La Paz, Bolivia: Terzo comunicato di Henry Zegarrundo, ai domiciliari

Torno a scrivere col morale alto, con la forza che la solidarietà ha aumentato, con lo sguardo in avanti, con l’orgoglio di essere anarchico, con il piacere di vivere in armonia con le mie parole, dopo aver visto cosi da vicino tutta questa vicenda giudiziaria che protegge i/le ricchi/e e i/le nemici/che dei poveri, che utilizza i suoi mezzi più bassi come la montatura e i/le suoi/e servi/e infami, per accusare, criminalizzare, perseguire e imprigionare chi non si conforma.

Adesso mi trovo prigioniero dello stato benefattore del capitale dopo più di 8 mesi di arresto domiciliare totale, oltre agli 11 mesi di carcere. Questo tipo di reclusione domiciliare si potrebbe dire che è un “progresso” verso il recupero della libertà fisica, ma la mia abitazione è la mia cella, la casa dove vivo è la mia nuova prigione, il controllo della mia vita non è scomparso, la pena continua rendendo tributo alla società carceraria. Anche se questa forma di reclusione non è gradevole, la mia situazione non è comparabile assolutamente con quella di isolamento che vivono i/le nostri/e compagni/e rivoluzionarie/e prigionieri/e nel mondo, per questo, dobbiamo lottare con la fierezza necessaria dentro e fuori le carceri, fino a che tutti/e ritornino in strada, fin quando distruggeremo i muri delle celle di esseri umani e non. Continue reading La Paz, Bolivia: Terzo comunicato di Henry Zegarrundo, ai domiciliari

Roma: Blocco stradale in solidarietà ai 4 compagni arrestati il 9 dicembre

In solidarietà con i compagni arrestati il 9 dicembre 2013 per alcune azioni contro l’alta velocità, lunedì 27 Gennaio, verso sera, un gruppo di una ventina di anarchici ha interrotto il traffico sulla tangenziale est nei pressi della nuova stazione Tiburtina, che presto sarà dedicata ai T.A.V.

Rallentando il traffico con fumogeni e torce in una strada a percorrenza veloce abbiamo messo in mezzo alla strada dei cassonetti legati tra loro con un filo d’acciaio al quale è stato legato uno striscione in solidarietà e contro le condizioni di isolamento in cui si trovano ora i prigionieri rivoluzionari. I cassonetti infine hanno preso fuoco!

Un saluto a tutti i prigionieri rivoluzionari!
Libertà per tutti!
Terrorista è lo stato!

Pireo, Grecia: Attacco fascista allo spazio sociale anarchico “Resalto” a Keratsini

Abbattere il fascismo della vita quotidiana
Abbattere il fascismo della vita quotidiana

Sabato mattina, 25 Gennaio, nel quartiere di Keratsini a Pireo (porto di Atene), una numerosa milizia d’assalto di neonazisti ha profanato l’intera zona dove Pavlos Fyssas è stato assassinato da un membro dell’Alba Dorata nel mese di Settembre 2013. Subito dopo, circa 80 membri dell’Alba Dorata hanno attaccato lo spazio auto-organizzato “Resalto”. I neo -nazisti sono stati respinti da 15 compagni che si trovavano all’interno di Resalto. Secondo le prime stime, i fascisti si sono presentati presso il quartiere in gruppi di tre ed hanno attaccato l’esterno di Resalto con pietre, mattoni e vernici sotto la supervisione di agenti di polizia. Tutto questo è durato pochi minuti. I teppisti nazionalisti sono andati via non appena un poliziotto della squadra motorizzata “DIAS” è stato sentito dire a loro: “avete finito da qui”… Di seguito la polizia ha aiutato i fascisti di fuggire dalla scena dell’attacco attraverso la Via Lambraki. Durante l’attacco fascista sul Resalto, le finestre della porta di casa accanto sono state distrutte, ed inoltre dei mattoni sono stati gettati in camera da letto di un bambino. Alcuni dei fascisti sono stati riconosciuti; le loro squadre sono state arrivate dalle zone di Pireo, Perama, Nikaia e Atene. La maggior parte di loro erano giovani, ed alcuni portavano dei caschi con loro. Tutti i compagni sono in buona salute, mentre molti fascisti sono stati probabilmente colpiti alla testa con vari oggetti. L’incidente è durato per dieci minuti al massimo, in presenza dei poliziotti della DIAS che hanno offerto protezione ai neonazisti dell’Alba Dorata per tutto il tempo. Nel frattempo, gruppi di compagni anarchici ed altri antifascisti dal Pireo ed Atene sono stati informati di quanto accaduto e sono arrivati a Keratsini infuriati e pronti a scacciare via i neo- nazisti, ma i teppisti erano già spariti dalla zona. Mezz’ora dopo che i fascisti fossero andati, ulteriori unità motorizzate della DIAS così come dei squadroni anti- sommossa “MAT” sono stati dispiegati nel quartiere. Il collettivo di Resalto ha richiamato ad una manifestazione locale spontanea in Piazza Laou, in risposta all’attacco. Il corteo, con più di 400 manifestanti, è iniziato dopo 14:00 ed abbia attraversato le strade di Keratsini, passando anche dal luogo dove l’antifascista Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte.

Fascisti assassini vi schiacceremo
Fascisti assassini vi schiacceremo

Di seguito è riportato un testo (presente nel video seguente) circa le provocazioni fasciste a Keratsini:

Quattro mesi dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas ad Amfiali da un battaglione d’assalto del partito dell’Alba Dorata, circa 100 squadristi fascisti hanno fatto la loro comparsa ancora una volta a Keratsini, presso i quartieri di Amfiali e di Tabouria. Marciando per la Via Tsaldari, i fascisti hanno profanato il luogo dove Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte -un omicidio che essi stessi hanno commesso- hanno cancellano gli slogan dipinti, le poesie e le dediche di decine di persone in suo ricordo abbassando lo striscione dell’associazione locale “Ploumpidis” degli insegnanti della scuola. Questa è stata una chiara rivendicazione di responsabilità dell’omicidio da parte loro, un assassinio che non avevano confessato pubblicamente prima, “scaricando” il loro assassino Roupakias.

