Atene: Aggiornamento sul processo alla CCF

Udienza 67. Nell’udienza si è parlato di ammettere i vertici dell’antiterrorismo che non hanno già testimoniato nel caso della CCF.

Udienza 68. L’udienza è stata rinviata a causa dell’assenza dell’accusa.

Udienza 69. E’ stata sentite una poliziotta della caserma di Kallithea che è stata testimone dell’accusa per un altro degli imputati che non ha relazioni con la CCF. E’ stato dimostrato che la sua testimonianza era falsa e basata sulla sua fantasia. L’accusa ha parlato in merito alla questione di presentare i vertici dell’antiterrorismo dicendo che la loro presenza non ha nulla di speciale da offrire visto che i membri della CCF hanno rivendicato la propria partecipazione e hanno dichiarato che non hanno interesse per l’aspetto legale. Al contrario, ha aggiunto, il resto degli accusati non ha chiarito la propria posizione. Hanno risposto che chiariranno le proprie posizioni durante le dichiarazioni.

Udienza 70. La corte ha deciso che i vertici dell’antiterrorismo non saranno convocati, visto che molti hanno già testimoniato in passato.

Udienza 71. La testimonianza di due agenti che hanno preso parte all’arresto dei compagni della CCF è stata annullata. Avevano già testimoniato in precedenti udienze.

Udienza 73. L’udienza comincia in ritardo e finisce con la lettura del materiale inerente alle prove trovate nell’abitazione a Kallithea.
Vestiti, un documento di identità falso, manuali per armi ed esplosivi, libri anarchici. In questa casa durante il blitz nessuno è stato arrestato dato che gli occupanti avevano notato i movimenti polizieschi e pertanto lo avevano abbandonato in tempo.

Udienza 74. L’udienza comincia con la dichiarazione dei compagni della Cospirazione. Affermano di voler leggere i documenti dell’antiterrorismo in modo analitico, parola per parola, punto per punto. E inoltre: “E’evidente che oltre alla nostra rivendicazione di partecipazione che abbiamo fatto, gli inquirenti hanno scarse prove contro di noi. Nonostante tutto non cerchiamo attenuanti o clemenza. Al contrario dei nostri oppositori di Alba dorata recentemente arrestati, noi abbiamo la forza di difendere le nostre idee ed azioni. Per noi rivendicare è un atto di guerra in condizioni di prigionia. Ma non vogliamo in alcun caso per la nostra condotta e ostile indifferenza facilitarvi il lavoro e cosi far arrestare individualità irrilevanti come gli altri accusati che sono in aula oggi.

Ovviamente non siamo avvocati, tantomeno individui cosi come altri accusati implicati nel caso della CCF che non sono nostri compagni e non condividono i nostri stessi valori, ma ciò non significa che non parleranno o difenderanno la nostra organizzazione. Inoltre, i trucchi comunicativi dell’antiterrorismo e dei giudici sono ben noti.

Producete migliaia di pagine di inutili informative al fine di creare un mega calderone che vi torni utile, dalla guerriglia urbana anarchica ad individualità irrilevanti.

E se lasciassimo questo metodo senza risposta, un accumulo di sconfitta verrebbe creato e faciliterebbe l’oppressione per colpire domani i veri compagni solidali.

Ecco perché tramite la lettura dettagliata e analitica dei documenti, sarà dimostrato che le tesi dell’antiterrorismo sono state create per tentare di includere individui irrilevanti nel gruppo anarchico della Cospirazione delle Cellule di Fuoco”.

L’udienza è continuata con la lettura di documenti riguardanti il blitz dell’antiterrorismo nell’abitazione a Kallithea.

dal inglese, in greco

Genova: Aggiornamento sull processo a Nicola Gai ed Alfredo Cospito

nucleo olga(1)Nella mattinata di oggi, 30 Ottobre 2013, si è aperto al tribunale di Genova il processo a carico dei compagni anarchici Alfredo Cospito e Nicola Gai, accusati di aver gambizzato l’ad di Finmeccanica Roberto Adinolfi. Azione rivendicata dal Nucleo Olga FAI/FRI.

Più di duecento compagni solidali si sono presentati all’appuntamento, diverse decine hanno anche presenziato in aula. Tribunale e zone adiacenti massicciamente militarizzate (chiuse al traffico le vie d’accesso), con grandi dispiegamento di polizia (circa un centinaio di agenti, molti in tenuta antisommossa) e rigorose misure di sicurezza. La Questura, infatti, non ha perso tempo a parlare di “serio rischio per l’ordine pubblico”.

L’arrivo di Alfredo e Nicola è stato salutato dalle urla e dagli applausi dei compagni all’interno dell’aula. Alfredo, prendendo la parola incurante della volontà della corte, ha iniziato a leggere il proprio contributo. Lette appena poche righe, è avvenuto il suo prevedibile allontanamento coatto dall’aula, disposto dal giudice e contestato sonoramente dai presenti. Nicola, di conseguenza, poco dopo ha lasciato l’aula.

I giudici hanno pertanto messo agli atti, e successivamente letto, i contributi dei due compagni, i quali hanno rivendicato l’azione e ne hanno spiegato i motivi, oltre che la ricostruzione, all’interno dei loro testi.

Dopo l’allontanamento di Alfredo e Nicola, molti compagni si sono diretti verso l’aula magna dell’università sita in Via delle Fontane, per poi occuparla poco dopo.

Le richieste di condanne da parte dell’accusa sono di 12 anni per Alfredo e 10 per Nicola.

Il processo riprenderà il 12 Novembre 2013, e ci sarà la sentenza!

