Stato spagnolo: Presidio per i detenuti in Salamanca

Presidio nel carcere di Salamanca il venerdì 28 febbraio 2014; atto nel contesto della chiamata per una settimana di azioni decentrate per i/le detenutx in lotta, scioperi della fame, e per i morti in prigione.

CONCENTRAZIONE VENERDÌ 28 FEBBRAIO ALLE 20.00 ORE
nella piazza del Liceo

Solidarietà con i/le detenutx in lotta
Contro i morti e le torture in prigione

Tre morti in due mesi

CARCERE=TORTURA=MORTE

Prigioni Cilene: La lotta è permanente, oggi e sempre

almost

Oggi, mentre il calore estivo va scemando*, gli attacchi dovrebbero aumentare. I/le guerrieri/e che sono tornati/e dalle vacanze, adesso riprendono il loro posto nelle trincee. Che inutilità, vero? Quelli/e che hanno lottato continuamente senza dar tregua al nemico sono pochi/e, e quindi non hanno vacanze; capiscono che in questa guerra non ci sono tregue, che la lotta non ha pause, l’azione di strada non può calare, o forse il Potere e i suoi apparati repressivi vanno in ferie? Loro non perdono tempo e prendono posto quando noi ripieghiamo o andiamo in vacanza, non possiamo dargli nessun vantaggio o cedere terreno. Non avanzeremo senza essere costanti nei nostri attacchi.

È molto probabile che la mia visione della realtà fuori sia limitata, ma cerco di aggiornarmi in ogni modo e credo che la realtà non sia molto distante dalle mie percezioni. Provo pena per queste situazioni immobili quando c’è l’estate, il calo è risaputo, solo pochi/e stanno sul piede di guerra permanente, e gli/le altri/e?

Invio un forte abbraccio, affetto e rispetto a chi resta a lottare, un saluto combattivo alla Cellula Incendiaria Sebastian Oversluij, spirito combattivo da sottolineare e imitare. Forza fratelli e sorelle, io sono pronto per la lotta di strada, ballando al suono della rivolta con tutti/e gli/le insorti/e.

Alle menti consapevoli dico di non scordarsi dei/lle loro prigionieri/e, solidarizzare attivamente con loro, che mai si sentano soli/e. Nel mio caso, non mi sono mai sentito solo e ho resistito grazie a questo. È importantissimo essere presenti con loro, non immaginate quanto sia prezioso ricevere gesti solidali e affetti dai nostri pari.

Oggi, a 5 giorni dal mio rilascio, l’ansia di essere parte attiva della lotta mi leva il sonno, mi stravolge il sangue e mi fa concludere che tutti/e siamo necessari/e, che dobbiamo aspirare ad essere migliori in ciò che facciamo in ogni modo possibile.

Non immagino come sarà il momento dell’uscita**. Sono molto emotivo e so che le lacrime usciranno anche se le tratterrò. Non credo di essere un buon oratore in questo momento, sarà l’emozione… spero che chi verrà ad aspettarmi mi scuserà. O forse al contrario ho parlato troppo… non lo so, solo in quel momento lo saprò.

Fraternamente,

José Miguel Sánchez Jiménez
Ex Peni***
22 Febbraio 2014

Note:

*In Cile, nell’emisfero sud, c’è l’estate. Ovvero, lì l’estate dura da Dicembre a Marzo. In questi mesi la maggioranza dei/lle lavoratori/trici e la totalità degli/lle studenti/esse va in ferie, le più lunghe dell’anno. Per questo il compagno cita il “ritorno dalle vacanze”.

**Come dice Jose Miguel, la sua uscita è fissata per il 27 Febbraio. Il compagno ha saputo che alle 16:00 di quel giorno, sarà portato in una cella di isolamento senza le sue cose. Intorno alla mezzanotte, gli ridaranno le sue cose e sarà rilasciato.

***Peni è il nome colloquiale col quale è conosciuto il Centro di Detenzione Preventiva Santiago Sur, chiamato anche “Ex Penitenciaria”.

Prigione di Koridallos, Atene: Testo collettivo sullo sciopero della fame e della sete di Dicembre 2013

Il seguente testo è una presentazione di ciò che è seguito dopo l’incidente e anche alcuni pensieri generali riguardo all’istituzione del carcere e a come ci rapportiamo ad esso in quanto anarchici. Il nostro desiderio era di farlo prima, ma il nostro trasferimento in un altro padiglione, il pestaggio di Yannis Naxakis da parte della CCF e altre questioni carcerarie lo hanno rallentato.

Il 13/12/2013 quando è stato chiuso il cortile abbiamo ridato alla guardia di persone Yannis Milonas una piccola parte della violenza che lui applica quotidianamente tenendo una chiave. Questa persona specifica aveva insistito col suo atteggiamento litigioso quando alcuni compagni lo avevano richiamato per dei commenti ironici fatti il giorno prima.

L’incidente è stato, per l’amministrazione, il motivo per rompere la nostra comunità che era diventata una spina costante per essa. In tempi recenti ci sono stati numerosi scontri che abbiamo cercato in vari modi e per motivi che riteniamo nodale per (sciopero della fame dei comunisti turchi, collocamento del filo spinato sopra i cortili) sabotare, in modo possibile, il funzionamento del carcere.

La prima mossa dell’amministrazione è stata trasferire cinque di noi nelle celle punitive, due nel 4° padiglione, uno nel 5° e i tre rimasti nel 1°. Le prime ore sono state acute e abbiamo capito subito le intenzioni dell’amministrazione di romperci e indebolirci. I compagni che si sono trovati nelle anguste celle punitive del 3° padiglione, in celle dove neanche un cane starebbe, hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete per richiedere la riunione immediata della nostra comunità e cosi non c’è stato tempo per l’amministrazione di pianificare mosse successive.

La richiesta era di tornare tutti al 1° padiglione dato che li stavano la maggioranza dei compagni (oltre a quelli nelle celle punitive), le persone con cui abbiamo relazioni amichevoli e anche le nostre cose. Inoltre venne proposto il 1° padiglione per assicurarci contro un possibile nostro trasferimento in un padiglione di isolamento. La condizione complicata che si è creata ha mostrato che sarebbe stato più saggio non proporre questo padiglione specifico ma uno qualsiasi. Spiegheremo perché. Continue reading Prigione di Koridallos, Atene: Testo collettivo sullo sciopero della fame e della sete di Dicembre 2013

Santiago, Cile: Lettera della famiglia di Tamara Sol Farías Vergara

Villa Francia, 3 Febbraio 2014

Cari/e amici/che e compagni/e:

La nostra amata Tamara Sol è prigioniera.

Con la velocità di un fulmine vendicatore, come sempre accade quando condannano una persona povera o un sovversivo, un giudice del sistema, Paola Robinovich, sta valutando di dare una condanna da 10 anni all’ergastolo, accusandola di “rapina aggravata” il reato più grave nel codice penale cilena, sostenendo che Tamara Sol è un pericolo per la società. Società costruita cosi ordinatamente sull’aberrante disuguaglianza tra pochi immensamente ricchi e molti immensamente poveri; una società militarizzata con centinaia di poliziotti nelle strade e soprattutto nella periferia, molestando i giovani dei quartieri, con autorizzazione a picchiare, mentire, creare montature, arrestare, perquisire case, uccidere, spiare, fotografare… una società che è un “grande mercato”, una società orgogliosa dell’individualismo che ha creato, orglogliosa della mediocrità che ha creato, una società dove i mezzi di comunicazione trasmettono solo storie di celebrità o crimini passionali… La giudice, difendendo questa società, ha stabilito che Tamara Sol deve stare per il tempo nelle indagini (che all’inizio è 60 giorni) nel carcere di San Miguel in un modulo di alta sicurezza. Qui ha solo mezz’ora d’aria…ovvero, sta tutto il giorno rinchiusa.

Questa velocità dei giudici nel dare la condanna è completamente contraria quando si tratta di condannare gente in uniforme, che abusa e uccide grazie al potere i giovani o gli abitanti dei quartieri, ma che vive tranquillamente a casa propria. Noi per l’omicidio di Eduardo e Rafael, nostri figli, abbiamo aspettato più di venti anni per un pronunciamento della giustizia e la condanna è stata molto lieve, solo 7 anni per l’omicidio di due persone e l’arresto avvenuto senza alcun mezzo di comunicazione presente, senza mostrare le loro facce, senza manette e dritti all’hotel a 5 stelle di Punta Peuco. Né c’è lo stesso spirito da parte dei giudici quando si tratta condannare i colletti bianchi dove il denaro scorre e tutto si addolcisce, tutto resta segreto.

