Madrid: 31 dicembre 2013 – Corteo al carcere di Navalcarnero

Corteo al carcere di Navalcarnero 
Martedì 31 dicembre alle 12:00

Ancora un altro anno ci concentriamo alle porte del carcere per dimostrare che non dimentichiamo le persone che sono rinchiuse e dimostrare la nostra nausea verso lo stato, i suoi meccanismi di repressione e le persone che vivono rinchiudendo ad altre.

Centro Penitenziario di Navalcarnero stada di extremadura, uscita 29-b. Bus dal Intercambiador di Principe Pio (528) e Mostoles (529-531)311

Salonicco, Grecia: Rivendicazione di responsabilità per l’incendio di una banca

Il 29/11 è cominciato il processo degli anarchici G.Michailidis, D.Politis, N.Romanos, A.D.Mpourzoukos, A.Ntalios e F.Charisis-Poulos per la doppia rapina al Velventòs di Kozani. Poche ore dopo l’inizio del processo, abbiamo posizionato un ordigno incendiario in una filiale della Banca del Pireo sulla Via Andreas Papandreou, alla zona di Neapolis a Salonicco, come un piccolo segno di solidarietà con i nostri compagni.

Le banche, come pilastri del capitalismo, costituivano e continueranno a costituire un bersaglio di espropriazione e di distruzione da parte degli uomini combattenti. Per resistere alla brutalità e al totalitarismo, per costruire una società libera di uguaglianza e di libertà.

Solidarietà ai compagni anarchici processati per la doppia rapina a Velventòs.

Non dimentichiamo i nostri compagni G.Naxakis e G.Sarafoudis che sono stati arrestati a N.Philadelfeia.

Immediato rilascio del compagno Sp.Stratoulis dalle accuse che gli negano il diritto al concesso di licenza temporanea dal carcere e si trova in sciopero della fame dal 11/11. Solidarietà al Rami Syrianos, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou che si trovano in sciopero della fame in solidarietà con Sp.Stratoulis.

PER L’ANARCHIA E IL COMUNISMO

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Igoumenitsa, Nord della Grecia: Rivendicazione di responsabilità per attacco contro i sbirri e i nazi dell’Alba Dorata

SENZA PATRIA – FUOCCO ALLE FRONTIERE

Ieri sera (27/12/2013) abbiamo violato i posti di blocco della polizia in tutto il porto ed intorno e con nostro alleato l’oscurità siamo diventati noi il primo posto di blocco in attesa del pullman dei fascisti che faceva ritorno dall’inaugurazione dei loro uffici dal Corfù accompagnato dalla polizia antisommossa. Abbiamo attaccato con delle pietre i neo-nazisti dell’Alba Dorata e dei MAT sull’autostrada Egnatia.

Un’azione per far capire ai neo-nazisti che anche se tutto l’esercito li salvaguarda li avvicineremmo sempre.

I sbirri devono sapere che anche se coltivano la paura nella società custodendo i loro padroni, alcuni non abbiamo paura.

Un’azione dedicata al compagno Stratoulis che si trova nel 48esimo giorno di sciopero della fame.

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Spagna: Lettera di Mónica Caballero e Francisco Solar

animal-libSiamo di nuovo qui, tra queste pareti di cemento e sbarre, tra videocamere e carcerieri. Siamo di nuovo qui, senza abbassare il capo e restando orgogliosi di ciò che siamo. Orgogliosi di essere parte della tempesta imprevedibile che cerca di eliminare ogni traccia del Potere che ancora una volta getta la maschera e si mostra per ciò che è, nella sua brutalità e anche, perché no, nella sua debolezza. In questo particolare caso, la collaborazione tra stato cileno e spagnolo, al fine di organizzare il nostro arresto dimostra lo sforzo congiunto per neutralizzare chi viene considerato una minaccia, ma l’importanza che ci danno questi signori del Potere non riflette altro che la loro fragilità. I loro discorsi inconsistenti di sicurezza sono il velo che nasconde il timore di sapere che un evento può affrontare il timore generalizzato. I loro colpi e le loro minacce non fanno altro che rafforzarci nell’affilare le nostre idee e le nostre vite per prendere parte allo scontro permanente.

Salutiamo con un forte abbraccio tutte le dimostrazioni di appoggio, sono un’arma che indebolisce le sbarre. Intendiamo la solidarietà come la continua prova pratica delle nostre idee anarchiche, in ogni forma, che fanno capire al nemico che nulla finisce, che tutto continua in carcere o fuori. Dovunque ci si trovi: non un minuto di silenzio e una vita di lotta. Soprattutto all’immenso gesto solidale dei compagni che hanno utilizzato il loro corpo come armo entrando in sciopero della fame.

Salutiamo chi continua ad essere complice, a chi si avventura verso l’ignoto, a chi viene motivato dall’incertezza, a chi insiste per l’anarchia. A questi tutto il nostro rispetto e affetto. Abbiamo saputo con grande tristezza della morte di Sebastian, ma ci rallegra la sua vita coerente con i suoi ideali: un guerriero a tutto tondo.

Ci piacerebbe stare con i nostri compagni che ora piangono il nostro caduto, ma da qui inviamo loro molta forza e un “ci vediamo presto”.

Mónica Caballero
Francisco Solar

in spagnolo

Spagna: Trasferita Mónica Caballero

Il 21 Dicembre 2013 la compagna Mónica Caballero è stata nuovamente trasferita, stavolta, dal carcere di Estremera a quello di Brieva (Ávila).

Ricordiamo che la compagna anarchica Mónica, insieme a Francisco Solar, è stata arrestata il 13 Novembre 2013 con l’accusa di partecipazione al Comando Insurrecional Mateo Morral e di aver collocato l’artefatto esplosivo nella cattedrale si Saragoza.

Entrambi sono stati in precedenza assolti nel Caso Bombas. Monica e Francisco sono in regime di FIES.

Solidarietà e affetto sempre in rivolta per Monica e Francisco!

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Finlandia, 6.12.2013: Rivolta a Tampere

Ci sono grandi notizie dalla Finlandia in questo momento. Circa 500 persone hanno contestato, il 6 dicembre, i festeggiamenti presidenziali a Tampere con una manifestazione di hockey sul ghiaccio contro il nazionalismo e il capitalismo. Le vetrine di banche e negozi di abbigliamento sono state sfasciate, e gli sbirri sono stati attaccati.