Nella loro cammino, hanno abbassato molti altri striscioni degli insegnanti dell’associazione locale, hanno coperto graffiti antifascisti e dipinto le mura con abominevoli slogan fascisti-nazionalisti, e quando hanno raggiunto la piazza Laou (Piazza del Popolo) a Tabouria si sono mossi in modo aggressivo verso lo spazio auto-organizzato di solidarietà e di lotta “Resalto” (situato a 100m da quella piazza). A quanto pare, nel tentativo di riemergere nei quartieri del Pireo nel corso delle ultime settimane e riaprire i loro uffici a Nikaia, sono stati profondamente infastiditi dalla forte resistenza che hanno incontrato da parte delle persone in lotta (ecco perché hanno lanciato le loro provocazioni già dalla settimana precedente, dipingendo uno slogan sul ​​muro dello spazio sociale autogestito “Pasamontaña” a Koridallos, mostrando i loro volti ancora nelle aree di Nikaia e Koridallos durante una delle loro solite sfilate patetiche).

Quasi la metà dei fascisti sono saliti dalla Via Ermou ed hanno attaccato lo spazio sociale, causando allo stesso tempo danni alle case, alle auto e alle moto degli abitanti, mentre il resto di loro aveva bloccato la Via Konstantinoupoleos, impedendo ai veicoli il passaggio e coprendo così il loro gruppo d’assalto. I 15 compagni, uomini e donne che erano dentro il Resalto in quel momento hanno difeso se stessi e il progetto e dopo cinque minuti di scontro sono riusciti a respingere i fascisti. Hanno dimostrato che la lotta collettiva tra compagni, senza le classificazioni della propria “capacità di combattimento” o del sesso è in grado di affrontare i battaglioni d’assalto nazisti quando le forze della repressione non li danno attivamente una mano. Inutile dire che le molte motociclette della polizia DIAS, che scortavano i fascisti dopo il loro attacco fino al loro ritiro da Keratsini, non fecero alcuna detenzione nonostante il fatto che le prime forze di polizia sono arrivate ​​al posto mentre l’assalto-scontro era in corso ed anche anche se molti fascisti (quelli che sono stati in prima linea) si sono ritirati con vernice sui loro vestiti. È importante notare che il fatto principale che conferma la natura antisociale, pezzente e omicida degli fascisti fu la distruzione delle finestre e della facciata della casa accanto con delle pietre, anche se il proprietario stava urlando che si tratta di una casa e c’è un piccolo bambino dentro. La maggior parte delle decine di pietre che sono state gettate in questa casa sono cadute nella stanza del bambino e se la bambina non fosse stata subito spostata dai suoi genitori sarebbe stata gravemente o mortalmente ferita.

Un raduno antifascista fu subito chiamato in piazza Laou, e più di 400 antifascisti hanno effettuato una manifestazione spontanea a Tabouria e Amfiali (passando per le strade dove i fascisti avevano fatto la loro comparsa in precedenza), spazzando via anche gli slogan fascisti dalle mura. Molte persone della zona hanno partecipato al corteo, che è stato sostenuto anche da persone di solidarietà e di lotta dai quartieri circostanti del Pireo e di diversi quartieri di Atene.

I fascisti sono i cani fedeli dello Stato e del Capitale -non importa se continuano a presentarsi come “anti-sistemici”- che sono caduti in disgrazia insieme ai loro padroni (probabile una fase temporanea) a causa di tendenze autonomistiche e una serie di proprie scelte-mosse incontrollabili, come ad esempio il tentativo di omicidio dei sindacalisti del PAME [organo sindacale stalinista] a Perama e l’omicidio di Pavlos Fyssas a Keratsini. Diremo ancora una volta: nelle zone dei profughi, della resistenza, della dignità e della solidarietà, i fascisti, i loro battaglioni d’assalto e i loro sostenitori non sono solo indesiderati ma nemici. Assassini fascisti, non c’è posto per voi nelle nostre zone. Lo confermeremo ogni istante, in ogni modo.

Sabato 25/01/2014
Spazio auto-organizzato di solidarietà e di Lotta “Resalto”
Assemblea antifascista autonoma di Keratsini
Assemblea di piazza di Keratsini-Drapetsona

Di seguito è riportato una ripresa da un vicino di casa (i neo- nazisti gridano “sangue-onore-Alba Dorata” e “anarchici figli di puttana”), riprese dall’interno di Resalto , e momenti dalla manifestazione spontanea a Keratsini:

[dailymotion]http://www.dailymotion.com/video/x1abj6v_25012014-ker_videogames[/dailymotion]

Link video: dai.ly/x1abj6v. Ulteriori foto, che mostrano i manifestanti dall’ambiente anarchico/antiautoritario ma anche dallo spettro della sinistra, a fianco con alcuni vicini del quartiere: Social-Revolution

PROSSIMA AZIONE:
Corteo antifascista a Keratsini – Venerdì, 31 Gennaio 2014, alle 18:00
Raduno a piazza Nikis, in via Tsaldari, Amfiali

tradotto dall’inglese

Italia: Aggiornamenti sulla censura in AS2 del carcere di Ferrara

28 gennaio 2014 – Continuano la censura ed il sequestro arbitrario di corrispondenza e stampa anarchica, in entrata ed in uscita, dalla sezione di Alta Sorveglianza di Ferrara: lettere e aggiornamenti informativi stampati dai siti e blog di movimento consegnati con settimane di ritardo, stampa anarchica di lingua inglese trattenuta e sequestrata da due mesi, corrispondenza con alcuni compagni in carcere all’estero bloccata e sequestrata dalla censura.

Va ricordato che nella sezione AS2 ferrarese sono rinchiusi unicamente tre anarchici [Adriano Antonacci, Nicola Gai e Alfredo Cospito] e che non hanno alcuna possibilità di contatto con il resto dei prigionieri, tutto questo concorre ad ostacolare se non impedire di fatto qualsiasi intervento attivo nelle discussioni fuori, visto che le notizie arrivano tardi e con il contagocce.

Alfredo in particolare chiede di far presente la situazione (l’ultimo episodio –di cui ha ricevuto notizia la scorsa settimana dall’amministrazione penitenziaria– è il sequestro di una sua lettera/intervista indirizzata ai compagni in carcere in Grecia delle CCF, bloccata due mesi fa e mai uscita dalle mura del carcere) e ribadisce solidarietà e vicinanza ai quanti continuano ad agire, in Italia ed all’estero, ai compagni prigionieri ed in particolare alla compagna Tamara Sol Vergara, sequestrata dallo stato cileno per aver attaccato un guardiano del BancoEstado, in solidarietà a Sebastian Oversluij, anarchico ucciso durante un esproprio.

