Atene: Comunicato dei prigionieri anarchici dal carcere di Koridallos

fuego

SAPPIAMO CHE TUTTI MUOIONO. MA CI SONO MORTI CHE OPPRIMONO PERCHÉ HANNO SCELTO LA PROPRIA STRADA” Katerina Gogou

Con la copertura mediatica continua e diffusa, la caccia agli evasi dalla prigione di Trikala continua da circa quattro mesi, tenendo il pubblico in attesa, come se si trattasse di un film: una fuga “da cinema”, assassini “spietati” e “sanguinari”, poliziotti “duri e decisi”, scontri, morti e una caccia all’uomo in una grande porzione della Grecia.

Il quarto potere (i media) sono il punto nodale del funzionamento della democrazia, perché fanno da tramite tra potere e cittadini e ci ricorda ancora una volta le regole del gioco: lo stato democratico non risparmia tempo, sforzi e risorse quando la dottrina della sicurezza va ristabilita.

In tutto questo tempo, ansiosi giornalisti dai luoghi delle operazioni, servizi con musiche imponenti, coinvolgenti descrizioni dei fuggitivi, scene con poliziotti pesantemente armati puntano solo ad una cosa: creare la sovversione del subconscio sociale per i ricercati e l’accettazione dell’onnipotenza statale. La copertura mediatica degli eventi è utile per il finale vittorioso dello stato cosi come le pistole della polizia.

Anche se uno dei fuggitivi che ancora si gode la libertà alla fine cercherà di scappare in un modo o nell’altro, la convinzione dovrebbe rimanere che questo non succede a causa della debolezza dello stato ma per la rete invisibile di supporto che essi hanno, a causa della FORTUNA o forse per le loro abilità sovrannaturali.

L’OBIETTIVO È SEMPRE LA MENTE

La pena di morte in democrazia è qualcosa di totalmente accettato, anche se sembra strano nei confronti dei sentimenti umanitari di chi tiene gli occhi chiusi. Con una differenza di base, è decisa, disposta, confermata, non da una corte ma dai notiziari, in attesa solo del modo e del momento in cui verrà svolta l’esecuzione.

Il sorriso che accompagna le dichiarazioni di Dendia riguardo alla consegna dei fuggitivi alla giustizia “se ciò sarà possibile” mostra senza dubbio la logica e la moralità del potere. Un potere umiliante che considera come grande vittoria e obiettivo ultimo che centinaia-forse migliaia-di poliziotti con l’aiuto delle squadre speciali di esercito e marina, con migliaia di pistole e mezzi tecnici (elicotteri, cani, telecamere termiche) e avvicendamenti (in modo da riposarsi) quanto accade – dall’inizio fino ad ora mentre scriviamo queste righe – per catturare quattro persone.

La sete infinita per la conquista della libertà e della determinazione della sua salvaguardia è l’unico motivo che non fa arrendere una persona, anche quando ha contro un insieme di forze.

Ma lo spettacolo non finisce con l’esecuzione dei fuggitivi. Lo stato deve vendicarsi per l’umiliazione subita. Dovrebbe rispettivamente ritornare l’umiliazione agli indisciplinati e farne esempio per quelli che non riconoscono l’onnipotenza di stato. Continue reading Atene: Comunicato dei prigionieri anarchici dal carcere di Koridallos

Salonicco: Sabotati 6 bancomat

2

All’alba del 26 Luglio, 6 bancomat sono stati sabotati nella zona di Stavroupoli a Salonicco.

Forza ai due anarchici arrestati a Salonicco e accusati della partecipazione al progetto “Fenice”.

Forza agli anarchici dello squat Nadir, assaltati dai miseri vandali della squadra antiterrorista EKAM.

Forza ai combattenti anarchici in ogni luogo, che si astengono dallo stile di vita anarchico di feste e droga.

Individualità ribelli

Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Mihailidis

Con questa lettera cerco di spiegare le mie posizioni e le mie scelte come parte dell’azione anarchica insurrezionale e spero che essa funzioni come incentivo per la sua diffusione. Non è stata scritta da una prospettiva ideologica precisa o una tendenza ben consolidata. Si tratta del risultato di furti al “supermercato delle ideologie” e mie riflessioni.

Senza dubbio, contiene i giudizi e i valori di uno che, spinto dal folgorante ideale dell’anarchia, partecipa alla guerra contro il Potere. Spinto da un ideale che sta tanto nelle comunità tradizionali del passato quanto in quelle insorte del passato e odierne. Un ideale al quale ci stiamo avvicinando fino ad ora e che forse mai potrà prevalere universalmente. Perché, come ha scritto il compagno Giannis Naxakis, “il Potere non è metafisico, è dentro di noi”. Cosi come lo è la passione per le relazioni libere e senza dominio.

La comprensione del fatto che la realtà capitalista è una guerra di tutti contro tutti e una lotta per la sopravvivenza, questo mi spinge a prender parte alla guerra contro questa realtà e a scegliere la mia posizione. E cosi, considerando i membri del partito dell’Ordine come assassini senza scrupoli, ho scelto l’insurrezione. L’anarchia è il modo in cui mi ribello, cercando allo stesso tempo di non riprodurre ciò che sto combattendo, vale a dire le relazioni autoritarie, e organizzare le comunità di lotta in modo antigerarchico. Continue reading Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Mihailidis

Grecia: Comunicato dei prigionieri membri della CCF sulla morte di Marian Kola

MIRUPAFSHIM*

Ma, dopo tutto, come si ottiene davvero la libertà? L’unica cosa certa è che essa sta fuori dalle celle della Democrazia, fuori dal magazzino delle anime umane, fuori dalla terra della “correzione”, obbedienza, apatia e droghe psichiatriche.