Il 6 dicembre è la Giornata dell’Indipendenza. E’ anche il giorno dell’annuale festa d’elite organizzata dal Presidente della Finlandia. Normalmente i loro festeggiamenti si tengono nel Palazzo Presidenziale di Helsinki, ma quest’anno il palazzo era sotto restauro, quindi hanno spostato la loro festa nazionalista ed elitista al municipio di Tampere.

Nel 1918 Tampere era la roccaforte dei Rossi durante la Guerra Civile. Non lo abbiamo dimenticato. Nella piazza centrale e nelle vie circostanti migliaia di rivoluzionari sono stati uccisi. Volevamo mostrare che qui ci sono ancora rivoluzionari, che non abbiamo dimenticato il nostro passato. E’ stata organizzata una manifestazione a tema “hockey sul ghiaccio”, che qui è così popolare. Il nome ovviamente era “Festa Hockey sul Ghiaccio dell’Intruso” (Kiakkovierasjuhlat).

“La cittadinanza è un’illusione – Abbasso lo Stato!”

Alcune bandiere nazionali sono stati rubati…

Hanno partecipato circa 500 manifestanti; alcuni fedeli al tema hockey sul ghiaccio, altri al tema pirotecnico. Non siamo riusciti ad imbucarci al gala presidenziale, ma la realtà della società di classe è stata resa nota nella notte e nei giorni seguenti su tutti i principali quotidiani, che apparivano scioccati delle vetrine rotte e dei poliziotti feriti.

La manifestazione è andata avanti per strade laterali dopo che la polizia ci ha bloccato e impedito di continuare sulla strada principale. Quando la maggior parte delle persone pensavano la protesta fosse finita e avevano già abbandonato la scena, alcuni partecipanti volevano tornare al posto della festa presidenziale. A questo punto, una persona è stata arrestata. Dopo essere tornati alle reti del Municipio di Tampere ed essere riusciti a provocare e attaccare gli sbirri ancora una volta, la maggior parte delle persone se ne sono gradualmente andate, e la polizia ha arrestato un po’ di gente a caso.

In totale sono state arrestate 28 persone. Sono state rilasciate nei due giorni successivi con accuse minori e multe da 60 a 200 euro.

in inglese

Italia: Scarcerato Sergio!

Oggi 20 Dicembre 2013, il compagno Sergio Maria Stefani è stato scarcerato per decorrenza termini dopo 18 mesi di custodia preventiva in merito alla cosiddetta “Operazione Ardire”, di cui era rimasto l’ultimo accusato in prigione. Anche lui, come gli altri compagni rilasciati nei mesi scorsi, è stato sottoposto ad obbligo di dimora e di firma.

Solidarietà ai compagni e alle compagne accusati/e!
Per l’Anarchia!

Grecia: Lettera del compagno incarcerato Tasos Theofilou in occasione del processo

L’11 novembre 2013 nel Tribunale di Appello situato in via Loukareos, in Atene, dopo un ritardo di cinque mesi, comincia il mio processo. Un processo in cui dovrò affrontare una marea di accuse per la mia presunta appartenenza alla CCF e per la mia presunta partecipazione nella rapina in una banca sull’isola di Paros.

Un processo con obiettivi politici e con abitrarietà legali evidenti, con prove tanto inesistenti quanto fabbricate, e con i fatti distorti dall’Unità Antiterrorista e dai procuratori speciali. Un caso che dimostra in cosa consiste la gestione poliziale-giuridica degli esclusi e di chi resiste orchestrata dai mass-media. Si tratta di un esperimento politico, che combina il deus ex machina* della repressione poliziale, l’aspetto scientifico del DNA e la repressione giudiziaria con l’articolo 187A, la cosiddetta legge antiterrorista.

Da un punto di vista giuridico è importante anche che da un lato non esista neanche un briciolo di prova credibile, ma dall’altro, come conseguenza di questa mancanza di prove o indizi, si sta violando tutto il concetto di presunzione di innocenza. L’accusato è chiamato a dimostrare la sua innocenza e non il tribunale a dimostrare la sua colpevolezza, come dovrebbe essere conforme alle garanzie presumibilmente fornite dalla Giustizia Penale influenzata dall’Illuminismo. Nel mio caso succede qualcosa di ancora peggio. Devo rifiutare le accuse senza avere di fronte alcuna prova tangibile, senza niente più che un ragionamento basato su menzogne e conclusioni arbitrarie riguardanti il mio “stile di vita”, e non alcune azioni specifiche.

Comunque, a parte la dimensione giudiziaia, c’è anche quella politica che ha una gran importanza, visto che sorgono molte domande. La più fondamentale di tutte è: perchè l’Unità Antiterrorista anziché la Sicurezza si prende in carico le indagini per una rapina? Semplicemente perchè c’è stato un morto che, naturalmente, era un cittadino. Un’opportunità di prima classe per immischiare l’ambiente anarchico in azioni che non erano dirette contro lo Stato o contro obiettivi capitalisti, ma contro i cittadini. Uno sforzo che è cominciato nel 2009 (?) con la curiosa esplosione di una bomba che ha causato la morte di un giovane immigrato afgano ed è continuata con i tragici avvenimenti della banca Marfin. I mass-media e l’Unità Antiterrorista cercano di convincere che gli anarchici sono un pericolo per chiunque, ma non per il Potere stesso.

Inoltre, è importante vedere cos’è l’Unità Antiterrorista e qual è il suo ruolo. Il suo ruolo, naturalmente, non consiste nel risolvere i casi di rapine e omicidi. Di questo si occupa la Sicurezza. Il ruolo dell’Unità Antiterrorista è liquidare l’ambiente anarchico e qualunque altra comunità di lotta, sempre con il pretesto di “disarticolare” le organizzazioni armate. Così, gli arresti “erronei” non sono il risultato della loro incapacità, ma anzi mostrano la loro capacità di creare un clima di paura e panico tra la gente che lotta. Nella democrazia moderna si suppone che non si perseguano penalmente le idee, ma le azioni. E quando non ci sono azioni criminali, le si inventano. Quindi il 14 agosto 2012 qualche “sconosciuto” chiama l’Unità Antiterrorista “informandoli” che gli autori della rapina a Paros hanno qualcosa a che vedere con il terrorismo e uno di loro ovviamente si chiama Tasos, ha le mie caratteristiche e un indirizzo specifico, cioè vive a casa dei miei genitori.