Solidarietà ai compagni Alfredo e Nicola!
Fuori tutti dalle galere, dentro nessuno solo macerie!
Per l’Anarchia!

Puoi leggere le dichiarazioni di Alfredo Cospito e Nicola Gai, quì e quì

Svizzera: Visita sotto il carcere per Marco Camenisch

90606Da Svizzera Indymedia. Traduzione di Marco Camenisch, CH, ottobre 2013

20/09/2013: visita sotto il carcere per Marco Camenisch

Il 20 settembre un gruppo si avviava verso la galera di Lenzburg. Si riuniva davanti all’ala est, dove è carcerato Marco Camenisch. Furono appesi due striscioni al recinto del carcere: “piuttosto stanchi di TV che radioattivi? Marco Libero” e “Un altro mondo è necessario – stiamo con Marco”. Con i petardi ed un megafono, chi sostiene Marco tentava di raggiungere lui e gli altri prigionieri. Questo innescava un intervento della polizia.

La lotta di Marco Camenisch contro l’industria dell’atomo iniziò alla fine degli anni 1970. Già allora era parte di una resistenza militante. Nel 1981 fu condannato a 10 anni di prigione, tra l’altro per aver fatto saltare il traliccio di una centrale nucleare. Poco dopo riusciva ad evadere dalla prigione e visse dieci anni in clandestinità. In questo periodo a colpi d’arma da fuoco fu ucciso un poliziotto di frontiera, più tardi Marco fu per questo condannato. Nel 1991 fu catturato dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri. Da allora Marco si trova in prigione, prima in Italia, e dal 2002 in Svizzera. Quest’anno Marco ha espiato 2/3 della sua condanna. La sua istanza di liberazione condizionale fu rifiutata perché non si distanzia dal suo modo di vedere politico e continua ad impegnarsi per un altro mondo.

Marco libero
tuttx liberx

AttualizzazioneE’ stata rigettata in seconda istanza d’appello la richiesta da parte del compagno Marco Camenisch di essere trasferito in un altro carcere più “aperto”. Presto dovrebbe arrivare il rigetto dell’appello al T.A.R. contro la negazione della condizionale. Seguiranno aggiornamenti direttamente da parte del compagno appena gli sarà confermata la conferma dello stesso T.A.R.

Messico: Lettera di Mario González 27 Ottobre 2013

1383413_569914989731150_1163603484_n
Mario González: in sciopero della fame. Sequestrato il 2 ottobre 2013, detenuto nel carcere Oriente

A tutte le persone che non abbandonano mai i suoi istinti di libertà,

Vi mando saluti dal carcere Preventivo varonile d’Oriente, sto per compiere un mese di reclusione e 20 giorni di sciopero della fame, nonostante ciò voglio dirvi che il mio stato di salute è ancora stabile, e vado a continuare fino ad avere la mia libertà.

Questo Lunedì 28, c’è la udienza pubblica in Sullivan 133 del processo nel cuale mi colpano di attacchi contro la quiete pubblica, senza prova alcuna ci puniscono per mezzo di istituzioni senza credibilità, supportate da sfruttatori professionali. Ma anche se accusano di essere criminali o vandali per esprimere la nostra rabbia, no conformità e odio di ciò che ci rende schiavi tutti sappiamo bene che la delinquenza è commessa da la propria autorità, mentre permitiamo che esista continuerà a sottometterci.

Spero che possano sommarsi alle prossime azioni che si svolgeranno questa settimana per esigere la mia libertà assoluta e che si mantengano informati sulla situazione dei detenuti e processati.

Né carceri né prigionieri possono continuare ad esistere.

Mario González, 27 Ottobre 2013

Non esiste una Svizzera libera da gentech

Di seguito una traduzione del compagno Marco Camenisch dal lager Lenzburg di Svizzera sul gentech. Lasciamo il testo così come l’abbiamo ricevuto:

OGM1Dalla NZZ 09/09/2013, traduzione Marco C., settembre 2013

Non esiste una Svizzera libera da gentech

La rinuncia alla soia OGM porta, secondo i produttori di mangimi, a dei problemi di rifornimento

Una moratoria vieta l’uso di piante OGM. I mangimi OGM sono esclusi dal divieto. Tuttavia non sono importanti e questo crea sempre di più problemi.

Hof. Di solito sono i rischi a caratterizzare la discussione sugli OGM in agricoltura. Di conseguenza la politica decideva ripetutamente delle proibizioni a termine. Per ultimo, nell’ambito del dibattito sull’agricoltura, la moratoria per la circolazione delle piante e parti di piante OGM, di semi OGM ed altro materiale vegetale di riproduzione come anche d’animali OGM è stata prolungata fino al 2017. Che la rinunzia alla gentech costa del denaro, questo non si dice quasi mai. Stefan Mann dell’istituto di ricerca Agroscope Reckenholz-Tanikon ha calcolato la perdita in benessere subito dalla Svizzera perché non ammette il latte delle vacche alimentate con i mangimi OGM. La perdita ammonterebbe dai 7 ai 50 milioni di Fr. l’anno, disse Mann di recente in un convegno del Plant Science Center e del Collegium Helveticum alla ETH di Zurigo. Le perdite sarebbero perciò maggiori di quelle causate dal divieto di coltivare le piante OGM in Svizzera.

Il clou della questione è: diversamente dalla coltura di piante OGM, è invece permesso l’imporazione in Svizzera dei mangimi OGM. Ma dal 2008 non si fa più. Nel 2007, il 0.01% del totale di 486.743 tonnellate dei mangimi importati in Svizzera erano OGM. Dal 2008 non furono più importati dei mangimi OGM. Poche persone del settore dei mangimi come anche i difensori del consumatore avrebbero così deciso, suppone Mann.

