Atene: Rivendicazione di responsabilità dagli “Illegali” per l’attacco incendiario alla Corte distrettuale di Halandri

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Domenica, 30 Dicembre 2012

Il nuovo periodo di repressione, che è stato lanciato con l’invasione della polizia in Villa Amalias e seguito dall’invasione nello spazio autogestito di ASOEE, dovrebbe segnare inizio della fine per il terrorismo di Stato. Samaras, Dendias, Kaminis, i primi cappucci cadranno insieme con le vostre teste. Avete cacciato i nostri compagni della loro casa, avete preso le macchine da stampa, avete rubato l’attrezzatura della radio; pagherete caro.

Nulla è finito, è solo l’inizio.

Abbiamo piazzato un ordigno incendiario alla corte distrettuale di Halandri (periferia nord di Atene) solo per riscaldarci. L’atto principale seguirà presto.

L’OCCUPAZIONE DI VILLA AMALIAS NON LA PRENDERETE MAI.

Grecia: Gesti di solidarietà in corso per l’occupazione di Villa Amalias

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Le immagini sono solo indicative: Un grande striscione è stato immesso sul Castello di Patrasso in solidarietà con Amalias Villa, un altro striscione a Mytilini, sull’isola di Lesvos, si legge “Solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias” (mentre sullo slogan dietro, sul muro, si legge “lo Stato e il Capitale sono gli unici terroristi”), e l’ultima foto viene da Salonicco, dove compagni hanno dipinto messaggi di sostegno del tipo “Non prenderete la Villa Amalias, neppure nei vostri sogni…”

Grecia, Trikala: Un’altra lettera dall’imprigionato Vaggelis K.

Sabato, 29 Dicembre 2012 dei solidali hanno diffuso un testo del compagno Vaggelis Koutsibelas in occasione del suo imminente processo. Si trova in custodia cautelare dal 5 Aprile 2012, accusato di aver commesso una serie di attacchi incendiari con bombole di gas nella città di Trikala. Qui di seguito la sua breve lettera dal braccio D2 del carcere di Trikala

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La data del processo è stata fissata per il 6 Marzo 2013, un processo con giuria mista che si terrà a Larissa.

Poliziotti e magistrati in tutto il loro splendore: chiameranno otto testimoni alla corte, tra cui due poliziotti in borghese ed uno della squadra della polizia motorizzata (DIAS). Tra i testimoni dell’accusa fila anche l’infame Giorgos Zafiris (una marionetta dei sbirri, che ha fatto la spia sulla metà della popolazione di Trikala solo per avere la sua dose di eroina, può vendere la propria madre per la droga). Non si è vergognato di chiamarmi “SUO AMICO”! Lo attenderò nell’aula anche lui, solo per vedere quando esattamente sia il suo coraggio.

Altri due testimoni dell’accusa che affermano di essere stati testimoni oculari e sono venuti faccia a faccia con l’autore, non sono mai stati chiamati a testimoniare prima di questo momento. Soprattutto la seconda testimone che ha detto ai poliziotti che era venuta faccia a faccia con il sospetto, ed ha descritto l’uomo come segue: “Aveva un’altezza media, e aveva una moto”. Per cominciare, la mia moto è stata confiscata dalla polizia pochi giorni prima dell’indagine su tali incidenti, perché non avevo i documenti di licenza necessari su di me durante un posto di blocco della polizia. Quando sono riuscito a riprendere la mia moto dalla questura, aveva vari danni ed era impossibile di guidarla per un po’. Fino ad ora, questa testimone particolare non è mai stata chiamata a testimoniare in mia presenza, durante il controinterrogatorio.

Sono stato riconosciuto colpevole da entrambi i poliziotti e giudici, che hanno ordinato la mia detenzione preventiva mediante una procedura rapida. Durante i primi giorni della mia cattività, non hanno mi hanno nemmeno lasciato andare in ospedale o mandarmi ad un medico legale per esaminare le mie ferite sanguinanti, causate dalle percosse ripetute che ho ricevuto mentre ero sotto custodia. I miei aguzzini in borghese avevano la completa assistenza dei giudici preliminari. Mi viene ancora da ridere con le parole che la procuratrice mi ha detto in faccia allora: “Ha 42 anni, e ora vi siete ricordati di portarmelo davanti? Rinchiudetelo, rinchiuderlo!”

Da parte mia, ho negato tutte le accuse e gli incendi dolosi che sono attribuiti a me, l’unica cosa che ho accettato sono stato i testi che sono stati pubblicati su internet. Ho presumibilmente incitato (attraverso i miei testi) il popolo di Trikala a sollevarsi e dare fuoco alla prefettura e al comune, come se stiamo costringendo chiunque di leggere e assimilare tali comunicati!

Non importa; tutto sarà chiarito in tribunale. Ho anche chiamato sei testimoni di difesa, e, naturalmente, i giovani del mio villaggio a sostenermi. Purtroppo non ho un reddito, e se il “misericordioso” Stato ellenico non prevederà per un avvocato d’ufficio, allora sarò costretto a difendermi per conto mio. Questo è tutto quello che avevo da dire sul processo imminente.

LA LOTTA CONTINUA…

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Braccio D2, Carcere di Trikala

Atene: Intervento presso stazioni dei mezzi pubblici, e agitazione per lo sciopero di “Non lavorare mai di Domenica”

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Sabato, 29 Dicembre persone dalle assemblee aperte e altri gruppi sono intervenuti nelle stazioni della metropolitana e del tram mettendo dei striscioni e distribuendo materiale informativo per il diritto alla libera circolazione, nel trasporto pubblico e non solo. I partecipanti hanno iniziato da diversi punti della città fino a raggiungere la stazione della metropolitana di Piazza Syntagma, dove hanno tentato di avvicinarsi ai passeggeri e diffondere la necessità di non convalidare i biglietti nelle apposite macchine, come forma di protesta.

Un testo dai “Proletari negazionisti del debito” e la “Assemblea Aperta del quartiere di Elliniko-Argyroupoli” (periferia sud di Atene) è stato distribuito ai passeggeri e passanti, che ha avuto inizio con lo slogan: “Invece di non dimenticare di convalidare il biglietto, non dimenticare di attaccare lo Stato che saccheggia la tua vita!”

L’azione è stata sostenuta anche dai membri del Sindacato di Base dei lavoratori del Attica nel settore del libro-giornale, che hanno informato in modo intermittente le persone sullo sciopero a livello nazionale nel settore del commercio sotto lo slogan “Non lavorare mai di Domenica”, che è stato dichiarato per il 30 Dicembre contro l’apertura di negozi commerciali e contro il lavoro per ogni Domenica

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Su questo volantino che è stato distribuito dai «Lavoratori disoccupati e precari da diversi quartieri di Atene”, si legge:

Trasporto gratuito per i lavoratori, disoccupati, studenti e pensionati

Diciamo di no alla privatizzazione dei mezzi di trasporto pubblici
I servizi di trasporto sono un bene pubblico

Discussione per ulteriori azioni Giovedì, 10 Gennaio 2013, ore 18.00, presso l’Università Politecnica di Atene (ingresso da Via Stournari)

Collettivi di lavoratori, disoccupati, studenti, quartieri per un trasporto gratuito

Messico: L’anarchico Mario López rilasciato dalla detenzione preventiva

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In data 29 Dicembre, verso le 01:00, il nostro compagno Mario López “Tripa” è uscito per le strade di nuovo. Con l’aiuto di solidali, Mario ha pagato la cauzione che è stata fissata per il suo rilascio, così ora è in attesa di processo in “libertà”.

