[Italia] È uscito Blasphemia, aperiodico anarchico

[…]
Questo giornale nasce dall’insofferenza ai settarismi che sembrano essere in espansione anche dove meno li si attendeva, ha la pretesa di stimolare riflessioni, che portino ad incontrarsi, non su una affinità ridotta alla familiarità che ci lega a volti e presenze scontati…
[…]
Chi scrive si è incontrato ed ha sentito l’impulso di mettere tutto in discussione, di non dare niente per scontato, di ricominciare a ragionare e a seguire l’intimo desiderio di distruggere il mondo. Per farlo occorrono idee, occorre coraggio, occorrono progetti, teorie e azioni, conoscenze e irriverenze, prospettive e ricerca, là dove è possibile, di affinità. È necessario tornare ad osare nei pensieri e nelle azioni. Senza attese, senza indugi, senza chiese.

Questi sono alcuni degli argomenti che cercheremo di affrontare ed approfondire nelle pagine che seguiranno, convinti della necessità per i compagni, aldilà dei confini territoriali, di incontrarsi, scontrarsi, discutere, progettare, agire.

In questa scia di pensiero si inserisce la motivazione per cui si è deciso di non fare circolare la rivista che avete sotto mano attraverso internet. Il modo in cui si diffonde un’idea è parte integrante del percorso di lotta, soprattutto se questa idea è un tutt’uno con la pratica, ragion per cui non può essere affidata ad uno strumento di comunicazione che non solo è invenzione, usufrutto del nemico, ma può essere responsabile della creazione di realtà fittizie.

C.P. 116
Piazza Matteotti
80133 Napoli, Italia
blasphemia@autistici.org

Genova: Sgomberato il Mainasso

IL MAINASSO SOFFIA ANCORA

Questa notte, 27 maggio, la questura ha sgomberato, con un imponente spiegamento di forze, il Mainasso occupato da appena 2 mesi.

Ciò non ci scoraggia, ma anzi ci spinge ad andare avanti per la nostra strada senza esitazioni.

Per 2 mesi uno spazio di proprietà delle Opere Pie (il famigerato Ente Morale), abbandonato da tempo (e che tale rimarrà, blindato e oscurato), è stato sottratto alle dinamiche imperanti del profitto, della passività e dell’alienazione. Non ponendosi obbiettivi specifici a termine, un semplice fondo di pochi metri quadrati è diventato un posto di ritrovo per chiunque si ostini a voler vivere il piacere dell’incontro, della condivisione e del confronto, per chiunque si ostini a voler vivere ancora le strade.

Un posto dove ospitare iniziative, cineforum, cene, incontri… Sempre con la priorità di sostenere e portare la solidarietà a chi è colpito dalla repressione per essersi battuto contro questo stato delle cose, contro questa società infame nella quale vorrebbero costringerci a vivere.

Uno spazio ritorna al suo precedente stato di inerzia, ma chi lo ha vissuto non intende limitarsi in alcun modo.

Per questo le iniziative previste verranno mantenute, a partire da stasera, con luoghi e modalità che saranno comunicati di volta in volta.

STASERA alle 21 in PIAZZA DELLE ERBE per la rassegna “VERITÀ E CONFLITTO TRA INDIVIDUO E AUTORITÀ”, I DIAVOLI di Ken Russell

LUNEDÌ 2 GIUGNO dalle 19 presentazione del progetto editoriale CROCE NERA ANARCHICA

VENERDÌ 6 GIUGNO dalle 19 presentazione dell’opuscolo “DIVIDE ET IUDICA – IL LABIRINTO PROCESSUALE DEL 15 OTTOBRE”

SABATO 7 GIUGNO dalle ore 18 aperitivo in sostegno ad un compagno sotto processo per i blocchi stradali avvenuti in seguito alla morte di un operaio in porto nel 2007

ANCORA! PER LA RIVOLTA! PER LA LIBERTÀ!

Navarra: Attaccato il consolato d’Italia in Iruña

In solidarietà con i/le compagnx anarchici/che e ricordandosi alla settimana internazionale in solidarietà con: Nicola; Alfredo; Gianluca; Adriano; Marco Camenisch; Mattia; Claudio; Niccolò; Chiara e tuttx gli/le altrx che non includiamo in questa lista, il venerdì 23 di maggio 2014 abbiamo lanciato pittura nel consolato d’Italia in Iruña/Pamplona (vicino alla stazione centrale di polizia). Questa volta è solo pittura, ma non ci fermeremo fino a quando non li/le vediamo tuttx liberx.