Vogliamo dirvi che Tamara Sol sta relativamente bene (nella sua condizione di prigioniera). Il suo morale è deciso e alto, è una donna degna e valorosa che ha detto a noi e alla sua famiglia che siamo dei codardi che non usciranno mai dal percorso di questa dannata società, della quale prendiamo le briciole, che non ariverà mai il “momento” per noi, né avremo mai i “mezzi necessari”, che abbiamo aumentato il passo e dato qualche calcio improvviso, ma niente che rompa con questa routine mortale in cui siamo coinvolti.

Siamo tremendamente addolorati perché lei è la nostra ragazza, e la amiamo profondamente, ed è prigioniera. Siamo orgogliosi, tuttavia, perché è già una donna e ha dimostrato una grande valorosità.

Una donna che ci ha cosi profondamente messi alla prova che non possiamo restare immobili in questo sistema, adeguando le nostre vite ai suoi ordini, rassegnandoci agli omicidi dei compagni, alla prigionia di giovani combattenti, alla rapina perpetua che subiamo come popolo in ogni ambito,l’esproprio del nostro quotidiano, l’esproprio delle nostre terre, del nostro mare, delle nostre ricchezze, dei nostri alberi.

Abbiamo bisogno di forza, compagne e compagni, abbiamo bisogno della vostra amicizia sincera e disenteressata, come sempre siete stati.

Il nostro cammino è già delineato e non possiamo restare calmi sperando che altri facciano ciò che noi dobbiamo continuare a fare… amare profondamente l’idea di una società libera e fraterna e costruirla con piccole e grandi azioni, non solo a parole, con tutte le forme di lotta e in ogni ambito della nostra esistenza.

Tamara Sol, figlia, nipote, sorella, ti amiamo con tutte le nostre forze.

Tamara Sol, compagna lottatrice, ti ammiriamo per il tuo valore; siamo con te.

Tamara Sol, ti accompagneremo per sempre; non sarai mai da sola.

Tamara Sol, “il cielo si specchia nel mare cosicché tu debba guardare solo la Luna”. Pazienza, pazienza, pazienza, amore.

Vorremmo ringraziare chi ci ha fatto visita, chi da subito ha dimostrato il proprio affetto, e chi ha dimostrato solidarietà fornendo ciò di cui ha biosogno Tamara Sol in carcere.

Siamo grati alle donne che l’hanno accolta in quel lugubre carcere e che la supportano con affetto.

Sappiamo anche chi non sta dalla nostra parte, dimostrandoci la propria condotta che non è d’accordo con Tamara Sol e questo ci ha fatto capire su chi potremo contare da ora in poi.

Ana Vergara Toledo, Luisa Toledo Sepúlveda, Manuel Vergara Meza

fonti : refractario, waronsociety

Atene, Grecia: Una critica alla CCF (novembre 2013)

MURA VISIBILI E INVISIBILI – UNA CRITICA ALLA O.R. CCF

Il fine di questo testo è prima di tutto rifiutare la propaganda che costruisce la realtà in base a ostilità personali, e anche contribuire alla (ri)considerazione degli incidenti e le nostre relazioni per il superamento di annosi problemi nel movimento anarchico.

E’ difficile resistere al naturale impulso di rispondere allo screditamento subdolo in modi che non corrispondono alle nostre idee. Ma diventando anarchici insurrezionalisti, abbiamo sacrificato molto e non intendiamo svendere i nostri valori. Quindi ancora una volta risponderemo alla mancanza di rispetto col rispetto che è adatto tra anarchici rivoluzionari. Al posto dello sterile, insultante, disprezzante e affascinante linguaggio di allusioni, che alimenta il gossip che dovrebbe odiare, parleremo il chiaro linguaggio della critica costruttiva.

UNA RISPOSTA IN RELAZIONE AL DISPREZZO VERSO DI NOI

Prima di tutto chiariamo che la falsa carta di identità sulla quale si basa la recente accusa fatta da Gerasimos Tsakalos, non era stata fatta per essere conservata ma perché la consideravamo ancora utile. Un nostro serio errore, che comunque abbiamo fatto, esattamente perché avevamo delle relazioni con i membri della CCF e perché credevamo ancora che lui potesse uscire di prigione, nonostante lui dica che abbiamo interrotto tutte le relazioni un anno fa!

Il fatto che essa sia stata trovata in una casa per la quale non avevamo pronto un piano di rimozione di oggetti in caso di arresto è sicuramente il secondo nostro errore, e di conseguenza accettiamo una critica (anche pubblica) su questo.

Inoltre, nessuno va volontariamente in carcere, ma per errori, omissioni, arroganze. Perché semplicemente gli errori non sono fatti da chi non fa nulla. Accettiamo le conseguenze della legge come risultato naturale della nostra scelta di attaccare lo stato e la diffusa civilizzazione dell’autorità, scelta che include anche errori che ci costeranno, cosi come ai nostri compagni. Continue reading Atene, Grecia: Una critica alla CCF (novembre 2013)

Messico: Cade l’accusa di terrorismo per Carlos, Amelie e Fallon

Fine delle indagini per Carlos, Amelie e Fallon, denunciati per danni e attacco alla quiete pubblica. Cade la montatura di terrorismo.

Il 17 Febbraio 2014 sono scaduti i 40 giorni di indagine che la Procura Generale della Repubblica aveva deciso per il nostro compagno Carlos Lopez e le nostre compagne Amelie Pelletier e Fallon Poisson.

Durante questi quaranta giorni hanno tentato di accusarle/i di terrorismo e delinquenza organizzato, senza dubbi, usando metodi intimidatori e inquisitori, tuttavia non sono riusciti a montare il caso, quindi sono stati scarcerate/i per mancanza di prove; tuttavia la polizia locale del distretto federale li ha nuovamente arrestati per l’accusa pendente di danni e attacchi alla quiete pubblica.

Le compagne si trovano al Reclusorio Femenil di Santa Martha e hanno ricevuto la visita degli avvocati, mentre Carlos ha informato che sta nel Reclusorio Oriente, e a breve riceverà le visite.

I reati dei quali sono accusate/i non sono gravi, quindi dovrebbero ottenere la cauzione, ma ricordiamo che nella stessa situazione c’è il compa Mario González al quale è stata sempre negata la cauzione col pretesto del pericolo sociale.

Continuiamo a solidarizzare con le nostre sorelle e i nostri fratelli sequestrati/e dallo Stato!

Libertà per Carlos, Amelie e Fallon!
Libertà per Mario, Salvador e Fernando!

Libertà per tutti/e!
Abbasso le mura delle prigioni!

Croce Nera Anarchica Messico

Santiago: Attacco incendiario su veicolo della polizia vicino al 21° commissariato (6 febbraio 2014)

“Lanciare una pietra è un’azione punibile, lanciarne mille è un’azione politica. Incendiare un’auto è un’azione punibile, incendiarne cento è un’azione politica. Protestare è dire che questo o quello non è giusto. Resistere è garantire che quello che non va bene non tornerà ad esserci.” (Ulrike Meinhof)

Stanotte il fuoco abbraccia di nuovo le braccia insorte per la distruzione di questa società miserabile. Stavolta abbiamo deciso di fare propaganda, bruciare un’auto è propagande, dire che siamo qui, che continuiamo senza paura, mai sconfitti. Anche se bruciare auto lo riteniamo propaganda, questo è anche un attacco diretto dove più nuoce, la proprietà privata; in questo maledetto paese è più importante la proprietà privata rispetto alla vita umana, ricordiamo i reati contestati a Tamara Sol Farías, basati principalmente sul furto, furto di un’arma, senza dilungarci in tema giuridico, il furto è un delitto più grave dell’intento stesso di uccidere qualcuno!

Anche se stavolta sapevamo che era assai probabile il fattore “bravo cittadino” sarebbe saltato fuori come Robin Hood, per frustrare i nostri desideri piromani e d’attacco, abbiamo comunque rischiato per ridergli in faccia e mostrargli quanto sono vulnerabili davanti a tanta volontà e un po do benzina.

Che questa azione sia una boccata d’aria per i/le compagni/e sequestrati/e in carcere, e un appello all’attenzione per chi sta in strada. Vale di più una piccola azione che cento comunicati privi d’attacco… PAROLE E AZIONI.

Siamo qui, qui saremo e mai scorderemo i/le nostri/e compagni/e caduti/e.