Per scrivere ai compagni …
Alfredo Cospito – Nicola Gai
C.C. Ferrara, Via Arginone 327, 44122 Ferrara (Italia)

Più d’informazione : nidieunimaitres@gmail.com

Atene: Lettera di Giannis Naxakis

Una puntualizzazione sulla lettera che ho diffuso il 3/1/2014

Descrivendo nella mia lettera l’immagine che mi sono fatto del 1° padiglione di Koridallos ho citato un “intenso movimento” di alcuni prigionieri nell’ufficio degli ispetori. Prima di tutto voglio chiarire che non ho detto che tali prigionieri sono degli infami. Ciò che ho detto l’ho detto per sottolineare il mio fastidio verso il coordinamento continuo tra alcuni prigionieri e il personale carcerario.

È importante dire anche che è obbligatorio per tutti i detenuti, me compreso, passare dall’ufficio degli ispettori per vari motivi di vita quotidiana. Quindi, il mio forte disappunto nella lettera dopo l’incidente con Milonas era il risultato del supporto nullo ricevuto da molti gruppi di prigionieri in conflitto con ciò che è accaduto col personale, un supporto che ritengo necessario per i prigionieri quando accadono rotture di questo tipo. Chiarisco che il mio riferimento a particolari gruppi etnici riguardava esclusivamente alcuni nel 1° padiglione ed è impensabile per chiunque credere che io accusi collettivamente intere appartenenze geografiche per le scelte di pochi.

Seguirà prossimamente un testo riguardo ai recenti incidenti.

Giannis Naxakis
4° padiglione di Koridallos
25/1/2014

fonte

Atene: Comunicato collettivo dal 4° padiglione di Koridallos

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Siamo costretti ancora una volta a parlare di cose che dovrebbero essere ovvie, sperando e volendo che questa sia l’ultima volta. Ci riferiamo a due testi pubblicati Lunedì sera, 20 Gennaio, su “Inter Arma”, uno di Gerasimos Tsakalos e l’altro di alcuni solidali con la CCF; entrambi hanno insinuato pesanti accuse a nostro carico. Ovviamente, il fatto che ci esprimiamo su entrambi i testi in una lettera aperta non significa in alcun modo che incolpiamo qualcuno per ciò che è stato detto da altri, e vice versa.

Prima di tutto, l’aggiornamento sulle sanzioni disciplinari imposte alla CCF dice che, secondo la direttrice, queste sono state basate su testimonianze del personale carcerario e sul nostro primo testo informativo, quando scrivemmo dell’imboscata della CCF a danno del nostro compagno. Dopo ciò, la prima cosa che abbiamo fatto è stato andata dalla direttrice stessa, alla quale è stato detto di non seminare zizzania ma, piuttosto, di assumersi le proprie responsabilità e fare più attenzione a ciò che dice, lei ha detto che le sanzioni non sono state basate sul nostro testo ma solo sull’incidente stesso, che è avvenuto in pubblico fuori dal 1° padiglione. Ovviamente, non siamo cosi ingenui da credere che lei non abbia mai detto che le sanzioni erano state basate anche sul nostro testo, ma la sua inaffidabilità è mostrata dalle sue stesse parole, che sono contraddittorie, e dal suo ruolo, che è chiaramente ostile verso gli anarchici. Pertanto, nessun anarchico dovrebbe dar credito alle parole di una direttrice; soprattutto nel tentativo di supportare accuse cosi pesanti.

Infatti, nel nostro primo aggiornamento, citammo la CCF senza fare alcun nome in particolare (precisamente perché volevamo evitare che il nostro testo venisse usato per fare accuse), e l’abbiamo fatto perché l’incidente è accaduto a volto scoperto davanti alle guardie e alle telecamere di sorveglianza che stavano registrando. In breve, abbiamo descritto un fatto che era già più che evidente nel controllato ambiente del carcere, cosi l’amministrazione ha deciso di convocare i membri della CCF ad una udienza, basandosi facilmente su informazioni già ottenute, ed è stato completamente irrilevante il nostro aver scritto o no il testo.

Giudicando da quanto detto, e soprattutto perché crediamo che il pestaggio dopo un’imboscata sia di una enorme gravità politica, abbiamo deciso di citare ciò e soprattutto la CCF, per non lasciare ciò seppellito nei confini carcerari ma anche per attribuire ai soggetti coinvolti la loro identità politica, cosicché tutti possano giudicare. Continue reading Atene: Comunicato collettivo dal 4° padiglione di Koridallos

Stati Uniti d’America: Kevin Olliff condannato a 2 anni e mezzo

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Martedì, Kevin Olliff ha accettato di patteggiare la pena ed è stato condannato a 2 anni e mezzo. L’unica prova a sua carico è stata il possesso di strumenti che per l’accusa erano pronti per essere usati per “danneggiare” un allevamento di volpi.

Con i benefici per la pena scontata, e quelli relativi al Illinois, Kevin dovrebbe essere rilasciato tra 10 mesi.

Questa è una condanna significativamente più pesante rispetto a quella ricevuta dal coimputato Tyler Lang, che è uscito a Novembre. Si è detto che i trascorsi di Kevin con i suoi arresti per la militanza animalista lo abbiano reso un bersaglio per l’accusa, traducendosi con una condanna più lunga (Kevin ha scontato in California per delle accuse di “stalking” riguardo al suo ruolo nella vittoriosa compagna contro POM Wonderful).

La storia

Tyler Lang e Kevin Oliff sono due attivisti animalisti di Los Angeles che sono stati arrestati in Illinois in Agosto per “possesso di strumenti per vandalismo”. Dopo un primo momento dove si sono rifiutati di far effettuare la perquisizione dalla polizia, la loro automobile è stata comunque perquisita. Dentro, la polizia ha trovato cesoie, acido muriatico, maschere da sciatori, tronchesi, abbigliamento mimetico. Secondo l’accusa tali strumenti erano utili per colpire un vicino allevamento per pellicce.

Un caso che parte dal generico vandalismo e finisce nella liberazione animale

Questo caso ha avuto numerose svolte, incluso l’accusa che ha sostenuto di avere immagini di sorveglianza di un attacco ad un allevamento di visoni in Illinois avvenuto la notte prima del suo arresto (insieme a Tyler Lang).

Mentre è stato chiaro dall’inizio che l’accusa stava usando le loro storie di attivisti animalisti contro Tyler e Kevin, solo alla fine ciò è stato esplicito.

Prima, l’accusa ha detto di usare Morris, la liberazione di visoni in Illinois (avvenuta la notte prima dell’arresto) per costruire un caso circostanziale e sostenere che Kevin Olliff volesse usare gli strumenti trovati in auto per colpire un allevamento per pellicce.