Va per voi compagnx.

Questo è solo l’inizio…

10, 100, 1000 nuclei anarchici

fonte : barcelona indymedia

[Italia] Nuovo sito: Resistenze al nanomondo

Siamo un collettivo che da anni lavora su tematiche come l’ecologismo radicale e la critica alla società tecno-industriale. Realizzando bollettini, riviste, materiale informativo e numerose iniziative che hanno portato a mobilitazioni come quella contro l’Efsa di Parma (Ente europeo sicurezza alimentare), primo responsabile in Europa della diffusione di ogm, pesticidi e nocività di ogni tipo e adesso anche le nanotecnologie.

Perché “Resistere al nanomondo”?

Quello che sta avvenendo sul pianeta ad una velocità impressionante è una distruzione di tale proporzioni che non necessita di alcun strumento o specialista per rendersene conto. L’ecocidio in atto ha ormai raggiunto e superato quasi ovunque la soglia dell’irreversibilità: gli stessi elementi che rendono possibile la vita sul pianeta stanno scomparendo, un ecosistema più complesso nella sua integrità è diventato una rarità.

Questo sistema sta lavorando al dopo: dopo aver garantito e messo in atto un saccheggio e una distruzione senza precedenti, si appresta a far a meno della natura e quindi anche dell’uomo, per come si è inteso fino ad ora essere umano.

Ma non stiamo parlando di un salto che sta per compiersi da parte del totalitarismo tecnologico. La tecnologia, trama del nostro quotidiano e dimensione interiorizzata che plasma e modifica la stessa realtà, non fa salti, può stare nascosta per anni in qualche laboratorio di ricerca, ma assolutamente non fa salti. Ci siamo già dentro a pieno a questa singolarità, come è stato definito questo radicale cambiamento in corso.

Dal chip sotto pelle ai droni sui quartieri a “rischio” l’avanzata del dominio tecnologico è lenta e inarrestabile: talmente lenta che neanche ce ne rendiamo conto. Ma è una finta lentezza: se gaggets tecnologici, diventati protesi nel nostro quotidiano come i cellulari, si rinnovano in tempi sempre più corti, lo stesso avviene per le tecnologie militari e di controllo. Con un certo eufemismo, si potrebbe dire che quello non immediatamente utile al militare viene lasciato al pubblico per farlo concentrare sulla propria alienazione o per affinare intorno a se quella vasta gabbia tecnologica, di cui l’espressione più evidente è il cosiddetto “internet delle cose”: sempre connessi e sempre sotto controllo!

Il ruolo delle grosse multinazionali come sempre è chiave, quando è in corso un cambiamento di tali proporzioni e dalle così vaste implicazioni per il futuro, ma non si può ridurre tutto alle compagnie come IBM, Monsanto, Basf … per citarne solo alcune. La questione è molto più ampia e complessa, coinvolge tutto il sistema della ricerca scientifica dell’alta tecnologia e un determinismo tecnologico che ci vuole sempre più imbrigliati.

Ci sentiamo di puntare forte l’attenzione sull’interconnessione delle scienze convergenti: biotecnologia, nanotecnologia, neuroscienze, informatica. Sentiamo di dare un ruolo particolare alle nanotecnologie e al nanomondo che si sta realizzando passo dopo passo, dove le decisioni sono già state prese e partecipare al dibattito con i loro tavoli truccati non significa altro che consolidare il proprio sfruttamento in forma consensuale. In questo stato di cose anche le normali manifestazioni di consenso vengono meno o si fanno superflue, una tecnologia che si è fatta sistema muove i suoi passi a prescindere da noi. L’ingegneria genetica va di pari passo con l’ingegneria sociale, dove il vivente viene snaturato della sua stessa essenza e dove questo “uomo nuovo” deve essere il miglior custode della gabbia.

Le nanotecnologie non sono arrivate dal nulla, come dicono gli stessi estimatori il debito verso le biotecnologie è enorme, non sono altro che la loro continuazione. Per questo pensiamo sia necessario non separarle mai, mettendone in luce la comune origine e il medesimo percorso. Il terrore dei sostenitori del nanomondo è vedere ripetersi quello che è avvenuto con gli ogm, dove una visione fortemente negativa ha preso piede in tutto il mondo creando numerose resistenze.