Che l’ultima esplosione del pelao Angry scoppi in ogni caserma, Punky Mauri, Claudia Lopez, Matias Catrileo, Johnny Cariqueo, camminano con noi. Alpaca, Hermes, Hans, prigionieri accusati di aver ucciso l’agente Moyano, prigionieri della lotta di strada, a Jose Miguel Sanchez, pronto per tornare in libertà, e alla nostra compagna Sol: questo è per salutare il tuo coraggio e la tua dignità.

PER LA PROPAGAZIONE DI UN’ESTATE NERA
E UN ANNO ANCORA PIÙ NERO

VIVA L’ANARCHIA

I/le compagni/e per la propagazione del fuoco

Pudahuel, Santiago: Azione incendiaria davanti al 26° commissariato

Venerdì, 7 Febbraio 2014

Ci rattrista/disturba che appena le lezioni universitarie si fermano l’azione nelle strade si ferma con esse, è triste/disturbante che l’azione vada in vacanza, e questo vale per ogni tipo di agitazione (incendiaria o no). Ciò abbassa decisamente l’intensità della pratica anarchica. Ecco perché chiediamo a tutti/e i/le compagni/e di abbandonare l’immobilismo, chiediamo un coordinamento tra individualità affini per realizzare azioni di ogni tipo, per mettere da parte quella spontaneità che lascia molto a desiderare.

Ecco perché, armati di pneumatici, quattro bombole di gas, fuoco, e volantini, abbiamo deciso di bloccare Teniente Cruz street davanti al 26° commissariato di Pudahuel, al fine di rendere chiaro a quei bastardi che siamo vicini e che l’azione coordinata è la chiave del successo.

Dopo l’inizio del fuoco, siamo velocemente fuggiti verso il luogo di ritrovo, lasciando i bastardi coi culi in mano quando hanno visto una barricata proprio davanti a loro. Le bombole hanno fatto il loro lavoro, cosa che gli ha messi in allarme e cosi ci hanno inseguiti come pazzi al suono delle loro luride sirene nel quartiere, senza successo.

Questo piccolo gesto è dedicato con molto affetto a Jose Miguel Sanchez. Speriamo profondamente nel tuo ritorno! Così potrai unirti a noi in questa lotta contro il potere e lo Stato/Capitale.

Salutiamo affettuosamente anche Hans Niemeyer, un fratello che non dimentichiamo; speriamo che questo gesto rompa l’isolamento dell’infame galera: ti mandiamo coraggio, anche se sappiamo che ne hai in abbondanza, caro compa.

Inoltre ricordiamo che in questa caserma portarono i nostri compagni Hermes González e Alfonso Alvial dopo averli arrestati in seguito alla rapina al Banco Estado nella quale è stato ucciso il nostro fratello Sebastian Oversluij, un forte abbraccio e saluti complici a loro per il coraggio, e a Sebastian il nostro amore e rispetto per la sua vita dedicata alla lotta anarchica.

Nota: Un saluto al poliziotto bastardo che vigilava dalla sua postazione la “sicurezza” del commissariato e della zona, speriamo che i cani che ti comandano ti abbiano ricompensato per il tuo “lavoro efficace” di allerta per il fuoco sotto ai loro nasi. Stupidi/e!

Sebastian Oversluij presente!
Libertà per i/le prigionieri/e della guerra sociale!

Il capitalismo non arretra, nemmeno noi!
Moltiplicare gli attacchi contro lo Stato-Capitale!

Cellula Incendiaria Sebastian Oversluij

in spagnolo & inglese

Atene: Rivendicazione di responsabilità per attacchi incendiari contro nazisti

I fratelli Mitsakos vendono vetri al loro negozio di riparazione di vetro, situato in Via Dekaneos Nikolaou nel quartiere di Aghios Dimitrios ad Atene (nei pressi di Piazza Panagouli). Ma vendono anche della spavalderia come membri della banda fascista dell’Alba Dorata.

Sull’incrocio prossimo di questa via, Zarras vende alcol al suo negozio di liquori. Ma vende anche la sua fedeltà all’Alba Dorata, come membro del gruppo del cazzo di nazisti.

I giorni in cui agivano indisturbati e in anonimia sono finiti. I fascisti hanno un nome e un indirizzo, e noi li scoveremmo. Mercoledì sera, 12 Febbraio 2014, abbiamo incendiato la Mercedes privata e il furgone della ditta dei fratelli Mitsakos. Abbiamo bruciato anche il furgone di Zarras.

Fascisti non potete più nascondervi, né nei vostri buchi né ovunque.

Stato Spagnolo: Aggiornamento sulla situazione carceraria di Mónica Caballero

Informazioni importanti sui pacchi per Mónica al carcere di Brieva

La compagna può ricevere solo 1 pacco al mese, che include tutto (anche libri). C’è gente che le sta inviando pacchi con libri e oggetti a mezzo posta, e se questi entrano contano come un pacco e, quindi, non possono entrare le altre cose che le servono. Se qualcuno vuole spedirle delle cose in solidarietà, per favore ci contatti a solidaridadylucha@riseup.net e così organizzeremo le cose per il suo pacco mensile.

La compagna sta col morale alto e forte. Ha avuto il suo primo colloquio lo scorso fine settimana!

Si prega di diffondere l’informazioni.

Continuando l’agitazione, se toccano una toccano tutte!

fonte : machorka

Bath e Bristol, Inghilterra: Cellula FAI rivendica sabotaggi di suv

Troppi elegantoni di città che giocano a fare quelli di campagna, guidando status symbol, in un sogno dove il carburante non termina mai, “caspita è cosi stressante parcheggiare la Land Rover quando porto i figli a scuola” allora perché non prendere una macchina più piccola, andare in bici, prendere il bus, usare le gambe o ancora meglio farsi una lobotomia…

A metà Dicembre dello scorso anno a Bristol, nelle zone Sneyd Park e Bathwick Hill di Bath, circa 20-25 suv 4×4 hanno subito il taglio delle gomme tramite vari squarci, non c’era un pò di fango in nessuna gomma! Se abbracciamo un ampio raggio di aspetti anarchici allora possiamo sentirci meglio, più in sintonia e bilanciati come un insieme col nostro essere, tentando di affrontare le questioni al massimo comprendendo che non poi solo prendere e scegliere il meglio che si abbina con ciò che è ritenuto confortevole. Per conoscere la sfida da affrontare e portare la torcia per un miglio in più, prima di tutto per noi stessi e per i nostri amici cari, ricordando che ci sono spiriti splendenti che brillano e sanno in loro stessi di aver subito troppa della merda che c’è in giro, vedendo che generalmente le cose sono un pò peggiori intorno ai confini ma eccitanti nei momenti e nei giorni potenzialmente pericolosi. La passione va verso tutti i nostri amici in armi e quelli che si rifiutano di arrendersi e anche a quelli che sono prigionieri loro malgrado (non dimenticando Danny-boy che citeremo in seguito). Abbiamo messo un bastone negli ingranaggi della ruota della macchina, cosi da ostacolare il ritmo frenetico della vita quotidiana (solo con un pò di freno). E’ già stato fatto in passato, il fine non è cercare l’originalità totale, ma questo potrebbe arrivare tramite esperimenti e tentativi per trovare soluzioni, concentrandosi sul disegno più grande piuttosto che restare su se stessi. Speriamo di non avervi annoiato con queste parole dato che sappiamo che risultano banali quando escono dalla bocca, il meglio di oggi è il banale di domani, consumato, inutile e riciclato, ma dovete farvi la domanda, c’è qualcosa di particolarmente unico? Oh Danny-boy, ci hai lasciati andare troppo presto, dovunque tu sia speriamo che questo atto di sfida ti possa raggiungere, mentre scrivo questo la tua assenza è cosi chiara, affoga in ciò che davvero non vediamo abbastanza di te, mi fa uscire le lacrime. Altri ed io ti ricorderemo per il tuo totale disprezzo per l’autorità e per chiunque cercasse di imporre il suo volere su di te “fanculo, non farò ciò che dici” : r.a.t.m, cosi in modo teppista e poco alla moda abbiamo fatto questo, sperando ci dia la tua benedizione, sentendo che tu probabilmente ti relazioni a questo come se fossi ancora in giro, con un sorriso oblique sulle tue guance, questa azione di classe è per te fratello, firmata adesso, ava rage x

the bureau of radical adjustment, ava rage cell/fai

Prigione di Koridallos, Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Naxakis – risposta alla CCF

Ci sono momenti dove le provocazioni della vita libera che cerchiamo in questo mondo oppresso inevitabilmente ci portano davanti a piccoli o grandi dilemmi. Se c’è comunque una bellezza in questo mondo, di certo non si trova nelel strade dove si muove la folla esitante, ma nei percorsi che senza preavviso fuggono dal nostro campo percettivo. L’imboscata e il pestaggio che ho subito è stata una conseguenza inaspettata di una decisione che ho fatto e sicuramente un incidente che mi ha ferito. Ma su questo non userò altre parole, perché forse le parole sono abbastanza per descrivere un tale incidente, ma sicuramente non lo sono per rispondere ad esso in qualunque modo. Riguardo al loro testo, il mio desiderio è stato fin dal primo momento di rispondere molto semplicemente e tranquillamente alle loro posizioni nella sequenza con cui le hanno scritte. Ho iniziato a farlo qualche giorno dopo l’attacco, e ho finito poco tempo fa. Comunque, dopo aver letto più volte il loro testo semplicemente non riesco a capirlo. Come rispondere ad un tale delirio di bugie senza scendere al loro livello? Come rispondere alla finzione? Come rispondere a un testo che spazia tra paranoia, esagerazione e bugie dove anche nel migliore scenario dove qualcosa è anche vera, probabilmente pensavano qualcosa di diverso?