Grazie mille a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno sostenuto questa lotta. Abbiamo ancora bisogno di prendere molti compagni fuori delle carceri. Libertà per Braulio Duran, che sia detenuto in León!

Abbasso le mura delle prigioni!
Forza a tutti i compagni che sono in carcere o in fuga!

VIVA L’ANARCHIA!
ABC Messico & Solidaridad Mario

Messico: ELF-FAI rivendica incendio di una macchina della polizia

TUTTAVIA, SIAMO IN GUERRA
TUTTAVIA, SIAMO IN GUERRA

“… rifiutiamo l’idea dell’apparente innocenza della società. Il silenzio non è mai innocente. Odiamo sia la mano che impugna la frusta, sia la spala che passivamente la subisca.”
Cospirazione delle Cellule di Fuoco / Theofilos Mavropoulos

Nel contesto della Giornata Internazionale di Azione Diretta in solidarietà con il compagno Mario López “El Tripa”:

“Siamo l’etere che le nebulose liberano dal loro tessuto”

Abbiamo deciso di uscire e dimenticare la paura, siamo coscienti dei pericoli e tuttavia restiamo dispost* a continuare a camminare, detonando nell’oscurità, rubando la quotidianità al tempo, e così con la nostra eccitata respirazione turbiamo il silenzio. Ci sommiamo ai passi inconformi che trasporta il vento, alla passione costante di tutto il verde che anche sotto l’asfalto rifiuta di morire, a quella bellissima vegetazione selvaggia che insolente e incontenibile fa fermare gli sguardi nei suoi piccoli germogli che spaccano il cemento. Abbiamo rifiutato la storia sintetica, quella in cui si adorano le macchine che avvolgono tutto con sottili e corrosivi strati di plastica. Siamo luddisti palpitanti con la terra e abbiamo deciso di rinominare la realtà.

Compagn*, oggi condividiamo con voi la breve cronaca di un’azione inconclusa, per il fatto che il dispositivo ritardante posizionato sul nostro congegno incendiario ha fallito – congegno collocato il giorno 20 dicembre 2012, sotto una pattuglia municipale appartenente allo Stato del Messico (EdoMex) – è necessario sottolineare che sono stati curati i dettagli di sicurezza e se le maledette forze poliziesche hanno nelle loro mani questo congegno, non potranno trovarvi una sola pista, niente. E’ importante comunicare gli errori, così come si comunicano gli attacchi riusciti, perchè questi possano servire come metodo di sviluppo all’interno dell’informalità; siamo fiduciosi che questa azione avrà comunque qualcosa di utile, servendo come avvertimento, come promemoria del fatto che continuiamo a restare in guerra in qualunque parte del mondo. I non conformi, i selvaggi continuano ad irrompere, questa azione non è più che un obiettivo necessario da conseguire.

Ora sentiamo la necessità di comunicare con tutt* i/le compagn* sequestrat* nelle carceri, siamo fiduciosi del fatto che queste righe arriveranno a tutt* loro e che li faranno sentire meno sol*, siamo ansiosi che sappiano che siamo accanto a loro. Fuori e dentro le celle esiste l’amore insistente per la lotta contro quanto è imposto. Speriamo di vederl* lontano dalle prigioni e nottambuli li nominiamo. Tutt* insieme e riparati dalla notte, assaporeremo lo spettacolo che milioni di scintille ci offrono, formando fasci di stelle che esplodono e illuminano gli sguardi.

La lotta è contro tutta la realtà esistente e imposta!
Solidarietà con tutt* i/le nostr* compagn* imprigionat* nei diversi reclusori del mondo!

Forza Mario López, Nicola Gai, Alfredo Cospito, Carla, Iván, Henry, Elisa Di Bernardo, Gabriel Pompo Da Silva, Marco Camenisch e tutt* i/le compagn* sequestrat* dallo Stato!

Gioia per sapere lontani dalle sbarre Eat e Billy!

Amore e Rabbia!

La vita selvaggia e incontenibile, non sparirà… mai arres*, mai sol*, stupendamente violent* e collericamente forti!

Frazione Anticivilizzazione
del Fronte di Liberazione della Terra
Affine alla Federazione Anarchica Informale
(FA/FLT/FAI)

fonte

Atene: Irruzione alla facoltà di ASOEE, picchiati ed arrestati venditori ambulanti immigrati, confiscate le attrezzature di 98FM dalla polizia

Invasione della polizia e perquisizione presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) sulla Via Patission, 28/12/2012

Fin dall’inizio, questa operazione della polizia è stata usata per reprimere gli spazi politici nella facoltà di ASOEE. Dopo l’invasione all’occupazione di Villa Amalias il 20 Dicembre, lo Stato ha scelto di colpire un altro “spazio di illegalità”, vale a dire uno degli studi così come l’antenna sul tetto della stazione radio libera 98FM sul centro di Atene. Si prega di diffondere la notizia lungo e in largo…

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L’intera operazione della polizia era tutta un remake a basso costo della recente invasione all’occupazione di Villa Amalias. Nel caso di Villa Amalias, una presunta denuncia anonima alla polizia ha preceduto l’invasione. Dal mezzogiorno di Venerdì, 28 Dicembre le forze repressive sono state dispiegate in Via Patission, un viale nel centro di Atene, a seguito di un’altra denuncia anonima, questa volta legata al commercio illegale di merci. Questa denuncia anonima (una presunta telefonata) è stata inoltrata direttamente a un pubblico ministero che è stato chiamato ad intervenire immediatamente.

Quindi, per ordine del pubblico ministero, gli squadroni anti-sommossa insieme ad altri sbirri come le unità motorizzate DIAS ed altre fecce sono stati inviati alla facoltà di ASOEE per dare la caccia a coloro che presumibilmente condannano la Grecia per un lungo periodo di tempo al declino economico: i immigrati venditori ambulanti e i rifugiati provenienti dall’Africa che vendono CD musicali pirati e statuine di animali in legno. Questa scena viene ripetuta troppo spesso: alcuni immigrati hanno trovato rifugio nel cortile della ASOEE mentre i feroci cannibali della polizia greca hanno usato con l’odio razzista i manganelli contro i venditori ambulanti e li hanno cacciati via con le moto della polizia dalla zona.

Ma questa volta c’era anche un procuratore. Ha ordinato l’invasione immediata della polizia nei locali universitari, così i poliziotti sono riusciti ad arrestare 16 persone all’interno. Tuttavia, i poliziotti stavano per condurre pure una perquisizione.

Quindi, porta la facoltà è stata aperta e, dai cinque piani dell’edificio, il pubblico ministero ha scelto… il piano sotterraneo, dove i luoghi di ritrovo (spazi occupati autogestiti) dei gruppi studenteschi ed altri gruppi possono essere trovati. Non a caso, la polizia ha rotto le porte e invaso gli spazi anti-autoritari nello stesso luogo, in cui hanno trovato 5-10 bottiglie vuote di birra, alcune bandiere / striscioni e maschere antigas utilizzate per le manifestazioni. E quello era il momento in cui la polizia ha scoperto il segreto gelosamente custodito del ASOEE: sì, in effetti, uno studio radiofonico gestito nell’edificio. La polizia ha agito sorpresa, come se non lo sapesse già. Le apparecchiature tecniche della radio sono state probabilmente considerate un prodotto del commercio illegale di idee, così sono state prese dai sbirri.