Il 18 agosto c’è una nuova chiamata telefonica, questa volta che dice loro che sono seduto sugli scalini della stazione della metro Keramikos. E lì mi arrestano. L’Unità Antiterrorista, naturalmente, non ha mai trovato quell’uomo “sconosciuto”.

In questo modo si riempie il posto vacante che l’Antiterrorismo aveva preparato per me già nel dicembre 2010. Il 4 dicembre 2010 arrestarono sei compagni anarchici in un’operazione antiterrorista “impressionante”. Un’operazione che finisce per essere un fiasco, poiché dei 6 arrestati accusati di essere membri dello stesso gruppo, alcuni non si conoscono nemmeno tra di loro, qualcosa che perfino i giudici confermano alcuni mesi dopo, assolvendo due persone da tutte le accuse. E per gli altri quattro, nonostante il trionfalismo dell’allora Ministro di Protezione del Cittadino, Christos Papoutsis, non emerge altro che la possessione di armi, per cui senza tutta una serie di trattamenti alchemici legali non sarebbe possibile aggiungere l’appartenenza alla CCF.

I tre accusati nel caso (Kostas Sakkas, Alexandros Mitrousias e Giorgos Karagiannidis) si prendono la responsabilità per il possesso di armi per l’azione anarchica, mentre l’anarchica Stella Antoniou è nelle mire delle autorità a causa della sua relazione con Kostas Sakkas, ma anche per l’aiuto che ha offerto a Alexandros Mitrousias.

L’Antiterrorismo ovviamente ha saputo che anch’io avevo una relazione di amicizia e da compagni con Kostas Sakkas, con cui dal 2002 sono stato compagno di classe nella facoltà di teologia a Thessaloniki. Più o meno in questo modo è comparsa, nelle loro osservazioni e inseguimenti, una persona, si presume, sconosciuta, che per puro caso ha le mie stesse caratteristiche ed è stata vista in tutta una serie di riunioni, reali o inventate. In realtà questa persona non era loro sconosciuta in assoluto perchè, al momento giusto, hanno lasciato un posto vacante negli atti di accusa. E, considerando le finalità mediatiche, il momento giusto si è prodotto nell’agosto 2012. Naturalmente è impressionante che questa persona “sconosciuta” che non hanno arrestato allora, nel dicembre 2010, perchè non la ritenevano importante, abbiano potuto riconoscerla 2 anni dopo e questo nonostante la sua insignificanza.

L’Unità Antiterrorismo ha deciso di coprire questo posto vacante che aveva riservato per me, e questo nella maniera più contundente, anche se poco credibile. Ha deciso di presentarmi come una persona coinvolta in una rapina che è terminata con un omicidio, basandosi sulle prove del DNA che sono state “trovate” in un cappello che presuntamente avrebbe perso uno dei rapinatori, mentre una serie di sospettose irregolarità, contraddizioni ed omissioni sia riguardo la raccolta di questo DNA sia riguardo al suo esame in laboratorio, indicano che si tratta di una prova inesistente e fabbricata.

Il mio caso non costituisce un’eccezione, è anzi un caso tipico nell’attuale stato di eccezione. E’ chiaro che con la crisi del sistema molte cose sono cambiate a livello economico, politico e sociale. Il Capitale cambia i termini del suo dominio e lo stato di eccezione diventa permanente. Il complesso poliziale-giudiziario ottiene un ruolo più importante, da istituzione complementare si converte in strumento distaccato del Potere.

La repressione penale amplia ed approfondisce il suo ruolo, mantenendosi nel ruolo di unico regolatore e garante della coesione sociale. Nel frattempo il Potere aspira ad ottenere qualunque tipo di consenso sociale attraverso la demonizzazione mediatica e la sanzione penale di chi resiste e degli esclusi, riunendo la parte più conservatrice della società intorno all’ideologia della legalità.

Il totalitarismo capitalista nella sua forma più moderna si articola nell’utilizzo di termini sempre più militari, nell’affrontare un ampio insieme sociale come suo nemico interno potenziale. L’ambiente anarchico e i settori sociali esclusi sono classificati nella stessa cornice, quella dei fattori di destabilizzazione, e trattati con “tolleranza zero”.

Da un lato la polizia con la sua presenza asfissiante ha occupato ogni centimetro dello spazio pubblico, le intercettazioni telefoniche non sorprendono nessuno e le telecamere di vigilanza collocate ogni dieci metri risultano quasi inpercepite. Dall’altro lato gli spazi politici e i settori sociali esclusi lasciano spazio alla gestione penale. Il sequestro di impiegati, l’illegalizzazione degli scioperi, la legge antiterrorista applicata contro i manifestanti, i fatti di Skouries, le occupazioni di scuole, le retate costanti contro gli immigrati “Xenios Zeus”, la repressione contro le donne sieropositive e contro gli zingari. Gli inquisitori dei mezzi di comunicazione, della giustizia e della polizia impongono la legalità come un concetto sacro. Come dogma. La legalità dev’essere realizzata con un fervore religioso, se non con devozione. Come un’orazione che porterà il sacro sviluppo. Le distopie presentate nella letteratura e nel cinema già guardano con stupore la realtà attuale.

La storia non è circolare, ma non è nemmeno una linea dritta. La storia va lì dove la portiamo. E se uno degli estremi, quello dei difensori del totalitarismo capitalista (espresso dalle maniere intimidatorie in cui il primo ministro Samaras si pronuncia in favore del memorandum o da uno sbirro nazi come Michaloliakos), continua a insistere nello spingerla verso l’oscurità più profonda e la barbarie assoluta, l’altro estremo, vale a dire gli anarchici, i comunisti e gli esclusi, nonostante le nostre pur piccole forze dobbiamo spingerla verso la rivoluzione, verso l’emancipazione del proletariato, la liberazione dell’attività umana dall’insieme capitale-lavoro salariato, verso l’anarchia e il comunismo.