Rudolf Marti, amministratore dell’associazione fabbricanti svizzeri di mangimi, si difende da tali imputazioni. I fabbricanti di mangimi fornirebbero quel che i clienti vogliono – e sarebbe appunto mangime senza OGM. Ma in Svizzera ci sarebbe un problema di fornitura. Poiché sul mercato mondiale la quantità di soia non OGM è sempre minore. In Brasile, da dove la Svizzera si rifornisce di mangimi, non ci sarebbe ormai che una piccola parte di soia non OGM. Ancora nessun mercante di mangimi svizzero sarebbe stato in grado di realizzare un contratto per l’anno prossimo. Perciò si dovrebbe riflettere seriamente se continuare a rinunciare ai mangimi OGM. Marti definisce la discussione della questione come ipocrita. Poiché i mangimi animali importati in Svizzera sarebbero, a loro volta, prodotti con mangimi OGM. E questo si ammetterebbe. Anche non darebbe nessun fastidio ad alcun svizzero che anche lo yogurt comprato a Lorrach (Germania) deriva da vacche alimentate con soia OGM.

Sono gli allevatori che hanno una grande influenza sulla scelta dei mangimi. Ma anche il presidente dell’Associazione Svizzera degli agricoltori, il consigliere nazionale (del partito) CVP Markus Ritter, declina ogni responsabilità. Dice che gli allevatori fanno “un’impeccabile analisi di mercato” e che devono dare retta ai desideri dei clienti: “Nessuno vuole i prodotti OGM”, disse Ritter. Additò un sondaggio della ETH secondo il quale gli alimenti OGM sono al terzo posto della lista delle paure in Svizzera – dopo il nucleare ed il terrorismo.

Istanbul: Dipinti slogans anarchici in turco e greco sulle mura di Sisli

Un gruppo di anarchici ha dipinto slogans sulle mura e sui cartelli pubblicitari intorno alla zona di Mecidiyeköy–Şişli, ad Istanbul, riguardanti l’omicidio di Pavlos Fyssas in Grecia, antifascismo, anarchia, ribellione, il massacro di animali in Romania, liberazione animale e la rivolta di Gezi.

Con quest’azione, che riflette sulla lotta in corso ad Atene, Istanbul ed ogni altra città nel mondo, ricordiamo che la battaglia contro il fascismo, contro lo Stato e il Capitale, dovrebbe essere intensificata ed espansa.

Fonte/Più foto su: sosyal savas (guerra sociale)

Grecia: “Voglio compagni, non la massa”, testo solidale con Nicola Gai ed Alfredo Cospito

neofelis_nebulosa1In Italia, il 30 ottobre, c’è l’udienza contro i nostri due fratelli, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sull’accusa della gambizazzione al CEO di Ansaldo Nucleare. L’attacco è stato rivendicato dalla celulla Olga FAI/FRI

Conosco persone… persone taciturne e loquaci,
codarde e audaci, umili ed arroganti…

Persone che vivono ubbidientemente, come pecore ed altre
che si nascondono in modo sleale, come iene.

Conosco persone che sognano senza fantasia
ed altre che vivono senza sognare… persone i cui occhi
sono abituati a guardare in basso e le cui orecchie
sono solite ricevere ordini “svegliati”, “lavora”,
“paga”, “compra”, “credi”, “finisci”…

Persone parte di una folla solitaria, che pazientemente aspettano
sulla soglia della vita… un eterno domani,
giorni migliori, un futuro ottimistico, le risposte alle proprie preghiere…

Stanno aspettando di credere ad ogni potenziale salvatore
e ad ogni imbonitore di idee, che prometterà loro una vita migliore.

Ma chi aspetta di vivere un domani migliore,
oggi è già morto.

Conosco delle persone, ma solo alcune sono miei compagni.
Morte Lenta o Insurrezione qui e ora…

Ci sono due vie, che si dipanano davanti a noi.
Noi scegliamo di essere li, dove osano i coraggiosi.

L’aria è più fine e la folla, che si prostra davanti ai suoi falsi idoli,
non imbruttisce le nostre forme.

E’ piacevole guardare verso il basso dalla vetta della montagna dell’Unico
anche se la folla in segreto desidera che tu cada nel baratro
affinché essa non si vergogni della sua bassa statura.

Le nostre parole oggi incidono come una lama
e le nostre azioni bruciano i ponti con il passato…
Con tenacia e volontà, fino a quando uccideremo l’autorità.

Per Nicola e Alfredo.
Per gli Anarchici d’Azione.

I membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco:
Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, Christos Tsakalos,  Gerasimos Tsakalos, Olga Ekonomidou, Damiano Bolano, Panagiotis Argirou, Giorgos Polidoros, Theofilos Mavropoulos, Haris Hatzimichelakis
Il membro della FAI/FRI Andreas Tsavdaridis e l’anarconichilista Spyros Mandylas

traduzione dal inglese, originale in greco

Rio de Janeiro: Poliziotti uccidono un ragazzo di 18 anni

Nelle prime ore del 17 ottobre 2013, Paulo Roberto Pinho de Menezes, 18 anni, è stato pestato a morte da ufficiali dell’Unità di Pacificazione della Polizia (UPP) nella favela Manguinhos di Rio de Janeiro. I poliziotti hanno immobilizzato il ragazzo e lo hanno portato in un vicoletto oscuro, dove lo hanno fieramente picchiato fino ad ucciderlo. Le circostanze esatte del suo assassinio non sono ancora chiare. Tuttavia, sua madre e altri residenti hanno verificato che Paulo Roberto era tra un gruppo di giovani quando i poliziotti della UPP sono arrivato per un controllo nella favela.