L’antenna radio con un trasmettitore audio e le macchine sono state smantellate e confiscate. È chiaro alle autorità che questa stazione radio pirata commette illegalità con la sua diffusione non autorizzata. Tuttavia, i mass media cominciano a chiedersi: C’era veramente una stazione radio tutta all’interno dei locali universitari… Come mai qualcosa ancora viene trasmesso alla banda dei 98FM?

Ora che il ministro dell’Ordine Pubblico, Nikos Dendias, ha smantellato lo studio della radio 98FM nella cantina e la sua antenna sul tetto è stata pressa dall’edificio del ASOEE, i giornalisti non dovrebbero sentire un po’ di interferenze radio, non dovremmo tutti avere problemi di ricezione?

Possiamo ancora sentire una trasmissione alla stessa frequenza. È forse una stazione di radio “legale”? Ma naturalmente non. Quello che si può sentire forte e chiaro è il Free FM invece! La sua diffusione non autorizzata è abilitata per la trasmissione dal parco statale delle antenne radio sulla montagna di Ymittos, ad Atene. Free FM non è altro che la stazione radio che è stata istituita 7 anni fa (con la benedizione di diversi politici, ideologi del totalitarismo), al fine di “passare sopra” la frequenza in cui la radio libera 98FM andava in onda dal 2002.

Questo per quanto riguarda la loro ipocrisia. E ora a tutti gli effetti: non siamo affiliati ad alcuna autorità politica o economica. Non abbiamo alcun beneficio finanziario dalla gestione della nostra stazione radio. Noi non esprimiamo la tendenza di un particolare vettore o associazione, ma diamo voce solo a coloro che accettano il minimo accordo politico della stessa stazione radio libera. In questo contesto, tutti possono co-gestire la stazione radio, e possono parlare nel suo microfono. Noi non obbediamo ad alcun “consiglio nazionale di radiodiffusione” o qualsiasi altro ente analogo formale o informale.

Questo è il motivo per cui vogliono chiuderci la bocca. Ma non ci riusciranno. Come in ogni epoca, le idee, la libertà di parola e le opinioni minoritarie trovano la loro strada per uscire allo scoperto. E la statura di Mr. Dendias, ed ogni Dendias, è troppo piccola per lanciare qualsiasi ombra a queste parole.

La stazione radio continuerà a trasmettere sui 93.8fm e online.

Tentate di seppellirlo, ma dimenticate che si tratta di un seme.
La contro-informazione non può essere messa a tacere.

Radiozone di Espressione Sovversiva
93.8FM | 98.0FM (?) | radio98fm.org

Atene: Capodanno alle prigioni di Koridallos

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“Il prigioniero nel carcere smette di vivere, sopravvive solamente. Ognuno costruisce il proprio stampo ricorrendo a comportamenti e reazioni standardizzati. (…) diventa solo un altro numero, un altro caso accusatorio sparso su un letto di ferro, una cella stretta. Un numero di meno e chi se ne frega. Oltretutto i prigionieri per il sistema disciplinare non sono nati, sono solamente germogliati così, e così come sono germogliati saranno sradicati.. [Estratto dalla lettera di un compagno dal carcere]

Lunedì, 31 Dicembre 2012 dalle 23.30
Presidio di solidarietà fuori dalle prigioni femminili di Koridallos

Da Santiago a Montreal, e da Salonicco a Chania: 10, 100, 1000 presidi di solidarietà fuori dalle carceri, centri di detenzione per minorili, campi di concentramento di immigrati

Quando tutti gli altri festeggiano, ricordiamo quelli che gli altri vogliono dimenticare
anarchici

Madrid: Presidio davanti al carcere di Navalcarnero in solidarietà con i prigionieri in lotta

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Lunedì, 31 Dicembre: Capodanno Anti-prigione
Presidio di solidarietà con le persone detenute,
Raduno entro le ore 12.00 nel parcheggio del carcere Navalcarnero
(Madrid-IV centro penitenziario, Ctra. N-V, km. 27,7)

Ancora un altro anno di inganni, frodi, impoverimento politico ed economico; di crisi; un altro anno in cui abbiamo espresso il nostro odio e l’indifferenza nei confronti di questo sistema, che ci manipola e ci opprime in tutti i campi della nostra vita. Un altro anno con la tensione per le strade, mobilitazioni, proteste e la solidarietà tra gli sfruttati che sono disgustati da così tante frodi.

Mentre i potenti agiscono secondo la loro volontà con piena impunità, le carceri (strumento sottile dei governi, al fine di tenerci soggiogati sotto la loro imposta legislazione redditizia) sono riempiti sempre con più ostaggi dallo stesso sistema politico che ci opprime per le strade , sul posto di lavoro, le scuole, nei centri medici… Persone che hanno dovuto arrampicarsi per sopravvivere in una società selvaggia, violenta e malata di fronte a un codice penale sempre più duro ed abusivo, gente che ha osato alzare la voce durante le numerose mobilitazioni di protesta ed ora serve come capro espiatorio per il resto delle migliaia dei compagni, che continuano a ribellarsi e passare al di fuori dei loro interessi economici e politici.

Come negli anni precedenti, saremo sempre insieme a questo presidio, al fine di dare il nostro sostegno incondizionato a chi è stato rapito e privato della libertà nelle prigioni di uno Stato, esposto ad ogni genere di abusi, torture, negligenze e violazione dei diritti. La solidarietà deve raggiungere l’ultimo dente di questo sistema, che sta per l’ingiustizia sociale e ci manipola al giorno d’oggi, in modo che i compagni sanno che non sono soli e che noi continueremo a gridare il più forte possibile e con tutte le nostre forze, al fine di penetrare attraverso ogni muro, cancello e barriera che ostacola la nostra strada.

Niente più torture e omicidi nelle carceri
Solidarietà con i prigionieri in lotta

fonte

Seattle, Stati Uniti d’America: Un altro oppositore alla Grande Giuria preso in custodia

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Il 26 Dicembre, Matthew (Maddy) Pfeiffer è stato preso in custodia presso la FDC SeaTac a Seattle.

Maddy è stato riconosciuto colpevole di disprezzo civile, ed è la quarta persona ad essere incarcerata per resistere al Gran Jury federale, che sta indagando anarchici dal nord-ovest del Pacifico apparentemente in relazione al vandalismo del tribunale federale di Seattle Nakamura durante il Primo Maggio.

Matt Duran e KteeO Olejnik sono stati imprigionati da Settembre, mentre Leah-Lynn Plante è stata arrestata e poi rilasciata nel mese di Ottobre (ancora, le ragioni non sono chiare, ma si sospetta che Leah potrebbe aver collaborato con l’FBI).