Ogni giorno è una realtà ripetitiva. Ogni giorno, pomeriggio, sera ascolti il suono dei portachiavi. La conta. Devono essere sicuri che sei chiuso, dentro quattro mura. E solo un girare nel cortile della prigione, mentre guardi il cielo azzurro, che ti fa bramare l’esterno… e l’indomani si riparte… in una routine quotidiana, dove il tempo sembra congelarsi…

In questo contento, se sei fortunato, puoi anche incontrare gente, la cui mente non è imprigionata dal cemento. Pensano costantemente a come tirare giù le mura, come fuggire… Li, nelle segrete di Trikala, abbiamo incontrato Marian.

Non vogliamo encomiare nessuno. Sappiamo, in un modo o nell’altro, che Marian non era anarchico, né un nostro compagno. Ma sappiamo anche che aveva uno spirito libero e che il suo sguardo volgeva all’orizzonte, cercando sempre la possibilità di lasciare lo spazio e il tempo della prigione.

Ecco perché abbiamo scelto di parlarne. Per le poche parole che abbiamo scambiato con lui. Per quanto ha voluto e ottenuto la sua libertà senza condizioni. Per il modo appassionato con il quale ha realizzato il suo sogno. Per la libertà, per la quale ha sanguinato ed è morto. Per un cammino, che davvero in pochi percorrono fino alla fine. Per tutte quelle cose che abbiamo apprezzato di lui, quando lo abbiamo incontrato.

Un addio per te, amico nostro. Un addio per tutti quelli che “cadono” mentre cercano di fuggire dalle celle della Democrazia.

Alcuni prigionieri membri della CCF che si sono trovati insieme a Marian nella prigione di Trikala

PS. Per le imboscate mortali e i moderni cacciatori di teste, non abbiamo parole. Il nostro piacere è vedervi piangere sopra le bare dei vostri colleghi morti.

 Mirupafshim significa “fino a quando ci rivedremo” in albanese.

Note:

1. Marian Kola era un prigioniero membro di una banda di rapinatori. Egli, insieme ad altri 10 detenuti, era scappato dalla prigione di Trikala alcuni mesi fa per poi darsi alla macchia. Tutta la polizia greca con l’aiuto dell’esercito ha fatto diversi tentativi di riprenderli. Un civile ed un poliziotto (quello che si suppone sia stato ucciso da Kola stesso) sono morti in diverse occasioni in sparatorie tra fuggitivi e poliziotti. Durante questa ricerca, i mass media hanno dipinto la banda come “nemico pubblico numero uno”, preparando l’omicidio dei fuggitivi. In totale, 11 sono fuggiti dalla prigione di Trikala il 22 Marzo 2013. Quattro sono stati localizzati ed arrestati, 2 sono stati localizzati ed uccisi dai poliziotti (tra questi 2, Kola che è stato ucciso il 21 Luglio 2013). Cinque rimangono ancora latitanti.

2. È da notare che la nazionalità albanese del gruppo ha avuto un ruolo cruciale nel demonizzarli, visto che la minoranza albanese è stata l’obiettivo principale del razzismo greco tra gli anni ’80 e ’90. La settimana scorsa, un gruppo di latitanti è stato localizzato in una montagna nel nord ovest della Grecia. Il loro covo è stato invaso dai poliziotti e Kola è stato ucciso.

fonti : a, b

Indonesia: Rivolta, morti ed evasione di massa

Giorno 11 Luglio 2013, la prigione di Tanjung Gusta a Medan è andata in fiamme, la rivolta è iniziata come protesta per i continui malfunzionamenti di corrente e acqua.

Il centro di sterminio con capacità di 1054 contneva 2600 prigionieri. Tra la rivolta e l’incendio, 200 prigioniero sono riusciti ad evadere.

A fuoco le carceri con le guardie dentro!
Evasione per i prigionieri!

fonte

Ucraina: Cellula ALF/FAI rivendica liberazione di due delfini

2 delfini sono stati liberati dall’acquario di Yevpatoria come risultato di una speciale operazione con equipaggiamento per immersioni. Durante la notte di luna piena del 20/7/2013 abbiamo percorso 2 km sott’acqua e oltrepassato il perimetro di sicurezza: abbiamo tagliato le reti e siamo entrati nella vasca dei delfini.

Nell’ora successiva abbiamo tranciato gran parte della barriera del perimetro. I delfini hanno incoraggiato i nostri tentativi con fischi e versi. Il loro supporto ci ha riempito di gioia ed eccitazione.

Questo è stato un incontro indimenticabile e un’esperienza incoraggiante per noi. Fatto tutto, abbiamo lasciato la zona. In ogni modo, la prigione era equipaggiata di telecamere notturne, ma il loro obiettivo era fissato sui posti a sedere e sulle passerelle. Nessuno si aspettava un’entrata dal basso. Appena usciti in mare aperto, i delfini sono fuggiti nell’oscurità delle acque.

