgomberato, che nel frattempo erano stati caricati su di un furgone di MM. Una piccola carica di alleggerimento ci respinge definitivamente, il furgone se ne va. La calma torna. La tensione si allenta. Il presidio mano a mano si scioglie mentre aspettiamo che vengano caricate le ultime cose sui furgoni e che ci raggiunga chi è ormai senza casa. Lontano dai nostri sguardi due solidali vengono arrestati, un terzo sfugge. Al presidio c’è agitazione, non si capisce subito cosa stia succedendo. Cerchiamo di svincolarci dalla sbirraglia. Ci circondano, atterranno un compagno e lo arrestano.

Il giorno dopo processo per direttissima, le accuse le solite: resistenza e lesioni.

I compagni escono, dopo un’estenuante giornata passata in tribunale ad attendere una decisione sulle misure cautelari, che sembra non arrivare mai.
Sono tutti liberi, due con obbligo di firma, uno senza restrizioni.

Il processo proseguirà un altro giorno.

Dopo gli abbracci, iniziano i racconti degli arrestati e tutto si fa più chiaro.

Sono stati arrestati in modo particolarmente violento e zarro da agenti in borghese del commissariato di Quarto Oggiaro. Sono stati portati lì e tenuti per ore tra insulti e dispetti. Tra i quali non mancano “vi piace menare gli sbirri? Adesso ci divertiamo noi!”,  “vi abbiamo dichiarato guerra!”  e altre arguzie del genere. Hanno poi passato la notte a San Vittore, dove hanno potuto sentire un caloroso saluto.

A quanto pare la sbirraglia non ha preso bene il fatto che il loro capoccia: il vice-questore di Quarto Oggiaro, sia stato riempito di botte il 1° maggio davanti a telecamere e fotografi.

Quale smacco per il loro machismo deve essere stato vedere in mondovisione il loro maschio alfa massacrato da un branco di zecche.

…Si vede che la tua insorgenza è troppo in crescenza…

Ora cercano vendetta e vorrebbero spargere terrore.

Temiamo che rimarranno delusi.

Un’ultima nota a margine la merita MM. In molti sembrano spaesati di fronte a questo aumento di sgomberi, ma come possiamo stupirci? È il classico esempio di una amministrazione di “sinistra” in difficoltà che cerca di recuperare terreno copiando le politiche delle “destre” e si dà una spolverata di immaginario securitario a spese dei pezzenti. Tra i quali ovviamente rientra la variegata categoria degli occupanti. Che poi cerchino di eliminare per primo il “cancro” dei sovversivi dai palazzi che vogliono ripulire è ancora più scontato. Come potrebbero permettersi, sotto expo, il riaccendersi di quei piccoli focolai di rivolta che sono state le barricate di Giambellino e Corvetto di novembre?

Forse pensate di averci spaventato, di averci terrorizzato a tal punto da farci nascondere in attesa di tempi migliori. Probabilmente state gongolando all’idea di essere riusciti ad imporre la vostra pace sociale a suon di sgomberi, arresti e manganelli.

Non sarà la repressione a fermare le nostre lotte.

Così come non saranno delle marionette in divisa a spaventarci.

Alcune individualità anarchiche

Cile: Prigionieri sovversivi cominciano uno sciopero della fame in solidarietà con gli anarchici Juan, Nataly e Guillermo

Compagn*, vi informiamo:

Che in quanto sovversivi residenti nella Prigione di alta sicurezza (CAS a Santiago), dalle 00:00 di oggi, 18 maggio 2015, ci uniamo allo sciopero della fame che Juan Flores, Guillermo Duran e Nataly Casanova hanno intrapreso come forma di lotta.

Lo facciamo con un profondo senso di solidarietà contro la prigione, e avanziamo le stesse richieste dei nostr* compagn*, che sono in sciopero della fame già da 34 giorni:

– Il rilascio immediato di Enrique Alfonso Guzmán Amadeo, viste le accuse ridicole e le prove deliranti presentate dal pubblico ministero.

– Chiediamo una soluzione immediata per il caso della nostra compagna Nataly Antonieta Casanova Muñoz, perché dal suo arrivo nel penitenziario di San Miguel si ritrova in un regime rigido di punizione e isolamento.

– Chiediamo che cessino le molestie e le persecuzioni che le forze repressive hanno scatenato contro i nostri cari.

– Che venga determinata la validità scientifica della prova del DNA.