Continuiamo a sostenere e scrivere lettere a questi imprigionati silenziosi:

Matthew Pfeiffer # 42421-086
Katherine Olejnik # 42592-086
Matthew Kyle Duran # 42565-086

FDC SeaTac, P.O. Box 13900
Seattle, WA 98198 (USA)

Atene: Attacco con vernice contro il vecchio municipio, in solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias

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La notte del 24 Dicembre, dei compagni hanno voluto aggiungere un po’ di colore alla miserabile decorazione di Natale che il sindaco di Atene, Giorgos Kaminis, aveva riservato per la città. Abbiamo voluto fargli vedere che i pessimi rapporti politici sulla repressione contro l’occupazione di Villa Amalias non saranno lasciati senza risposta. Pagherà il prezzo corrispondente per la sua scelta di coprire le spalle del Primo Ministro, Antonis Samaras, che ha voluto dimostrare che è altrettanto fascista verso la parte dell’estrema destra dei suoi elettori, che sfilano al partito dell’Alba Dorata per ora.

Questa volta, abbiamo scelto bombe di vernice per attaccare la facciata dell’amministrazione comunale: il vecchio municipio in Via Athinas.

Kaminis dovrà presto pagare il prezzo della sua scelta politica, e questo è qualcosa che anche lui può capire. Questo è anche il motivo per cui la nostra azione è stata completamente messa a tacere dai media tradizionali, e perché agli operai comunali è stato ordinato di salvare la facciata del prestigio del sindaco durante la stessa notte pulendo l’edificio quanto più possibile, e raccogliendo i volantini di solidarietà che sono stati gettati per terra.

SOLIDARIETÀ CON VILLA AMALIAS
GIÙ LE MANI DALLE OCCUPAZIONI

fonte

Germania: Attacco incendiario in una fabbrica di allevamento di polli a Meppen, Bassa Sassonia

(uno dei tre impianti di allevamento che sono stati bruciati)
(uno dei tre impianti di allevamento che sono stati bruciati)

Il 22 Novembre 2012, nella notte, abbiamo dato fuoco a un allevamento di polli nella fabbrica Klein Füllen (a Meppen), che era vacante tra due periodi di nidificazione.

Sotto il capitalismo, quasi tutto è una merce. Il valore di scambio di una cosa determina ciò che deve essere fornito al fine di ottenere qualcosa. Chi ha bisogno di cosa, al fine di poter vivere felice, non è importante.

Alcune persone possono monopolizzare attraverso il possesso di un sacco di cose, che non usano nemmeno, nonostante il fatto che altri sono privi di queste. Le cose non vengono prodotte quando coloro che hanno bisogno di queste non hanno soldi. Se le cose non possono essere vendute bene, spesso vengono distrutte, anche se potrebbero essere necessarie. Quando si trovano in eccesso di offerta non redditizia, ad esempio, i cereali vengono bruciati, in modo che i prezzi non scendano.

Anche gli animali possono essere trasformati in una merce. “Gli animali della fattoria” possono essere mantenuti in vita con un costo minimo ed essere sfruttati: il massimo profitto da una creatura vivente che non può resistere. Nella produzione di carne l’uccisione di animali crea solo il valore aggiunto. In altri prodotti animali la macellazione è la conseguenza economica, una volta che l’esistenza, ad esempio, di vacche da latte o di galline che fanno uova non è più redditizia ad un punto di massimo. Animali umani e non umani sono sfruttati e uccisi. Questo non può in alcun modo essere equiparato, ma respinto in entrambi i casi.

Noi non ci abbassiamo sullo scambio verbale. Questo è importante, ma non basta. Le condizioni attuali sono molto più distruttive da qualsiasi attacco incendiario sulla proprietà. Le condizioni sono estremamente miserabili per la maggior parte degli organismi viventi, e devono essere combattute radicalmente. Non importa quanto buono lo stato sociale ama presentarsi, o quanti centimetri quadrati di carne di pollo o maiale sono a disposizione della gente, questo non cambia il fatto che l’organismo vivente di per sé è visto come niente di più che il suo utilizzo nella creazione di valore aggiunto. In questa fabbrica/fattoria i polli vengono ingrassati per Rothkötter. Rothkötter e Wiesenhof sono le più grandi aziende del settore del pollame in Germania.

Ci sono molte altre fabbriche di allevamento in ​​cui gli animali vengono tenuti.

fonte

Atene: Prossimi eventi di solidarietà per Villa Amalias (occupazione assediata dai sbirri)

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Sul manifesto si legge:

Nessuno ci può privare di ciò che è già nostro

Giovedì, 27 Dicembre
Evento a Piazza Victoria alle 17.00
– Il gruppo teatrale “Tsiritsantzoules” esibirà il Mistero Buffo di Dario Fo
– Proiezioni video da e per l’occupazione Villa Amalias

Sabato, 29 Dicembre
– Manifestazione in solidarietà con Villa Amalias, a partire da Propylea (in Via Panepistimiou) alle 12:00
– Concerto di solidarietà in Piazza Monastiraki alle 16.00 con Waxing Gibbous, Propaganda e Chimeria Narki

Occupazione Villa Amalias PER SEMPRE

RadioAzione: “In ogni caso nessun rimorso”

solidarity is our weaponIn questi ultimi mesi, nonostante le innumerevoli inchieste e processi a danno di tantissimi compagni anarchici in tutto il mondo, la solidarietà verso i compagni detenuti ha fatto un bel salto di qualità. Settimane di azioni e solidarietà si susseguono oramai da mesi e la “solidarietà” inizia a non essere unicamente un termine scritto. Non solo la F.A.Informale, ma tante altre sigle a volte anche momentanee all’azione hanno fatto sentire la loro solidarietà; la loro voce attraverso il frastuono della polvere esplosiva…attraverso il calore delle fiamme che ha visto ardere numerosi cardini, simboli e pilastri degli stati-capitale in tutto il mondo.

Ma, almeno per quanto riguarda l’Italia, tutto questo rumore viene un po’ nascosto, evitato, messo a dovuta distanza da parte di chi redatta giornali, siti e blog. Sarà la paura di essere coinvolti in chissà quale inchiesta futura, sarà per altri motivi, sarà…sarà…sarà che molto spesso è meglio parlare di lotte “lontane” o più “presentabili” che mettere bocca o prestarsi alla divulgazione di scritti, rivendicazioni ed azioni avvenute sul proprio territorio. Alcuni compagni detenuti sembrano essere fondamentali da supportare…altri sembrano tenuti a distanza perchè hanno la “peste”. Almeno per quanto riguarda RadioAzione si preferisce dare la solidarietà a tutti, anche con i meno affini, la complicità con pochi senza aver paura di farsi “appestare”. Se si pensa che si rischia di meno parlare di lotte meno radicali, allora si pensa male(guardare agli anni di carcere appioppati per il G8,ai mesi di arresti cautelari per le manifestazioni contro la T.A.V.).

A Giugno l’inchiesta “Ardire” della Procura di Perugia ha portato all’arresto di molti compagni. Gli intenti erano due:

-Evitare la scarcerazione di Marco Camenisch ed ostacolare il trasferimento di Gabriel Pombo da Silva.
-Mettere a tacere con la galera chi aveva dato eco ad azioni e scritti attraverso un blog.

Che poi vari sostituti procuratori della repubblica se la vogliono raccontare, con tanto di fantasiosi contorni, per far si che vengano firmate decine e decine di custodie cautelari…beh quella è una storia nota, ed onestamente non è lavoro di chi scrive queste due righe di andarlo smontare; in più non interessa entrare nelle teste dei nostri aguzzini. Interessa, invece, non retrocedere di un millimetro ma fare sempre un centimetro in più in avanti!