Nel tardo pomeriggio del 17 ottobre giovani in rivolta hanno attaccato i poliziotti con pietre, inferociti dall’assassinio di Paulo Roberto. La violenza brutale delle forze di repressione è aumentata perfino oltre, quando i poliziotti hanno utilizzato veri proiettili ferendo diversi individui. Una ragazza di 17 anni è stata colpita alla gamba da un proiettile della polizia e trasportata all’ospedale. Gli sbirri non hanno esitato nemmeno a minacciare la sorella di Paulo Roberto, puntandole una pistola alla testa.

Il funerale per il ragazzo era previsto per venerdì 18 ottobre, giornata in cui era in programma anche una protesta mattutina per denunciare l’ennesimo omicidio per mano della polizia.

Si può leggere un approfondimento sul ruolo esatto della Unità di Pacificazione della Polizia nella “pulizia” delle favelas, in nome della preparazione per i Mondiali del 2014 in Brasile e delle Olimpiadi d’Estate del 2016 qui. Un video con sottotitoli in inglese su un altro omicidio nella favela di Manguinhos, nel marzo 2013, è visibile qui.

Atene: Attaccato covo fascista a Peristeri

Il 13 ottobre, in tarda notte, la palestra-covo fascista di proprietà di Apergis in via Thivon nella zona di Peristeri è stato attaccato con vernice e pietre. Apergis, membro organizzato di Alba Dorata da molti anni, è stato il braccio destro di Panagiotaros, e allenatore della milizia patriota.

ANTIFASCISMO MILITANTE IN TUTTI I QUARTIERI!

Germania: Passeggiata fuori controllo ad Amburgo

Nella serata del 18 ottobre 2013 si è svolta una passeggiata fuori controllo da St. Pauli al quartiere di Schanze. Con uno striscione, slogans, posters, volantini, graffiti, pietre e martelli, circa 80 persone hanno portato in strada la loro rabbia contro le “zone di pericolo”, i controlli razzisti, il meccanismo delle deportazioni e queste condizioni della realtà.

Alcune banche e negozi hanno avuto le vetrine sfondate, e sui muri sono stati scritti slogans contro la macchina delle deportazioni e lo Stato. La passeggiata è terminata all’arrivo della polizia.

Contro le autorità e la loro città!
Per una vita incontrollabile senza Dominio, per tutt*!

Temuco, Cile: Assolta la compagna Roxana Marín

La compagna Roxana Marín è stata arrestata il 28 Marzo a seguito di un’operazione simultanea nella città di Temuco. La polizia la accusava di fabbricazione e collocazione di artefatti esplosivi in base alla legge sul controllo delle armi, trasferendola poi nel carcere femminile di Temuco insieme a Yaritza e Ariadna.

Il 2 Maggio la compagna ha ottenuto i domiciliari a causa dell’avanzata gravidanza (6° mese) mentre il processo era ancora in corso. In questo contesto è nato il figlio, tra controlli di polizia a casa, fascicoli, montature e tentativi di mediazione da parte della procura.

Dopo la condanna di Yaritza e Ariadna, avvenuta il 3 Settembre tramite giudizio abbreviato dove le due hanno rivendicato il possesso e la collocazione di artefatti esplosivi, la compagna Roxana Marin ha rifiutato la proposta della procura continuando a rigettare le accuse.

Il 3 Ottobre la compagna è stata prosciolta definitivamente da tutte le accuse. Salutiamo Roxana, la sua forza, suo figlio e la sua condotta ostile alle proposte della procura.

fonte

Bolivia: Nuovo rinvio del processo in cui è convolto Henry Zegarrundo

burdenIl 16 Ottobre l’udienza fissata per il caso nel quale è coinvolto il nostro compagno Henry è stata nuovamente rinviata. Non tutti/e gli/le imputati/e erano presenti, e il giudice ha rinviato ancora una volta l’udienza, stavolta al 5 Novembre.

Tralasciando i discorsi giuridici, sottolineiamo ciò che questo comporta per chi si ritrova sequestrato/a o sottoposto a misure restrittive.

L’indiscutibile ritardo della “giustizia” provoca una situazione difficile per chi affronta il sistema carcerario. Qualsiasi aspettativa di cambio della situazione, di caduta della montatura, svanisce lentamente a causa di tali meccanismi burocratici. Anche a livello economico, questi processi comportano la presenza costante di un avvocato e questo è impossibile per alcuni/e. Cosi la difesa perde efficacia e tutto il sistema giudiziario si sostenta a spese dell’accusato/a. Queste sono le strategie del potere, fastidiose e ingiustificabili per chi mantiene una condotta e una vita anarchica.

In sostanza per noi il sistema giudiziario è totalmente disprezzabile. Cosi come lo è chi lo forma da dentro e da fuori. Questa è una lotta lenta e tesa, e che abbiamo iniziato con la solidarietà costante e combattiva, l’informazione permanente, e soprattutto l’appoggio anarchico al nostro compagno.

Come gruppo solidale vogliamo inviare coraggio a Henry per affrontare tutto ciò che comporta questa montatura che cercano di tenere su con questi strategemmi. E salutare con grande dignità i/le prigionieri/e antiautoritari/e del pianeta che affrontano situazioni di sequestro o persecuzione per la lotta contro il dominio.

Forza compagno Henry, ti aspettiamo presto libero!
Fino alla liberazione totale!
Per la distruzione dei carceri!