Rivedendo più volte il loro testo, inizialmente non potevo credere a quanto miseramente non sono riusciti a capire alcune dei punti del mio testo. Il più importante di tutti, senza che l’avessi detto io, è che si sono inclusi tra i capi dei detenuti che ho citato e la cosa più fastidiosa è la questione della mia posizione sulle sanzioni disciplinari che loro hanno trasformato in “pensare al proprio tornaconto”, visto che tutti sanno che l’ultima cosa di cui mi curo sono le sanzioni disciplinari e ciò che ho scritto sui 2 anni di sanzione disciplinare era fondamentalmente il mio considerarli ininfluenti (i permessi e la sospensione della pena sono fuori questione almeno durante i primi due anni). Ciò che è molto chiaro nei loro scritto è il disperato tentativo di salvare ciò che possono con l’uso di una propaganda inimmaginabile e impressionante. Lo scoppio di odio con questo uso preconfezionato di slogan per una persona che conoscono rivela in modo ancora più chiaro la percezione di livellamento di queste persone verso ogni espressione che le colloca nel campo della critica. Sebbene abbiano detto il contrario, il loro non accettare la critica diventa ovvio quando, nella loro plateale tendenza ad esagerare, descrivono la mia critica come una calunnia e un insulto quando l’unica cosa che la diversifica dalle altre è la deviazione dalle norme del linguaggio del politicamente corretto, un linguaggio che teoricamente loro stessi disprezzano. Una caratteristica della loro risposta confusa è che sono arrivati al punto di essere infastiditi anche dalla mia dichiarazione antigiuridica, perché sembra che non riescono a credere che l’organizzazione informale non è un’innovazione che riguarda solo loro e i loro compagni fuori, ma è un modello organizzativo d’attacco attraverso il creare gruppi (non necessariamente della FAI) che viene proposto da anni da molti anarchici che cercano, tra le altre cose, la decostruzione delle logiche pionieristiche dellle organizzazioni rivoluzionarie. Per il “inesistente” che hanno citato, i commenti abbondano. E come si sa la CCF usa “ignorare” l’esistenza della maggior parte dei prigionieri anarchici in Grecia da un pò. Cosi come anche la frase “chi ha bisogno di sapere sa a cosa mi riferisco” che ho detto riguardo ai commenti era ovviamente un modo di dire usato per motivi di sicurezza. Chi sta dietro a questi commenti calunniatori è sicuramente qualcuno che non proverò mai in senso giuridico. Ma ci sono sempre più dettagli, oltre il nome, che possono far capire di chi si tratta in questo caso.

Quello che hanno detto e gli scenari falsi che hanno dipinto è qualcosa di tragicomico. Il testo che hanno scritto non si fa mancare nulla. Dalle teorie del complotto riguardo a metà delle cose che ho scritto (il culmine è stato sicuramente la teoria che vede dietro al mio testo….un trucco per far andare bene il mio processo) fino alla citazione casuale della loro storia di lotta in carcere. Qui c’è, come loro stessi hanno detto, il punto dove i limiti della paranoia e dell’insicurezza esistenziale si mescolano. Non penso di avere altro da dire su di loro, perché si sono già malamente esposti con il loro comportamento. Adesso credo che non ci sia assolutamente bisogno di scusarsi, perché non ho mai chiesto scusa al nemico, quindi non vedo perché farlo a un gruppo di individui voltafaccia con una storia anarchica e la mentalità di un gregge. Fortunatamente i veri compagni i cui percorsi si sono incrociati coi miei non sono pochi (alcuni dei quali hanno incrociato anche la CCF) e possono parlare per me. Chiunque ha facoltà di giudicare può fare le proprie conclusioni riguardo alla realtà distorta che stanno cercando di imporre agli altri riguardo al loro nome e a loro stessi. C’è comunque in questa rabbia personale anche una profonda soddisfazione che prevale sulla loro purezza rivoluzionaria. E’ sicuramente difficile fare lunghe analisi e trovare le vere ragioni di questa storia. Forse l’inclinazione ad accumulare potere era preesistente tra di loro e si è manifestata come sentimento represso dopo la deprivazione della libertà e l’imprigionamento, come unico modo di vivere rimasto in una difficile condizione che richiede nient’altro che la forza. Questa forza comunque non può mai essere misurata in percentuali comparabili di violenza fisica ma a che livello essa si combina con la consapevolezza individuale e contribuisce al giudizio individuale.

Per finire, a causa delle sporche tattiche di calunnia dalla loro parte verso di me che continuano nel tentativo di convincere altri prigionieri del fatto che io li ho definiti infami, sarebbe bene per loro dire anche ai prigionieri l’opinione della CCF riguardo alla popolazione carceraria cosi come l’hanno espressa nei loro testi. Fa piacre sapere che ci sono molti prigionieri che non si bevono la propaganda di questi individui e sono rimasti vicino a me. Se la mia scelta di scrivere quella lettera può essere considerata un errore, lo potrebbe essere perché non ho pensato alle conseguenze che avrebbe potuto avere. Per alcuni motivi ho creduto che questo gruppo, che alla fine mi ha aggredito, sapesse come dare priorità alla consapevolezza verso chi ha attorno e affrontare le persone di conseguenza. Comunque ora devo fare i conti con le conseguenze. Adesso, ma finché sarò in carcere, farò i conti con i pericoli che vanno da un attacco come quello avvenuto alla mia annunciata “fine” dato che questo gruppo si sta dimostrando spietato verso chiunque ora mette in dubbio direttamente la loro seria immagine che si sono costruiti per mostrarla all’esterno, ma spietati anche nelle pratiche usate per sterminarmi, cercando di mettere altri contro di me.

Da ora per la CCF io sarò “Naxakis il calunniatore” visto che è questa la strategia migliore scelta da alcuni di loro per uscirsene in fretta dal campo del confronto. Una strategia che include tutti i trucchetti sporchi di questo mondo, lo stesso mondo con gli stessi trucchetti che ho odiato e che ho rifiutato diventando ciò che sono.

Forza a chi pensa liberamente e osa pericolosamente.

Giannis Naxakis, 4° padiglione del carcere di Koridallos, 5 Febbraio 2014

tradotto da actforfreedomnow / fonte : asirmatista

Inghilterra: Cellula FAI rivendica attacco contro base della marina reale

11 Febbraio 2014, base della riserva della marina militare del Regno Unito (Royal Marines Reserve) a Clifton, Bristol.

La propaganda militare dipinge le forze armate come protettori “del popolo”. Fin dalla prima civilizzazione ciò è stato usato per giustificare la conquista e l’occupazione di territori a vantaggio della classe dominante, sacrificando i propri lacché per costruire imperi grandi o piccoli.

Si aspettano che crediamo (o che comunque agiamo come se ci credessimo) che ciò che è negli interessi degli politici, generali e economisti è davvero nel nostro interesse.

Ma non ci facciamo prendere in giro. Stamattina il fumo si è alzato sopra Clifton dai due furgoni e da un grande mezzo di trasporto personale bianco che abbiamo incendiato con esche rudimentali dopo essere entrati nel campo del distaccamento della Royal Marines Reserve di Bristol, che è impegnata in Iraq e Afghanistan. È disgustoso come questi commando part-time pensino di poter operare qui impunemente mentre altrove i loro colleghi uccidono, violentano e terrorizzano. Alexander Blackman – il marine britannico omicida scoperto recentemente per le sue azioni in Afghanistan – è solo un esempio della loro sistematica e ampia brutalità, e non la pietosa aberrazione tramite la quale viene descritto. Inoltre, ovunque ci sono militari essi sono il simbolo del dominio statale che rinforzano. Forse per chi ha a che fare con questo campo il simbolo adesso è stato un pò scosso. Per gli ingranaggi della macchina da guerra questi colpi guerriglieri oltre le linee restano una minaccia costante.

