Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Progetto Fenice: Atto Sesto
Attaccare i giudici

Ancora una volta ci incontriamo nel fuoco con vecchi/ie compagni/e, decisi/e a far crollare le considerazioni poliziesche che vorrebbero mettere il capitolo finale di una storia finita. Senza dubbio, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco non è terminata per niente. È la fiamma interiore che arde dentro di noi, è la Fenice che risorge ancora una volta dalle sue ceneri… È il fuoco della Negazione e del Nichilismo che grida: “Non riesco a smettere, non posso bruciarmi, nulla può spegnermi…”

Circa un mese fa, i nostri due fratelli Andres e Spyros sono stati arrestati a Salonicco, accusati dell’invio del pacco esplosivo all’ex comandante dell’unità antiterrorista. Le parole vengono meno. Fratelli, voi sapete che il sole continuerà a sorgere ancora per tutti/e noi, la cui unica patria è la nuova anarchia. La Fenice rinasce dalle proprie ceneri e ride della tranquillità dei/lle codardi/e, offrendo il fuoco di Prometeo agli/lle eterni/e insorti/e. Cosi, l’invio del pacco bomba all’inquisitore Mokkas è una prima risposta minima e riflessiva: l’unica via d’uscita è dar fuoco alle tesi riformiste della difensiva ed essere i/le primi/e ad attaccare.

Inoltre, Olga Ekonomidou, Damianos Bolano, Charis Chatzimichelakis, Giorgos Polydoros, Panagiotis Argirou, Theofilos Mavropoulos, Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, vale a dire i dieci fratelli della CCF che sono in cattività con doppie, triple e quadruple custodie preventive superiori ai 36 mesi (quando il limite è 18), e ora sotto processo per vari casi, stavolta, accusati anche di istigazione.

Dimitris Mokkas è l’unico responsabile per i casi di terrorismo in Grecia. Ovvero, esclusivamente della nostra organizzazione. La carriera di questo infame non differisce molto da quella di un qualsiasi funzionario di giustizia: omuncoli senz’anima, che diventano giudici per soddisfare i propri complessi. Questo pagliaccio concretamente si è solo mostrato più efficace degli altri vermi del tribunale d’appello nel tornare la palla ai suoi superiori. Il suo desiderio di far carriera è stato esaudito. Ora è responsabile di cento mandati di comparizione, interrogatori e custodie preventive, sempre col sorriso vendicativo sulle labbra. Il culmine della sua disprezzabile condotta e vigliaccheria è stata l’estensione della custodia preventiva al nostro compa della CCF, Gerasimos Tsakalos, un’ora prima della sua fine, mentre il compa era a letto e stava al 23° giorno di sciopero della fame.

Per tutto ciò che ha fatto, abbiamo scelto di inviargli il nostro regalo di vendetta. Naturalmente, non è stato inviato alla torre di vetro del tribunale d’appello, dove firma, dalla sua scrivania, i fascicoli giudiziari di merda contro i nostri fratelli e le nostre sorelle, con l’attitudine del magistrato, ma l’abbiamo inviato a casa sua, dove si sente sicuro. Sappiamo che stronzi come Mokkas, dopo aver svolto il loro compito sacro di incarcerare decine di persone, tornano al calore di casa, fingendosi bravi sposi e buoni padri. Cosi, puntato l’obiettivo, abbiamo trovato la casa e inviato il pacco a quell’indirizzo. Ecco qual è il risultato delle nostre indagini, firmate dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Si sa la spudoratezza degli atti che ha compiuto negli ultimi anni. Processi farsa, finiti con condanne di decenni senza prove. Custodie preventive consecutive che privano della libertà chiunque viene considerato un problema per la polizia. E non parliamo solo dei/lle guerriglieri/e urbani/e. Si tratta di una tattica stabilita attraverso le leggi antiterrorista e ora applicata, in modo generalizzato, in decine di casi diversi. Responsabili di ciò sono tutti quelli che una volta scarcerati si scordano le grandi parole di vendetta contro i giudizi e i procuratori colpevoli. Cosi le carceri sono piene di persone che, anche se si sentono colpite dalle decisioni dei giudici, non trasformano la propria vicissitudine in ira e l’ira in azione.

Che questo attacco diventi un invito a più azioni di vendetta per tutti/e quelli/e che, dentro e fuori le mura, hanno sperimentato la meschinità delle autorità giudiziarie. Nulla è irraggiungibile. Ci sono centinaia di funzionari giudiziari. Non tutti si nascondono, non è cosi difficile incontrarli. Attacchiamoli con tutti i mezzi a disposizione. Solo allora si capirà che c’è una guerra. E, se non lo capiscono, sicuramente noi ci sentiremo meglio sapendo che ci siamo vendicati di questi inquisitori. Riguardo a chi sta dietro le mura, l’unica posizione degna riguardo a questi schifosi è il disprezzo, in ogni modo, verso questa farsa che chiamano legge. Soprattutto, se si tratta di prigionieri/e rivoluzionari/e e processi speciali di antiterrorismo.