CHIAMAMO ALLA PROPAGANDA CON OGNI MEZZO

Contro ogni autorità: Guerra sociale.

Gioventù combattente, insurrezione permanente.

Finché esisterà la miseria, ci sarà rivolta.

Marcelo Villarroel
Freddy Fuentevilla
Carlos Gutiérrez
Juan Aliste
Alejandro Astorga
Hans Niemeyer
Alfredo Canales

Prigione di Alta Sicurezza
Santiago, Cile

spagnolo | inglese | greco

Stato spagnolo : Lettera di Pol, anarchico prigioniero dell’Operazione Piñata

contracarcel
La lotta contro le prigioni è la lotta per la libertà

Ciao compagni, compagne ed affini.

Vorrei trasmettere qualche parola all’esterno in quanto anarchico, e ritenendo valide le numerose posture e visioni che l’anarchismo può adottare, poiché hanno tutte uguale validità nel momento in cui cercano la distruzione del potere, dell’autorità e dello Stato. Credo che in ciò stia la bellezza delle nostre idee e, secondo me, tutte queste vie possono convivere e confluire nella ricerca della tanto desiderata liberazione totale.

Voglio esprimere il mio odio, il mio disgusto ed il mio disprezzo per tutto ciò che include lo Stato, il potere, l’autorità e in particolare lo strumento di annichilimento chiamato carcere, che usa l’isolamento come uno dei suoi rappresentanti principali.

Ho sempre difeso l’idea che gli anarchici debbano prepararsi ed assumere il fatto che ad ogni momento possa arrivare il giorno in cui devi andare in carcere e, secondo me, è una cosa logica, perché se cerchi di distruggere lo Stato, questo proverà a incarcerarti per annularti, paralizzarti e distruggerti. Nonostante tutto, non ci riusciranno. Comunque, se per una ragione o un’altra non ti tocca, meglio per tutti.

Vorrei aggiungere che sto bene fisicamente e mentalmente. Continuo a pensarla come prima di entrare e, se fosse possibile, mi sento ancora più convinto delle mie idee, con la testa ben alta e orgoglioso di quello che siamo. Sono come mi comporto e mi relaziono nella teoria e nella praxis, facendo sempre autocritica per poter continuare a crescere, poiché non si smette mai di imparare e, con quello che ho appena detto, non mi sento né migliore né peggiore di nessun’altro.

Voglio trasmettere forza e coraggio ai compagni, alle compagne ed agli affini, e dirvi con tutta la forza e la rabbia che ho che l’unico cammino è la lotta. Con questi colpi, la repressione vuole spaventare e paralizzare l’area anarchica ed intorni perché si faccia solo il lavoro di assistenza ai perseguitati. Non permettete che accada e rimanere fermi nei vostri progetti, e non esitate a continuare a dire quello che siete e pensate.

Fino ad ottenere la vera liberazione totale! Che la solidarietà non sia solo parole scritte!

MORTE ALLO STATO E VIVA L’ANARCHIA!

Nel Centro Penitenziario Soto del Real, primavera del 2015

Inviato originalmente in spagnolo da Contramadriz | francese

Karlsruhe, Germania: Attacco di un posto di polizia in solidarietà con gli antifascisti

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Nella notte tra domenica e lunedì 4 maggio 2015, abbiamo reso visita al commissariato di polizia e abbiamo lasciato vernice e slogan.
Da 2 mesi 1000 poliziotti rabbiosi si battono durante la marcia neo-nazista di Pegida attraverso Karlsruhe. I poliziotti utilizzano tutti i modi a loro disposizione per liberare la strada ai fascisti. Parecch* antifascist* sono finiti all’ospedale, un numero considerevole di persone sono state ferite da lacrimogeni, calci e pugni, i blocchi sono stati attaccati ed espulsi con enorme violenza. Anche i pensionati e i bambini sono stati colpiti a più riprese. Inoltre più di 50 procedure giudiziarie sono state avviate contro gli/le antifascist*.
Quando la città e i poliziotti pensano di dover lasciare campo libero ai nazisti in ogni circonstanza, allora il prezzo da pagare aumenterà.