Li vediamo reclutare nelle città, collegi e agenzia di reclutamento, attirare sfruttati e classi marginalizzate con denaro sporco di sangue, patriottismo idiota e la promessa di un avventura che rimpiazzi la miseria, con campi d’addestramento macho o sale di controllo per controllo remoto di tecnologie omicide simili a videogiochi. Nonostante i tagli la Gran Bretagna ha il quarto budget militare più grande nel mondo visto che gestisce un operato imperiale di genocidio e schiavitù. Oggi gli eserciti occidentali sono flessibili per le guerre democratiche-espansioniste, interventi di “peacekeeping” per facilitare la nuova epoca coloniale della globalizzazione delle corporation, la controinsurrezione, le manovre geopolitiche e il controllo delle risorse, o si preparano per operazioni di polizia interna e crumiraggio. I loro fini sono i soliti di sempre, come in Afghanistan, Mali o Libia – i potenti mentono, i poveri muoiono, il capitalismo guadagna.

La guerra è una caratteristica permanente del sistema globale, foraggiato in una scala prima impensabile dalle nuove tecnologie e dall’organizzazione sociale di massa, ed è necessario per i potenti sia per il controllo sociale che per il benessere economico. La guerra del terrore, guerra della droga, guerra del petrolio, prima o poi la guerra per l’acqua potabile – questo è il corteo funebre della civilizzazione industriale. La schiavitù della “pace” ingabbiata nella Gran Bretagna “post-industriale” è davvero solo una sottile patina di ghiaccio che copre lo sfruttamento dei vari conflitti all’estero per terre, minerali e lavoro. Ampliando le fratture ci troviamo in questa situazione, situiamo i nostri attacchi in una ricca tradizione di rivolte e insubordinazione. La guerra sociale, che è tra noi e ogni coercizione e lo sfruttamento della terra, è l’unica guerra che accettiamo e conduciamo. Abbiamo il fine di sottolineare le chiare opportunità per lasciare la passività in un ordine sociale fondato sulla nostra collaborazione con ciò che ci reprime. Possiamo rivoltarci con ogni mezzo disponibile per la possibilità di una vita libera dall’autorità, individualmente o con chi ci sta vicino, sopraffacendo chi costantemente stravolge le nostre menti, le nostre relazioni e l’ambiente. Il sistema – che include l’aspetto militare e altro – cerca di trasformare ciò che amiamo in un regime di obbedienza, alienazione e comodità prive di vita. Per questo motivo devono allearsi con l’intolleranza e l’ostilità ovunque si trovano. Dovrebbero aspettarci.

Contro i giochi di potere dell’elite globale – solidarietà internazionale!
Contro la pace militarizzata della regina – guerra sociale!

Gruppo di Ammutinamento della Federazione Anarchica Informale (FAI)

NB.: Questo è il modo che conosciamo per onorare la tragica breve vita del nostro compagno Darko Mathers. In “questo mondo che dobbiamo lasciare”, Darko è scappato presto. Desideriamo solo che ci aspetti cosi un giorno potremmo ballare insieme sulle rovine. Lo teniamo vicino non per un minuto di silenzio ma per una vita di combattimento. Ancora una volte, le parole di Bruno Filippi:

“Per questo anime in pena del mondo, io vi chiamo a raccolta.
Il vessillo è già al vento.
È nero: lutto vuol dire. Avanti dunque, forsennati Prometei. L’urlo della vendetta è una musica dolce e cara.”

La controparte delle nostre forze di sicurezza in Russia si stanno riunendo per le Olimpiadi Invernali. Ricordando l’enorme spettacolo di truppe e guardie per i Giochi di Londra e tenendo sempre a mente che l’evento comporta sempre repressione militare tra le altre atrocità, il nostro incendio dimostra che la fiamma anti-olimpica continua a bruciare. Con forza nei nostri pensieri mentre andavamo in azione c’era Ilya Romanov che è rimasto ferito ad Ottobre 2013 in Russia e ora è di nuovo prigioniero dei fottuti sbirri.

Il nostro pieno supporto va agli indomiti Mónica Caballero e Francisco Solar in attesa di processo per l’azione diretta a Saragoza (Spagna) – nessuna ritirata, nessuna resa. Infine questo attacco da il benvenuto all’esplosione anarchica del black-bloc in Brasile e alle cellule incendiarie internazionaliste (tra le quali la FAI), e un saluto di cuore al Gruppo di Azione Diretta Internazionale–GADI in Francia, e ai prigionieri che lo scorso mese si sono ribellati nel carcere di Sua Maestà di Oakwood qui, in Inghiltterra, meravigliosi nella loro rivolta. Avanti, più fuoco allo stato, agli eserciti, alle scuole, alle chiese, alle burocrazie, alle carceri e alla civilizzazione che li crea.

Grecia: Comunicato sulle recenti perquisizioni ad Atene e Salonicco

Di seguito un comunicato fatto dall’Assemblea degli anarchici per l’unione delle lotte nella società-galera (“Sasta”), a Salonicco, riguardo alle recenti perquisizioni domiciliari nel contesto dell’”operazione tenaglia” antiterrorista condotta dalla polizia greca a danno di individualità anarchiche/antiautoritarie dal 21 Gennaio 2014.

Ultimamente, nelle città di Salonicco e Atene, gli agenti dell’antiterrorismo e della sicurezza statale hanno perquisito le case di combattenti e dimore dei loro amici, in base al pretesto di aver ricevuto “anonime denunce” riguardo ad armi ed esplosivi, mentre poi dichiarano -alla televisione- che questa operazione è legata alla fuga di Christodoulos Xiros (membro dell’organizzazione rivoluzionaria “17 Novembre” recentemente evaso grazie a un permesso). Queste perquisizioni tendono ad essere solo un altro fenomeno ordinario; solo nell’ultimo mese, 60 perquisizioni domiciliari, con la polizia greca che fa spettacolo… Agenti incappucciati occupano i nostri spazi personali, disturbano i nostri quartieri, e arrestano i nostri compagni, realizzando una “super operazione” antiterrorista come già altre volte in passato…

Questa operazione non può essere vista solo come un’azione rivolta al movimento anarchico. Siamo stati testimoni di mosse simili un anno fa, anche su larga scala, con le perquisizioni agli abitanti della penisola di Halkidiki (nord della Grecia), che resistevano contro la miniera d’oro. Inoltre, l’obiettivo dello stato era colpire il contesto sociale e interrompere la lotta.

Questa specifica pratica può essere vista solo come dimostrazione di forza del potere che mira a intimidire e terrorizzare chi resiste; chi è contro il potere, chi non accetta di far parte del regime schiavista che le autorità vogliono imporci. Una pratica affine al resto dei piani repressivi dello stato: creare prigioni di massima sicurezza per i rivoluzionari, vietare i permessi carcerari e rafforzare le conseguenze legali per i combattenti, conducendo guerre chimiche durante i cortei, effettuando pogrom contro migranti, sgomberando squat ecc.

Questa “spettacolare” operazione repressiva è un attacco -stavolta contro gli anarchici- che mira ad essere un esempio contro chi resiste allo stato e ai suoi meccanismi, ma anche un avvertimento per chiunque voglia opporsi alle sue regole.

In un tempo dove la nostra vita quotidiana è strangolata dai doveri di lavoro, scuola e università, addossati negli autobus, in corda presso i supermercati, e sottomessi ai “desideri” dei dominatori, non possiamo chiudere gli occhi.

In un tempo dove la nostra vita quotidiana è consumare paura dai telegiornali delle 20, nutrendosi di pubblicità e psicofarmaci, socializzando sui social media online, e confinati in gabbie di cemento, considerarsi liberi è allarmante. E ugualmente preoccupa adattarsi alle catene che indossiamo e restare passivi, inguiando le percezioni della purezza sociale che ci forniscono senza neanche masticarle.

Nel nostro tempo, dove il volto della democrazia è più chiaro che mai, anche al necessità della lotta contro la democrazia diventa chiara. La necessità di agire e organizzarci, stando lontani da mediazioni e gerarchie, al fine di creare strutture di resistenza, comunità di autorganizzazione e solidarietà in ogni quartiere, posto di lavoro, scuola e università, in ogni carcere. Non possiamo lasciare che poliziotti, fascisti, giornaliste, spie e ogni sorta di lacché faccia il proprio lavoro senza problemi.