ALF/FAI – SEALS on tour

fonte

Atene: Respinte e cacciate squadre di agenti Delta ad Exarhia

Sabato 20 Luglio 2013, gli scagnozzi della “Delta” sono entrati a “Exarhia”, una delle zone più calde di Atene, mentre centinaia di persone prendevano parte a due diversi eventi solidali per l’anarchico K. Sakkas, che ha fatto 38 giorni di sciopero della fame a causa della sua prigionia nell’autoproclamata “democrazia” della Grecia in quanto detenuto da 31 mesi senza un processo.

Come appare nel video, gli agenti della “Delta” in moto hanno iniziato ad intimidire e inseguire i passanti – senza motivo e quando la gente si è riunita per reagire alle loro tattiche terroriste, gli agenti hanno lanciato grante flashbang, lacrimogeni, razzi e anche bottiglie di vetro vuote.

Centiana di persone si sono riunite all’angolo per mandarli via e li hanno circondati, mentre i residenti buttavano acqua dai loro balconi per costringerli ad andarsene, visto il disastro che avevano provocato.

Affrontati da cosi tanta gente, i bastardi, insieme ad una squadra antisommossa chiamata a rinforzo, sono stati costretti a ritirarsi e lasciare la zona.

fonte

Mapuche: Solidarietà con i Temuco 12!

Unknown

Solidarietà con i Temuco 12!
Solidarietà con gli anarchici del Temuco “Caso bombas”

A partire dal 1 Agosto e anche dall’11 Settembre, una dozzina di mapuche che da tempo sono combattenti per la totale indipendenza andranno a processo, accusati in base alla legge antiterrorista cilena.
Il 28 Giugno 2009, i membri della comunità mapuche hanno usato tronchi d’albero per bloccare cinque autostrade nella zona di Temuco. Alla deviazione per Temuco, un Tur-bus (simile al Greyhound) e tre camion che cercavano di superare le barricate sono stati bersagliati con pietre da travisati combattenti mapuche, che hanno anche scritto su un lato del bus “Riconquista delle terre mapuche”.

Temuco è parte della Wallmapu – i territori Mapuche – come riconosciuto in diversi accordi con la corona spagnola e poi con la repubblica cilena. Per circa 300 anni i mapuche si sono difesi con successo dalla colonizzazione in una serie di guerre. Negli anni successivi al 1880 Cile e Argentina hanno invaso la Wallmapu, espropriando i mapuche e requisendo le terre. I mapuche hanno resistito, mantenendo la propria lingua e cultura e ricostruendo le proprie comunità. Negli ultimi decenni hanno recuperato le loro terre e lottano per espellere gli stati occupati e porre fine al regime capitalista che tratta le loro terre e gli abitanti come proprietà.

I 12 accusati vengono da varie comunità del nord Wallmapu, e sono tutti impegnati da tempo nella lotta per l’indipendenza mapuche. Alcuni sono stati imprigionati a causa di processi antiterroristi nel 2010 che sono crollati davanti ad una grande solidarietà e uno sciopero della fame di più di 80 giorni fatto dai prigionieri.

Alcuni hanno anche altre accuse o stanno scontando pene per processi precedenti, ma grazie al vasto supporto e alla continua resistenza hanno evitato finora le grandi condanne che polizia e giudici vorrebbero ottenere. Lo stato cileno vuole chiuderli e gettare via la chiave. Esso spera di spezzare la lotta mapuche rimuovendo in modo definitivo alcuni dei membri più attivi e influenti delle comunità resistenti. Puntando sempre sulle stesse persone, l’accusa spera di poter far passare l’accusa, nonostante la mancanza di prove e l’uso di anonimi informatori pagati.

I mapuche hanno proclamato a gran voce che la loro lotta per la terra non è terrorismo. Il terrorismo è ciò che fa lo stato cileno, molestando, pestando e sparando ai giovani e agli anziani mapuche, invadendo le comunità mapuche, e arrestando chi si mette in gioco. I mapuche continueranno ad agire per espellere le compagnie minerarie, i proprietari terrieri e la polizia che ha usurpato le loro terre.

Stiamo con loro. Verso il processo e in tutto Agosto, possiamo mostrare ai mapuche che li supportiamo, o mostrare allo stato cileno che i suoi metodi pesanti tradiscono le sue pretese democratiche.

E non dimentichiamo il caso bombas Temuco. Dopo il “caso bombas” del 2010 a Santiago poi crollato per la mancanza di prove, con il proscioglimento di tutti gli anarchici accusati, lo stato cileno ha deciso di riprovarci.

Nel Marzo 2013 è stato invaso un centro sociale anarchico nella città di Temuco e piazzato materiale per costruire esplosivo. E tre anarchici sono sotto accusa in base alla legge antiterrorista.

fonte

Cile: Confermata la custodia cautelare per Victor Montoya

bhm7vo6cmaa_fiq

Il 18 Luglio 2013 c’è stata una nuova udienza in merito alla custodia cautelare di Victor che da Febbraio è accusato di aver guidato l’auto dove c’erano quelli che avevano attaccato un commissariato di polizia.

Il tribunale ha confermato la custodia, facendo restare il compagno Victor nel carcere di Puente Alto, con un’accusa basata su miseri testimoni anonimi e sulla nefasta legge antiterrorista.