Pensiamo sia importante trasmettere delle analisi per sviluppare un pensiero critico. Con questo sito vogliamo portare e sviluppare una critica radicale a queste tecnologie anche soffermandoci su singole questioni e aspetti. Cercando però sempre di far capire i vari passaggi e collegamenti per esprimere e trasmettere una visione più ampia. Per esempio mostrando le similitudini esistenti tra un microchip in un animale in un’impresa industriale e un chip sotto pelle ad un bambino per fare in modo che sia sempre rintracciabile; tra un micro drone per il controllo cittadino e i bombardamenti sui civili fatti dai droni in Pachistan dall’esercito americano.

Apparentemente la questione si presenta molto complessa, al di fuori della nostra comprensione, soprattutto se non ci si intende di scienza, ma non è così! L’analisi e critica che vogliamo sviluppare non porterà a capire cosa avviene sotto le lenti di un microscopio a scansione tunnel, strumento altamente specializzato capace di configurare in nanoscala e di spostare molecole. Questo non ci interessa non tanto perché all’IBM o in altre compagnie e centri di ricerca non è gradito chi curiosa nei loro affari e non ci farebbero entrare, ma perché non è trasformandosi a nostra volta in scienziati, o avendone a nostra disposizione, che si arriverà a capo di qualcosa. Sono proprio scienziati, tecnici e specialisti di ogni sorta che stanno dando un fondamentale contributo (ovviamente supportato da un sistema che legifera e soprattutto esprime le loro indicazioni) a questo tecnomondo.

La prospettiva da dove osserveremo sarà totalmente diversa: non daremo forza alla nostra voce su simili basi, ma partiremo da svelare quello che si presenta come neutrale e invece neutrale non lo è. Non c’è da girarci tanto intorno: riconoscere l’ammissibilità e validità alla nanotecnologia significa supportare la nano-guerra e il nuovo totalitarismo, perlomeno uno degli strumenti che ne diventerà il suo più prezioso alleato. La coesistenza richiamandosi a qualche metodo precauzionale è impossibile, abbiamo già visto cosa è avvenuto con gli Ogm in agricoltura o con il nucleare, con la convergenza delle tecniche la situazione non è gestibile e decisamente più grave.

Un sito ha ovviamente tutti i suoi limiti, ci auguriamo che nella sua semplicità possa stimolare ulteriori riflessioni e la realizzazione di altri strumenti, in lingua italiana analisi e critiche su certe questioni sono ancora troppo rare. Questo sito ospita testi, scritti, notizie e video che portano una critica radicale con lo scopo di contribuire a creare un pensiero critico e un’opposizione verso questo esistente.

Non è nostro fine creare uno strumento per la realizzazione di un contesto culturale chiuso in se stesso e con una falsata apertura verso l’esterno. Il nostro strumento vuole essere diretto a chiunque vuol saperne di più su certe questioni.

Consideriamo questo progetto come qualcosa in movimento, che potrà supportare o dare vita a campagne e momenti di resistenza al nanomondo.

Pensiamo che la critica deve trasformarsi in azione, per questo motivo ospitiamo e diamo ampio spazio anche a chi non accetta questo stato di cose e decide di opporsi concretamente, dando vita ad altre situazioni, mobilitazioni, azioni, che vanno ad infittire quella resistenza che ha origini lontane e ora più che mai si fa necessaria: perché il nanomondo è irreversibile.

resistenzealnanomondo.org

[Cile] 22 Maggio: Giornata del Caos – Cinque anni dopo la caduta in combattimento del punky Mauri

Cinque anni dopo la caduta in combattimento del compagno Mauricio Morales che è morto il 22 Maggio 2009 attaccando la scuola della gendarmeria con un ordigno esplosivo. Attraverso questa propaganda vogliamo contribuire all’espansione della memoria dei/le nostrx compagnx anarchici/che, sabotando la macchina dell’amnesia funzionale solamente alla cultura del dominio.

Facciamo un richiamo alla proliferazione dei gesti contro il potere, affrontando tutte le forme di autorità.

Ricordiamo l’irriducibile vita del compagno, il suo grande sorriso, i suoi desideri di libertà e le sue contraddizioni, che denotano la prassi insurrezionale.