Dobbiamo ritornare, in ogni modo possibile, la violenza che loro impongono ogni giorno alle nostre vite.

Non dobbiamo permettere che chi ci mangia sia completamente sazio.

SOLIDARIETÀ – AUTORGANIZZAZIONE – ANARCHIA

USA: Brian Vaillancourt condannato a 9 anni di carcere

Brian Vaillancourt, attivista per i diritti animali di lungo corso e vegano, è stato arrestato il 9 Febbraio 2013 per un presunto tentato incendio di un macello noto come McDonald’s a Chicago.

Dopo aver scontato un anno di pena al Cook County, ha accettato un patteggiamento non cooperativo. Il 3 Febbraio 2014 è stato trasferito al carcere di Stateville, per scontare i 9 anni di condanna.

Quando venne arrestato fu accusato di incendio aggravato, uno dei reati più seri in Illinois. Visto che Brian non si è potuto permettere un avvocato di fiducia, na ha avuto uno d’ufficio che non aveva le competenze adatte per rappresentarlo. Cosi, alla fine ha accettato un patteggiamento a 9 anni temendo che andando a processo con l’avvocato d’ufficio avrebbe rischiato una condanna fino a 30 anni.

Brian ha meno di 30 giorni per ricorrere in appello. “Earth First!” sta cercando di raccogliere denaro per dargli un avvocato di fiducia. Il sito di supporto è http://www.gofundme.com/6s3pvg

Brian Vaillancourt
#M42889, Stateville Correctional Center, P.O. Box 112, Joliet, Illinois 60434, USA

Salonicco: Comunicato dello squat anarchico Nadir sull’ultima ondata repressiva

ass

“Se il nemico ci sta comtattendo, è bene. Perché dimostra che tra noi ed esso abbiamo tracciato un netto confine. Se il nostro nemico attivamente ci contrasta e ci descrive con parole infamanti, ancora meglio. Perché ciò vuol dire, che non solo abbiamo tracciato un preciso confine tra noi ed esso, ma anche che il nostro agire ha avuto grandi successi.”

Mao Tse Tung

A metà Gennaio, in preda al panico lo Stato ha iniziato l’operazione “tenaglia”. Perquisendo le abitazioni di anarchici, partecipanti del movimento radicale anarchico, lo stato ancora una volta ha trovato l’occasione per colpire lo squat anarchico Nadir e chi lo supporta. Più di dieci perquisizioni in case di compagni da vari tipi agenti (antiterrorismo, opke, agenzia per la sicurezza) hanno avunto luogo. I pretesti per esse sono state chiamate, fatte presuntamente da spie ignote o no, che hanno descritto le case dei nostri compagni come presunti depositi di armi, esplosivi e covi del guerrigliero urbano Christodoulos Xiros. Prelevati da tribunali e università, minacciando le loro famiglie, tramite indagini, interrogatori e minacce da parte di uomini incappucciati, trasferimenti spettacolari fatti da agenti pesantemente armati in tribunale. Ovviamente, colpire i nostri compagni ha a che fare con la nostra attività politica anarco-nichilista, illegalista, la solidarietà ai guerriglieri urbani e ai militanti antifascisti. Inoltre, dal giorno della fuga di Christodoulos Xiros, i media hanno creato sospetti e cospirazioni unendo lotte legali e illegali. Non ci sono mezze verità nei media. Solo totali bugie dello Stato. I poliziotti, ancora una volta, non hanno evitato di deridere il nostro compagno e membro dell’assemblea dello squat anarchico Nadir Spyros Mandylas, prigioniero da 7 mesi, accusato di aver preso parte al Progetto Fenice. Per noi, la repressione è una forte pioggia che cade su una montagna. La pioggia porterà via tutto il marcio, lasciando incolume la montagna. Noi non vacilleremo e la nostra lotta non finirà.

“La verità è fatta di consapevolezza.

… Ricostruirò l’Uomo che sono.”

Antonin Artaud

Qualche parole riguardo alla tensione anti-guerrigliera e all’attacco contro la Nuova Anarchia.

Negli ultimi anni, il sistema ha scelto di attaccare il movimento anarchico concentrandosi sull’anarchismo insurrezionalista. Usando come pretesto il fatto che Christodoulos Xiros è evaso, le tensioni pubbliche e armate del movimento radicale sono di nuovo presentate come una minaccia per i progetti anarchici pubblici. Alcuni parlano nuovamente dell’aumento della repressione, dando la colpa all’anarchismo insurrezionalista e alla teoria pratica. Noi gli rispondiamo che non c’è alcuna possibilità per lo stato di raggiungere una tregua con quelli che hanno rinunciato alla lotta armata. Al contrario, lo stato considera ciò come una debolezza e il suo attacco diventa più violento. In guerra, per ogni passo che fai indietro, il nemico ne fa due avanti. È chiaro che la guerriglia urbana è una
minaccia per lo stato e mette in discussione la sua rivendicazione di onnipotenza. Dissentiamo totalmente con la rinuncia della lotta armata e con le dichiarazioni di fedeltà e pentimento. Sappiamo che tali tattiche penalizzano l’interezza del movimento e l’indivisibilità di teoria e azione. Per noi, la nostra solidarietà non è negoziabile.

Per quanto riguarda lo squat anarchico Nadir, il suo diventare un obiettivo ha diversi destinatari. Essi sono quei compagni che con dignità stanno dalla parte dei nostri impenitenti compagni prigionieri e che non rinunciano alla lotta armata o fanno dichiarazioni di fedeltà al regime. Quelli che con furia e consapevoloezza lottano contro il proprio tempo.

FORZA AGLI INSUBORDINATI LAVORATORI DEL NEGATIVO

BUONA FORTUNA E FORZA AL GUERRIGLIERO URBANO CHRISTODOULOS XIROS

LIBERTÀ PER IL NOSTRO COMPAGNO/MEMBRO DELL’ASSEMBLEA DELLO SQUAT ANARCHICO NADIR SPYROS MANDYLAS

FORZA AL COMPAGNO ANDREAS TSAVDARIDIS (MEMBRO DELLA FAI/FRI)

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ANARCHICI PRIGIONIERI DI GUERRA E I GUERRIGLIERI IMPENITENTI DEL MONDO

LUNGA VITA ALL’INTERNAZIONALE NERA

E ripartiamo di nuovo, stavolta fino alla fine.

Squat Anarchico Nadir

fonte

Messico: Perquisite due abitazioni di anarchici/che

Nella notte del 31 Gennaio, agenti della Polizia Federale hanno fatto irruzione in due abitazioni per eseguire mandati di perquisizione. Una volta entrati non hanno trovato nessuno in entrambe le case. I vicini di casa hanno capito cosa stava succedendo, risultandogli strana la presenza di circa 20 persone vestite di nero all’ingresso, le quali non ricevendo alcuna risposta agli appelli, hanno forzato la porta di una casa e la serratura dell’altra.

Per motivi di sicurezza, i nomi degli abitanti delle case non verranno diffusi, senza dubbio, riteniamo importante far sapere questi fatti, visto che sicuramente fanno parte della caccia alle streghe che lo stato messicano ha avviato contro gli anarchici.

Questi mandati sono relazionati ad indagini in corso che la PGR sta conducendo per terrorismo. Ci preoccupa soprattutto il fatto che questi mandati siano stati fatti in modo irregolare; senza la presenzia degli/le abitanti, loro possono dire di aver trovato qualsiasi cosa durante la perquisizione.

Per il momento non si sa altro, non dubitiamo che le perquisizioni continueranno.

Croce Nera Anarchica Messico

fonte

Savona: Presidio Anticarcerario, Sabato 15 Febbraio 2014

15 FEBBRAIO

Sabato 15 Febbraio dalle ore 13.30 PRESIDIO ANTI-CARCERARIO sotto il carcere SANT’AGOSTINO di SAVONA.

Di seguito il manifesto dell’iniziativa!

“La legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o ai quali la brutale necessità non permette di rispettarla”* B.
Brecht

Il 28 settembre 2013 Francesco, accusato della partecipazione alla rivolta del 15 ottobre 2011 a Roma, viene tradotto dagli arresti domiciliari al carcere Sant’Agostino di Savona con un infame stratagemma dei Carabinieri di Varazze e del giudice romano Zaira Secchi, rivelatosi illegittimo di fronte ai loro stessi Codici.

In quei giorni un pugno di compagni/e, amici e solidali si recarono più volte fuori dalle mura di quella prigione per portare la propria solidarietà e vicinanza a Francesco e un caloroso saluto a tutti i detenuti.