Anastasios Theofilou
Carcere di Domokos
4 Novembre 2013

Santiago, Cile: Aggiornamento sui compagni arrestati per rapina a Pudahuel

Dopo la rapina (11/12/2013) durante la quale è stato ucciso il compagno anarchico Sebastián Oversluij, si è intensificata la stretta repressiva.

Con l’aiuto dei testimoni la polizia del 26° commissariato avrebbe identificato due dei partecipanti. Sono stati arrestati gli anarchici Alfonso Alvial Sánchez (27 anni) e Hermes González Henríquez (25 anni), trovati in possesso di guanti, parrucche e un revolver a testa. Dopo esser usciti dal commissariato hanno gridato ai giornalisti slogan in ricordo del compagno anarchico caduto durante l’azione.

Il 12 Dicembre 2013 sono state formalizzate le accuse di “rapina con intimidazione” e “porto illegale di arma”. Anche se la procura voleva ottenere una proroga investigativa per approfondire eventuali “vincoli anarchici” e “vincoli col Caso Bombas”. Il tribunale ha rifiutato la richiesta e ha concesso al procuratore Luis Pablo Cortés una proroga di 90 giorni.

Secondo la procura ci sarebbero due fuggitivi, mentre si fanno indagini sulle armi confiscate, sarebbero state rubate a guardie di sicurezza durante rapina nel Gennaio e Marzo 2013.

Attualmente i compagni antiautoritari Hermes e Alfonso sono detenuti nella sezione di massima sicurezza del Carcere di Alta Sicurezza (C.A.S.) di Santiago.

Libertà per tutti/e i/le prigionieri/e rivoluzionari/e anarchici/che!

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Santiago, Cile: Autobus incendiato fuori dal Campus Juan Gómez Millas

Per prima cosa, sull’erronea dicotomia sociale-antisociale degli anarchici… negli ultimi tempi si è diffusa una crescente corrente di anarchici e nichilisti che rivendicano le loro azioni e finalità come antisociali, per chiarire la nostra posizione come una di queste cellule “antisociale” vogliamo dire che:

Punto 1: nel dichiararci antisociali, ci riferiamo semplicemente all’etimologia del concetto antisociale, – contro la società – e così come molti gruppi affini ad idee radicali, contro lo Stato e l’istituzionalizzazione lottano con pugni e coraggio per le loro idee e la loro realizzazione, noi apertamente ci dichiariamo non solo in guerra contro uno, due o tre fattori della società e civilizzazione ma ci dichiariamo in guerra con tutto ciò che sia, appartenga, provenga o aiuti il prevalere della società nella sua totale globalità.

Punto 2: parlare di guerra antisociale non è una negazione delle forme sociali di diffondere l’idea anarchica ma, insistiamo, è solo una delimitazione dei gruppi che con mezzi violenti o nonviolenti, non rivendicano né hanno tra le loro idee la ricerca della distruzione totale della società esistente. Appoggiamo tutte le forme di intensificazione delle idee anti-sistema, anti-capitaliste, anti-civilizzazione; dagli scritti, alle fanzines, iniziative, occupazioni, parole con amore e rabbia, riflessioni e comunicati (come questo), ma sempre avendo chiaro che non basta la mera presa di coscienza se così vogliamo chiamarla, ma bisogna dare colpi concreti, violenti e decisi.

Abbiamo “un” chiaro e gigante nemico; la società e la civilizzazione, che crediamo inglobino il capitalismo, gli stati gerarchici poliziali del mondo e l’alienazione e l’inazione che distrugge la nostra vita giorno dopo giorno.

Intorno alle 22.30 (29 novembre 2013) nel noto Campus Juan Gómez Millas siamo usciti un gruppo di individui e abbiamo proceduto con una finalità chiara.

Abbiamo atteso il momento giusto e abbiamo intercettato un bus del transantiago recorrido 506, facendo scendere la gente che viaggiava e l’autista, per innaffiare il veicolo trasportatore di schiavi con circa 20 litri di combustibile, con una miccia artigianale abbiamo dato fuoco al bus, il quale non ha tardato a bruciare interamente e gridare alla polizia della zona che sono molto vulnerabili e patetici, un saluto al tenente al comando degli operativi preventivi di Macul con grecia, lo sentimos chancho bastardo (non interpretate male questa ironia).

Per l’acuirsi del processo insurrezionale che stanno sollevando le menti critiche e incendiarie, per la distruzione non parziale ma totale di una società che ci vede come materie prime usa e getta, e che non si fa scrupoli nel momento di distruggere milioni di vite.

Per l’intensificazione brutale e violenta delle idee anti-civilizzazione, non dimentichiamo che la globalizzazione e la sua ossessione per la distruzione della natura è ciò che tiene il pianeta e le nostre vite soggiogate a una quotidianità miserabile, psicopatica e che ci fa impazzire.

Solidarietà anarchica insurrezionale per Carlos Gutiérrez, arrestato da un paio di giorni in Angol, Cile, dopo 6 anni di latitanza per le accuse di rapina a mano armata contro la banca Security in cui è finito morto lo sbirro bastardo Moyano.

Un abbraccio fraterno e complice per Mónica Caballero, Francisco Solar e tutti i detenuti a Spagna, per gli attentati esplosivi contro basiliche e chiese.

Un abbraccio indistruttibile per Alfredo Cospito e Nicola Gai, prigionieri in Italia per aver attentato contro un bastardo imprenditore nucleare.

Un grido di guerra e amore per Hans Niemeyer, prigioniero nel Carcere di Alta Sicurezza di Santiago, Cile; accusato di aver attentato con un congegno esplosivo contro una succursale della banca BCI.

E una pacca sulla spalla confortante e ribelle per [Mario López “el Tripa”, arrestato in Messico per aver manipolato un congegno incendiario-esplosivo].

Fraternità internazionale!!! Abolendo tutte le frontiere mentali, tutte le cellule e gli individui insorti siamo unx, facendo paura ai bastardi del potere; sbirri, giudici, politici istituzionali, gendarmi, imprenditori… puntiamo a loro in tutto il mondo aspettando il momento giusto per premere il grilletto, le loro teste sono nel nostro mirino.

Morte a tutti i maledetti stati del mondo.