Con questo attacco, vogliamo mandare la nostra amicizia e rispetto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in America Latina. Ai compas dignitosi Freddy Fuentevilla, Marcelo Villaroel e Juan Aliste Vega, accusati nel Caso Security. I tre compas hanno preso parte alla lotta armata contro lo stato cileno tra gli anni 80 e 90. Adesso sono prigionieri, accusati di rapine e l’omicidio di un poliziotto. Lo dedichiamo anche all’irriducibile compa Jose Miguel Sanchez. Guerrigliero urbano che ha continuato la sua lotta dopo al caduta della dittatura cilena perché, come scrive lui stesso, “Non credo alla loro democrazia”. E anche all’anarchico vegano Braulio Arturo Duran Gonzalez, prigioniero in Messico, accusato di attacchi contro bancomat. A Hans Niemeyer, accusato di azione sovversiva e attacchi contro i simboli del potere. Lo stato cileno lo aveva messo ai domiciliari. Senza titubare, Hans è fuggito in clandestinità.

Sfortunatamente, pochi mesi fa, è stato nuovamente arrestato. Al nostro fratello Henry Zagarrundo, accusato dallo stato boliviano degli attacchi della FAI-Bolivia avvenuti in quel paese qualche tempo fa, ora in regime carcerario speciale. Allo stesso tempo, inviamo i nostri abbracci più affettuosi ai nostri fratelli recentemente scarcerati, Mario Lopez, Ivan e Carla. E ovviamente anche un enorme abbraccio alla nostra cara amica e compa Felicity Ann Ryder, clandestina per via di un mandato di cattura in Messico.

L’Internazionale Nera degli/lle anarchici/che di Prassi, attraverso la FAI-FRI, è ovunque. Ai/lle compas prigionieri/e, agli/lle anarchici/che in clandestinità, ai/lle guerrieri/e anarchici/che in strada.

Per questo, vogliamo che la nostra voce e i nostri fuochi viaggino alti fino all’altro capo della terra, fino alla lontana Indonesia, rafforzando l’azione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, delle cellule della FAI li. Da poco, le cellule della FAI-Indonesia, oltre agli attacchi contro il sistema, hanno realizzato una campagna di controinformazione sull’esecuzione di quattro detenuti per mano della polizia. I quattro giovani erano accusati di aver ucciso un agente delle forze speciali durante una rissa in un bar. Poco dopo essere arrestati, durante un raid notturno delle forze speciali in carcere, coi kalashnikov, sono stati uccisi dagli agenti nella lora cella.

I/le compas indonesiani/e non sono da soli/e… Tutti/e uniti/e, anarcoindividualisti, nichilisti, caotici, ci incontriamo li dove la nuova anarchia si fa prassi. Ci conosciamo tramite le nostre azioni e sperimentiamo con la diffusione della Federazione Anarchica Informale. Sfuggiamo alla polizia, ci facciamo più pericolosi/e, rafforziamo la solidarietà anarchica internazionale e attacchiamo per essa. Per questo, come il fuoco ci unisce, sentiamo la stessa allegria con l’attacco anarchico come la tristezza per la cattura o la morte di uno compa.

Prima di concludere, vorremmo dedicare alcune parole a quelli/e che il suono dell’attacco fa nascere il desiderio di agire. Inviamo pertanto un segnalo guerrigliero di fuoco ai/lle compas dello squat Nadir, di nuovo bersaglio della repressione. In un contesto dove la piaga del riformismo e della sta per inglobare tutto, lo squat Nadir, con tutte le sue possibili contraddizioni, continua ad essere un monito sovversivo che dice: “ l’anarchia non è un prodotto in vendita sugli scaffali ideologici dei supermercati dei/lle veterani/e del movimento, ma è la violenza insurrezionale e vagabonda nelle strade…”

Per finire, sappiamo che i/le compas indonesiani hanno subito una perdita alcuni mesi fa. Un loro e nostro fratello è morto a seguito di una coltellata in una rissa. La loro perdita è la nostra. Per questo, abbiamo deciso di dare il suo nome alla nostra cellula della Cospirazione che ha inviato il pacco al procuratore, in segno di onore e ricordo del compa ucciso…

Oggi, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco risorge dalle sue ceneri promuovendo il Progetto Fenice. Nuove cellule della Cospirazione sono pronte a scatenare la nuova guerriglia urbana anarchica. E se i/le anarchici/che riformisti/e ci calunniano dicendo che la nostra mentalità e il nostro metodo sono simili a quelli della mafia, è perché loro sembrano, ogni giorno di più, degli/lle hippies di sinistra…

Creiamo cellule della FAI/FRI in ogni posto per la diffusione della nuova guerriglia urbana anarchica.

Forza e solidarietà allo squat Nadir.

Forza e solidarietà ai/lle nuovi/e nichiliste/e, agli/lle anarchici/che d’Azione, ai/lle caotici/che della Negazione, alle minoranze armata dei/lle anarcoindividualisti/e…

Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/FRI Cellula Ryo

in spagnolo

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