Claudia, Jhony, Mauri, Angryvivono nella rivolta.
LA NOSTRA MEMORIA È NERA, IL NOSTRO CUORE ANCHE.

Maggio 2014.

Sul manifesto si legge:

Per l’espansione del caos e dell’anarchia.
Per la propagazione del fuoco come la peggiore morte nera!

Il 22 Maggio 2009 il compagno anarchico Mauricio Morales si dispose per attaccare la miserabile scuola della Gendarmeria del Cile. Un malfunzionamento del artefatto esplosivo che trasportava abbia innescato la detonazione anticipatamente, uccidendolo sul posto immediatamente e inaspettatamente. Il messaggio anarchico è chiaro: chi fa della tortura sistematica un mestiere semina odio e raccoglierà tempeste. Perché sostenere questo ordine di morte ha un prezzo; nessun debito sarà cancellato, e nessuno rimane dimenticato. Tranquillità nelle loro tane? Pace sociale? Noi sosteniamo che la vendetta e lo scontro saranno permanenti, affinando l’obiettivo e alzando gli scenari del conflitto fino ad un punto di non ritorno.

Spero ridendo la morte tagliente con il petto duro e pieno di vita;
che l’insorto fuoco illumini le notti cupe di Maggio.

Un altro manifesto qui.

Svizzera: Aggiornamento su Marco Camenisch

Marco Camenisch nei giorni scorsi (dal 15 al 20 maggio) è stato portato in isolamento punitivo nella cella bunker del carcere di Lenzburg (Svizzera) dopo che ha rifiutato l’ennesimo test delle urine, l’ennesima provocazione.

Nei prossimi giorni (tra il 22 e il 23.5.2014) verrà inoltre trasferito in un nuovo carcere nel Canton Zugo. Ancora non è chiaro se questo trasferimento è una ritorsione contro il rifiuto di Marco dell’ennesimo test delle urine o se già era nei piani dell’Amt fur Justizvollzug (Ufficio Esecuzione Pene e Misure) di Zurigo.

Il fine pena di Marco è previsto per l’ 8.5.2018. La liberazione anticipata continua ad essergli rifiutata usando come motivi una sua “violenza cronica” associata ad una “visione delinquenziale” che avrebbe del mondo.

Questo è il contatto che al momento si ha:

Marco Camenisch

Strafanstalt Bostadel
Postfach 38, CH-6313 Menzingen, Schweiz/Svizzera

Tel. +41 41 757 1919, Fax +41 41 757 1900

MARCO LIBERO!

Brasile: Notti bianche e cieli stellati

La Coppa del Mondo non è un affare di calcio. Se un paese è candidato per l’organizzazione di questo evento, è perché il calcio esercita oggi la stessa funzione di uno spettacolo di gladiatori nell’antica Roma, oltre a costituire un’occasione insperata per lo Stato organizzatore di far avanzare a passi da gigante il proprio sviluppo economico e la propria influenza politica. La Coppa ha costi mostruosi, tuttavia il rientro sull’investimento promette quasi a colpo sicuro di essere assai lucroso. Il Brasile, considerato una delle grandi potenze economiche mondiali, conta d’avanzare ancora di livello organizzando la Coppa e i Giochi Olimpici.

La Coppa del Mondo è anche un progetto del potere per imbrigliare le tensioni sociali e offrire lo spettacolo della sua adorazione. Per le entità statali e gli interessi economici è un’occasione di creare le condizioni per aprire nuovi mercati, per tappare la bocca a certe resistenze e per realizzare un salto qualitativo nell’occupazione del territorio e nello sfruttamento capitalista. È il maxi-raduno moderno di Stato e Capitale, dove l’arroganza del potere si esibisce nello spettacolo degli stadi, delle masse sbraitanti, degli schermi, delle trasmissioni in diretta e della fierezza nazionale.

La concessione dell’organizzazione della Coppa del Mondo 2014 allo Stato brasiliano ha comportato una intensificazione immediata e sistematica della militarizzazione della gestione della «pace sociale». Create sul modello delle tristemente celebri «operazioni di pacificazione», sono nate nuove unità di polizia, le Unidades de Polícia Pacificadora (UPP), istituite dal 2008 nei quartieri critici e nelle favela di Rio de Janeiro. Nel nome della guerra contro i trafficanti di droga, lo Stato ha ripreso il controllo dei quartieri militarmente. Nello spazio di quattro anni, secondo stime ufficiali, solo a Rio de Janeiro più di 5.500 persone sarebbero state uccise dalla polizia. Nei quartieri da cui le bande di trafficanti sono state cacciate, ora sono i paramilitari a fare il bello e il cattivo tempo.