Morte alla civilizzazione che ogni giorno affonda sempre più l’illusione di una vita felice e meno artificiale.

Fuoco alla società e per questo gridiamo guerra antisociale!
Contro ogni autorità e ogni forma di dominio.

fonte : hommodolars

Prigioni greche: Compagni in sciopero della fame e della sete a Koridallos

Manifestazione anarchica davanti al carcere di Koridallos, nella notte del 14 Dicembre:

[vimeo]http://vimeo.com/81901456[/vimeo]

Il 13 Dicembre 2013, ad Atene, gli anarchici prigionieri Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Giannis Michailidis, Dimitris Politis and Giorgos Karagiannidis hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete dopo il loro trasferimento disciplinare per aver aggredito una guardia — la loro lettera aperta:

“Ieri, 12 Dicembre, mentre eravamo nelle nostre celle, il carceriere Giannis Mylonas ci ha parlato in modo arrogante. Oggi, quandogli abbiamo chiesto spiegazioni, ha continuato ad esserlo – pertanto si è preso una piccola parte della violenza che lui esercita giornalmente. L’amministrazione del carcere, volendo mettere alla prova i nostri limiti e la nostra resistenza, ha deciso di dividerci. Al momento, cinque di noi sono in isolamento nella sezione punitiva nel 3° braccio mentre i compagni Giannis Naxakis e Babis Tsilianidis sono stati portati al 4° braccio e il compagno Grigoris Sarafoudis al 5° (non in sezioni punitive).

Siamo decisi a difendere la nostra comunità ad ogni costo, e questa è il nostro pilastro principale in questo marcio mondo carcerario. Non svendiamo la nostra dignità davanti ad alcun servo codardo dell’ordine legale. Cosi da oggi, 13 Dicembre, iniziamo uno sciopero della fame e della sete richiedendo il nostro ritorno e quello dei nostri compagni al 1° braccio. I responsabili di ciò che potrebbe accadere da adesso sono le guardie Vasilis Lambrakis, Giannis Kontopoulos e Nikos Petropoulos; la direttrice Maria Stefi, il procuratore Troupi, e il capo dei servizi sociali Vasso Fragathoula, i quali formano il consiglio direttivo del carcere.

NESSUN PASSO INDIETRO

PS: Il nostro pensiero va ai combattenti prigionieri in sciopero della fame Spyros Stratoulis, Rami Sirianos, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou. Forza vagabondi, fino alla vittoria.

Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Giannis Michailidis, Dimitris Politis, Giorgos Karagiannidis”

Al momento (15/12/2013) cinque di loro sono in isolamento nella sezione punitiva del 3° braccio di Koridallos, mentre i compagni Babis Tsilianidis, Giannis Naxakis e Grigoris Sarafoudis sono ora in 4° braccio. Tutti e otto stavano prima al 1° braccio di Koridallos, insieme ad altri anarchici prigionieri. L’amministrazione del carcere sta cercando di spezzare la loro comunità.

Inoltre, il 14 Dicembre 2013, Babis Tsilianidis ha iniziato uno sciopero della fame e della sete. Il 15 Dicembre, anche Grigoris Sarafoudis è entrato in sciopero della fame e della sete.

I sette anarchici in sciopero richiedono il loro ritorno e quello dell’altro compagno al 1° braccio del carcere maschile di Koridallos, e mandano un segnale alla lotta in corso degli scioperanti Spyros Stratoulis (al carcere di Larissa), Rami Syrianos (a Domokos), Ergün Mustafa (a Malandrino) e Michalis Ramadanoglou (a Grevena).

FORZA A TUTTI I COMBATTENTI PRIGIONIERI!

Aspettiamo maggiori informazioni.

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco alla firma legale di Sioufas & Associates (Agenzia legale recupero crediti)

Stiamo attraversando una situazione in cui lo Stato e i padroni hanno lanciato un attacco totale contro i poveri e gli oppressi. Rendendo miserabili le nostre vite e condannandoci alla povertà il Potere mira al controllo di ogni aspetto della nostra vita. Sperimentiamo nella nostra pelle lo smantellamento della sanità pubblica e dell’istruzione, i licenziamenti e le riduzioni salariali, l’incursione delle tasse e la militarizzazione della repressione. In questo declino si è venuto ad aggiungere la messa in questione del presunto “santo” diritto capitalista della casa di proprietà. Ma quando il capitalismo parla di proprietà si riferisce alla proprietà dei mezzi di produzione e questi devono appartenere nelle mani di pochi. È questo che intendono quando battezzano la casa come un investimento.

Un’ingranaggio significante in questo processo di concentrazione “abitazione- investimento” nelle mani di pochi sono le società di recupero crediti (collection centers) per le quali ci è indifferente se sono legali o illegali. Queste aziende fanno estorsioni, terrorizzano e rilasciano ordini di pagamento restrittivo costringendo i debitori ad ipotecare le loro case. Quello che segue sono le aste. La più grande di queste società appartiene alla famiglia di Dimitrios Sioufas, ex ministro e presidente del parlamento. Come poteva infatti mancare da questo business lucrativo e parassitario il personale politico del paese?

Ed è proprio questa azienda, che abbia la sua sede nella zona di Tavros sulla via XXV Marzo 7, che abbiamo scelto di attaccare nella sera del Martedì 12/10/2013. A parte l’ovvio simbolismo politico, questo nostro attacco costituisce un atto di dignità, di solidarietà sociale e di classe. Un’atto di resistenza da e per tutti noi che sperimentiamo quotidianamente la violenza dei padroni. Un’azione che fa parte della nostra lotta complessiva contro lo Stato e il Capitale.

Non dimentichiamo le migliaia dei nostri concittadini che piegati sotto il peso delle barbarie dello Stato e del Capitale sono stati spinti al suicidio. Non perdoniamo nessuno che abbia contribuito a questo risultato.

Alziamo i nostri pugni a coloro che continuano a lottare per la Rivoluzione Sociale dentro e fuori dalle celle della “democrazia”.

Anarchici – Anarchiche

PS1 : Era nostra scelta politica di non entrare in conflitto con i dipendenti. Comprendiamo le condizioni coercitive che possano portarli a questo tipo di lavoro, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte al ruolo che abbiano assunto nell’attacco contro la nostra classe. Quello che meritano è il rifiuto e isolamento sociale.