Il blog di RadioAzione fino a qualche mese fa veniva aggiornato si ma non nella quotidianità che lo si fa da qualche mese a questa parte. Le “Dirette d’Azione”non avevano una frequenza fissa, ma attraverso il blog si faceva sapere agli interessati il giorno e l’ora in cui fossero andate in onda.

L’operazione ”Ardire”,in particolare, ha reso la necessità di cambiare qualsiasi piano e progetto sia per il blog che per le dirette radio. Con mille tripli salti mortali si cerca di tenere aggiornato il blog nella quotidianità costruendo e mantenendo rapporti con tantissimi altri compagni in tutto il mondo; le dirette radio(Dirette d’Azione) da una a settimana sono diventate due, fisse negli stessi giorni e stesse ore. Ma la cosa molto più importante, almeno per chi porta avanti tale progetto, è quella di aver dato voce, fino ad ora e fino alla fine, ai compagni detenuti(ovviamente con scritti più affini), eco alle azioni dirette ed alle sue rivendicazioni alla faccia di qualche “Comodi-no” che vorrebbe diventare un “Comò” ma che alla fine si trasformerà in una scarpiera piena di scarpe da cui prenderà solo calci nel culo.

Quindi RadioAzione continuerà a dar voce e a far eco alle lotte radicali contro l’esistente, senza alcun problema, nessun tarlo, nessuna preoccupazione. Galera, domiciliari e molte inchieste non sono riuscite nell’intento di piegare le mie idee…figuriamoci se ci riesce la”minaccia” che potrebbero ritornare.

E nel caso…? Da quando ho capito cosa voglio ho sempre tenuto in mente una frase:

“In ogni caso, nessun rimorso”.

Solidarietà con tutti i compagni detenuti nel mondo!
Complicità con pochi!
Fuoco Alle Galere, Liberiamoli tutti!
Per l’insurrezione, per l’anarchia!

December 2012 A.M.(After Maya)
RadioAzione

Galles: Militanti di Cardiff agiscono in solidarietà con i compagni in Francia

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Diversi attivisti militanti di Cardiff si sono riuniti il ​​18 Dicembre per mostrare solidarietà con il richiamo per la solidarietà internazionale con le manifestazioni della Giornata dei Diritti Umani in Francia e l’Europa nord-occidentale il 10 Dicembre, e le manifestazioni del Dicembre che continuano nella ZAD (vicino a Nantes , Loire-Atlantique) e nelle principali città francesi come parte della Giornata Internazionale dei Migranti del 18/12. Il blocco di Cardiff proveniva da gruppi tra cui il No Borders Galles del Sud, l’ABC di Cardiff, la nuova rete degli occupanti di Cardiff, e un sito locale di viaggiatori, così come molti gruppi che erano venuti insieme per la Giornata dei Diritti Umani per chiedere la fine sugli attacchi contro i migranti, i Rom e i senza tetto.

I striscioni del ​​gruppo comprendevano dichiarazioni come “Contro la repressione della polizia”, ​​”Nessuno è illegale” e “Noi siamo ingovernabili” e i militanti li hanno usati per bloccare l’ingresso del consolato francese, un’atto simbolico contro le azioni dello stato francese che sta bloccando le normali attività delle persone e dei movimenti (per non parlare dei diritti definiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, inclusi gli articoli 2, 7, 9, 12, 13, 14, 17, 20, 25 e parti di molti altri).

Il gruppo è stato assemblato proprio mentre il sole stava tramontando, al nord-est della capitale gallese, ed ha allegato volantini al cancello del consolato, strappando un simbolo nazionale dalle colonne del cancello. I volantini, che riproducono il richiamo dei compagni francesi dal 10/12 in inglese, francese, arabo e gallese hanno anche mostrato il peggio della repressione francese a Calais e alla ZAD. Erano incluse anche immagini che affermando la nostra solidarietà ai senza documenti e ai militanti che combattono contro l’aeroporto e affrontano la repressione sulle loro case e la lotta alla ZAD.

Dopo aver consegnato alcuni di questi volantini attraverso la cassetta delle lettere del consolato ed aver deciso che il messaggio del gruppo era stato inviato col raduno, abbiamo anche inviare questo messaggio alle autorità a Calais e dovunque le autorità francesi sono state coinvolte nella repressione pesante.

Il mondo sta guardando. Siamo in tanti. Siamo solidali con coloro che fanno il richiamo in Francia, e chiediamo a tutte le autorità di:

– Terminare gli sfratti agli immigranti, i Rom, i senza tetto e gli occupanti

– Reinsediare gli abitanti dei quartieri poveri in termini definiti in consultazione con i residenti, le associazioni e le comunità locali

– Terminare l’uso della violenza della polizia contro le comunità.

in inglese

Genova, Italia: Dopo lo sgombero di Giustiniani 19

giustiniani 19Liberarci tutti!

Mercoledì 12 dicembre 11 compagni hanno ricevuto la notifica di una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari, 7 obblighi di firma giornalieri), nominalmente per atti compiuti durante lo sgombero di Giustiniani 19 avvenuto il 7 agosto. Le misure vengono date non in quanto “sanzione” dei reati commessi, ma come “prevenzione” di reati ancora da compiere: si tratta infatti di misure cautelari preventive, disposte per impedire la reiterazione del reato e per “sorvegliare e punire” coloro che dimostrano di avere un comportamento che non può essere “corretto” altrimenti.

Diciamo “nominalmente” perchè, da una parte, gli atti di cui si parla, gli atti per cui si sottrae la libertà alle persone e si sottraggono le persone ai propri compagni sono… cosa? Si parla di sputi, cori, insulti… addirittura il lancio di pericolose bottigliette d’acqua! Atti criminosi della peggior specie, che rivelano quello che sembra essere il delitto più efferato di tutti: resistere. Resistere allo sgombero, resistere alla polizia, alla violenza dello Stato. Un altro reato ignominioso si profila: ribellarsi, esprimere la propria rabbia e la propria determinazione.

Ma nell’Italia del 2012, in questo terreno che vorrebbero pacificare e sedare, quando prendon vita i semi del dissenso bisogna diserbare: sradicare le persone dalla loro vita e dalle loro pratiche. Dalle loro passioni e dai loro affetti.

Diciamo “nominalmente” anche perchè queste accuse non sono che un chiaro pretesto che maschera, e neanche tanto bene, la realtà che si nasconde dietro questa mossa repressiva. Una realtà espressa senza mezzi termini dalla notifica stessa, che elenca nei minimi particolari i “curricula” delle persone incriminate, tracciando un minuzioso profilo psicologico di quei soggetti che rappresenterebbero una minaccia per il quieto vivere della società.

Digos, questura e magistratura si sono unite di buon grado per questa manovra epuratrice, per questa eugenetica del conflitto: eliminare i devianti, storpiare le lotte, cercare di riuscire finalmente a far tacere le voci dissonanti. Poco importa che l’intera manovra sia stata costruita ad arte, sproporzionata rispetto alle misure cautelari imposte. Quel che conta è colpire e disgregare le realtà che si stanno muovendo nelle varie situazioni di conflitto: occupazioni, Terzo Valico, NoTav, contro tutte le situazioni di oppressione che quotidianamente ci troviamo davanti.