Ma la Coppa del Mondo ovviamente non attiene solo all’aspetto delle uniformi. Per una cifra superiore ai 3.500 milioni di dollari, sono stati costruiti stadi in luoghi strategici delle città. Sono state sgomberate e rase al suolo diverse favela per costruire nuovi quartieri per le classi medie, centri commerciali, alberghi di lusso e predisporre siti balneari. Vie di trasporto e autostradali sono state allestite e messe in sicurezza; aereoporti, porti e reti elettriche sono stati costruiti o ricostruiti. A Rio de Janeiro, 250.000 persone sono state sgomberate dalle loro abitazioni per far largo ai progetti edilizi legati alla Coppa del Mondo del 2014 e ai Giochi Olimpici del 2016. La Giustizia brasiliana non ha nascosto le proprie intenzioni relative alle future destinazioni d’uso di tutti quegli stadi, che per lo più serviranno solo per ospitare qualche partita: sono in corso studi per esaminare come i nuovi stadi di Manaus, Brasilia, Cuiabá e Natal possano essere trasformati in prigioni. Continue reading Brasile: Notti bianche e cieli stellati

Italia: Testo del compagno Fausto Ricchi sulla sua personale situazione attuale

L’UNICO VERDETTO È VENDICARSI – V

La solidarietà sembra diventata una parola svuotata, predicata da persone ostentanti la libertà individuale al seguito della predicazione di un’idea, quella anarchica.

Un movimento attaccato alla flebo della povertà d’animo in cui la macchina sociale l’ha prodotto e rinchiuso.

Questa considerazione verrà più facilmente colta da chi con quella società non ha più niente a che fare perchè non vuole averci niente a che fare. Naturalmente non voglio discutere della sussistenza e della sopravvivenza in cui ogni essere vivente deve districarsi perchè i maghi e i preti delle parole ne farebbero avido bottino per le loro speculazioni sociali sottraendosi a un confronto diretto e sincero con le loro paure che ben si nascondono dietro lo spettro della massa popolare e che di conseguenza precludono ogni sviluppo di prospettive successive al superamento delle sudette.

Quando poi questa pietosa solidarietà implode nel totale fallimento con la pretesa di avere uno status sociale in quanto si crede di svolgere un lavoro importante e rilevante, i piagnistei si sprecano e la frustrazione dilaga.

Basta guardare bene poi per capire che più che una torre d’avorio con cui porsi come avanguardia assomiglia solamente ad un castello di stuzzicadenti.

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

La solidarietà non può essere che una vendetta perchè significa un legame fra due o più individui, un legame che se viene spezzato genera un’esplosione e non un’implosione nella paura del crollo del nostro castello, perchè il castello non ha alcun significato se non quello che gli attribuiamo noi individualmente come facciamo con un’autorità esterna.

Sono accusato della tentata rapina della pistola di un agente di polizia.
Episodio per la quale dal 17 ottobre 2013 sono detenuto agli arresti domiciliari nel modenese.

Per quanto stia vivendo questa prigionia non so affermare cosa sia peggio fra la repressione e la delusione amplificata da fattori tanto semplici quanto subdoli come lo sfiatamento dei rapporti d’affinità, successivo alla frattura tra i percorsi di lotta seguiti insieme ad altri/e compagni/e prima e l’arresto in seguito, creando una spaccatura netta fra ciò che si considera mero sostegno e solidarietà rivoluzionaria.

Io non voglio questa millantata solidarietà (ricevuta o mancata che sia), oggi più che mai, diventata parvenza del cancro dell’intero movimento anarchico.

Ciò che voglio sono compagni a cui il mio pensiero si rimanda, nel tempo scandito di tanto in tanto dalle loro azioni che mi raggiungono e mi fanno stringere i pugni. Sperando poi di poter ricambiare un giorno o l’altro. Sapendo che non importa la distanza, sai di poter affidare quel pensiero di rivalsa a tutti/e i/le più probabili e improbabili compagni/e là fuori.