Libertà per Victor Montoya!

fonte

Cile: Lettera di Daniela, moglie di Hans Niemeyer

tumblr_m8glt5etnx1rqoyj0o1_500

A familiari e amici/che

Come saprete già la condanna è stata di 5 anni di pena effettiva più 300 giorni per i danni e vorrei parlarne brevemente in quanto moglie di Hans e madre di nostro figlio Pedro.

Innanzitutto un grande ringraziamento per il vostro appoggio durante questo processo, chi più chi meno, so che questa vicenda non ha lasciato indifferente nessuno, perché chi conosce me e Hans sa con certezza la sproporzione che c’è stata nel processo e nella condanna.

In secondo luogo, 5 anni per alcuni sembreranno una cosa barbara, ma io so che gli anni passano veloci e per alcuni ancora di più di quanto sia in realtà, credo che chi ha trasformato questa storia in un caso mediatico politico starà saltando di gioia e celebrando la condanna di 5 anni ad una persona, mio marito, al quale con grande difficoltà sono riusciti ad affibbiare la partecipazione ad un delitto che ha comportato niente meno che tre vetrine rotte di una banca, rimasta danneggiata al momento dell’incidente.

Ognuno è responsabile di assumersi le proprie vittorie, e questa senza dubbio è una di quelle per chi è capace di condannare non i veri nemici del popolo, oltre a fare processi politici altamente contestabili, la natura della vittoria non dice più delle sue prosaiche pretese, scarse capacità professionali e umane, di gente che in alcune parti della propria storia ha realizzato eliminazioni dei dissidenti tramite l’omicidio e la tortura fino ad oggi legittimizzata, oggi possibile solo grazie alla
prigione e al ministero pubblico che sono i risultati finali di queste aberrazioni. Mi rallegra non essere parte della loro felicità e per ora piango col cuore spezzato, però il mio morale è intoccabile e so che le mie lacrime prima o poi si trasformeranno in gioia e risate di mio marito e di mio figlio senza dovere nulla, senza considerare la storia orribile di quelli che hanno dato accuse di terrorismo tenendo nel cassetto crimini, morti e la responsabilità di tanto dolore e sangue sparso nella storia del paese in modo curioso, che dicono tanto di proteggere, ma il resto dei cittadini è stanco di essere abusato dai veri e potenti terroristi nella loro assoluta impunità.

Infine ringrazio enormemente gli avvocati Julio Cortes, Rodrigo Roman, le loro famiglie e la Defensoria Popular, per il tempo speso, la loro serietà e l’affetto instancabile.

E per Hans, tutto l’amore e la forza del mondo, la vita ci riserva tante felicità, cammini boscosi e mari. Ti amo.

Daniela Paz Rodriguez Salas

fonte

Santiago, Cile: Rivendicazione di un attacco a filiale BancoEstado

ataque-incendiario«Il rilancio e il rafforzamento del discorso contro il fantasma del terrorismo saranno, per questo, lo scenario nel quale avranno luogo i processi giuridici, con chiari risvolti politici, nei quali lo Stato utilizza la discussa legge Antiterrorista.»
Hans Niemeyer, “Requiem por la luna que se fue

UN PO’ DI FUOCO PER FAR PASSARE IL FREDDO

Questa sera abbiamo colpito l’oblio. Abbiamo deciso di spezzare la normalità (la cosiddetta “pace”) sociale affinché, per qualche minuto, l’attenzione si concentri sulle nostre parole (1).
Oggi vogliamo far uscire un compagno dal silenzio. Un compagno che non è mai stato solo un nome in più da ricordare in questa guerra. Mai è stato solo una scritta sulle pareti, né inchiostro su un opuscolo, né tanto meno una storia da raccontare per qualche anno. Questo compagno ha un nome e un cognome, che gli/le sbirri/e sanno bene. Hans, questa notte è per te.

Fratello, vogliamo salutarti tramite l’azione, senza dirti i nostri nomi e dandoti sicuramente un sorriso passeggero, sufficiente in questi momenti difficili. Vogliamo abbracciarti a distanza, con il calore del fuoco che abbiamo acceso stanotte. Perché, pochi minuti prima delle 21:30 della scorsa notte, abbiamo facilmente incendiato la filiale del BancoEstado situata all’incrocio di Viel e Pedro Montt, quasi di fronte al carcere dove un trio di bastardi/e ha deciso di lasciarti in custodia. La stessa banca che giorno dopo giorno viene usata dalle bestie che hanno deciso di abbandonare la propria umanità per diventare carcerieri/e.

Hans, lo sappiamo, anche non riuscendo ad immaginarlo, che hai passato giorni terribili (per non parlare delle notti…) da quel mercoledi. Non siamo mai stati in carcere, ma conosciamo il soffocante caldo estivo e il freddo pungente dell’inverno che circondano i padiglioni del carcere di alta sicurezza dove sei prigioniero, ma non sconfitto. Continue reading Santiago, Cile: Rivendicazione di un attacco a filiale BancoEstado

Santiago, Cile: Manifesto solidale con i/le compagni/e perseguiti/e

DIFENDIAMO I/LE COMPAGNI/E DAGLI ARTIGLI DELLA REPRESSIONE

La logica del potere si basa nel definire legalità o illegalità, che si tratti di azioni, idee, gesti e anche persone. Lontano da questi parametri che consolidano soltanto il dominio, cioè che veramente vale sono le decisioni di lotta prese dalle persone reali. Per questo difendiamo i/le compagni/e e le diverse pratiche di attacco al potere.