Solidaridad Negra

$antiago, Cile: scritto di Daniela, compagna di Hans Niemeyer davanti alla ratifica della condanna di 5 anni e 300 giorni

panfle2a
Tiriamo fuora tutti i prigioneri rivoluzionari ed anarchici dal carcere. – Solidarietà pronta ed irrefrenabile con Hans Nimeyer, finché l’abbiamo con i suoi piedi sulla strada

Amici e amiche,

Gli ultimi giorni sono stati duri, di pensieri profondi , lacrime spesse. Siamo stati testimoni, come famiglia, del aggressivo trattamento del processo legale di Hans , e siamo profondamente commossi per la ferocia e la sproporzione della punizione che è caduta su di noi, dico noi perché quando il Diritto diventa lo strumento del attrezzista, i puniti siamo chi riempiono le sedie del circo che ci offrono e non quelli che realmente dovrebbero essere castigati .

Il senatore Larraín chiede “misericordia” per suo figlio, che ha tolto la vita ad un passante nella regione del Maule, e sostiene che il suo status di parlamentare non esercita alcuna pressione politica sulla giustizia, più tardi il Fiscale assicura che è difficile da certificare che il figlio del senatore era in uno stato di ubriachezza dato che l’esame se le avrebbe praticato con ritardo.

Il signore Larraín afferma che il suo figlio deve andare avanti con la sua vita, deve ricominciare da capo, nonostante la condanna. Sono d’accordo che un padre sempre dovrebbe difendere i propri figli per l’amore immenso e impareggiabile che esiste in questo vincolo, non potrei screditare le sue parole in assoluto, tuttavia esiste già una tribuna da cui può parlare e contarci il suo dolore, la sua condizione, tribuna con la che – altrimenti – noi non contiamo per la nostra condizione di normali civili e che avessimo utilizzato, per esempio, per raccontare che Hans ha lavorato gran parte della sua vita con bambini a rischio sociale, e per tanto nelle comune più povere di Santiago, possibilmente con uno stipendio che non supera un ottavo di quelli che si vantano con tanto fulgore di tenerlo privato di libertà, che ne sa più di tanti altri che si riempiono la bocca degli effetti lapidari che esercita la disuguaglianza in questo paese, che è stato testimone dei pianti amari delle madri che nelle popolazioni hanno perso coniugi, figli, nipoti, famiglie devastate dalle droghe, persone che hanno perso la loro casa prodotto della “mancanza di opportunità”, persone che sono rimaste in strada, persone che hanno perso tutto, a conti finali persone che non vivono dove vivono i giudici o pubblici ministeri, che sono le stesse persone con chi riempiono le notizie dei canali televisivi, le stesse persone con chi riempiono i loro discorsi la classe politica per raggiungere i loro voti, e che finalmente è la stessa gente che prolifera nelle carceri e non per spezzare le finestre ad una Banca.

E perché non dirlo pure, che è un grande padre che ama il suo figlio sopra ogni cosa, e certamente meglio padre e marito che molti di coloro che lo segnalano oggi con il suo dito immondo.

Il Fiscale Concha che compare davanti alla Corte di Cassazione e di appello conosce bene e tan profondamente la parola fallimento che porta impressa con fuoco nella sua coscienza il suo disagio, ed è per questo che non perde l’occasione per vantarsi con i suoi scarsi e grezzi trionfi.

Per quanto riguarda il rifiuto della nullità segnala alla stampa, “lo valoriamo come una circostanza in cui i tribunali hanno incorporato nella loro sentenze ed in qualche modo è in linea con il pericolo che implicano questi comportamenti”.

La grandezza dei falliti sempre è causa di imbarazzo di coloro che aderiscono alla giustizia e ai valori degli uomini, il pericolo al quale si riferisce il Fiscale Concha è il rompersi di tre finestre di una filiale di banca non operativa.

La condanna data a Hans è il logro del Pubblico ministero della zona Sud, un debole risultato : una condanna effettiva per qualcuno che non la meritava, e che in realtà non si giustifica, come si altri che hanno agito in collusione per sfruttare i più vulnerabili, ad esempio, ma che quella GIUSTIZIA ECCELSA non è podestà di questo paese lo so perché è cosa di guardare la sua storia con i giudici chiedendo perdono, il caso di Hans non lo lancia lo sterco del procuratore Sud,perché come ci si addice al lavoro rozzo è nello imbroglio dove devono scrutare gli insignificanti per trovare la loro corona di alloro.

Forza Hans!

Daniela Paz Rodriguez Salas

Italia: Dossier sul carcere di Spini di Gardolo (Trentino)

Dopo un po’ di discussioni sull’istituzione carceraria, dopo alcune riflessioni sia collettive che individuali, e dopo varie critiche e auto-critiche sul modo di lottare contro il carcere e la società che lo genera, abbiamo deciso di fare un opuscolo di approfondimento per conoscere meglio il nostro nemico. Come individui che anelano alla propria “libertà” non possiamo che odiare nel profondo di noi stessi tale struttura e chi vi “lavora” o chi vi collabora. Per noi il carcere non è solamente rappresentato da quelle mura che vediamo, ma anche dalle relazioni economiche, politiche e sociali che ruotano attorno a questa struttura. Per questo motivo abbiamo deciso di approfondire un po’ meglio tutte queste relazioni che si reggono sulla sofferenza di migliaia di uomini che sono rinchiusi in questi posti e sulla collaborazione di altri che contribuiscono a mantenere e a far funzionare la reclusione carceraria.

Clicca sulla foto per scaricarlo in PDF.