Non sopportiamolo più! Il prossimo 12 maggio cacciamo Pegida dalla città!

in tedesco (originale), francese

Melbourne, Australia: Graffiti & manifesti per i/le compagn* in Cile

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Vittoria per gli anarchici scioperanti della fame in Cile!
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Libertà e solidarietà per i prigionieri cileni in sciopero della fame Nataly Casanova, Juan Flores e Guillermo Duran

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11 maggio 2015: Azione di graffiti e manifesti nei quartieri del centro di Melbourne per i/le compagn* anarchic* che subiscono la repressione nelle prigioni dello stato cileno. Sono stati scritti degli slogan per Nataly, Juan e Guillermo – in sciopero della fame da 13-14 aprile – e per Tamara Sol Vergara e Natalia Tato Collado. Dei manifesti sono stati incollati sul caso di Tamara Sol Vergara e lo sciopero della fame di Nataly, Juan e Guillermo.

Cellula di tag e propaganda sovversivi

spagnolo | francese | greco

Genova : Non un passo indietro! Sull’indagine e la perquisizione dei ROS

Ribellarsi è giusto!
sconvolgere Milano
a volte è un gesto un pò più umano
ribellarsi è giusto!
chi è schiavo chi è banale
può chiamarti criminale
ribellarsi è giusto!
se sei senza un programma
forse finirai in un dramma
però è giusto!
spezzare le catene
dal sudore delle schiene
dal rumore di sirene
ribellarsi è giusto!”
Assemblea musicale teatrale
Genova 1977

R97
NON UN PASSO INDIETRO

Giovedì 30 Aprile la cassazione ha confermato le condanne per Nicola e Alfredo riducendo la pena di qualche mese. Niente di nuovo quindi sotto il cielo, ma come sarebbe potuto essere altrimenti visto che la forca della magistratura è sempre pronta a colpire chi reagisce. Non si possono mica condannare da soli quando le leggi, che con molta efficienza fanno rispettare, condannano centinaia e centinaia di immigrati a morire tra i flutti del mare o quando le loro leggi permettono che i lavoratori siano sfruttati da qualche padrone in giacca e cravatta, fino a morire sul posto di lavoro.
Ma possono condannare, inquisire, indagare, imprigionare, torturare nel nome delle leggi e di chi le redige.

Ancora una volta, in questo caso attraverso lo spauracchio dell’Isis, lo Stato promuove il suo ennesimo tentativo di circoscrivere e, quindi, annichilire tutte le pratiche e i comportamenti di critica reale con la fulminea approvazione di un nuovo decreto anti-terrorismo.
Estendendo in maniera quasi capillare la possibilità di attribuire la finalità di terrorismo (art.270 c.p.) a modi e contesti dell’agire e tramutando in reati penali tutte le forme di solidarietà e supporto (dirette o indirette) a chi viene accusato e/o condannato come terrorista, lo Stato ribadisce con prepotenza uno dei ricatti cardini dell’ordinamento democratico: il dissenso è consentito a patto che sia innocuo, inefficace, disponibile a rimanere nei ranghi del controllo ed eventualmente ad essere recuperato/assorbito politicamente, culturalmente, socialmente e/o economicamente.

Si noti come lo stesso meccanismo viene utilizzato riguardo alla questione immigrazione. La campagna mediatica di terrore (con l’insinuazione del sospetto della presenza sui barconi di assassini sanguinari infiltrati tra i disperati) altro non serve che a far passare nella paura e indifferenza generale le affermazioni più reazionarie e i conseguenti provvedimenti  per il  progressivo rafforzamento delle frontiere di quella gigantesca lobby economica e finanziaria che è la cosiddetta Fortezza Europa.
Per far sì che ciò che avviene già al suo interno possa perpetuarsi, indisturbatamente e senza conseguenze, in maniera ancora più brutale e indiscriminata all’esterno dei suoi confini: il costante depredamento dei territori naturali, l’avvelenamento e la schiavizzazione di intere popolazioni.
Il periodo storico che stiamo vivendo al centro degli infiniti occhi che ci osservano e ci spiano non ci permette di prenderci tante soddisfazioni; tutto diventa difficile, ma sappiamo che con l’intelligenza e la fantasia togliersi qualche sassolino dalle scarpe è ancora possibile, come è possibile per esempio portare solidarietà a coloro che vengono arrestati per essersi opposti al dominio e aver ostacolato i suoi piani mortiferi, coloro ai quali la magistratura vorrebbe appiccicare l’etichetta di terroristi.
Sempre più dobbiamo lottare contro lo Stato, perchè è compito dei rivoluzionari combatterlo (agli intelletuali lasciamo il privilegio di discuterlo e basta), senza attendere il momento più propizio e, soprattutto, senza fare distinzioni tra buoni e cattivi.