*Da 4 anni il potere ha deciso che la vita di Diego Rios è illegale, vista l’accusa di possesso di materiale per la fabbricazione di esplosivi. Emesso il mandato di cattura, il compagno anarchico ha deciso di andar via e non abbassare la testa, restando clandestino fino ad oggi.

*Nel 2013 nel contesto di lotta e opposizione di piazza, con azioni di lotta contro i potenti in aumento, la polizia ha filmato una giovane incappucciata che attaccava gli agenti con una molotov. Poi c’è stato l’inseguimento per identificarla, queste immagini e la sua identità sono state diffuse copiosamente dai mezzi di comunicazione.

Entrambe le situazioni mostrano il monopolio della violenza da parte dello Stato. Quando ci si scontra con il dominio, la repressione colpisce con tutti i suoi apparati polizieschi, politici, giornalistici e giuridici.

Davanti all’attacco dello Stato ci resta solo un percorso: La difesa ostinata di tutte le forme di lotta contro il potere e dei compagni e delle compagne che decidono di agire.

APPOGGIO E SOLIDARIETA’ CON I/LE NOSTRI/E COMPAGNI/ PERSEGUITI/E

fonte

Grecia: Lettera di un compagno accusato per i fatti del 5 Maggio 2010

Giugno 2013

29 Aprile 2011 : la storia inizia con degli arresti inaspettati; il mio e di altri due compagni. Inaspettati perché non basati su prove o testimonianze oculari, ma piuttosto su “resoconti anonimi” molto “convenientemente” consegnati nelle mani della polizia greca, i quali fanno il mio nome e quello di altri due compagni, citando i nostri numeri di telefono e indirizzi.

Pertanto siamo stati arrestati in un clima di terrore creato dalle forze di sicurezza statali e dai mass media. Perquisizioni domiciliari per presunte “prove” sono arrivate poco dopo, cosi come il mio arresto, e poi ammanettato per diverse ore nella stazione di polizia di Atene. Nel frattempo, per due giorni, siamo stati dati in pasto ai media, i pappagalli della sicurezza statale, che falsamente hanno parlato di “arresto degli incendiari della banca Marfin”. Poi le autorità mi hanno preso e fatto fare una “visita guidata” per i piani della stazione di polizia, fino a portarmi in una stanza designata per l’identificazione dei sospetti, dove vari “testimoni” sono passati uno dopo l’altro, presumibilmente per identificarmi. Dopo quella sera, siamo stati convocati – casualmente il 5 Maggio 2011! – per testimoniare presso la sede del servizio di sicurezza statale – senza fare giuramenti o dare impronte, ecc – riguardo al tragico incidente della filiale della banca Marfin e l’attacco alla libreria Ianos [entrambe in Stadiou street, nel centro di Atene] avvenuto un anno prima, durante lo sciopero del 5 Maggio 2010. Continue reading Grecia: Lettera di un compagno accusato per i fatti del 5 Maggio 2010

Santiago, Cile: Rilasciata su cauzione la compagna Io Giuria

Il 19 Giugno venne arrestata a Ñuñoa dopo 10 giorni di fuga la compagna Io Javiera Giuria, conosciuta tramite la stampa borghese e macista come “La bionda incappucciata”.

Nel corso del medesimo giorno venne accusata di possesso di artefatto esplosivo e lancio di molotov contro un gruppo di sbirri, con una richiesta di condanna a 10 anni. Infine fu accusata per i “delitti” di porto di artefatto incendiario e disordini pubblici.

Il giudice Pablo Orozco ordinò all’inizio la custodia cautelare, con il motivo del “alto rischio di fuga durante i 90 giorni di indagine”, per poi stabilire una cauzione, fissata a 500mila pesos, pagati nella stessa udienza e cosi la compagna è stata rilasciata. Nella mattinata di oggi 21Luglio, la Intendencia Regional di Santiago ha annunciato ricorso contro il rilascio su cauzione.

fonte

Messico: Comunicato sulle detenzioni degli organizzatori della Feria del Libro Anarchico

images2

Come è noto, Giovedì, 4 Luglio, sono stati arrestati due compagni che fanno parte dell’organizzazione della 2° Fiera del Libro e pubblicazioni anarchiche che si terrà a Guadalajara il 25 e il 26 Luglio, davanti a questi fatti vogliamo fare pubblico che:

1) I poliziotti statali e comunali, che hanno realizzato l’arresto hanno inventato l’accusa di aver aggredito un passante dopo che i compagni sono stati inviati alla delegazione della polizia municipale di Guadalajara, che si trova sulla Strada Independencia. Ai nostri compagni, al momento dell’arresto è stato detto che sarebbero stati accusati di tacchinare propaganda senza autorizzazione.

2) Una volta che i compagni sono arrivati presso la sede della Polizia sono stati condotti direttamente alla stanza del palazzo che si trova nel seminterrato, dove la polizia ha fotografato lo striscione che li hanno tolto, sono stati fotografati anche loro, i loro tatuaggi ed ogni tratto che potrebbe caratterizzargli. Oltre ad essere insultati e minacciati “con l’andare il giorno della Fiera e effettuare arresti e chiudere l’evento.” Letteralmente le parole sono state “a voi e ai vostri amici stiamo per spaccarvi il culo”

3) I compagni non sono mai stati dimessi dalla lista dei detenuti, ci sono telefonate di membri della loro famiglia che confermano questo fatto, la possibilità di sparizione forzata era latente.