Perugia, Operazione “Shadow”: Tutti assolti e Sergio Maria Stefani condannato per furto d’auto

Oggi 22/10/13, presso il tribunale di Perugia, è stata emessa la sentenza di primo grado in merito alla cosiddetta operazione “Shadow”. L’impianto accusatorio è crollato interamente, tutti/e i/le compagni/e sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Fa eccezione Sergio Maria Stefani, condannato a 3 anni e 3 mesi per furto d’auto. Adesso la PM Comodi, distintasi come al solito per i suoi deliri in aula, stavolta prontamente contrastati dal compagno Sergio che ha partecipato al processo (istantaneamente denunciato da lei per oltraggio), ha 90 giorni per impugnare la sentenza e presentare ricorso in appello.

Sergio resta prigioniero nel carcere di Ferrara in custodia cautelare per via dell’operazione “Ardire” (partorita sempre dalla Comodi). Mentre il 6/11/13 ci sarà, sempre al tribunale di Perugia, l’udienza preliminare dell’operazione “Ardire” relativa al troncone perugino.

Solidarietà ai/lle compagni/e indagate!

Messico: Sulla situazione di Mario González, prigioniero del 2 di ottobre in sciopero della fame‏

Il compagno anarchico Mario González García, è stato arrestato il passato 2 ottobre, mentre andava alla marcia per commemorare il 45º anniversario del massacro del 1968. Anche se il giudice aveva ordinato una cauzione, questa non è stata accettata e attualmente il compagno si trova detenuto nel carcere Oriente, circondato dalle già conosciute e ricorrenti irregolarità del suo caso.

Dal 7 ottobre, Mario ha deciso di fare lo “sciopero della fame”, decisione che sarà supportata ugualmente per vari dei suoi compagni e profesorx, a partire da questo lunedì 14 ottobre fuori dal tribunale di Sullivan 133, nella città del Messico.

facciamo un appello a tuttx i/le nostrx compagnx anarchici/che e afini a manifestare mostre di solidarietà con il compagno questo mercoledì 16 ottobre, a manifestarci e combattere il sistema carcerario e a disprezzare tutti i muri visibili e invisibili di questo sistema di putrefazione che si basa nella morte.

Inoltre vi invitiamo a partecipare e diffondere la camminata di questo mercoledì 16 ottobre alle 16:00 dalla Estela de Luz al Palazzo del Governo di Città del Messico, per esigere la libertà immediata e incondizionata di tuttx i/le compagnx detenutx il 2 ottobre.

Giù le mura delle prigioni!

2octubre_marcha_disturbios8Primo comunicato di Mario González, dove dichiara lo sciopero della fame

Al popolo in generale,

Sono Jorge Mario González García e mi trovo rapito, nel Carcere Preventivo maschile Oriente, dal governo. Mi accusano di attacchi alla la pace pubblica, il quale è un crimine fabbricato contro di me, come parte della repressione contro il movimento studentesco e di lotta sociale, già che le ragioni della mia detenzione non sono del tutto legali, ma politiche.

Ora, dall’interno del carcere invio un abbraccio ai/le compagnx che sono liberi. Questa è una sperienza irripetibile che dovrebbe servirci per renderci più forti e non permettere che riempiano i nostri cuori di paura.

Dopo il nuovo mandato di detenzione emesso contro di me, ho iniziato uno sciopero della fame come misura per esigere la mia preziosa libertà di forma immediata. Questo maledetto governo cerca di punire esemplaremente a tutti coloro che non credono in esso. E inoltre criminalizza l’anarchismo etichettandolo di ” porrismo ” in modo che così l’idea più pura e sincera dell’umanità sia male vista per l’ignoranza.

Voglio esprimere il mio ringraziamento a tuttx quellx che da ogni dove hanno mostrato la loro solidarietà nei miei confronti. Ritorna la repressione diretta, gli ” apañones ” , la sorveglianza, la polizia militare, lo spionaggio, la prigionia, esiste una persecuzione a livello nazionale e internazionale contro gli/le anarchici/che. Dalle trincee di questa prigione alzo la voce per gridare la mia rabbia e mostrare il mio disprezzo per i poliziotti maiali, che sono sottomessi al sistema capitalistico autoritario e brutale. Quando sarò libero, il mio disprezzo si farà sentire per le strade e dove mi porti il movimento studentesco.

Un saluto sincero a coloro che resistono e non dimenticano ai/le detenutx.

Il nostro bene più prezioso è la libertà, per questo bisogna lottare  con fede e valore. Saluti a tuttx i/le detenutx per lottare in tutto Messico e nel mondo. Che la solidarietà non si fermi mai !
Distruggeremo le loro gabbie !

Combattivamente,
Jorge Mario González García.
10 de octubre del 2013

2deoctubre021013_g_0comunicato 2:

Per il popolo solidale,

Il 2 ottobre del 1968, lo Stato ha ucciso moltissime persone che si manifestavano contro la repressione del governo e in difesa della loro libertà, in questo 2 ottobre del 2013, lo Stato mostra che ci sta uccidendo lentamente, riempiendo le nostre vite di reclusione.

E’ il mio quinto giorno di sciopero della fame, spero che la gente lì fuori lo conosca, esigo giustizia, perché ogni giorno in carcere è un giorno in più di lento annientamento. Il più grande crimine che ho visto è il fatto che, come prigionierx, le nostre vite sono depositate nelle mani di coloro che si sentono con la capacità di giudicarci e che finiranno dettando ” con il tempo ” se siamo innocenti o non. Maledetti assassini complici di un progetto infame in cui ci viene insegnato sempre a perdere e a rasegnarci. L’obiettivo dell’apparato di “giustizia” è prenderci la vita, perché hanno paura che questa vita divente giusta per tuttx.