PS2 : La casa per noi appartiene a chi ci risiede e soddisfa i bisogni primari, fuori da ogni senso di proprietà. Rispondiamo chiaramente che tutto ciò che ci interessa è la salvezza delle case dei piccoli proprietari.

$ile: Lettera dei compagni Freddy, Marcelo e Juan

casosecurity5DOPO DUE SETTIMANE DI CONFRONTO DIRETTO CON LO STATO E LA SUA TRAMA GIURIDICA-POLIZIESCA-CARCERARIA:
INTEGRI E DISPOSTI

Quando parliamo di anticapitalismo assumendo il essere ed il fare, mettiamo non solo lo sguardo, ma anche le nostre ossa.

Quando camminiamo per il solco di essere padroni e attori delle vite e senso. Non vanno solo i nostri passi ed il puntare bene. Ci acompagna la natura di non condizionarci a nessun Stato, patrone, struttura, partito o Dio.

Quando segnaliamo la libertà, non solo desideriamo la distruzione della società carceraria, lottiamo per rinascere di nuovo e respirare ossigeno libertario.

Quando baciamo e accarezziamo i/le nostrx figli/e non rinfreschiamo solo il cuore, facciamo che floriscano le ragioni della vita, le ragioni di combattere. Siamo amore in guerra.

Quando sentiamo la collera nella nostra pelle per la miseria, non solo ci intenzionamo per un giorno diverso. Pure odiamo il mattino.

Quando siamo puntati dalle armi repressive dello Stato capitalista con i suoi giudici, polizia, fiscali, carcerieri. Ci troviamo complici negli sguardi che si uniscono attraversando il sangue delle vene con raffiche precise che un sovversivo mai sarà da solx.

La solidarietà è un’arma che viene caricata con la memoria.

Dopo due settimane di confronto diretto con lo Stato capitale e la sua trama giuridica-poliziesca-carcararia.

Integri e disposti, salutiamo a tuttx quellx che si mantengono con gli occhi aperti in questi tempi di lotta.

Un abbraccio ai/alle nostrx carx, continuiamo intenzionati da qualsiasi angolo individuale o spazio per più sovversione.

Amore e forza indcondizionale a Francisko e Monika!!
Mentre ci sarà miseria ci sarà ribellione!
Solo la lotta ci rende liberi !
Prigionerx sovversivx, autonomx e libertarx del mondo: alla strada!

Freddy, Marcelo e Juan

Spagna: Lettera del compagno Francisco Solar

lionsPER NON LASCIAR SPAZIO A DUBBI…

Come anarchici siamo in conflitto permanente contro lo Stato/Capitale in ogni sua forma, questo è ovvio. Senza dubbio nelle occasioni dove specialmente il Potere attacca con tutta la sua brutalità, gli obiettivi si confondono dando luogo a posizioni ambigue e confuse. Credo necessario mantenere la coerenza e non dar spazio a discorsi e pratiche vittimiste o disfattiste. Forse ora ti toccherà fare un passo indietro, ma sempre per farne cinque in avanti nell’avvincente cammino di incertezza per la liberazione totale.

Un forte abbraccio a tutti i prigionieri anarchici detenuti nelle carceri del pianeta, soprattutto a Juan Aliste, Marcelo Villaroel e Jose Miguel Sanchez con i quali ho avuto modo di condividere esperienze in carcere.

Senza la certezza di cosa acccadrà ma senza dubbi contro il Potere.

Per l’Anarchia…

Francisco Solar

in spagnolo

Germania: Liberata Sonja Suder

Dopo aver passato più di due anni in carcere preventivo, Sonja Suder, 80 anni, è stata liberata il 12 novembre 2013 dopo la decisione del giudice.

Soddisfando le esigenze del pubblico ministero, il tribunale regionale di Francoforte l’ha condannata a 3 anni e 6 mesi di carcere per partecipazione in tre attacchi incendiari negli anni ’70. Sonja è stata assolta dall’accusa dell’assalto alla conferenza dell’OPEC del 1975, per cui i giudici sono stati costretti a delegittimare le false accuse dell’infame Hans-Joachim Klein. Ma anche così, tutte le sue menzogne sono state attribuite alla sua mancanza di memoria! Così che questo leale informatore possa essere chiamato come testimone principale in qualunque altro procedimento. La difesa ha anche sollecitato che fossero dichiarati inutili le testimonianza prese in condizioni di tortura, come quella di Hermann F., in qualunque procedimento futuro, ma il tribunale ha rifiutato la richiesta. Lo Stato non dimentica mai. Casualmente, nemmeno noi…

Dato il tempo che Sonja ha passato nella prigione tedesca di Preungesheim e in Francia, alla fine la compagna è riuscita ad uscire. La sala era piena e molte altre persone solidali si sono radunate fuori dall’edificio. Hanno festeggiato la liberazione di Sonja con vino e musica, dandole un caldo benvenuto nelle strade.

È terminata un’altra farsa statale. Molto rispetto ai/le solidali, che hanno dato forza per affrontare il processo, e anche a Sonja, Sibylle e Christian per averci dato un tale esempio di rifiuto costante e assoluto di qualunque tipo di collaborazione con gli sbirri dello Stato/Capitale.

Salute e felicità per Sonja e Christian!

fonti : i, ii

Montevideo, Uruguay: Liberazione di conigli dalla facoltà di veterinaria

All’alba del 1° dicembre una cellula del Fronte di Liberazione Animale è entrata nella facoltà di veterinaria ed è riuscita a salvare due conigli che sarebbero stati utilizzati come oggetti di sperimentazione.

Abbiamo lasciato sul posto alcuni volantini in cui si manifestava il nostro rifiuto per la privazione di libertà, per lo sfruttamento e per qualunque pratica specista.

La scienza, il “progresso”, il capitale… tutto questo sta lasciando vittime sul suo cammino, ed è tempo di finirla.

La legge non significa giustizia e non ci rappresenta.

Continueremo finchè tutte le gabbie non saranno vuote e distrutte.