Ciò che voglio sono quelle “strane creature”, infinitamente diverse fra loro ma che considero egualmente fratelli e sorelle in questa guerra, le cui diversità non sono difetti ma peculiarità.
In tempi più sereni il riso e lo scherzo segnavano i primi passi della via giusta, ma altrettanto ci si riconosce con quelle stesse creature a combattere insieme nel buio e nell’ombra.

Ciò che voglio sono quelle “strane creature”, ognuna con le proprie possibilità e ognuna coi propri ritmi, dettati dalle inifite connotazioni personali e dagli infiniti fattori psicologici, fisici e momentanei. Ritrovandosi poi nei momenti pericolosi in cui escono le persone per come sono veramente, e dimostrare al nostro nemico che non potrà mai isolare coloro che costantemente cerca di reprimere e dividere.

Io voglio tutto, dichiarando guerra contro ciò che distrugge la vita e tutti coloro che sostengono qualsiasi muro di una prigione, precludendo conflitti. Solo tentando di estendere dappertutto lo stato di conflittualità permanente possiamo trovare la liberazione che cerchiamo.
Liberazione dal dominio del cemento e dalla legge del denaro.

Se questo non è il senso del risultato che bisogna ottenere,
mi domando cosa vuole dire ditruggere un palazzo;
mi domando cosa vuole dire far esplodere un bancomat;
mi domando cosa vogliano dire tutti gli ammassi teorici di parole che si continuano impassibilmente ad accumulare, in attesa di chissà quale propizio utilizzo o momento migliore in cui sfoderarle.

Dare fuoco a tutte le prigioni,
così come incendiare tutte le parole pensate e non dette;
così come incendiare noi stessi di passione.

LA MIGLIORE DIFESA È L’ATTACCO!

/Fausto Ricchi “Aksl”

[Italia] Nuovo sito – Croce Nera Anarchica!

Il Progetto

Fuochi di rivolta continuano a rischiarare le tenebre di un mondo altrimenti volto all’annientamento dell’ individuo ed alla schiavitù omologata: ad attizzare questi fuochi e ad accenderne nuovi queste pagine sono destinate.

Uno dei pochi vantaggi forniti dalla parossistica ricerca di informazione globale è lo scoprire che anche agli antipodi ci sono cuori che battono allo stesso ritmo dei nostri e che armano mani abili a fare molto più che battere su una tastiera. La corsa verso l’abisso della società tecnologica si fa sempre più forsennata, ma i combattenti di tutto il mondo tengono il passo e pur a rischio di venir schiacciati da un mostro così gigantesco, provano ad ostacolarlo e farlo cadere a terra. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e fare sempre di più.

Con questa tensione abbiamo deciso di dar vita ad una nuova Croce Nera Anarchica. Iniziamo questo percorso con la consapevolezza di vivere in tempi in cui è sempre più facile pagare ad alto prezzo la scelta di continuare a diffondere certe idee e pratiche, ma abbiamo sempre sostenuto che la rassegnazione sia complicità e- sebbene non siamo tra quelli che reputano che “la penna valga quanto il fucile” – risulta oramai evidente che anche all’interno del cosiddetto movimento anarchico si sia venuta a creare una intollerabile omogeneità di pensiero, che le pratiche collegate appaiano sempre più il risultato di un’asta al ribasso e che quindi sia imprescindibile tornare a far sentire altre voci. Rompiamo il silenzio assordante di questi ultimi anni, consapevoli del fatto che certe voci, le nostre, troppo a lungo non si sono fatte sentire.

Questa nuova Croce Nera nasce con lo specifico obiettivo di diventare una palestra di idee con come minimo comun denominatore la centralità della pratica distruttiva : non basta più usare la definizione “azione diretta”, visto che sembra aver acquisito il significato di “tutto ed il contrario di tutto”… Ovviamente daremo il più ampio spazio possibile al contributo dei compagni finiti nelle maglie della repressione, senza ridurci ad una sorta di croce rossa ridipinta, ma supportando in ogni modo la continuazione del loro percorso di lotta.

Lo scopo del progetto, che mai dovrà assumere i toni o le forme dell’assistenzialismo, è quello di rilanciare certe idee e conseguentemente certe pratiche.