Dopo, l’accusa ha citato uno specifico allevamento che credeva fosse l’obiettivo di Kevin e Tyler la notte del loro arresto.

Alla fine, il governo è stato esplicito: Hanno voluto processare Kevin e Tyler per l’aver cospirato in piena regola di attaccare un allevamento.

Governo alla disperata ricerca di un arresto

Negli ultimi 6 mesi del 2013 10 allevamenti sono stati attaccati e nessuno è stato arrestato. È chiaro che il governo ha avuto un particolare interesse per Kevin e Tyler in assenza di poter arrestare membri del ALF. Nonostante quasi tutti gli attacchi siano avvenuti dopo il loro arresto, il governo è sembrato voler rochestrare qualcosa di simbolico (arrestando
attivisti animalisti di notte nel Midwest) contro gli attuali successi del Fronte di Liberazione Animale.

Trasporto in carcere

Kevin è stato trasferito dal tribunale di Woodford quasi subito dopo la sentenza, e trasferito in una struttura a Joliet. Dovrebbe star li un mese, prima di essere portato in una vera prigione. Durante il prossimo mese, avrà limitazioni sulle telefonate, potrà ricevere (ma non inviare) mail. Il suo nuovo indirizzo verrà postato appena possibile.

Cosa si può fare

Questo risultato, anche se non ideale, non sarebbe stato possibile senza le manovre legali del team legale di Kevin, un gruppo di duramente impegniati avvocati attivisti da Chicago (ed un avvocato dal Woodford County). Il fondo di sostegno di Kevin è ancora in rosso dalle sconfinanti spese legali, e diverse migliaia di dollari sono ancora necessari per pagare gli avvocati. Considerate di organizzare una raccolta di fondi per Kevin, o donare direttamente alla sua difesa legale.

Per donazioni qui.

Controllate il sito del supporto Kevin & Tyler per aggiornamenti frequenti, per donare, e per tutte le ultime novità.

fonte

Santiago, Cile: Rivendicazione del tentato attacco contro la prefettura di Santiago Est e il 18° commissariato di Nunoa

bomba

Quando un/a compagno/a cade non possiamo restare indifferenti, bendarci e restare a legger per sempre cosi da dare il nostro piccolo contributo in dibattiti e discussioni. Le nostre lacrime per i/le compagni/e caduti/e in guerra diventano lava che fuoriesce dai nostri corpi, trasformandosi nel fuoco interno che ci da la fiamma per dare tutto in ogni azione contro il nostro nemico e i bastardi che lo proteggono.

Nuovamente riempiti di orgoglio perché siamo scivolati sotto ai loro nasi e abbiamo superato le loro mura qualche minuto prima di mezzanotte pronti ad agire a mezzanotte, quando tutti stavano celebrando (anche i “rivoluzionari”) dimenticando che ci sono compagni/e prigionieri/e, accusati e uccisi per aver dato la propria vita cosicché queste parole si sono trasformate in azioni concrete contro la morale, il comfort e la vita del nemico.

Il nostro fine come Amici della Polvere nera è demoralizzare le forze dell’ordine e farle sentire vulnerabili in modo che sempre più individui senza paure faranno ciò che vogliono contro i protettori dell’ordine e della pace sociale. Sebbene ciò possa non essere il nostro obiettivo definitivo, sappiamo che ci sono bracci armati del vero nemico, ed perché le nostre azioni sono state duplici e di qualità. Da un lato, facendo soffrire e morire questo mondo obbediente. Dall’altro, dirigendoci contro ingegneri, scienziati, padroni e uomini d’affari che finanziano, amministrano e creano progetti che rendono questo mondo sempre più artificiale, dando una supposta sempre più grande libertà e vita a questa razza disgustosa, riuscendo solo a ridurre la sfera della libertà al fine di ottenere il controllo globale a livelli insostenibili.

In questo nostro comunicato (1. Ufficio del Procuratore a La Florida; 2. Tribunale di Puento Alto; 3. Caserma a Las Vizcachas) siamo fieri e frustrati allo stesso tempo, visto che il nostro sistema a tempo era perfettamente funzionante tranne che, a causa di un’incertezza al momento di attivare la componente elettrica, abbiamo tagliato il filo che chiudeva il circuito; per motivi logici non abbiamo potuto risolvere l’errore dato che l’entrata e l’uscita dal posto era stata stimata in 30 secondi in modo da non farsi scoprire; siamo andati via pensando che la fortuna sarebbe stata dalla nostra, ma stavolta è stata dalla loro, visto che se tutto fosse andato bene, avremmo ferito o ucciso i bastardi che erano dall’altro lato della porta, distratti e confusi come sempre, cosi come avremmo causato grandi danni materiali, visto che la nostra pentola conteneva 3 chili di polvere nera pressata, 250 grammi di tnt, tre bombolette di gas, delle esche per accendere, mezzo chilo di tondi d’acciaio di 1 pollice, oltre ai frammenti che avrebbe fatto la pentola. Era un buon piano, tutto o niente; i fini fisici e materiali che avevamo non sono stati raggiunti ma la parte psicologica si, e ora stiamo sorridendo nell’aver creato uno stato di massima allerta in tutte le caserme di polizia che è durato fino al 10 Gennaio, facendogli capire che siamo pronti a tutto, che possiamo essere agli inizi ma la nostra rabbia ci fa crescere in questo cammino di lotta per la libertà e l’autonomia.

Dedichiamo questa azione al Pelato Angry perché capiamo e condividiamo il coraggio del compagno di voler vivere in un mondo libero e selvaggio. Speriamo che tu venga vendicato prima o poi…

Forza a Monica Caballero e a Francisco Solar
Forza a tutti/e i/le compagni/e prigionieri/e e accusati/e nel mondo

Dopo la calma arriva la tempesta…

Amici/che della Polvere nera

fonte

tradotto dall’inglese

Grecia: Sulla pratica rivoluzionaria del sabotaggio in merito al progetto “Nemesi verde”

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Mentre la rivendicazione della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (Cellula Nicola e Alfredo) riguardo al sabotaggio contro i prodotti Coca-Cola e Nestle non è ancora stata ampiamente diffusa, e nonostante il fatto che i membri abbiano totalmente raggiunto il loro obiettivo in poche ore, visto che la Coca-Cola ha annunciato il ritiro cautelativo di “ogni bottiglia di plastica di 500ml PET di CocaCola Light e Nestea (tutti i gusti)”, è iniziato un assillante chiacchiericcio da ogni parte – anche da chi dice di opporsi al capitalismo e di volere che non solo loro stessi ma anche i loro amici pensino (di loro) che “appartengono al movimento” – riguardo alla correttezza politica dell’azione, le sue dimensioni morali, la sua efficacia dalla prospettiva del movimento/rivoluzione, ecc..