Liberazione Animale!

fonte : vivalaanarquia

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco ad un internet café

web

Martedì sera, 26 Novembre 2013, abbiamo fatto irruzione all’internet café “Palladium”, situato sulla via Solomou ad Exarchia. Abbiamo vandalizzato il suo interno, distruggendo gli schermi e le vetrate della facciata ed abbiamo incendiato il server, prendendo delle misure adeguate per prevenire incidenti. Di seguito siamo partiti tutti insieme in modo coordinato e in sicurezza assoluta, al fine di evitare qualsiasi spiacevole incontro con i cani della squadra di polizia motorizzata “DELTA”.

Diversi incidenti hanno raggiunto le nostre orecchie in relazione a questo internet café, compreso il fatto che è stato uno dei luoghi preferiti dei poliziotti nel centro di Atene, qualcosa che anche il proprietario stesso ha ammesso durante l’attacco.

Ogni cittadino pacifico che si veste volontariamente nell’uniforme della polizia, tutti coloro che sono in attesa di ricevere una pacca sulla spalla dai poliziotti per aver offerto i propri “servizi “, ognuno la cui miseria e servilismo abbia permeato ogni centimetro della sua personalità dovrebbe tenere in mente che nulla rimane senza risposta. Faremo tutto quanto in nostro potere per dare agli infami ciò che meritano: la realizzazione del loro incubo peggiore, una risposta alla loro sottomissione intenzionale. Hanno un nome, un indirizzo, dirigono i loro negozi, e noi li conoscono molto bene. La loro logica è pericolosa; hanno ideali logori ed si sono consapevolmente assunti il ruolo sottomesso dell’informatore. Se pensano che li permetteremo di svolgere il loro compito senza sopportare le conseguenze, allora stanno sbagliando tristemente. Che sappiano gli individui come il proprietario dell’internet café “Palladium” che saranno costantemente presi di mira da noi, perché continueremo a mostrare la nostra avversione agli informatori e ai ben intenzionati collaboratori di tutti i tipi di poliziotti. Lo dobbiamo ai nostri compagni prigionieri, a quelli che ci hanno lasciato presto e non hanno svolto la loro visione insurrezionale, a quelli che sono “stati fregati” dal lavoro dei sostenitori della sottomissione intenzionale, così come a coloro che continuano la lotta per il disturbo e la de-costruzione dell’inerzia sociale.

Dedichiamo questo attacco ai 4 compagni arrestati a Nea Filadelfeia ( Argyris Ntalios, Fivos Harisis, Grigoris Sarafoudis, Yannis Naxakis )

Forza ai 6 anarchici attualmente sotto processo per il caso di Velventòs ( Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Argyris Ntalios, Fivos Harisis ), e a quelli che continuano la loro lotta da dentro le mura

anarchici/e

in inglese

Dal 16 al 22 di dicembre: Settimana di solidarietà internazionale con i/le 5 compagnx detenutx il 13 di novembre a Barcellona

soli5Il 13 novembre 2013 sono stati detenutx cinque compagnx anarchici/che a Barcellona, accusatx di appartenenza ad una “organizzazione terroristica” e di essere gli/le autorx del piazzamento del ordigno esplosivo nella Basilica del Pilar. Trasferitx nella Audienza Nazionale, 3 di loro sono statx rilasciatx con carichi 5 giorni più tardi, essendo gli/le altrx due compagnx incarcelatx. Tutti hanno le accusazioni di “appartenenza ad un’organizzazione terroristica”, ” distruzioni in grado di consumazione”, “distruzioni in grado di cospirazione”. I/le compagnx incarceratx, Francisco e Monica sono attualmente in regime FIES 2 nelle carceri di Madrid di Navalcarnero ed Estremera. Si trovano bene di coraggio e con grande forza.

L’intera  “operazione poliziale” è stata coinvolta in un elevato grado di sensazionalismo mediatico, la stampa ha insistito molto sulla pericolosità degli/le arrestatx ( pubblicando anche le loro fotografie nonostante sia vietato dal codice di deontologia giornalistica), come appartenentx ad un’organizzazione terrorista con un nome più lungo che quello di un film di Almodóvar e nella pericolosità e il carattere internazionale della stessa, povera imitatrice di Al- Qaeda. Chiaramente la stampa stava facendo pubblica ciò che gli agenti di polizia hanno detto a loro che dovevano pubblicare. Svolgendo il suo ruolo, cercavano di creare un clima di paura e allarma tra la popolazione le cui preoccupazioni non sono quelle della sorte di una chiesa o quelle di essere uccise in un attentato anarchico, ma quelle delle conseguenze quotidiane più crudeli della rapina capitalista e le aggressioni dello Stato.

Se un terrorista è colui che infunde terrore, i media non restano indietro di Al-Qaeda. Che dire davanti a questa situazione? Semplicemente che la tradizione anarchica sempre è stata fertile nei suoi attacchi e difese contro il potere, di parola e di azione, mediante gli esplosivi, sì, ma anche mediante gli scioperi, gli atenei o le pubblicazioni. Sempre ha voluto costruire un mondo senza governanti o governati, senza sfruttamento e oppressione, e quindi, sempre ha voluto distruggere questo mondo dell’autorità, la miseria e l’infamia, in quanto è totalmente incompatibile con la libertà.

Nonostante quello che dice lo Stato e la stampa, nonostante il connettivismo e la pacificazione sociale applicati mediante il civilismo e altre ignominie anestetiche per qui la popolazione lavore, consuma e rimane zitta, la lotta contro la Dominazione continua con i mezzi che siano necessari, che violenti o duri che potrebbero essere non gli arrivano nè alle suole delle scarpe all’ultraviolenza sistematica dello Stato e del capitalismo, che condannano allo sfruttamento, alla fame e alla morte a miliardi di persone.

Che dire della Chiesa cattolica? Responsabili di migliaia di morti, e d’indottrinare e terrorizzare fin dall’infanzia milioni di menti, di dettare le loro aberranti idee su millioni di corpi, di fare affari con la povertà e la sofferenza. Un’organizzazione gerarchica del terrore e della repressione come è la Chiesa (di qualsiasi tipo) non ci merita nessuna lastima quando è attaccata.

Che dire della monarchia? Parassita istituzione che vive, come la Chiesa, a nostre spese e che coesiona lo Stato e l’esercito, apparati di repressione e di autorità . Le sventure della casa reale non ci possono provocare nessuna lacrima.