Dopo 3 mesi di carcerazione (con il trasferimento prima a San Remo e poi a Rebibbia) la vendetta dei servi dello Stato verso chi, come lui, si rifiuta di abbassare la testa, ha una parziale attenuazione e Francesco torna ai domiciliari tra i suoi affetti ed amici.

Ma migliaia di individui continuano ad essere rinchiusi ed isolati nelle patrie galere. La situazione dei penitenziari italiani è oggi, più che mai, sulla bocca di tutti.

La miseria sociale e la povertà economica dilagano e di conseguenza le maglie della repressione diventano sempre più strette. Sempre più persone possono molto facilmente finire in galera da un momento all’altro. Le condizioni delle carceri sono ai limiti dell’indigenza e della tortura, omicidi/suicidi e condotte autolesionistiche non si contano più ogni giorno che passa.

Ci parlano dell’ennesima “emergenza” tanto per giustificare lo stato di eccezione permanente in cui il Potere è licenziato a prendere qualsiasi provvedimento ritenga opportuno per rafforzare la sua autorità; ci parlano di soluzioni per affrontare il sovraffollamento e magicamente dopo 5 anni dall’applicazione del reato di clandestinità ci si accorge delle disumane condizioni in cui gli immigrati vengono rinchiusi nei C.I.E.

Indulto, indultino, svuota-carceri, amnistia, depenalizzazione del reato di immigrazione, legalizzazione della marijuana.

Tutti argomenti con i quali, di fronte all’innegabile e alle rivolte (molti C.I.E. sono stati distrutti o parzialmente distrutti da rivolte interne), vorrebbero servire contentini per placare animi focosi e coscienze turbolente.

Ciò che non ci raccontano è che da sempre il carcere serve a controllare la società, al fine di conservare il loro potere e privilegio, al fine di lasciare padroni e governanti commettere indisturbati i propri crimini.

Chi è inutile, chi non serve più a produrre merce o capitale, o peggio ancora chi non si rassegna a questa vita indegna, va emarginato, talvolta eliminato.

Per tutti questi motivi e mille altri, per un’incontrollabile passione per la libertà, abbiamo deciso di tornare al carcere di Sant’Agostino per portare un nostro saluto a chi vi è rinchiuso e rompere l’isolamento a cui ci vorrebbero costringere, dentro e fuori da quelle mura.

SOLIDARIETÀ A CHI RESISTE ALL’INFAME REGIME PENITENZIARIO!

CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETÀ CHE LO NECESSITA!

Atene: Aggiornamento sul processo e dichiarazioni dei compagni accusati

bandana-cat

Un altro processo-terrore è iniziato oggi, 3 Febbraio 2014, nel carcere di Korydallos, con 7 compagni anarchici accusati di partecipazione alla CCF e rapine a Pirgetos e Filota. 5 dei compagni sono già stati accusati di far parte della CCF, sebbene anche gli stessi prigionieri membri della CCF hanno più volte negato il loro coinvolgimento. L’antiterrorismo cosi come i giudici comunque insistono di proposito nel presentarli come membri della CCF.

I compagni accusati G. Mihailidis e G. Naxakis hanno dichiarato di non volere difesa legale. La corte ha nominato dei legali d’ufficio.

In queste processo sono riuniti tre casi. Due per le rapine a Pirgetos e Filota, e anche l’ordinanza 207, che è sotto processo contemporaneamente in un altro processo a Koridallos e presso la corte d’appello a Via Loukareos. Infatti, non si è mai visto che un’ordinanza viene aggiudicata tre volte (e non sappiamo quante altre ancora), perché questo adesso è il metodo del capo dell’antiterrorismo E. Hardalias.
L’avvocato dei compagni F. Harisis e A. Ntalios ha detto che ad un certo punto bisognerà esaminare la questione del rinvio del processo e che non si potranno fare processi in posti che sembrano delle baracche. Appena nominati gli avvocati, la corte si è ritirata.

I compagni G. Sarafoudis, A. Ntalios, F. Harisis, N. Romanos e G. Mihailidis hanno fatto le loro dichiarazioni. Continue reading Atene: Aggiornamento sul processo e dichiarazioni dei compagni accusati

Grecia: Dichiarazione di F. Harisis e A. Ntalios al processo (29/11/13)

Forza ai combattenti anarchici impenitenti: Harisis, Politis, Bourzoukos, Ntalios, Romanos, Michailidis in giudizio per la doppia rapina al Velventòs di Kozani
Forza ai combattenti anarchici impenitenti: Harisis, Politis, Bourzoukos, Ntalios, Romanos, Michailidis in giudizio per la doppia rapina al Velventòs di Kozani

Eccoci in questa aula di tribunale.
Circondati dai maiali della polizia, davanti a chi giudice le nostre vite.
Imprigionati dalle leggi del vostro sistema.
Il mercanteggiare numeri sopra la nostra libertà ferita.
E alcune parole molto adatte per ribadire nel miglior modo possibile IL CONFLITTO CHE ESISTE TRA I NOSTRI MONDI. “Tutte le parole che si scrivono sono complici del contenuto semantico del loro testo. Non esistono parole libere.” (T. Sinopoulos)(1)

Meglio che sia cosi. Le parole sono complici delle bocche che le pronunciano. Portano le nostre opinioni, nascondono significati, dichiarano le nostre intenzioni. Sono queste le parole che abbiamo scelto per riflettere la nostra rabbia e sbloccare le porte delle nostre celle. Da un lato svantaggiati perché da più di sei mesi siamo privati della nostra libertà, dall’altro siamo decisi ad affrontare faccia a faccia i vostri discorsi ostili, affrontare le chiacchiere della prigionia e le grida servili del mondo carcerario.

Iniziamo. Voi siete soliti parlare di “innocenti” e “colpevoli”. E non solo parlare: classificate le persone in “dentro” o “fuori” in base alla loro “innocenza” o “colpa”. Voi invocate termini come “giustizia” e “ingiustizia” o altri come “legalità” e “illegalità”.

Noi non cercheremo di convincervi aprendo un dialogo. Parliamo lingue diverse, facciamo scelte diverse. La vostra ipocrisia straborda, la vostra codardia è lampante. E la vendetta che subirete è stata, è e sarà caricata da tutta la rabbia del mondo, dalla rabbia di tutte quelle persone che voi una volta – in aule come questa – avete esiliato nel “paese che non esiste”, dove voi stessi non potreste vivere nemmeno nei peggiori incubi. Non avete fastidio nel farlo. Nelle righe dei vostri libri costituzionali, leggi e paragrafi che avete davanti non rientrano i nostri sogni, i nostri desideri e i nostri sentimenti armati. Non andiamo a discutere qui delle nostre idee “innocenti” e ideologie “pure”. Le idee e le ideologie riposano li dove appartengono, nelle fiabe. E questa fiaba del vostro mondo gronda sangue, crea muri e recinzioni, si ferma per dar luogo a torture ed è ipocrita. Questa fiaba del vostro mondo dietro l’apparenza ornata di immagini suggestive e belle parole nasconde nient’altro che la MORTE stessa.
Qualsiasi movimento che osa sfidare le tenaglie della vostra legge diventa un bersaglio, va localizzato e punito. Per confermare l’essenza dell’onnipotenza del vostro sistema. Per dissuadere chiunque può pensare di fare altrimenti. Continue reading Grecia: Dichiarazione di F. Harisis e A. Ntalios al processo (29/11/13)

Atene, Grecia: Condannato l’anarchico comunista Tasos Theofilou

Il 7 Febbraio 2014 l’anarchico comunista Tasos Theofilou è stato condannato a 25 anni di carcere, anche se lui abbia negato tutte le accuse fin dall’inizio. Una corte di tre membri ha raggiunto una sentenza di maggioranza (invece di un verdetto unanime) presso il tribunale di Atene.

Tasos Theofilou è stato prosciolto da accuse gravi in relazione alla “formazione di e appartenenza ad una organizzazione terroristica” (cioè il suo presunto coinvolgimento nel gruppo di guerriglia urbana Cospirazione delle Cellule di Fuoco), nonché dal possesso di esplosivi e ordigni (queste accuse erano anche cadute, dal momento che i giudici hanno stabilito che non è mai stato un membro della CCF), falsificazione di cinque carte d’identità, l’uso di un’arma da fuoco e due tentativi di omicidio.

Tuttavia egli è stato trovato colpevole di due accuse penali: partecipare ad una rapina con le sue caratteristiche fisiche coperte, e di essere complice in omicidio colposo commesso in uno stato di calma mentale. È stato anche giudicato colpevole di tre reati: di portare un arma da fuoco, forgiatura ripetuta (accusa relativa ai veicoli dei ladri), e ricezione di proventi di reato (la macchina di fuga dei ladri).