Viviamo in un mondo dove regna il capitale, dove chi non ha non è, dove la scelta è fra morire di fame e morire di lavoro: e chi dice di no, chi si ribella, chi cerca di costruire momenti liberi dalle relazioni quotidiane di sopraffazione che subiamo tutti giorni viene allora colpito drasticamente. Il messaggio è chiaro: accettare la dose di merda giornaliera o subire la punizione. Punizione che viene con grazioso eufemismo chiamata “misura afflittiva”, l'”afflizione” costituendo nella limitazione, più o meno “blanda” (come dicono loro) della libertà. Ma questa libertà non ci viene tutti i giorni negata, limitata… afflitta? Non è questa misura la conferma palese ed esplicita della realtà in cui viviamo, della società carceraria che ci circonda, dove ognuno è rinchiuso nel suo piccolo recinto fatto di lavoro alienante (chi ce l’ha), di affitti da pagare, di lotta per la sopravvivenza…? Noi non vogliamo lottare per sopravvivere, vogliamo lottare per vivere.

Quello che qui si vorrebbe far passare è una spoliazione del valore ideale e materiale del nostro agire: come se la nostra, presunta o meno, commissione di reati si avvicini alla patologia, visto che si giustifica la misura sostenendo che “gli indagati non sono in grado di trattenersi dal delinquere”.

Il problema è che se delinquere è resistere ad uno sgombero (peraltro davvero poco efficacemente), resistere o reagire alla violenza poliziesca, dire “assassini” e “servi” a degli assassini e dei servi, cacciare razzisti e fascisti di varia sorta dai luoghi in cui abitiamo, occupare case per vivere e sottrarsi alla rapina dell’affitto e spazi per incontrarsi e autorganizzarsi, se delinquere é solidarizzare con altri compagni detenuti o con gli immigrati reclusi, bloccare il traffico o le stazioni quando lo Stato occupa militarmente un’intera valle col proposito di violentarla, bloccare fisicamente l’arroganza di chi vuole espropriare case e terreni per opere devastanti….se tutto questo significa delinquere, se resistere significa essere criminali, diciamo chiaramente che i “moniti” punitivi e pseudoeducativi della Procura non serviranno a nulla.

Diciamo chiaramente che continueremo a resistere ma anche che di fronte alla situazione sociale che viviamo, resistere non basta più. Occorre imparare a difendersi e praticare la solidarietà. Occorre immaginare come costruire momenti di rottura e percorsi di liberazione, condividerli, estenderli, generalizzarli. Percorsi dove tutti ed ognuno, in autonomia e libertà, possano trovare il proprio spazio e dare il proprio contributo. Occorre combattere.
Che nessuno si trattenga.

Solidarietà a tutti gli inquisiti.
Libertà per Francesco.
Libertà per Sofia, Enrico, Mattia, Christian.

compagne e compagni solidali

È stato celebrato un presidio solidale lo scorso mercoledì (19 dicembre) in piazza San Lorenzo, Genova

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco incendiario alla filiale dei servizi comunali a Sepolia, in solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias

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Nelle prime ore del mattino di Venerdì 21 Dicembre abbiamo posizionato un ordigno incendiario composto da cinque bombole di gas sulla facciata dell’edificio dei KEP (il cosiddetto Centro Servizi dei Cittadini), che si trova all’incrocio delle Vie Dyrrachiou e Amvrakias, nel distretto di Sepolia.

Eravamo armati con rabbia e consapevolezza relativa alle ultime mosse del nemico di classe contro l’ambiente anarchico/antiautoritario, e in particolare dal ministro fascista della Repressione Civile, alias ministro dell’Ordine Pubblico Dendias, e i suoi soci, il Primo Ministro Samaras e il sindaco di Atene Kaminis, che hanno invaso l’occupazione di Villa Amalias.

Con questa azione diretta, abbiamo dimostrato la nostra solidarietà con l’occupazione anarchica di Villa Amalias e gli otto compagni perseguiti, che si sono tenuti nelle segrete infernali del quartier generale della polizia di Atene. Abbiamo preso di mira il KEP perché appartiene alla giurisdizione del comune di Atene, che ha avuto un ruolo di primo piano nel caso dell’evacuazione prevista dell’occupazione.

Avvertiamo coloro che hanno contribuito a questo specifico attacco che questo era solo l’inizio.

RITIRO IMMEDIATO DELLE FORZE DELLA REPRESSIONE DALL’OCCUPAZIONE

Anarchici Infuriati

Santiago, $ile: Conflitti in memoria di Matías Catrileo

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Martedì, 11 Dicembre un gruppo di circa 20 incappucciati sono usciti dall’Università di Arte e Scienze Sociali (ARCIS) per interrompere il traffico sulla Via Libertad, nel centro di Santiago.

Con lo slogan “Matías Catrileo: Ti hanno ucciso lottando, e lottando vendicheremo la tua perdita” e armati con bottiglie di molotov, si sono scontrati con gli organi delle Forze Speciali, vale a dire gli amici di Walter Ramirez, del vigliacco carabiniere della squadra speciale della polizia (Gope) che abbia assassinato Matías Catrileo.

Non dimentichiamo che Matías è stato assassinato a 24 anni, nel corso di una azione di riappropriazione di territori da parte delle comunità Mapuche, e che il 3 Gennaio 2013 si completano cinque dalla morte del compagno in battaglia.

L’azione di quest’anno è stata effettuata, inoltre, dopo il disgusto per la decisione del Segretariato Generale della Repubblica, secondo la quale l’assassino Ramirez possa continuare a servire al corpo dei Carabinieri di Cile.

Un mese fa, il 10 Dicembre, la famiglia di Catrileo e gente solidale hanno effettuato una manifestazione contro l’insabbiamento del caso e l’impunità del poliziotto assassino.

Atene: I 8 arrestati dell’occupazione di Villa Amalias sono stati rilasciati, 24/12/2012

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Striscione di solidarietà a Mytilini (Isola di Lesvos): “Villa Amalias è ognuno di noi. indietro, ruffiani! Avanti compagni!”

I otto compagni, che sono stati arrestati il 20 Dicembre durante il raid della polizia nell’occupazione di Villa Amalias, sono stati rilasciati. Cinque di loro sono stati ordinati di presentarsi in una stazione della polizia locale una volta al mese. Nel raduno di solidarietà presso i tribunali di Evelpidon hanno partecipato quasi 300 solidali. L’occupazione è ancora sotto la guardia della polizia.

Prenderemo Villa Amalias indietro.
Nulla è finito… è solo l’inizio.

fonti: i, ii

Xanthi, Grecia del Nord: Attacco incendiario allo spazio sociale auto-organizzato Xanadu da autori “anonimi”

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Sabato, 22 Dicembre, all’alba, lo spazio sociale aperto Xanadu (operativo dal 2009 nella città di Xanthi) ha subito un attacco fascista.

I fascisti ha tentato di distruggere lo spazio sociale aperto Xanadu con un incendio doloso, causando gravi danni materiali e mettendo in pericolo la vita dei vicini.

Non sono riusciti a distruggere l’edificio. Abbiamo già iniziato i lavori di restauro, in modo che il Xanadu si aprirà presto.