La solidarietà e, perchè no, la complicità ai compagni e compagne nelle galere si da perchè è giusto così. Si scrive un volantino, si fa un’azione, in ogni caso si fa sentire a chi è limitato dalle quattro mura di una cella che la lotta non è mai vana.
Per questo decreti legge o altre strategie finalizzate ad indebolire le lotte non fermeranno mai la vicinanza tra chi sta dentro e chi sta fuori.
Perciò i tentativi di creare terrore tra le fila di chi lotta contro lo Stato (qualsiasi sia la maschera con cui cerca di insinuarsi tra le nostre vite) indagando i compagni per istigazione a delinquere non farà altro che rafforzare la solidarietà tra di noi.

Il p.m. Federico Manotti ha indagato un compagno genovese, appunto, per istigazione a delinquere al fine di commettere atti terroristici in riferimento ad un suo comunicato comparso su internet  in cui criticava duramente chi in precedenza, con lo scritto diffuso in rete “I puntini sulle i”, aveva preso le distanze dall’attentato, avvenuto nel maggio 2012 ai danni di Roberto Adinolfi (Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare) colpito alle gambe dai già citati Nicola e Alfredo, azione che rivendicarono durante la prima udienza del processo.

Noi dobbiamo dare una brutta notizia a Manotti… Chi nel 2012 non esitò a ribadire la necessità dell’attacco all’esistente e a portare la propria solidarietà a Nicola e Alfredo, non farà un passo indietro.

Sempre più consapevoli di quanto le logiche dei distinguo, le pubbliche prese di distanza, le dissociazioni e le delazioni a mezzo web siano contrarie alla nostra etica, al di là delle motivazioni personali di chi le produce. Finita la canea mediatica, l’unico vero beneficiario di queste pratiche risulta essere il potere e il suo apparato repressivo nel rafforzamento delle politiche di recupero del conflitto e nell’isolamento dei sovversivi. Oltre a riempire i taccuini dei pennivendoli per comporre qualche squallido e ridicolo “quadretto di famiglia”.

Ribadiamo che la solidarietà è il sentimento più profondo e, al tempo stesso, uno strumento imprescindibile di ogni percorso di lotta e per questo non deve mai rinunciare alle sue componenti conflittuali: l’attacco e il sabotaggio.
Ogni tentativo di intimorirci con indagini architettate ad hoc, insieme ai ROS, è del tutto vana.

LA RASSEGNAZIONE E’ MORTE!
LA RIVOLTA E’ VITA!

compagni e compagne solidali che si incontrano al Mainasso

E’ uscito il n°6 di “BeznAchAlie” + opuscoli sull’anarchismo in Cina

Scaricare la rivista in pdf.

In questo numero :

-introducion………………………..
-Introduzione………………….
-Anni Dieci:………………………………..
– Lettera agli editori………………………
-io…………………..
-Materiali di lotta contro la guerra e il mondo che la produce…………………
-Il Carmine va a puttane ……………………………………
-WELD ………………………….
-Sull’apologia della violenza ………………………
-Tristezze anarchiche, sui sabotaggi e i lamenti che ne…………….
-Onesti e canaglie…………………………
-Quale verità, quale giustizia? ……………………….
-No, vaffanculo, io non sono Charlie …………………….
-E’ più violento prenderle o darle? ……………………..
-UN TESTO DI NIKOS ROMANOS ………………………
-Grecia – Contro le carceri di tipo C………………………..
-SCRITTO DI FRANCISCO SOLAR SUL CASO PANDORA………………………
-Scritto di Monica Caballero sull’ultima ondata repressiva………………
-prigioniera in lotta Noelia Cotelo Riveiro………………
-Perquisizioni a Mentoulles e Cuneo………………
-REPRESSIONE IN U.K: TAGLIA E MANDATO DI CATTURA PER UN COMPAGNO…
-Comunicato dei prigionieri della sezione AS2 di Ferrara, 14 febbraio 2015…….

In aggiunto, potrete leggere L’anarchica He Zhen e un’opuscolo sull’anarchismo in Cina.

Messico: Incendio della torre di telecomunicazioni di TelMex ad Atizapán

17 aprile 2015

Il gruppuscolo “Fino alla tua morte o la mia” ha dato fuoco a una torre telefonica sulla strada Messico-Toluca all’altezza del municipio di Atizapán, Stato di Messico. Abbiamo rotto il recinto di filo spinato e la griglia che “proteggeva” l’antenna e abbiamo piazzato un ordigno incendiario con un rallentatore fatto in casa sui cavi dell’alimentazione di energia. In lontananza abbiamo visto che l’ordigno si era acceso e illuminava la notte, il fuoco si è sviluppato lungo l’antenna bruciando e danneggiando quella proprietà della maledetta società Telmex.