In altre parole, la corte ha deciso che presumibilmente Theofilou (senza essere un membro della CCF o di un’altra organizzazione) abbia partecipato alla rapina nella banca all’isola di Paros nel mese di Agosto 2012, ma non era quello che abbia ucciso Dimitris Michas (il cittadino che aveva tentato di bloccare la fuga dei ladri). Secondo uno dei suoi avvocati difensori, questa è una decisione presa sulla base di una ed unica indicazione (un campione di DNA discutibile su un cappello che presumibilmente è caduto ad uno dei rapinatori). Almeno l’imposizione di ergastolo è stata impedita, perché non è stato condannato per omicidio colposo intenzionale…

Molti fatti del caso e le prove presentate al tribunale sono state a favore della sua assoluzione (ad esempio nessuno dei testimoni oculari abbia riconosciuto Theofilou durante il processo). Tuttavia, come era accaduto nel caso del prigioniero anarchico Babis Tsilianidis, anche in questo procedimento l’imputato è stato trovato colpevole esclusivamente sulla base del DNA, che sarebbe stato trovato su un oggetto mobile.

La corte di primo grado ha imposto: 16 anni per favoreggiamento ad omicidio colposo, 15 anni per aver commesso la rapina, tre anni per forgiatura, due anni per porto di un’arma da fuoco (più una multa di 5.000 euro) e due anni per aver ricevuto proventi di reato; un totale di 38 anni. La sentenza aggregata è di 25 anni di carcere. Il compagno ha il diritto di appello contro la sua condanna, ma l’appello non ha effetto sospensivo, cioè, deve rimanere in carcere fino al suo prossimo processo in corte d’appello (ma nel frattempo egli può richiedere che la sua pena detentiva sia sospesa).

PIENA ASSOLUZIONE E RILASCIO IMMEDIATO DEL COMPAGNO TASOS THEOFILOU.

tradotto dall’inglese

Atene: Dichiarazione di Nikos Romanos alla prima udienza (3/2/2014) del tribunale speciale del carcere femminile di Koridallos

Il fine di questa dichiarazione è chiarire le intenzioni a voi e alle vostra corte.

Le azioni, che non sono unite alle parole, affinché il loro contenuto concettuale sia chiaro, portano alla confusione, mentre le parole, che non sono seguite dalle azioni sono significati vuoti di un dilungarsi inoffensivo.

Sono qui come vostro nemico dichiarato e irriducibile, non imploro la vostra clemenza, non cerco il dialogo con voi e i vostri simili. I miei valori sono in guerra coi vostri, quindi ogni frase che mi esce contro di voi è una lama che colpisce le vostre maschere di ipocrisia e chiarifica la posizione e il ruolo di ognuno di noi.

Scrivete centinaia di pagine e create continuamente nuovi casi, per seppellirci nelle carceri della vostra democrazia, per decenni.

Vi state preparando ad imporci “speciali condizioni detentive”, ovvero l’unico colpo mancante nel pantheon del “trattamento speciale” (trasferimenti, processi, leggi), che create per combatterci.

Le semplici leggi della fisica dicono che una reazione è la conseguenza di un’azione.

Fuori dai vostri tribunali nelle terre libere, ci sono persone ribelli, compagni per me, terroristi per voi, che non intendono tollerare il nostro sterminio, volendo far sanguinare prima voi e i vostri supervisori politici.

Potete prendere ciò come una minaccia se vi va.

Io credo che questa sia la realtà cinica. Ogni opzione ha un suo costo. Suppongo che, come giudici e servi della legge, sarete d’accordo con me su questo.

Ma diamo una breve occhiata al vostro meraviglioso mondo. Siamo nell’era della velocità. Tutto si muove velocemente, creando continuamente stati di emergenza. La velocità del tempo storico è deragliata adesso, informazioni e notizie viaggiano in millisecondi, la tecnologia e la scienza stanno avanzando a passi da gigante.

Vicino ad esse, le contraddizioni della moderna civilizzazione esplodono sempre più spesso. Dozzine di fuochi vengono appiccati nelle città, dove tutto sembra calmo, e minacciano di diffondere il caos nell’organizzato ordine del sistema.

Questi eventi creano le condizioni che servono ai nostri propositi. Creiamo ponti di comunicazione con gente dietro le barricate cosicché gli atti di violenza diventino parte di un contesto politico più specifico, aprendo la prospettiva del loro superamento nella lotta per la rivoluzione anarchica.

Lì, dove la rabbia si combina alla consapevolezza.

Lì, dove la gente, le cui budella sono bruciate dal fuoco della libertà, si incontra.

Da qualche parte ci sono le impronte della mia insurrezione.

Anarchica, perché essa è ostile verso ogni tipo di autorità riprodotta dall’uomo, continua perché non cerca di riformare ma distruggere, esistenziale perché attraverso l’insurrezione esprimiamo tutti queste bellissime sensazioni che vogliamo diffondere nei cuori degli insorti.

Inoltre, la qualità della vita viene misurata in momenti e sensazioni.

Sulla base di questa descrizione schematica, dovreste capire che non avete modo di fermare l’inevitabile. La collisione dei nostri mondi.

Ecco perché dichiarazioni come queste hanno questo proposito, mandare un messaggio chiaro.

Non potete piegarci, non potente fermare la tempesta in arrivo.

Questi tempi richiedono riflessione, cautela e continua lotta con ogni mezzo.

Nessun passo indietro!

Più violente contro stato e capitale.

Forza ai guerriglieri urbani anarchici Nikos Maziotis e Pola Roupa, che hanno una taglia sulle loro teste.

Forza a tutti i compagni in clandestinità.

Ficcatevi i soldi delle taglie su per il culo!

LUNGA VITA ALL’ANARCHIA!

Nikos Romanos
3 Febbraio 2014

Nota : Il processo, iniziato il 3 Febbraio, contiene diversi casi. Leggi di più qui.

Prigione di Koridallos, Atene: Aggiornamento sulla 4 udienza per il caso della doppia rapina a Velventòs-Kozani (20 Gennaio 2014)

Dopo le procedure di rito per avvocati e accusa, l’avvocato A. Paparousou ha chiesto di intervenire per fare una dichiarazione riguardo al suo cliente A.-D. Bourzoukos. Il suo cliente, oltre al presente processo, è accusato di azioni avvenute nel 2012 verso le quali non ha alcuna implicazione e per le quali un secondo mandato d’arresto è stato spiccato a suo carico. In questo sono menzionate le azioni per le quali è accusato e sono le stesse del processo in corso. Questa è una pratica che viene fatta dall’antiterrorismo negli ultimi anni, ha notato l’avvocato.

I compagni presenti A. Ntalios e A. D. Bourzoukos, ai quali il presidente ha chiesto se volessero rilasciare dichiarazioni, hanno risposto di aver già reso pubblica la loro posizione. Dopo gli interventi degli avvocati Paparousou e Fytrakis, A.-D. Bourzoukos ha fatto una dichiarazione, dicendo di rifiutare tutte le accuse a suo carico, aggiungendo che nel suo codice di valori la rapina in banca è un momento di lotta, mentre per i giudici è un crimine, così come le sue idee anarchiche, e che i giudici sono una parte del meccanismo oppressivo che agisce senza scrupoli, spesso fabbricando accuse o colpendo in modo spropositato, in base agli ordini dell’antiterrorismo. “Fino a quando ci saranno persone come voi, ci saranno anche quelli che combatteranno per la sovversione e la distruzione del sistema che servite”, ha concluso.

Dopo l’esame di uno “strano” testimone da parte di giudici e avvocati, i compagni Harisis, Ntalios e Bourzoukos hanno fatto alcune domande. Il testimone ha dato un misto di risposte contraddittorie, tra le quali due bugie rilevanti: che avrebbe riconosciuto Michailidis in base agli occhi (che erano gonfi e quindi chiusi a causa dell’infame pestaggio) e che non ha ricevuto pressioni da parte degli agenti per riconoscerlo!

Queste risposte sono state l’ultima goccia per la pazienza dei compagni, i quali gli hanno detto che il suo comportamento è da infame. La risposta del testimone sugli occhi del compagno ha causato la reazione della madre di Michailidis che era in aula. Sua madre ha ricordato che, a causa del pestaggio ricevuto da suo figlio in caserma, quando venne portato in manette ad Atene, neanche lei stessa riuscì a riconoscerlo.

Il processo riprenderà martedi 4 Febbraio 2014, con l’esame dei testimoni dell’accusa.

fonti : 1, 2