Che dire delle banche, aziende, politici … ? La sua distruzione solo potremo riceverla con un sorriso di felicità. Ma mai è menzionata la ingiusta e crudele faccia intrinseca ai nostri nemici. Come non potrebbe essere altrimenti, l’ordine deve essere mantenuto e i fattori del disordine isolati e combattuti. Niente di più logico da parte dello Stato, del capitalismo ei suoi lacchè. ‘E  il loro dovere. Il nostro, nostro dovere auto-imposto è quello di sostenere ai/le nostrx compagnx e continuare lottando fino a quando non rimanga pietra su pietra nell’edificio dell’autorità, fino a quando non rimangano carceri in piedi, fino a quando non rimanga mai più nessuno che dica ad altri ciò che possono fare.

Tutta la solidarietà con i/le detenutx di Barcellona, così come a tuttx x compagnx  perseguitatx, incarcelatx, rappresagliatx di tutto il mondo.

Morte allo Stato e viva l’anarchia!

anarchici di Barcellona

Per scrivere al/la compagnx:

Mónica Andrea Caballero Sepúlveda
CP Madrid VII Estremera
Crta. M-241 km 5,750
28595 Madrid (spagna)

Francisco Javier Solar Dominguez
CP Madrid IV Navalcarnero
Crta N-V km 27,7
28600 Madrid (spagna)

in spagnolo

Braga, Portogallo: Striscioni solidali con i/le 5 detenuti in Barcellona il 13 Novembre

solid4 solid3 solid2 solid1In risposta alla chiamata di solidarietà con i/le compagnx arrestati a Barcellona, nell’ambito del perseguimento dello Stato spagnolo, con la consueta complicità della polizia contro gli/le attivistx che resistono con atti a tutti i simboli del fascismo che si alzano fino al giorno di oggi per il mondo, alcuni striscioni sono stati appesi nel centro di Braga. Un poliziotto in borghese ha tentato di impedire l’azione, ma senza successo …

Negli striscioni, si legge “Solidarietà con i/le 5 anarchici di Barcellona” e “Contro la repressione dello stato e della polizia”.

Piccole braci accendono grandi falò…

in portoghese

Cile: Io Giuria Muñoz condannata a 3 anni per lancio di molotov

La compagna Io Giuria Muñoz è stata condannata per lancio di molotov contro la polizia risalente al 13 Giugno 2013 durante una protesta studentesca.

Seguita dalla polizia e dal DIPOLCAR, venne ripresa mentre si cambiava. La polizia diffuse le immagini tramite la stampa ed emanò un mandato di cattura contro la compagna, la quale decise di non consegnarsi fino a quando venne arrestata il 19 Luglio. Il tribunale concesse i domiciliari e poi il rientro notturno per 5 mesi, la procura chiese 5 anni di pena.

Il 27 Novembre 2013 la compagna ha rivendicato la propria responsabilità durante il rito abbreviato ed è stata condannata a 3 anni di pena sospesa in base alla legge sul controllo delle armi.

Solidarietà con Nicolás Sandoval, José Baeza, e i compagni detenuti il 11 Settembre 2013 a Villa Francia (Santiago)!

Grecia: Michalis Ramadanoglou, anche in sciopero della fame in solidarietà con Spyros Stratoulis

shacklesVoglio informare che dal 25 Novembre 2013 ho iniziato lo scipero della fame, inviando la notizia al ministero, per essere solidale col mio compagno prigioniero, amico, fratello e compagno di lotta Spyros Stratoulis, detenuto nel carcere di Larissa. Dal 11 Novembre 2013 si rifiuta di mangiare, chiedendo il proscioglimento dalle accuse infondate rivoltegli, in merito alla partecipazione in una organizzazione criminale e alla commissione di lesioni gravi, tutto connesso agli eventi accaduti nel Luglio 2012 a Salonicco.

Queste accuse hanno causato l’interruzione dei giorni di permesso ottenuti due anni fa, a seguito dell’ottenimento dell’articolo 55, paragrafo 1 del codice penitenziario. Con questa azione di supporto, inizio lo sciopero della fame come ultima risorsa, esprimendo concretamente il mio essere dalla sua parte. Ho preso una decisione consapevole: conosco bene il mio compagno di lotta Spyros Stratoulis, e le sue lotte dentro, quando ha rischiato la sua vita e ulteriore galera, abbiamo passato tempi duri insieme in vari carceri, e per quanto abbiamo potuto, nonostante la costrizione della galera, abbiamo condiviso momenti di gioia. Spyros è uno di famiglia per me, e io sarò sempre con lui fino alla fine. So che lui farebbe lo stesso per me.

La lotta per la libertà riguarda tutti noi, e continueremo a lottare ad ogni costo per vedere lui, una delle tante persone private della libertà, libero dalle catene della prigione.

Pieno supporto al compagno e amico in sciopero della fame Spyros Stratoulis

LA PASSIONE PER LA LIBERTA’ E’ PIU’ FORTE DI OGNI PRIGIONE

Michalis Ramadanoglou
Detenuto nel carcere di Grevena

Grecia: Ergün Mustafa in sciopero della fame in solidarietà con Spyros Stratoulis

malandrino-jail-2007
manifestazione anarchica al carcere di Malandrino in 2007

Come detto nella mia precedente lettera aperta [quì in greco], esprimo la mia solidarietà al fratello Spyros Stratoulis, in sciopero della fame dal 11 Novembre 2013, e gli do ancora più supporto dato che da oggi, 25 Novembre, inizio lo sciopero della fame. Facciamo queste azioni, che ad alcuni possono apparire strane, e avvisiamo: non ci abbatteremo e adesso prendiamo le vite nelle nostre mani. Supporterò Spyros nella sua battaglia per essere prosciolto dalle accuse costruite a suo danno, cosi come per il riottenimento dei giorni di permesso.

Solidarietà a Spyros Stratoulis in sciopero della fame.
Le sue richieste sono anche le mie richieste.

Proscioglimento immediato di Spyros Stratoulis dalle accuse costruite, e riottenimento dei permessi!

Ergün Mustafa
Detenuto nel carcere di Malandrino