Gli oggetti del (consumo) pubblico

Sembra che ogni persona che non riesce a sbarazzarsi dalla sua dimensione di consumatore, che appare essere una delle più grandi, sarà sempre capace di fare migliaia di obiezioni, plausibili o anche ragionevoli se viste da un punto di vista “capitalista”, nel tentativo di respingere qualunque azione che va oltre i confini della legalità dentro un sistema che si suppone dovrebbe combattere. Come risultato, un amministratore capo della CocaCola in Grecia non deve pagare per una nuova campagna di comunicazione: gliela generano i clienti che gli danno ragione, e anche a gratis.

Quindi, il chiacchiericcio su quanto sia pericoloso sabotare due marchi di largo consumo: “e se un bambino beve una bottiglia adulterata? E se un vostro amico resta avvelenato? Un vostro caro? Il prete della parrocchia? Innocenti pagheranno le conseguenze ancora una volta e nulla cambierà…”

Altri si concentrano sul fatto che due colossi multinazionali come CocaCola e Nestle non sentiranno neanche il colpo, che un tale danno non gli causa nulla, che anche un sabotaggio a livello globale, “troverebbero il modo di superarlo, cambiando le confezioni in modo da non farle sabotare, cambiando il prezzo a danno del consumatore”, o “il consumatore potrebbe facilmente comprare, per qualche giorno, un altro marchio di coca cola o te freddo, e non ci sarebbe alcun danno al sistema stesso”.

Ovviamente, ogni movimentismo sterile termina con la solita conclusione che questa particolare azione “può solo danneggiare il movimento, diffamarlo, far aumentare la repressione contro di esso, e che questi attivisti non sono altro che un branco di idioti che agisce dannosamente”, e quant’altro.

Non si sforzano neanche di pensare, neanche a livello logico, la contro argomentazione. Continue reading Grecia: Sulla pratica rivoluzionaria del sabotaggio in merito al progetto “Nemesi verde”

Messico: Rilasciato su cauzione il compagno Mario Lopez

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Abbiamo saputo dagli avvocati che il compagno Mario Lopez è stato scarcerato su cauzione dopo essere stato arrestato lo scorso 20 Gennaio con l’accusa di aver violato la legge federale sulle armi e gli esplosivi, per fabbricazione di esplosivi.

Ciò ci rallegra molto, senza dubbio, ma è chiaro che prosegue la caccia alle streghe contro gli anarchici; arrestati, deportazioni, minacce, montature giuridiche, ecc. La detenzione di Mario è parte di questa strategia terrorista dello Stato.

Al momento non sappiamo altro.

Abbasso le mura delle prigioni!

Libertà per tutti/e!

Croce Nera Anarchica México

fonte ~ in inglese

Brasile: Cellula FAI attacca sottostazione elettrica

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Per una Internazionale Nera

Intorno alle 2 di notte del 20 Gennaio, con la complicità del buio, le urla dei devoti ci hanno segnalato, ma esse non erano rauche o sufficienti per i lupi solitari che hanno visitato la sottostazione di energia Celesc vicino a Balneario Camboriù, nel sud del Brasile. Questa azione è stata fatta in risposta all’appello per una internazionale nera e per segnare l’inizio delle attività di quest’anno. Non abbiamo avuto nessun problema durante l’attacco, visto che i porci stavano mangiando durante un raid
inatteso del gruppo tattico delle operazioni speciali e altri veicoli, guardie municipali e polizia militare, un giorno di grandi manovre per la polizia. Ci siamo dotati di due dispositivi esplosivi pieni di schegge, uno non ha avuto successo perché si è disintegrato senza raggiungere l’obiettivo e ferire nessuno. Ma l’altro ha raggiunto lo spazio della sottostazione elettrica dove c’erano i trasformatori, senza fare molti danni. I dispositivi sono stati lanciati come si nota dalle immagini.

Fino alla completa distruzione dell’esistente, del Capitale, dello Stato!

Libertà per i combattenti caduti nelle mani dello stato, nulla rimarrà impunito.

Stiamo aspettando le loro azioni repressive, i militari e voi dovreste sapere che niente e nessuno è intoccabile. La città di Balneario Camboriù è un continuo processo di gentrificazione/pulizia sociale, cosi come il resto del paese.

Che la polvere nera attraversi le strade e raggiunga ogni compa anarchico in Brasile, Portogallo, Messico, Cile, Argentina, Grecia, Spagna, Francia, Regno Unito, Indonesia, Peru, Stati Uniti, Australia, Turchia, Germania e ovunque nel mondo.

Movimento di Disobbedienza Civile (MDC) – Cellula della Federazione Anarchica Informale (FAI)

in portoghese

Stato spagnolo: Trasferimento a Cordoba per il compagno Francisco Solar

Sembra che il potere, vuole fare ancora una mossa, cercando di distruggere la solidarietà e l’amicizia che ci unisce.

Per la seconda volta, Francisco Solar, sarà trasferito di carcere. Dopo settimane senza alcun contatto con un altro prigioniero, Francisco è da una settimana che condivide il cortile con un altro detenuto, con il quale congiuntamente sarà trasferito alla prima prigione. Oggi stesso (25 Gennaio) sarà trasferito al carcere di Valdemoros, dove starà per quattro giorni, fino a Mercoledì, quando sarà trasferito al carcere di Córdoba. Il compagno rimane forte e con la testa alta!

Cogliamo l’occasione per aggiornare e diffondere la direzione di Monica, che continua imprigionata nel carcere di Brieva.

Monica Andrea Caballero Sepulveda
C. P. Avila
Ctra. Vicolozano-Brieva S/N
05194 Brieva-Vicolozano (Avila).

Morte allo stato e viva l’anarchia!

fonte

Stato spagnolo: La solidarietà con Gamonal si fa sentire in Donosti

ScreenShot0094La concentrazione è iniziata alle ore 20, circa 300 persone si sono radunate gridando slogan in sostegno del quartiere di Gamonal in Burgos [Spagna centrale], tra il rumore prodotto dai petardoni che sono stati lanciati. Dopo circa 20-25 minuti, la manifestazione è iniziata, uno striscione portato da giovanx incappucciatx è partito verso le principale strade della città, un altro striscione partecipante nella concentrazione non si è mosso rimanendo nel Boulevard di Donostia.