Pertanto, il gruppo organizzatore della fiera, che sta lavorando su altre azioni che rivendicano la nostra posizione anarchica enfatizza che:

1) Il piano di attuazione della Fiera si trova ancora in piede e con più incoraggiamento che dall’inizio.

2) Ci teniamo a sottolineare che la Fiera è un evento che propone come obiettivo la diffusione del pensiero anti-autoritario e che cerca di essere uno spazio d’incontro e di scambio di esperienze che contribuiscano alla distruzione delle relazioni di dominio e sfruttamento che attualmente abbiamo. Declamiamo che l’anarchia non ha nulla a che fare con la cattiva immagine che i media borghesi mostrano. L’anarchia è la massima espressione dell’ordine, un ordine senza autorità né coesioni, basata sulla libertà, la solidarietà e il sostegno reciproco.

3) Ci è chiaro che lo Stato-Capitale, nel tentativo di mantenere le condizioni sociali esistenti nell’attualità e cercando di continuare a nascondere le contraddizioni che rinchiude e lo portano alla sua distruzione, farà tutto il possibile per sabotare le attività che portiamo avanti, non solo i gruppi che revindicamo l’ANARCHIA, ma di tutti quelli che lottano per una trasformazione totale dello stato delle cose.

4) Rendiamo responsabile il Procuratore Generale dello Stato di Jalisco di qualsiasi doglianza proposta contro il gruppo organizzatore e / o dei partecipanti alla Fiera, prima, durante o dopo di questa.

5) Chiediamo ai partecipanti alla Fiera di astenersi di cadere nelle provocazioni nel caso che (ne dubitiamo), qualche incidente si presenta, e facendo appello alla loro solidarietà, e senza cadere nella discussione vaga circa l’uso di droghe, che, date le circostanze si astengano dall’uso di queste durante la loro permanenza durante l’evento.

Ci auguriamo che questo incidente non contribuisca a ridurre la voglia di partecipare a questo evento. Vi aspettiamo compagni con ansie !.!

Saluti libertari

Comitato Organizzatore del 2° Pubblicazione Fiera del Libro e anarchici Guadalajara 2013

fonte

Cile: Comunicato della Biblioteca Autónoma Sante Geronimo Caserio sulla condanna di Hans Niemeyer

Venerdì scorso, nel centro dell’ (in) giustizia è stato condannato il compagno Hans Niemeyer per il posizionamento di un ordigno esplosivo (cinque anni per l’applicazione della legge sul controllo degli armamenti), e danni (300 giorni per reato dell’codice penale). Con la somma di entrambe le pene, non è possibile l’applicazione di un “beneficio” alternativo stabilito dalle stesse leggi borghesi, e deve compiere la condanna effettiva, vale a dire, in carcere.

La nostra lettura della sentenza, è molto semplice: Hans è stato condannato ad una pena detentiva per la degna attitudine con cui si è affrontato al potere; per la sua decisione di agire e di fornire di contenuto il suo ideale rivoluzionario… senza sosta anche nel momento di confrontarsi alla prigione e decidendo anche di andare alla clandestinità, quando il suo processo è stato seminato di trappole mediante i trucchi dei persecutori. Hans no abbia mai chinato la testa ai suoi nemici, no abbia mai fatto dichiarazioni o seguito le logiche autoritarie, non abbia mai dato motivi di vederlo sconfitto.
Hans, in un atto di profondo amore, non ha abbandonato i suoi né loro hanno abbandonato a lui: scaparono insieme, nel tentativo di evitare le gabbie, gli ha difeso anche a proprio rischio, quando gli anfibi della polizia hanno cercato di imporsi nei successivi registri.

Ai potenti, non solo gli da fastidio l’atteggiamento di Hans, anche gli fa paura: vedono in lui un pericolo per le sue idee e per il suo attuare, perché il compagno mai li ha temuto, perché anche nelle avversità mai è stato solo, e perché altrx solidarizzammo con lui anche senza nemmeno conoscerlo… Perché non abbiamo bisogno delle sue parole per riconoscere in lui un compagno, il suo silenzio era un occhiolino e la testa alta, un altro, e perché quando le sue parole vennero, rimbalzando i muri, eravamo sicuri che non ci avevamo affatto sbagliato al sentire il suo odore: con le sue parole, molti cuori si alzarono, molte menti si sono mese a volare, molte idee sono state propagate e si sono fatte pratica, siamo cresciuti.

Il giorno che altri hanno deciso la sua libertà, Hans era accompagnato dalla sua famiglia, amici/che e dai suoi/e compagni/e che volevano fare reale la sua solidarietà, partecipando alla lettura della condanna, sapendo anche che dovevano affrontare l’esposizione mediatica, e ai boia che armati fino ai denti e sfruttando cani addestrati, si siedono con il potere per decidere se un (a) compagno (a) solidale entra o non senza problemi, perché naturalmente, la stampa borghese con tutto il suo arsenale entra senza problemi, ma chi va per appoggiare a Hans, non ci arriva.

Parole più o parole meno, oggi Hans resta in carcere, di nuovo da fronte alle gabbie che per qualche tempo era stato in grado di superare. La sua condanna è anche la rivincita del potere, per i casi dove altri/e compagni/e sono riusciti a scontare la pena in strada. Lui ha già dimostrato la sua forza, sappiamo che sta integro, ma quello non può essere la ragione perché le nostre dimostrazioni di solidarietà si consumino: il compagno è in carcere, e nel inverno è più fredda che mai.