L’antenna è stata messa fuori uso, cosi abbiamo continuato la serie di atti per cui, come già avevamo ribadito in anticipo, tutto ciò che è e simboleggia la civiltà, il progresso, la tecnologia, l’artificialità e la scienza sarà attaccato in qualunque modo.

La natura selvaggia reclama il suo, le colline divise dalla suddetta strada, gli alberi abbattuti per la costruzione di antenne ad alta tensione e di comunicazioni, gli animali (umani e non) spinti ad abbandonare il loro habitat dalla espansione pestifera della civiltà, tutto ciò che il progresso non ha rispettato né rispetta grida vendetta, i nostri antenati hanno posseduto le nostre menti, ora il fuoco di guerra ci appartiene.

Resistenza a tutto ciò che ci è estraneo !

Reazione Selvaggia
Gruppuscolo “fino alla tua morte o la mia”

Coacalco: Libro-Bomba nella Università della Valle del Messico

All’alba dello scorso 14 aprile di quest’anno, abbiamo abbandonato un libro bomba nei locali dell’Università della Valle del Messico (UVM) nel campus di Coacalco, Stato di Messico.

L’esplosivo era destinato all’area della facoltà di Scienze della Comunicazione. Questa è di gran lunga una delle carriere accademiche più richieste nel mercato del lavoro, si va dai giornalisti fino ai registi, e anche se coprono vari settori, la maggiore parte si concentra soprattutto sul nutrire l’apparato di diffusione del progresso e la tecnologia.

Il sistema ha bisogno di propaganda, di persone che si incarichino della manipolazione e l’alienazione nei media massivi (e non massivi) di comunicazione, ha bisogno di mostrare alle masse passive e insoddisfatte una mezza “verità”, così si avvalgono tanto di mezzi virtuali come di persone dedicate a nascondere le sue più grandi bugie. O forse (per citare un esempio) non furono questi comunicatori che si incaricarono di cercare di nascondere l’attentato contro la natura del Gruppo Mexico, con la sua fuoriuscita di rifiuti tossici a Sonora l’anno scorso? Sono stati loro a continuare a insistere nel dare spazio al progresso in questa società decadente, quelli che si avvalgono del loro “lavoro” per far sì che il sistema continui a crescere, diffondendo atteggiamenti che i destinatari trasformano inconsciamente in valori, che tendono a essere innocui per la coesistenza dello stesso sistema tecnologico.

Come di consueto l’atto è stato passato sotto silenzo, forse a causa della crisi politica che attraversa il paese, forse per l’appello degli anarchici a boicottare le prossime elezioni, forse perché all’università privata non conveniva fare rumore, in ogni caso, quello che assicuriamo è che se continuano a nascondere le nostre azioni, ci vedremo nella necessità di generalizzare l’attacco estremista contro la civiltà e il progresso tecnologico, con esplosivi, incendi e proiettili precisi.

Che si sappia già…

Per la  difesa della natura selvaggia e contro il sistema tecnologico!

Reazione Selvaggia
gruppuscoli:
“Tuono del Mixtón”
“Signore del Fuoco Verde”

Nantes: Il tribunale riverniciato di rosso. La giustizia mostra il vero volto

nantescourtAll’alba di una giornata di lotta storica, abbiamo voluto rendere manifesta la violenza quotidiana della giustizia nei confronti dei/lle dominat*, che siano sans-papiers, abitanti dei quartieri popolari, roms o militanti anticapitalist*.

Lo scorso aprile, il procuratore di Nantes Brigitte Lamy ha scelto di non perseguire i poliziotti che hanno accecato i/le manifestanti anti-aeroporto del 22 febbraio 2014.
Ancora una volta la giustizia avalla la licenza di uccidere e mutilare in tutta impunità della polizia.

La giustizia e la polizia hanno le mani sporche di sangue. Oggi il tribunale mostra il suo vero volto.

Vendetta per Freddie, Wissam, Zyed, Bouna, Malik, Rémi, Daranka, Quentin, Damien, Emmanuel e tutt* gli/le altr*.