Il corteo si è svolto in un ambiente combattivo, diversi slogan si potevano sentire in basco e castigliano insieme al rumore dei petardoni, “Tuttx siamo Gamonal”, “Libertà a Gamonal”, “Gamonal in lotta”, “A- anti-anticapitalista”, “Nessun passo indietro contro il terrorismo del capitale “, tra molti altri, come quelli che chiedevano la liberazione dei detenuti. All’altezza della via Hernani una succursale del banco BBVA è stata attaccata ed è stata spaccata la finestra, ciò ha causato una piccola fuga precipitosa della parte posteriore della manifestazione verso i marciapiedi e poi una piccola discussione tra i manifestanti, senza importanza, il corteo ha continuato il suo corso con tutte le persone insieme. Dopo qualche minuto si sono presentati due furgoni di sbirri che finora non si erano visti, almeno non in divisa, dal quel momento hanno seguito tutto il corteo insieme alla manifestazione, senza “abbandonarci”, sono stati accolti al grido di “Cani guardiani dell’ordine e la legge, assassini stipendiati. Abuso di potere” [vecchio pezzo da una canzone punk degli anni ’80]. Passando anche accanto ad un furgone della polizia si è gridato “Si può. Sì, si può, con pietre e picchetti i maiali retrocedono”.

Quando si lasciava indietro l’Avenida della Libertà le prime linee della manifestazione si sono arrestate ed è stato rovesciato un contenitore sulla strada, non siamo stati molto tempo tagliando il traffico giacche le persone che stavano al fondo del corteo erano quelle che si trovavano più vicine ai furgoni della polizia che ci seguivano, quindi si è esortato a continuare il corteo e tornare di nuovo al Boulevard, anche in questo punto si è creata un piccola lite fra i manifestanti per il contenitore rovesciato.

Già nel Boulevard si è fatto una breve assemblea di circa 100 persone, megafono in mano, e un po’ tesa e caotica. Alcuni incoraggiavano a “fare qualcosa di più”, una ragazza ha ricordato che 8 donne sono state uccise (dai loro familiari) e non si aveva fatto nessuna manifestazione, un’altra donna ha approfittato dell’opportunità per mettere la notizia delle marce convocate a Madrid Per il 22 marzo, altri interventi sono stati intorno alla violenza-non violenza, altri con l’intenzione di proseguire la protesta il sabato/domenica, o tentare di dare una continuità il fine settimana successivo. Non ci sono stati arrestatx ni identificazioni.

Da qui, un saluto a tutti coloro che abbiano attivamente solidarizzato con il quartiere Gamonal di Burgos, in particolare con quelli/e detenuti/e in tutto lo Stato spagnolo e a quelli/e che lottano lasciando di lato la paura, l’esclusività delle vie democratiche e legalistiche. Così come denunciare il silenzio dei giornali “dell’area” e dei blogs e le pagine web “alternative” che hanno tentato di silenziare e hanno trascurato, lo poco però interessante accaduto a Donostia il venerdì.

Aupa Gamonal! Kalea gurea da! Borroka da erantzuna, anarkia irtenbidea!
Aupa Gamonal! La strada è nostra! La lotta è la risposta, l’anarchia è la soluzione!

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Brutte notizie dal Messico: “Paulina”, la tua morte ha molti Mi piace

O: Perché la disinformazione dovrebbe riguardarci tutti, visto il nostro tentativo di produrre controinformazione…

Alla fine, il 25 Gennaio 2014, l’infame fino ad ora “facebook.com/Bloque.Anarko.Oriente” ha rilasciato un comunicato dove dichiara che loro (ma chi sono realmente?) si scusano per l’errore di aver diffuso la notizia della brutale morte di Maria Paulina Inefavel Lorandi; si scusano di aver diffuso delle cavolate fin dall’inizio. Non faremo ulteriori riferimenti allo schifo di facebook; comunque, l’account pubblico di “Bloque Anarko Oriente” è stato la fonte originale del disgustoso nonsense riguardo alla morte di Maria Paulina, mai accaduta.

Tristemente, questa storia è stata diffusa dal 21 Gennaio (fino ad oggi) anche sui siti di controinformazione. Perché esattamente tali siti hanno diffuso questa notizia non verificata che, per quanto ne sapevano, arrivava direttamente da un account facebook (anche quelli che erano stati avvisati della sua probabile falsità, senza però oscurarla)? Perché si è ritenuto cosi necessario diffondere la notizia di un’anarchica stuprata e uccisa in Messico senza essere sicuri della realtà di questo atroce fatto, senza prendersi un momento per controllare la storia con gli anarchici degni di fiducia che sono attivi nel territorio controllato dallo stato messicano, al fine di evitare che la credibilità crolli a causa delle falsità su facebook? Perché le notizie su facebook si impongono sulla ampia diffusione di controinformazione? E cosa alcuni di questi siti, i vari media di sinistra, e ogni sorta di blogger pensavano quando hanno diffuso le false foto di “Paulina”? Fin dal primo momento della diffusione di questa notizia, alcuni utenti facebook(!) avevano espresso forti dubbi riguardo alla veridicità dei fatti. Il “Bloque Anarko Oriente” ha avuto ripetutamente segnalazioni riguardo al fatto che le foto messe sul loro account come foto “della compagna messicana Paulina” erano invece di un’altra donna cilena, che non ha un bambino di 7 mesi ma uno di 5 anni… Chiunque sia la donna nella foto, il “Bloque Anarko Oriente” non solo ha insistito senza sforzarsi di confermare la notizia, e senza ammettere che nessuno di loro avesse conosciuto di persona “Paulina”, ma hanno persino organizzato un corteo il 25 Gennaio a Città del Messico in ricordo della “loro compagna”, per poi annullare tutto e smentire l’intera notizia all’ultimo minuto.

Ovviamente gli errori capitano. Ma ad un livello più pratico, dobbiamo tutti cercare di nascondere ogni traccia di tutto ciò subito, e per la miseria togliere le foto di quella donna, che è stata super esposta su internet come presunta deceduta. La controinformazione è un’arma; non va trasformata in un cattivo scherzo.