Questo sistema non ha ragione di essere, finiamo con esso fino a quando non vi è un minimo di memoria di ciò che è stato, faccio ciò che serve per vivere in quel mondo nuovo che tanto sogniamo e abbiamo bisogno, dove non ci siano prigioni, dove non ci sìa la morte quotidiana, e dove finalmente il sole sorge per tutti, perchè è meglio la morte per essere liberi che vivere come uno schiavo.

Morte allo Stato e Viva l’anarchia,
Mario González García

Atene: Rivendicato incendio di un mezzo diplomatico

DSCN0262

Nelle prime ore di Venerdi 11 Ottobre 2013, abbiamo bruciato un furgone del corpo diplomatico, con targa DC 93-3, all’incrocio tra Pyrras e Delacroix nella zona di Neos Kosmos, Atene.

L’azione è dedicata con tutto il cuore ai nostri compagni accusati per la doppia rapina a Valventòs e Kozani, processo che inizierà a fine Novembre* ed anche in memoria dell’antifascista ucciso Pavlos Fyssas.

Non dobbiamo farci condizionare dall’idea della paura e della morte. Dobbiamo resistere con ogni mezzo al totalitarismo contemporaneo.

Creiamo le nostre strutture, rafforziamoci ed estendiamo le relazioni tra compagni, facendo spazio all’anarchia e al comunismo. Rivoluzione sociale, l’unica alternativa…

Incendiari consapevoli

*Il processo per la doppia rapina a Velventos è previsto per il 29 Novembre 2013 presso la corte d’appello in Loukareos street ad Atene. I compagni accusati sono: Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Fivos Harisis-Poulos, and Argyris Ntalios.

in inglese

Grecia: Lettera di Chrisovalantis Pouziaritis, ex prigioniero, in vista del suo processo d’appello

Il mio nome è Chrisovalantis Pouziaritis, e sono uno degli arrestati del 6 Dicembre 2009, il primo anniversario dell’omicidio di Alexis Grigoropoulos.

Sono stato catturato mentre camminavo fuori dal campus dell’università di Salonicco. Anche se non avevo nulla di incriminante con me (zaino, cappuccio, ecc), due squadre di antisommossa hanno iniziato a picchiarmi. Appena si sono sfogati, sono stato trasferito alla caserma di Salonicco, dove sono stato accusato tramite le risapute tattiche della polizia greca – ricordiamo tutte le accuse fabbricate come “shampoo trasformati in molotov” (caso di Marios Zervas), gli “studente in pigiama” (detenuti dopo che la polizia gli aveva dato uno zaino pieno di molotov), il sospettato preso in custodia solo perché aveva delle “scarpe verdi”, o il “caso giardiniere” (quando i poliziotti hanno picchiato Avgoustinos Dimitrou per poi dire che era caduto su una bancarella di fiori)…

Dopo la polizia, è arrivata la giustizia greca. Nel mio processo sono stato condannato a 9 anni e 3 mesi, i giudici hanno detto che i miei testimoni erano inaffidabili rispetto ai poliziotti che hanno costruito false prove contro di me, e mi hanno additato come il “capo degli anarchici”!

Sono rimasto in carcere per più di 18 mesi, fino a quando la sospensione della pena è stata accettata, e quindi sono stato rilasciato con misure restrittive nell’estate 2011.

Chi ha visto di persona la violenza di questi meccanismi, chi ha sperimentato la crudeltà del carcere, chi resiste contro l’arbitrarietà giudiziaria e il suo orrore è chi può capirmi e stare dalla mia parte. Li ringrazio in anticipo.

Chrisovalantis Pouziaritis

Il processo d’appello sarà il 18 ottobre 2013, alle 9, presso il tribunale di Salonicco.

fonte

Salonicco: Rifiutata sospensione della pena per Babis Tsilianidis

Il 16 Ottobre 2013 i giudici hanno rifiutato la richiesta di interruzione della pena del compagno anarchico Babis Tsilianidis. Circa 30 compagni hanno fatto un presidio davanti al tribunale di Salonicco.

Babis è detenuto nel carcere di Koridallos:

Charalambos Tsilianidis
Dikastiki Filaki Koridallou, A Pteryga, 18110 Koridallos, Atene, Grecia

SOLIDARIETÀ SIGNIFICA ATTACCO

Italia: Lettera di Presentazione del libro di Elisa di Bernardo

bixoDal Confino*

metà settembre 2013

“Come libeccio con le anime mortali” è nato dal bisogno e dal desiderio di creare una possibilità di autofinanziamento a partire da una passione che nessuna gabbia potrà mai rinchiudere: la poesia. Così, nonostante i muri e le sbarre che pretendono isolarci e annulare ogni impulso vitale, grazie alla disponibilità e al lavoro paziente di carissimi individui affini e solidali, i miei versi sono stati salvati dalla dispersione e convertiti in un libro-raccolta. Solo una minima parte li ho scritto in carcere (capitolo 3) anche se dopo la consegna delle bozze ne ho composti altri, ispirata da quelle stesse sbarre che rinchiudono e spesso uccidono.

Questo libro rappresenta un modesto contributo per le spese che purtroppo, quando si ha a che fare con la galera e repressione, si rivelano necessarie; il ricavato della sua vendita, infatti, verrà versato alle Casse di Solidarietà delle Alpi Occidentali e Aracnide che lo utilizzeranno nel modo più opportuno.

“Come libeccio con le anime mortali” è uscito qualche giorno prima di me, da pochi giorni “libera”. Mai come in questo periodo osservo con intensità la società e l’ambiente in cui viviamo come un’enorme prigione a cielo aperto…mai come ora penso sia necessario continuare a combattere la paura e lottare per l’Annarchia e per una vita realmente libera e liberata da ogni forma di autorità.