C’è ancora un ‘istanza di appello al tribunale per la richiesta della nullità della sentenza. È l’ultima strada legale per cercare che Hans sconti la sua pena in strada, vicino alla sua famiglia e ai suoi compagni/e. Se bene non crediamo nelle leggi che ci hanno imposto e non crediamo nella giustizia data dallo Stato che combattiamo, è in quel terreno legale dove oggi si gioca la libertà del compagno, e per lo stesso, continueremo a sostenerlo e accompagnarlo.

La chiamata è per la solidarietà, ma non ad una solidarietà di parola, sennò d’azione. Una solidarietà rivoluzionaria, che difendiamo al di sopra dei legami che possono o non creare i procuratori, la polizia e la stampa.

Una solidarietà che ci permetta di diffondere l’idea e la pratica anti carceraria, e agitare veramente per la libertà del compagno.

CHE NESSUN (A) COMPAGN (A) SIA SOLO (A)!
MAI BATTUTI!
HANS NIEMEYER SULLA STRADA!

Qui lasciamo un sito con una intervista (in spagnolo) con avvocato di Hans, Julio Cortés che spiega meglio la situazione Giudiziale del compagno.

Biblioteca Autónoma Sante Geronimo Caserio

Grecia: Aggiornamento sui due anarchici arrestati il 11/7 a Salonicco

Nessun ostaggio nelle mani dello Stato

Il 17 Luglio, alle 10:00, un raduno di solidali abbia avuto luogo presso la corte d’appello di Atene, dove i due anarchici arrestati sono apparsi all’interrogatore, che abbia emesso un ordine di custodia cautelare nei confronti di entrambi. I compagni sono stati trasferiti alle carceri maschili di Koridallos. Sono stati tenuti in carcere in attesa di giudizio con multiple accuse di terrorismo.

In particolare le accuse sono le seguenti:

i. Partecipazione ad organizzazione terrorista e preparazione, fornitura e possesso di materiale esplosivo a favore dell’organizzazione terrorista (riguarda la CCF).

ii. Azione terrorista di tentato omicidio non colposo.

iii. Azione terrorista di esplosione intenzionale con uso di materiale esplosivo che poteva e ha generato allarme a proprietà privata, a persone e strutture di pubblica utilità, oltre a provocare danno ripetutamente ad entrambe.

iv. Azione terrorista di preparazione, fornitura e possesso di materiale esplosivo e bombe con l’intento di causare allarme a proprietà privata e persone ripetutamente.

v. Azione terrorista di incendio dal quale potrebbe risultare pericolo per proprietà private e persone ripetutamente.

vi. Azione terrorista di danno criminale a proprietà privata realizzato con uno dei mezzi dell’articolo 270 del codice penale in modo ripetuto.

vii. Istigazione delle azioni ii, iii, iv, v, vi.

Inoltre come istigatori per le 4 azioni del progetto “Fenice” sono accusati anche i 10 prigionieri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

SOLIDARIETÀ A TUTTI I COMPAGNI IN OSTAGGIO!

FORZA COMPAGNI

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA!

fonti: a, b, c

Trento, Italia: Arrestati tre compagni con l’accusa di aver danneggiato alcune agenzie interinali

WEB_sfruttatori

CHE LO SFRUTTAMENTO VADA IN FRANTUMI

Nella notte tra il 14 e il 15 Luglio, a Trento, sono stati arrestati (e poi sottoposti agli arresti domiciliari) tre compagni con l’accusa di aver danneggiato alcune agenzie interinali.

Non ci interessa sapere se sono stati loro.

Ciò che sappiamo è che le agenzie interinali sono strutture di caporalato che garantiscono lo sfruttamento di milioni di lavoratori.
Ciò che sappiamo è che sono sempre più odiate.
Ciò che sappiamo è che danneggiarle è il minimo.
Ciò che sappiamo è che Kamila, Josè e Leo sono compagni nostri, combattivi e generosi.

Kamila, Josè e Leo liberi! liberi tutti!

anarchiche e anarchici
di Trento e Rovereto

Grecia: Libertà per i lupi del Nord

Nella notte di Giovedì 11 Luglio gli sbirri sono entrati nello squat anarchico Nadir, rubando le attrezzature, causando danni e arrestando un compagno. Allo stesso tempo un altro gruppo di scagnozzi in divisa ha arrestato un altro compagno nella zona di Stavroupoli, Salonicco.

Non parleremo di “ingiuste persecuzioni”, o del “clima di terrore contro quelli che lottano”, né del “nuovo totalitarismo” e cose cosi. Questo perché sappiamo che nulla di tutto ciò è nuovo. Questi sono semplici istantanee della antica guerra tra due mondi incompatibili: da un lato c’è il disgustoso mondo dell’Autorità, della massa assoggettata e della cloaca sociale e dall’altro, gli anarchici insorti, i combattenti insubordinati del Negativo, quelli che non si inchinano davanti a nessuno.