Da Nantes a Baltimore, né oblio né perdono!

inglese

Santiago : La sede dei Giovani Comunisti attaccata in solidarietà con Juan, Nataly, Guillermo ed Enrique

Il mattino del 3 maggio abbiamo deliziato i Giovani Comunisti rinfrescando la facciata della loro sede di via San Pablo, 9059, Pudahuel, con della vernice e qualche vetro fatto sparire a sassate.

Questi stronzi, che hanno ampiamente cercato la riconciliazione democratica frequentando il potere e il suo apparato poliziesco, si sono messi a minacciare gli anarchici attraverso la stampa con delle richieste legaliste quando hanno avuto luogo gli scontri di un anno fa. Sembra che alcun* abbiano scordato quello che è successo, ma per quanto ci riguarda il tempo che è passato non ha cambiato niente, questo attacco ne è il riflesso fedele, e andremo oltre…

Abbiamo rivendicato questa azione con dei volantini in solidarietà con i/la compagn* Juan Flores, Nataly Casanova e Guillermo Durán (in sciopero della fame da 20 giorni) e con Enrique Guzmán, che si sono sempre dichiarat* contro ogni forma di potere e di autorità.
Sappiate che portiamo attenzione alla vostra situazione e che non avremo pace finché il potere non la finirà con i suoi soprusi.

Non c’è tempo né per le scuse, né per le pause.

Solidarietà in offensiva con i/le prigionier* in sciopero della fame.

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(foto degli scontri del 1 di maggio del 2014)

in francese | greco

Comunicato da qualche parte in Messico

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Dopo mezzanotte… nasce il fuoco nero

Il 12 aprile del 2015, intorno alle 20.30, abbiamo collocato un ordigno incendiario nella succursale del banco Santander di via ferrocarril hidalgo, all’angolo con via Nezahualcóyotl, che è scoppiato con successo provocando danni nel palazzo.

Si tratta di un atto di solidarietà con le ed i prigionier* sequestrat* dagli Stati di tutti i nomi.

In particolare si tratta di un atto di solidarietà con la lotta dei prigionieri anarchici greci in sciopero della fame*. Da qui vi diciamo: forza e solidarietà, compagni.

Si tratta anche di una risposta alla chiamata dei compagni cileni per la realizzazione di giornate di solidarietà per i prigionieri in guerra sociale. Da qui vi diciamo: siamo con voi, compagni.

Si tratta, infine, di un atto di solidarietà con i compagni  in clandestinità, poiché sappiamo quanto difficile sia quel cammino. Da qui vi diciamo: compagni, i muri che ci separano cadranno!!!

Libertà per Fernando Bárcenas, Abraham Cortés e Luis Fernando Sotelo!
Fuoco alle prigioni!!
Perché la solidarietà anarchica supera le parole!!!

LUPE LA CAMELINA
Per la Cellula di Diffusione del Commando Femminista Informale di Azione Antiautoritaria

in greco

Nota di Contra Info : *I prigionieri della Rete dei Prigionieri Combattenti hanno interrotto lo sciopero della fame il 18 aprile scorso, dopo 48 giorni di lotta. Leggi qui la loro dichiarazione.

Attacco incendiario contro il cantiere di costruzione del metrò di Santiago

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le azioni minori contro il sistema non sono importanti soltanto nella misura in cui contribuiscono alla distruzione del sistema, ma anche perché contribuiscono alla formazione di individui liberi, preparati, coscienti delle proprie capacità e dei propri limiti, coraggiosi e capaci di lottare per quello cui aspirano” (Antitecnologia 2009)

Rivendichiamo l’attentato incendiario contro il cantiere della futura linea 6 del metrò di Santiago, il 7 aprile: abbiamo attaccato questo simbolo del progresso tecnologico-sociale con un ordigno incendiario ad attivazione chimica.

Le conseguenze nefaste dell’espansione tecno-industriale non saranno tollerate senza la necessaria risposta, giriamo tenendo d’occhio i vostri negozi, supermercati, zone di espansione urbana, degradazione della natura selvaggia nelle sue forme più estese. Abbiamo attaccato, attaccheremo nelle campagne e nelle vostre città, difenderemo con le unghie e coi denti quello che resta da difendere, come anche noi stessi.

Mandiamo un affettuoso saluto a Natalia e Javier.
Forza ai/alle compagn* Juan Nataly e Guillermo in sciopero della fame.

Contro la civiltà! Per la difesa di tutto quello che abbiamo perso!

Gruppo Kapibara FAI-FRI

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