Saluto e ringrazio con forza e determinazione tutti/e coloro che avranno modo di ritrovarsi tra le mani questa raccolta di poesie e di contribuire alla sua diffusione.

Colgo l’occasione per salutare e ringraziare caramente i/le compagni/e di Barcellona che si son dimostrati/e disponibili a leggere le mie poesie…un giorno ci incontreremo.

Contro ogni gabbia!
Elisa Di Bernardo

* Il confino era una misura data agli anarchici e non dal regime fascista negli anni ’20-’30, ora nel regime democratico nulla è cambiato

Perugia: Inchiesta “Shadow”, chieste pene dai 4 ai 10 anni

In data 9/10/13, presso la corte d’assise di Perugia, la PM Manuela Comodi ha chiesto le seguenti condanne per i/le compagni/e accusati nel cosiddetto processo “Shadow”:

Sergio Maria Stefani – 10 anni e 1200 euro di multa
Alessandro Settepani – 8 anni
Alfredo Cospito, Anna Beniamino e Stefano dal Moro – 5 anni e 6 mesi
Maria Ludovica Maschietto – 4 anni

Il 16 Ottobre sono previste le repliche della difesa, mentre la sentenza è programmata per il 22 Ottobre.

Solidarietà a tutti i/le compagni/e accusati!

Brjansk, Russia: ELF/FAI rivendica incendio di una segheria

Il 2 Ottobre 2013, 2 dispositivi incendiari fatti da 1,5 litri di benzina sono stati piazzati in una segheria situata in un territorio di riserva di caccia in Brjansk (Russia occidentale). Le fiamme hanno raggiunto anche gli stracci sfortunatamente lasciati dai cacciatori proprio sul dispositivo. Da una collina vicina abbiamo visto il tutto molto chiaramente: presto il fumo si è addensato sotto al tetto creando una sorta di nebbia e riempiendo la struttura.

Proponiamo questa azione come il nostro contributo al progetto Fenice (#7), un progetto per l’azione diretta e la resistenza anarchica a fronte della repressione tra 2010-2012. Concordiamo totalmente con i nostri compagni moscoviti della CCF e ELF quando parlano della necessità di allargare i nostri attacchi contro lo stato e il capitale.

Alcuni pensieri riguardo alla recente critica fatta da alcuni anonimi compagni dall’Argentina. Riguardo all’essere autoreferenziali o inclini a diffondere azioni inutili:

I dibattiti interni non sempre meritano di essere pubblicati in inglese su siti internazionali. Inoltre crediamo che una serie di attacchi contro obiettivi simili continui ad accendere il dibattito nel movimento anarchico almeno a livello locale (possiamo citare la campagna contro la polizia del 2008-2011, quella sulle foreste di Khimki e Butovsky, le recente proteste contro il progetto minerario a Voronezh). Alcune volte le cose superano i dibattiti.

Concordiamo nel ritenere molto difficile coordinare attacchi simultanei contro strutture simili a livello internazionale (come fabbriche di pellicce, segherie, polizia, prigioni, obiettivi militari, industrie, branche, settore petrolifero o gas, ecc) perché questo richiede più tempo e noi stiamo comunicando ad un livello più o meno pubblico qui. Dunque i nostri nemici possono avere la meglio. È da dibattere se dovremmo rischiare la nostra libertà nella prossima azione per la possibilità di vedere un comunicato riguardante un’azione simile a 6 mesi di distanza. Inoltre, non si può dire che non ci coordiniamo in qualcosa: notizie di una serie di attacchi contro infrastrutture energetiche ed elettriche in Bielorussia, Canada e Indonesia, azioni contro banche nel regno unito, russia, germania, italia, grecia, numerosi scioperi della fame simultanei fatti dai nostri compagni prigionieri in tutto il pianeta.

Per noi l’intera FAI-FRI è più importante per il fatto di appartenere ad una comunità più grande. Nel passato dominavano solo le organizzazioni di “anarchici sociali”. Adesso gli anarchici di altre tendenze possono supportarsi e relazionarsi in tutto il mondo. Solo qualche anno fa nel nostro paese se volevi contattare degli anarchici dovevi passare attraverso le organizzazioni anarchiche tradizionali. E se accadeva qualche cosa erano le prime a parlare di infiltrati della polizia e provocatori. Adesso la gente che sente le stesse cose, che vuole andare verso la ribellione e le azioni non meno valide rispetto alla teoria anarchica, possono trovarsi fuori dal contesto anarchico pacifista e riformista. E quando leggiamo di centinaia di auto bruciate in una parte del mondo, banche in fiamme in un’altra e veicoli edilizi sabotati altrove – è ancora meglio. Un breve viaggio nella memoria: ricordiamo le discussioni accese sull’acronimo FAI solo qualche tempo fa (o prima quelle sul supporto/denunzia della CCF). Crediamo che sia una conquista di ogni gruppo della FAI-FRI se le cose sono cambiate.

Capiamo le vostre preoccupazioni riguardo alla mancanza di una coordinazione dei nostri attacchi, ma dobbiamo discutere anche di un’altra cosa: nuovi gruppi si formano, le notizie girano, contromisure alla repressione. Se si vogliono coordinare gli attacchi in maniera più precisa, bisogna solo leggere meglio i comunicati degli altri. Ma combattere la repressione in corso contro tutti i gruppi di azione diretta nel mondo – questo è il compito che crediamo dovrebbe essere svolto il più presto possibile.

ELF/FAI, Commando Nestor Makhno

fonte