Questo attacco fa parte dell’ampliamento di azioni che mettono nel mirino il Xanadu da parte di specifici agenti parastatali in questo ultimo periodo.

Essi non ci fermeranno, perché non siamo intimiditi da loro.

Continueremo ad essere qui e lottare.

Il Xanadu è composto da tutti noi.

Il collettivo di Xanadu, 22/12/2012

Atene: Brevi aggiornamenti riguardanti la Villa Amalias e gli otto occupanti arrestati

Volantino ritrovato nella città di Livadia: "Solidarietà con Villa Amalias"
Volantino ritrovato nella città di Livadia: “Solidarietà con Villa Amalias”

• Secondo comunicato dei compagni dell’occupazione Villa Amalias, qui

• Breve aggiornamento (in inglese) da una spontanea manifestazione di solidarietà effettuata Giovedì notte (20-21/12) nel centro di Atene, subito dopo l’assemblea anarchica presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE), qui

• “Nelle prime ore del mattino (21/12) i sbirri hanno rotto la porta di Villa Amalias in Via Heyden senza la presenza di alcuno dei suoi occupanti. Di solito questo significa che i poliziotti hanno fatto irruzione nel palazzo senza un mandato e stanno ancora violando il locale. Avvertiamo le autorità che qualsiasi danno o compromesso dello spazio occupato sarà risposto immediatamente. Dobbiamo anche ricordare che nessuno ha il diritto di essere all’interno dell’edificio in nostra assenza.”-Villa Amalias

Gli arrestati (sei di origine greca e due di origine tedesca) sono ancora tenuti prigionieri. Oggi, 21/12, sono stati sottoposti a un procedimento preliminare. Gli otto compagni sono arrivati ​​al tribunale di Atene sotto la massiccia presenza della polizia verso le 13.45. Decine di solidali sono stati raccolti presso il tribunale di Evelpidon gli hanno salutati con forti canti e slogan di solidarietà. Per circa due ore, gli otto arrestati sono stati esaminati dal pubblico ministero, che ha proposto che devono essere accusati con il reato della fabbricazione di materiali esplosivi oltre ad alcuni altri delitti. In questo modo, gli imputati sono obbligati di comparire davanti a un giudice istruttore che dovrà decidere il loro rinvio a giudizio. Alle 16.00 è stato riferito che gli otto compagni hanno chiesto più tempo per prepararsi per la loro difesa. La prossima udienza è stata fissata per Lunedì, 24/12/2012 (vigilia di Natale). Fino ad allora, rimarrano rinchiusi nel quartier generale della polizia del Viale Alexandras (GADA).

SONO IN RICERCA DI LEGALITÀ?
UN NATALE NERO È QUELLO CHE AVRANNO!

RILASCIO IMMEDIATO DEGLI OCCUPANTI DI VILLA AMALIAS!

Atene: Comunicato di Villa Amalias 20/12/2012

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IL FUOCO NON CI BRUCIA
IL FUOCO BRUCIA DENTRO DI NOI
SOLIDARIETÀ ALL’OCCUPAZIONE VILLA AMALIAS

 

Oggi, 20/12/2012, la polizia ha invaso la Villa Amalias. Con il pretesto di una denuncia per traffico di droga, con la presenza del procuratore, è stata effettuata una perquisizione. I risultati fanno ridere. Tuttavia il ministro dell’Ordine Pubblico, Dendias, afferma che dagli oggetti ritrovati è dimostrato che la Villa Amalias era un centro di illegalità per 22 anni e, infine, la legge, con la “coraggiosa volontà politica” del Primo Ministro, Samaras, è stata ristabilita.

Con quale acrobazia logica possono essere definite bottiglie di birra vuote “materiali per la fabbricazione di molotov”? In un luogo che contiene sala per concerti di musica e caffè-bar è assurdo che ci sia un gran numero di bottiglie di birra vuote? Cosa vuol dire “materiale infiammabile”? Parlano forse per i liquidi della pulizia della macchina tipografica che funziona nell’occupazione? Possiamo parlare delle maschere antigas, che ogni manifestante che rispetta la sua salute deve avere. Possiamo parlare per i mezzi elementari di autodifesa (petardi, fionde, ecc) in un luogo che è stato più volte attaccato dalle bande paramilitari (incendi dolosi, accoltellamenti, pestaggi), col culmine nel 2008, quando l’allora ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis ha visitato i “residenti” di Piazza Pantaleimonas e pochi minuti dopo la sua partenza siamo stati attaccati…

Con il pretesto della perquisizione, tentano di soddisfare un loro costante sogno: l’invasione in uno spazio che per loro è uno dei simboli spaziali di tutti quelli che stanno in piedi con ostilità, verso di tutto quello che rappresenta la sovranità, la dominazione, la sterilizzazione, l’indifferenza, la rassegnazione, la subordinazione. In questo hanno ragione. Questi siamo. Noi e le migliaia dei manifestanti, attivisti, occupanti, scioperanti, i combattenti di strada. Siamo i senza tetto e senza sede, i punk e la gente di strada, i vegetariani e le femministe, quelli che stanno fuori la notte e gli operai, i mendicanti e i sfruttati, le vittime del razzismo e i vendicatori dell’ingiustizia. Il ministro ci ha descritto come uno spazio di illegalità…

E adesso parliamo seriamente. Villa Amalias è una proposta organizzativa che nel periodo del cannibalismo del memorandum ha dovuto essere affrontata. L’attacco del capitale al mondo del lavoro richiede la distruzione di tutte le sue strutture. La svalutazione dei diritti del lavoro ottenuti e dei sindacati, tutte le strutture di solidarietà e di obbedienza, i progetti dell’auto-organizzazione sono nel mirino. L’agenda politica dell’estrema destra che ha prevalso fin dall’inizio della crisi, è iniziata con le dichiarazioni della “bomba sanitaria” del ministro della salute, Loverdos, contro gli scioperanti della fame al palazzo di Ypatias. È continuata con la persecuzione degli immigrati (muro sulla frontiera di Ebros, campi di concentramento, operazione “Xenios Zeus“), il castigo dei tossicodipendenti sieropositivi, assistita dalla violenza dell’estrema destra contro gli immigrati, gli omosessuali, i venditori ambulanti. Le torture contro gli antifascisti del moto-corteo al quartier generale della polizia (GADA) e gli attacchi sulle occupazioni e la repressione brutale di qualsiasi richiesta di lavoro o sociale, non lasciano dubbi sul fatto che l’avversario ha costruito un blocco solido contro il quale dobbiamo resistere.

Siamo per 22 anni in un edificio che era stato abbandonato da decenni. Lo conserviamo e gli diamo vita. Siamo un’occupazione che ha sempre le porte aperte a gruppi, persone e progetti che promuovono la cultura anti-commerciale, la dignità umana, le lotte sociali, antifasciste e di classe. Villa Amalias dà un duro scontro non per proteggere quattro muri, ma i desideri, i sogni e le speranze per una vita più libera per tutti.

Invitiamo tutti coloro che trovano una parte di se stessi nel lungo funzionamento dell’occupazione di dare con noi questa battaglia cruciale.

In questo mulino i boia-Don Chisciotte attaccano, mentre in realtà sono in caccia di idee. Queste sono i spazi dell’illegalità per loro. Sono in caccia di chimere e raccoglieranno incubi.