Speriamo che, partendo da questi presupposti, si crei un reale dibattito, che non scada mai nella misera partigianeria, ma vivo a tal punto da farsi acceso fino allo scontro, perché siamo stanchi di un tiepido e possibilista “va bene tutto”.

Abbiamo deciso di dare forma cartacea al bollettino, più tangibile e duraturo dello scorrimento veloce della rete, mantenendo comunque il corrispondente blog con fondamentale funzione di volano e di strumento più rapido per la diffusione di notizie e comunicati su azione e repressione. Sentiamo la scelta della forma fisica del giornale non come sterile feticcio nostalgico, ma convinti che non ci si possa continuare a lamentare dei danni distruttivi della società tecnologica e ignorare come anche noi anarchici ci si sia lasciati ridurre a semplici “utenti” di un mondo sempre più virtuale in cui anche le lotte rientrano nell’idiota meccanismo di essere maggiormente “di successo” in base a quanti più “mi piace” ricevono…

Inoltre desideriamo ricreare un luogo fisico in cui incontrarsi, confrontarsi e trovare nuovi complici. Ci aspettiamo di ricevere molti contributi, anche critici e faremo il possibile per creare occasioni per presentare in bollettino e finalmente tornare a guardarsi negli occhi mentre si parla di quello che continua ad essere il nostro più ardente desiderio: la distruzione di quest’esistente che ci annichilisce e la gioia di contribuire a vederlo crollare in macerie.

aprile + maggio 2014 …

[Italia] Appello alla solidarietà con Ilya Romanov, incarcerato in Russia

Dopo aver appreso l’iniziativa dei compagni del CSO VOX di Atene in solidarietà ad Ilya Romanov,* abbiamo voluto raccogliere l’appello di raccolta fondi per il compagno arrestato e la sua famiglia. Vorremmo, visti i molteplici impegni dei compagni e compagne, che ogni gruppo ed i singoli individui raccogliessero i soldi facendo “colletta”, oppure per chi riesce, organizzando iniziative in sostegno ad Ilya.

Varie realtà hanno già devoluto dei soldi a seconda delle loro possibilità, chiediamo ai compagni un altro sforzo.

La nostra intenzione è che anche dall’Italia arrivi un segnale di solidarietà internazionale ad un compagno presente nelle lotte da più di vent’anni con determinazione.

La solidarietà va portata avanti soprattutto continuando la lotta contro la guerra con le più svariate pratiche, ma anche raccogliendo fondi per un compagno ferito in azione.

Gli ultimi aggiornamenti arrivati da Mosca ci dicono che Ilya è in carcere e sta aspettando che gli fissino la data del processo; non si sanno ancora le accuse che pendono a suo carico, probabilmente il processo inizierà quest’estate. Ad Ilya fa molto male la mano ma sta bene di morale, la sua famiglia può fargli avere le medicine ma è in difficoltà nella raccolta dei soldi per la difesa legale.

Se qualcuno volesse scrivergli una lettera in inglese la spedisca a questo indirizzo e i compagni provvederanno a tradurla in russo: abc-msk(at)riseup.net

Ringraziamo in anticipo i compagni e le compagne che supporteranno questa causa.

Anarchiche ed Anarchici di Trento e Rovereto

Per chi volesse contribuire alla raccolta fondi il versamento dei soldi è tramite carta Postepay ed il suo codice è: 4023-6005-5882-3706 / Intestata ha: Luigia Cecchin

* il testo distribuito durante l’evento svolto al Centro Sociale Occupato VOX, a Exarchia (Atene) il 15 novembre 2013 —in inglese qui

Iruña, Navarra: Solidarietà con prigionieri anarchici in Messico

Libertà per Amelie, Carlos e Fallon
Né colpevoli né innocenti; solo conseguenti

Venerdì 2 maggio 2014

Ore 19.30: Guerra sociale in Messico, terrorismo dello stato e solidarietà come bastione della resistenza (a carico di un compagno militante messicano)

Ore 21.30: Cena vegana e messicana (5 euro destinati a compagnx detenutx in Messico)

Appoggiano e organizano:
Centro antiautoritario Subeltz, A.G. Gaztea Anarkistak (giovani anarchici), CNT Nafarroa

Nel centro antiautoritario Subeltz, Via Curia, 29, Iruña (Navarra)

I possibili benefici andranno a compagnx anarchici/che rappresagliatx.

fonte : subeltz.noblogs.org