Atene, 20/01/2014: Dichiarazione dell’anarchico Andreas Dimitris Bourzoukos riguardo il capo d’accusa attribuitogli per la rapina a Velventòs di Kozani

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Nego il capo d’accusa che mi viene attribuito da un tribunale nei sensi della legalità borghese. Nel mio mondo la rapina in banca è un momento di lotta, un’azione concreta di resistenza di fronte alla dittatura del denaro e del profitto. Per voi questa azione è un crimine come i miei pensieri anarchici e il progetto per una vita libera dall’autorità, traducendolo come terrorismo.

Gli unici terroristi che vedo io qui dentro li tengo difronte a me, siete voi, che con questa calma criminale condannate persone nella continua tortura della carcerazione. Siete parte di un meccanismo repressivo che in base alla politica -eliminare il nemico interno- agisce spietatamente, molte volte ”gonfiando” capi d’accusa o anche costruendo interamente accuse, in accordo sempre con le indicazioni del reparto antiterrorismo. Vi ricordo allora che sono nemico di tutto quello che volete mantenere intatto, sono nemico del mondo della sottomissione e del vassallaggio che voi volete imporre.

Secondo voi terrorista, secondo me e tanti ancora compagni anarchico.

E come anarchico, l’unico significato di giustizia che potrei accettare sarebbe quello di una giustizia che viene fatta dal basso, una giustizia che rigurgiterà l’etica del capitalismo, dove parole e significati come proprietà, autorità, sfruttamento, dio, stato, legge smetteranno di avere senso.

Sono pericoloso per la vostra democrazia per adesso, e questa è l’unica accusa che riconosco in sostanza.

Anche se è una verità che cercate di camuffare dietro i processi legali, il vostro agire repressivo ha come scopo primario quello di eliminare ogni tipo di resistenza e di concreta negazione delle vostre leggi e dei vostri valori.

Fino a quando esisteranno persone come voi, esisteranno anche coloro che con ogni mezzo lotteranno per il vostro rovesciamento e per la distruzione del sistema che asservite.

Andreas Dimitris Bourzoukos

fonte

Atene: Testo in merito al processo che inizierà nel tribunale speciale del carcere femminile di Koridallos

ΑIl 3 Febbraio 2014 inizierà un altro processo nel tribunale speciale del carcere femminile di Koridallos, e includerà diversi casi. Alcuni di noi sono accusati nel caso delle abitazioni a Volos e Kallithea (Michalidis, Ntalios, Romanos), lo scontro con gli sbirri a Pefki (Michalidis), altri per la rapina alla ATEbank a Filotas, Florina (Sarafoudis, Michalidis, Politis, Ntalios, Harisis) e per quella alla ATEbank a Pyrgetos, Larissa (Sarafoudis).

Non diremo nulla in relazione alle accuse che “pesano” su di noi. Ognuno di noi ha fatto le proprie scelte e segue la propria strategia riguardo alla gestione del processo sia a livello legale che politico. Alcuni di noi hanno già scritto questo in precedenza rispetto al processo per il caso Velvedo e lo diciamo di nuovo: L’AMICIZIA E LA VICINANZA TRA COMPAGNI che ci legano non saranno colpite dalle scelte legali e politiche del processo.

Con o senza avvocati, rivendicando o meno, noi CONTINUIAMO a guardare il cielo INSIEME da dietro le mura e INSIEME lottiamo contro la prigionia.

BUONA FORTUNA A TUTTI QUELLI CHE STANNO PREPARANDO I LORO ATTACCHI.

Giannis Michailidis, Dimitris Politis, Grigoris Sarafoudis, Argyris Ntalios, Fivos Harisis, Nikos Romanos

fonti: i, ii

Prigione di Koridallos, Atene: Lettera aperta di Gerasimos Tsakalos

Da quando è fuggito il guerrigliero urbano Christodoulos Xiros, l’antiterrorismo, che si promuove come elite poliziesca del Potere, ha iniziato una caccia alla streghe nel tentativo di ottenere vendetta e ripristinare il prestigio ferito.

In parallelo, i media ufficiali in quanto proprietari e creatori esclusivi di verità hanno consolidato la propria falsità tramite una guerra di comunicazione contro la nostra organizzazione. Stavolta la propaganda dei giornalisti ha optato per dipingerci come “mafiosi”, “leader carcerari”, “custodi”, sfruttando un evento – il pestaggio del calunniatore G. Naxakis – e un paio di testi dei suoi compagni che illustrano situazioni e fatti, offrendoli ad ogni prospettiva nemica – polizia, giudici, giornalisti. Non parleremo ancora di ciò; da ora parleranno i fatti se necessario.

All’interno di tale contesto, il 16 Gennaio* abbiamo saputo che Kostas Sakkas è stato nuovamente arrestato, accusato nel caso Halandri sulla base di alcune impronte trovate sui sacchi della spazzatura.

Fin dal primo momento abbiamo chiarito in ogni modo e con ogni tono che nessuno degli arrestati per presunta appartenenza alla CCF, chi non ha mai rivendicato la propria partecipazione, non ha ALCUN TIPO di relazione con l’organizzazione e le nostre pratiche. L’abbiamo detto in aula, l’abbiamo scritto nei nostri testi, e soprattutto, è evidente a causa dei percorsi, valori e convinzioni diverse che abbiamo scelto, in contrasto con quelle di molti di loro.

Quindi, ci ritroviamo in un periodo di intensa campagna antiterrorista contro la CCF.

Gli agenti hanno scoperto “per caso”, dopo 4 anni e mezzo, impronte di K. Sakkas su un sacco della spazzatura che conteneva residui di un dispositivo esplosivo connesso al caso della CCF. Ma gli agenti stessi sanno la verità; è solo che essa non fa comodo al fine del loro piano.

La verità è che K. Sakkas non ha avuto e non potrà avere mai alcun tipo di relazione con la CCF. Il suo unico collegamento all’intera vicenda è la passata amicizia con me – e questo è ben noto ad agenti e giudizi.

Pertanto, il motivo del ritrovamento delle sue impronte sui sacchi – se esso è vero – sta nel fatto che io personalmente ho usato quei sacchi, quando li ho presi dalla casa che condividevo con K. Sakkas. Quindi, è molto probabile che lui abbia toccato uno di quei sacchi, visto che erano in uno spazio comune di quella casa. Continue reading Prigione di Koridallos, Atene: Lettera aperta di Gerasimos Tsakalos

Grecia, Corfù: Rivendicato attacco contro bancomat in solidarietà con K. Sakkas

freedom-for-kostas-sakkas

Solidarietà da Corfù

Il 18 Gennaio abbiamo distrutto un bancomat della Emporiki Bank (Banca Commerciale Greca) nella zona di Messonghi nell’isola di Corfù, in solidarietà con Kostas Sakkas e contro tutte le pratiche vendicative dello stato e di ogni potente.