Non parleremo nemmeno degli altri. Quelli che in questi giorni si sentono segretamente contenti e sollevati. Adesso non è né il tempo né il luogo per farlo. Dovrebbero comunque sapere che, comunque, arriverà il momento di parlare di queste cose. Parleremo dei nostri fratelli. Per tutti quelli che disprezzano la comodità della lotta politica dentro il sistema e si gettano, sorridendo, nello scontro. Per tutti quelli che prendono parte alla guerra anarchica e alla continua insurrezione usando tutti i tipi di mezzi e da differenti posizioni.

Parleremo dei compagni della rete FAI/FRI, dei combattenti dell’ALF e dell’ELF, dei fieri illegalisti, dei rapinatori di banca e anche di quei combattenti, dai quali magari siamo diversi per le idee, che ci troviamo vicini dietro le barricate di strada e le trincee.
Parleremo dell’amore e della solidarietà tra compagni. Della solidarietà non negoziabile e intransigente, che è forgiata dal fuoco e non dal lamento umanistico dei democratici di qualsiasi colore.

Per noi, non importa se i nostri compagni, catturati Giovedì, hanno fatto ciò di cui sono accusati. Perché sappiamo che questo percorso non inizia con la lotta armata né ci finisce e può anche non capitarci mai. Esso è un percorso di consapevolezza che tutti noi abbiamo scelto da tanto tempo…

SOLIDARIETÀ AI DUE FRATELLI ARRESTATI E AI COMPAGNI DEL NADIR

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ANARCHICI PRIGIONIERI DI GUERRA E TUTTI I RIBELLI IMPENITENTI

LUNGA VITA ALL’INTERNAZIONALE NERA!

NESSUN PASSO INDIETRO!
RABBIA E CONSAPEVOLEZZA!

Progetto anarchico A-politiko
Progetto anarchico di traduzione/pubblicazione Erevos
Progetto anarco-nichilista Parabellum
Fronte di Consapevolezza Anarco-Nichilista per la diffusione del Negativo

in inglese

Salonicco: Comunicato dello squat Nadir

trixypixie

“Verso la fine di questa notte, lo sconforto non è ammesso. Non rischi più nulla ormai.” Paul Eluard

Ogni minuto, ogni ora che passa, il mostro storico rappresentato dallo Stato attacca una società che gemita e muore lentamente e passivamente sotto il suo stivale.

Comunque, i fuochi della rabbia e della resistenza non smettono di distruggere l’oscurità generalizzata e le voci selvagge di rabbia e consapevolezza non smettono di provocare incubi alla gente compiacente e sempre più povera e invocano un largo fronte di resistenza e liberazione, per la necessità della rivoluzione.

Un avamposto di resistenza e infaticabile impegno per il Negativo esiste da anni, il NADIR con la sua lotta inconciliabile su due fronti contro lo stato e l’autorità da un lato e dall’altro il riformismo e tutti i tipi di capitolazione del “movimento anarchico” che “danza” al ritmo dell’agenda e dei tempi statali, funzionando come il lungo braccio della “Democrazia”.

Ecco perché gli attacchi da entrambi questi poli sono violenti e costanti e ovviamente, invece di intimidirci, ci danno spinta visto che abbiamo vissuto e dimostrato con le nostre vite e azioni che “ciò che è speciale è perire sul campo di battaglia”. Ieri, le forze speciali di questo stato-operetta, l’EKAM e i bastardi dell’antiterrorismo hanno invaso ancora una volta questo spazio di cultura rivoluzionaria e di esemplare azione anarchica, sequestrando uno dei nostri compagni, mentre un altro è stato preso mentre tornava a casa. Ovviamente la loro furia vendicativa non ha lasciato nulla integro, rompendo e distruggendo tutto, anche i sanitari!!!

Non vogliamo dire altro su questo caso che è ancora in evoluzione. Abbiamo dimostrato che non siamo come quelli che “parlano e speculano nelle assemblee sporcando fogli”…

Continueremo ostinati tra le rovine, macchiando il grigiore delle coscienze compiacenti e del disfattismo con il fumo della battaglia sociale e delle nostre anime, considerandoci in nessun altro posto se non in questa lotta.

Nessun passo indietro,
Tenendo sempre alte le nostre bandiere nere…

SOLIDARIETÀ ALL’IDEA ANARCHICA DEL NADIR, ALLO SQUAT E ALLA SUA GENTE.
SOLIDARIETÀ E LIBERTÀ PER I DUE COMBATTENTI ARRESTATI.
LUNGA VITA ALLA “FAI” E ALLA “COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO” E TUTTI I COMBATTENTI SOCIALI CHE OLTREPASSANO LA SOTTILE LINEA ROSSA E PRENDONO PARTE ALLA NUOVA GUERRIGLIA E ALLE SUE DIVERSE AZIONI.
VERSO LA FINE E OLTRE…

Squat Anarchico Nadir
E compagni e solidali insubordinati

fonte

Atene – Caso Lotta Rivoluzionaria: È stata ordinata la scarcerazione dell’anarchico Vaggelis Stathopoulos

to

Lunedì, 15 Luglio 2013, è stato ordinato il rilascio dell’anarchico Vaggelis Stathopoulos dalla prigione con condizioni restrittive (2000€ di cauzione monetaria, obbligo di presentarsi due volte al mese alla stazione di polizia più vicina alla sua residenza, divieto di uscire dal paese).

Solidarietà con l’anarchico Kostas Gournas, imprigionato membro della Lotta Rivoluzionaria, e tutti i compagni condannati nello stesso processo.

Libertà per tutti i prigionieri in lotta!