 RILASCIO IMMEDIATO DEGLI OCCUPANTI DI VILLA AMALIAS

 

fonte

Atene: Annuncio dei compagni dell’occupazione Villa Amalias, 20/12/2012

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Oggi, 20 Dicembre 2012, alle 07:00 del mattino le forze della polizia hanno fatto irruzione all’occupazione Villa Amalias. Il pretesto per questa esibizione del potere oppressivo è stato una “denuncia anonima” alla polizia.

Otto compagni (sei greci e due stranieri) che si trovavano all’interno dell’occupazione sono stati arrestati e portati al quartier generale della polizia del Viale Alexandras (GADA), dove sono tuttora detenuti.

Dei compagni che sono venuti alla zona in solidarietà con gli occupanti sono stati arrestati dalle unità motorizzate della repressione, mentre lo stesso è successo ad altri compagni che sono stati catturati all’interno del Municipio di Atene, in via Liosion, dove erano andati a fare un intervento contro il sindaco della repressione Giorgos Kaminis. (Questi ultimi sono stati rilasciati dopo un po’.)

Dal primo momento dell’operazione, decine di compagni sono stati riuniti fuori dall’occupazione; rimaniamo sulla Via Acharnon fino a questo momento chiamando alla solidarietà.

Sindaci e ministri mettevo bene in testa: nemmeno nei vostri sogni più selvaggi non potete prendere la Villa Amalias da noi.

Tenete le mani giù dall’occupazione!
Liberazione immediata dei nostri compagni!

Occupazione Villa Amalias
Via Acharnon 80 e Via Heyden.

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Fino le 15,30 (GMT +2) l’occupazione non era stata sigillata, e la perquisizione della polizia era in corso in presenza di un pubblico ministero ed un testimone da parte degli anarchici. Circa 200 persone in solidarietà erano ancora riuniti davanti all’occupazione, che ha esistito e resistito già da molti attacchi repressivi nel corso di 22 anni.

La polizia greca ha temporaneamente sfrattato gli occupanti più volte in passato, ma Villa Amalias è sempre stato (ri)occupata. Si deve sottolineare che l’edificio è stato costruito nel 1860 circa, e dal 1990 è stato mantenuto solo grazie all’azione autonoma degli occupanti stessi e di molti solidali. I compagni di Villa Amalias hanno dichiarato in numerose occasioni che sono consapevolmente opposti agli sfruttatori, i seguaci, i protettori e i capi del narcotraffico di qualsiasi nazionalità nei quartieri del centro, lottando costantemente contro la violenza fascista e razzista in modo da promuovere la convivenza interculturale e l’auto-organizzazione.

L’occupazione anarchica più vecchia di Atene, Lelas Karagianni 37, ha fatto un richiamo per solidarietà urgente con Villa Amalias, chiedendo anche l’immediato rilascio di tutti gli arrestati del giorno.

Si ricorda che per accesso più facile al raduno di solidarietà si raccomanda la Via Acharnon, visto che gli squadroni anti-sommossa sono in agguato per le strade circostanti. Inoltre, oggi tutto il personale dei servizi di treni, metropolitana e tram è in sciopero, il che significa che circolano solo i trofei e gli autobus.

Da circa mezzogiorno, annunci di solidarietà riguardanti l’operazione contro Villa Amalias sono stati trasmessi attraverso un sistema audio ad alto volume sulla Via Patission dai compagni dell’occupazione Skaramaga.

Inoltre, dalle prime ore del mattino, molti altri collettivi anarchici, occupazioni e individui in tutta la Grecia hanno inviato il loro appoggio incondizionato a Villa Amalias. Alcune azioni di contro-informazione che si terranno questa sera, entro il 17-18.00, sono annunciate alle città di Salonicco, Veria, Patrasso e Heraklion (Creta), con sicuramente molte di più a seguire…

Tutti sulle strade! Villa Amalias rimarrà!

Un’assemblea è stata chiamata per ore 20.00 presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) sulla Via Patission per ulteriori aggiornamenti e azioni di solidarietà dopo l’invasione della polizia all’occupazione di Villa Amalias.

Russia: Testi anarchici sono stati aggiunti per la prima volta negli elenchi federali per il divieto di materiale estremista

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Nel Novembre del 2012 la lista dello stato per il materiale estremista pubblicato ha incluso 64 nuove registrazioni, tra cui si distingue anche il discorso anarchico sovversivo, per la prima volta nella storia moderna della censura nella Federazione Russa.

Sulle nuove registrazioni dal n° 1513 fino al 1518 si trovano legami del sito anarchico Blackblocg.info, dove sono inclusi richiami verso azioni radicali dirette e descrizioni di alcuni modi per la loro realizzazione.

Tutti questi testi, che risalgono dal 2011, sono stati aggiunti a questo elenco in base ad una decisione del giudice del distretto di Meshchansky di Mosca, che era stata rilasciata il 3 Agosto 2012. Questa è la prima volta che testi anarchici vengono aggiunti alla lista federale dei materiali estremisti vietati a causa del loro contenuto, che contiene per di più riferimenti nazionalisti e islamici – con tutto ciò che questo potrebbe comportare.

Avtonom.org, 15 Dicembre 2012.

fonti: i, ii

[Nuovo processo per il caso CCF] Comunicato dai fuggiaschi Dimitris Politis e Giannis Michailidis

Di seguito è riportato il testo integrale della lettera dei compagni (13/12/2012)

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Parliamo in occasione del processo contro l’organizzazione rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco, perché ci capita di essere ricercati per questo caso.

No, non stiamo facendo alcun appello ai rappresentanti giudiziari del Potere. Non ha senso di indirizzarci ai nostri nemici. Facciamo appello ai nostri compagni, nel senso stretto e più ampio del termine. Cerchiamo di incontrarci con ogni scintilla ribelle nelle anime delle persone che si sentono, proprio come ci sentiamo noi, annegati nei contratti imposti dal sistema.

Vogliamo chiarire in primo luogo che non siamo membri dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, non per rinunciare a nessuna delle nostre responsabilità legali, ma per evitare l’identificazione del nostro discorso politico con il discorso dell’organizzazione, dato che manteniamo i nostri disaccordi. Naturalmente, restiamo impenitenti sulla la nostra scelta di sostenere e di fatto essere sostenuti dai compagni della CCF, e la nostra scelta di partecipare attivamente alla lotta anarchica.

In ogni caso, siamo nemici della loro giustizia, ed è solo ragionevole che dobbiamo essere trattati come tali.

Come anarchici, siamo ostili al sistema giudiziario e allo Stato nella sua interezza. Quindi, ogni accusa contro di noi è anche un titolo d’onore. Naturalmente, eravamo clandestini ancora prima che lo Stato ci ha dichiarati come tali, siccome avevamo messo in dubbio ed avevamo respinto la validità delle sue leggi molto tempo fa, rompendo con esso apertamente e segretamente. Abbiamo scelto di non rispondere al dilemma della “legalità o clandestinità”. Dopo tutto, l’azione rivoluzionaria non può essere definita come un atto autorizzato dalla legge. Se la legge riuscirebbe ad assimilarlo, perderebbe il suo vero significato. Continue reading [Nuovo processo per il caso CCF] Comunicato dai fuggiaschi Dimitris Politis e Giannis Michailidis