GIÙ LE MANI DAI NOSTRI COMPAGNI

anarchici

PS1. Forza e salute al prigioniero Spyros Stratoulis
PS2. Buona fortuna al fuggitivo Christodoulos Xiros

in inglese

Atene: Aggiornamento sui compagni della CCF dal carcere maschile di Koridallos

wOggi 20 Gennaio 2014, 6 compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco* sono stati convocati dinnanzi al procuratore del carcere, il quale ha deciso le sanzioni disciplinari a loro carico in seguito al testo diffuso dai prigionieri del 4° padiglione che li** vede come colpevoli del pestaggio di un altro detenuto, in seguito il personale penitenziario ha riportato i fatti. Le sanzioni ammontano a un anno di sanzione disciplinare per avere immobilizzato una guardia, e trenta punti carcerari per aver picchiato un altro detenuto. Ci sarà probabilmente un proseguimento giudiziario per questi fatti. Vi terremo aggiornati.

Solidali con la Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Note dei traduttori:
*Il titolo di questo messaggio come anche i link sono a nostra cura.
** Per conoscenza, i dieci prigionieri nel testo non hanno citato per nome i 6 compagni.

in inglese

Salonicco, Grecia: Aggiornamento sul compagno Babis Tsilianidis

gloom

Il 15 Gennaio 2014, durante una nuova udienza al tribunale di Salonicco, i giudici hanno esaminato la richiesta presentata da Babis Tsilianidis in merito alla sospensione della pena fino all’appello nel caso della rapina all’ospedale AHEPA. La richiesta è stata rifiutata. Il compagno è prigioniero nel 4° padiglione del carcere di Koridallos ad Atene.

Solidarietà con l’anarchico Babis Tsilianidis
Solidarietà con quelli che lottano, si rivoltano e si scontrano.

in inglese

Grecia: S. Stratoulis assolto dalle accuse in merito al caso di Salonicco

I vulcani esplodono dal basso
I vulcani esplodono dal basso

Spyros Stratoulis è stato prosciolto dalle accuse in merito alla presunta partecipazione in una organizzazione criminale, motivo che gli aveva fatto perdere i permessi d’uscita dal carcere.

Tieni duro, Spyros, fino alla libertà.

in inglese

Atene: Rivendicati incendi in solidarietà a Spyros Stratoulis

Solidarietà con Spyros Stratoulis
Solidarietà con Spyros Stratoulis

Rivendichiamo una tre giorni di incendi e sabotaggi di strutture dello stato e del capitalismo, dal 8 al 10 Gennaio, come gesto solidale con Spyros Stratoulis in sciopero della fame. Abbiamo attaccato :

– Un furgone delle Poste (ELTA) e uno delle Telecomunicazioni (OTE) in Via Siotou nel quartiere di Sepolia.

– un bancomat della Banca del Pireo in Via Dodecanisou nel quartiere di Alimos.

– due bancomat della Banca Nazionale della Grecia in Via Byzantiou nel quartiere di Nea Ionia.

– due bancomat della Banca Nazionale della Grecia all’incrocio della Via Soutsou con Via Iera Odos nel quartiere di Egaleo.

– Tre facciate delle filiali bancarie (Banca del Pireo, Hellenic Postbank, Banca di Cipro) e due bancomat nella Via Ethnikis Antistaseos nel quartiere di Kaisariani.

– una moto di un poliziotto in Via Aghiou Alexandrou nel quartiere di Palaio Faliro.

– un bancomat in Via Gennimata nel quartiere di Ano Glyfada.

Nel frattempo abbiamo saputo che il compagno Spyros Stratoulis ha interrotto lo sciopero della fame. Gli auguriamo buona fortuna, aspettando l’esito del suo caso.

Anarchici

Nota del traduttore : Il 10 Gennaio 2014 il prigioniero Spyros Stratoulis ha interrotto lo sciopero della fame iniziato il 11 Novembre 2013, visto il raggiungimento di una decisione sul suo caso. Anche se la decisione è stata presa, gli verrà notificata solo quando il decreto sarà pubblicamente diffuso.

in inglese

Messico: Lettera della compagna Fallon arrestata dopo attacco incendiario alla Nissan

banda5e

Ciao amici e amiche!

Siamo qui insieme, noi su questo lato e dall’altro voi forse. Nel linguaggio dello stato ci sono anni o km che ci separano, ma la cosa che condividiamo è molto più grande di tutti i chilometri e anni. Lo Stato prevede di creare una distanza tra noi, ma invece è al contrario. Saremo più insieme che mai!

Oggi è l’8, ci sono circa 60 ore che viaggiamo tra le auto della polizia del cazzo e i centri federali e provinciali, anche se loro hanno deciso che dobbiamo rimanere qui altre 48 ore, non hanno nulla perché il silenzio è più forte della repressione.

La cosa più importante per me ora è quella di costruire una forza più grande del carcere. Abbiamo il contesto delle relazioni internazionali. Per me la solidarietà è i amici/che, non sono una vittima o una detenuta politica, io voglio utilizzare la realtà in cui viviamo in questo momento per costruire una amicizia più forte e più grande. Sono pronta per combattere l’autorità qui come fuori, mai mi fermerò.

Il carcere è una realtà normale e userò questa esperienza, e spero che anche voi pure per sviluppare una forza individuale più forte ogni giorno.

Siamo qui e sempre saremo qui per affrontare tutta le realtà nel carcere e fuori. Un forte abbraccio a tutti e tutte.

Contro l’autorità qui e fuori!

Fallon

fonte

Stato spagnolo, Siviglia: Incendiato portone di una chiesa in solidarietà con Mónica e Francisco

Attacco incendiario contro una chiesa situata nella Via San Luis a Siviglia. Nella notte tra il 4 e il 5 Gennaio 2014, nel buio della notte, i lupi hanno ululato ancora… Questa volta l’ingresso di una chiesa è stato colpito da molotov e scritte solidali con gli arrestati a Barcellona.

Per l’odio rappresentato dalla Chiesa e le sue sedi, e in solidarietà con Monica, Carinoso e tutti quelli che lottano; nessun passo indietro; se toccate uno di noi, toccate tutti noi.

SALUTE E RIVOLTA

LIBERTÀ PER MONICA E FRANCISCO

in spagnolo